Rifiuti tecnologici COBAT

Rifiuti tecnologici, raccolta COBAT a 146 milioni di kg nel 2015

Rifiuti tecnologici COBAT
Il COBAT (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo) è uno degli assi portati della raccolta differenziata in Italia. Il consorzio si occupa nello specifico della raccolta dei così detti rifiuti tecnologici, ampia categoria in cui rientrano pile usate, accumulatori e batterie, pneumatici dimessi, rifiuti RAEE e moduli fotovoltaici esauriti. L’attività del consorzio relativa al 2015 è stata presentata ieri a Roma durante una tavola rotonda in cui si sono discussi risultati e prospettive dell’attività del COBAT e si è affrontato il tema del riutilizzo dei rifiuti in un modello di economia circolare.

Rifiuti elettronici in vertiginoso aumento nei Paesi in via di sviluppo

rifiuti elettroniciAbbiamo parlato spesso del problema dei rifiuti elettronici, mostrando come il gesto all’apparenza di poco conto di gettare pile, computer rotti e televisori in disuso nel cassonetto non differenziato, o peggio dove capita, si trasformi in gravi danni per Paesi anche molto lontani dal nostro. E a questo proposito vorrei ricordare il caso limite del Ghana, letteralmente sommerso dall’e-waste, le cui foto di discariche con bambini che scavavano tra vecchi schermi e materiale radioattivo di pile e processori hanno fatto il giro del mondo. Molte le iniziative dei marchi di prodotti tecnologici più o meno famosi per spingere il cliente a riportare al negozio pc, tv e stampanti alla fine del ciclo di vita. Come il ritiro uno contro uno.

La notizia preoccupante che circola in questi giorni sui rifiuti tecnologici è che nel 2016 i Paesi in via di sviluppo arriveranno a produrre il doppio dei rifiuti elettronici dei Paesi sviluppati.

Riciclaggio creativo, ricavato un ostello da un 747 fuori uso

Qualche giorno fa vi abbiamo parlato dell’importanza del riciclaggio come il modus vivendi indispensabile per generare più che un semplice riutilizzo dei rifiuti, una catena di idee creative per il reimpiego degli oggetti più disparati.
Dai vestiti che non si usano più, alle bottiglie vuote da destinare ad infiniti nuovi scopi (io le circondo da una carta colorata e le uso come vasi per i fiori!) a qualsiasi bene di consumo che può arrivare ad avere ben quattro vite nei Paesi sottosviluppati, mentre da noi si ferma, ed è già tanto, ad un primo ed unico utilizzo.

I rifiuti tecnologici spariscono nel nulla e vanno ad alimentare le discariche delle aree povere del mondo  mentre, paradosso tutto italiano, una nostra lettrice ci ha scritto qualche giorno da Napoli relativamente alla scarsa reperibilità di materiale tecnologico fuori uso per le realizzazioni artistiche di cui si occupa.
Se sistemare le carcasse dell’informatica è difficile, cosa fare allora con resti ancora più ingombranti come ad esempio un vecchio aereo vuoto?
Un’idea geniale, a questo proposito, è venuta a Oscar Dios che ha realizzato un magnifico e funzionale ostello, il Jumbo Hostel, dentro ad un jumbo jet fuori uso.

Samsung e Toshiba nuovi leaders nella Greener Electronics Guide

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Nella classifica verde delle multinazionali dell’elettronica, stilata da Greenpeace, Samsung e Toshiba occupano i primi posti, a pari merito.
Nokia ha subito invece delle penalizzazioni che ne hanno provocato la discesa dalle vette delle più ecologiche, Nintendo rimane nelle posizioni più basse, mentre Microsoft e Philips migliorano le loro posizioni, continuando la scalata.

La Greener Electronics Guide è un modo per mettere l’industria elettronica faccia a faccia con il problema dei rifiuti tecnologici. L’intento è far sì che i produttori si sbarazzino delle sostanze chimiche pericolose, impiegate per i loro prodotti, che finiscono in montagne di ammassi di rottami, in cui scavano i bambini poveri senza alcuna protezione. (dei rifiuti tecnologici abbiamo già parlato)