Con carne di bovino e pollame cresce il rischio di malattie a trasmissione alimentare

di Redazione 1

Per ridurre la percentuale di rischio relativa all’insorgenza di malattie a trasmissione alimentare, consumare meno carne ci mette certamente sulla buona strada.
A riconfermarlo, come se ce ne fosse bisogno dopo la miriade di studi sull’argomento, è un recente rapporto pubblicato dal Centers for Disease Control and Prevention degli USA, che ha studiato la relazione esistente tra i vari tipi di cibo ed i focolai delle malattie negli Stati Uniti concludendo che, benché non si possa incolpare completamente il pollame o il manzo perché anche le verdure possono farci star male se non sono adeguatamente trattate e preparate, la più alta percentuale di malattie a trasmissione alimentare viene proprio dalla carne.

L’analisi pone inoltre l’accento sulla necessità di una più rigorosa applicazione delle norme relative ai controlli e alla prevenzione su tutti i prodotti che entrano nella catena alimentare.

Il rapporto del CDC conta 1.097 segnalazioni di focolai di malattie di origine alimentare nel 2007, con 21.244 ammalati e 18 decessi. In 235 focolai in cui è stato identificato come causa soltanto un prodotto alimentare, il maggior numero di malattie, 691, erano legate al pollame. Un totale di 667 era invece correlato al consumo di carne bovina. Gli ortaggi a foglia non erano molto indietro nella classifica, seguendo a ruota con 590 malattie.

Per evitare problemi l’ideale sarebbe consumare prodotti freschi: gli alimenti più comuni associati con focolai di salmonella includevano infatti molti prodotti alimentari trasformati, come le torte congelate, snack, pizza ai peperoni surgelati e chili.
Le più diagnosticate sono state le infezioni da norovirus, seguite dalla salmonella. Le epidemie da norovirus sono molto spesso legate alla manipolazione degli alimenti da parte di persone che non si lavano le mani dopo aver usato la toilette.
Per ridurre le malattie a trasmissione alimentare ed i costi sanitari ad esse associati (152 miliardi di dollari l’anno solo negli Stati Uniti) è fondamentale la cottura completa ed accurata dei cibi, che uccide la salmonella, e la pulizia degli alimenti che devono essere separati, cotti e refrigerati in modo appropriato.

[Fonte: Treehugger]

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