Fornire biocarburante dal sole? Adesso si può

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Gli alberi utilizzano la luce del sole per assorbire l’anidride carbonica, e l’acqua come un combustibile. Si tratta di una strategia elegantemente semplice, che utilizza fonti di energia rinnovabili per milioni di anni. Perché non fare la stessa cosa, e creare combustibile dal sole? Gli scienziati stanno rapidamente sviluppando la capacità di lavorare sulla stessa linea della natura, o almeno ci provano.

Una nuova ricerca mette in evidenza le opportunità e le potenzialità di questo entusiasmante passo. La vita è costruita su scala nanometrica, dal più piccolo virus alla più grande sequoia. La nostra capacità di valutazione tra pari in questo mondo si è rapidamente sviluppata nei passati cinquant’anni, eppure la nostra capacità di manipolare la materia su scala è appena cominciata ad emergere. Il potenziale per le nanotecnologie, come quelle in corso di elaborazione dello scienziato Craig Grimes e dei suoi colleghi della Pennsylvania State University, mostrano alcune dei più brillanti possibilità.

La più importante è senza dubbio la creazione del carburante dal sole. Il gruppo ha trovato un modo per generare idrocarburi 20 volte più veloci rispetto ai precedenti tentativi. I ricercatori utilizzano biossido di titanio, tinture sensibilizzati per le celle solari, e carta super resistente. Il biossido di titanio forma dei nanotubi di circa 135 nanometri di larghezza e un decimo di millimetro di lunghezza. Hanno aggiunto i nanotubi di azoto, e anche caricato di rame e di platino le nanoparticelle sulla superficie. Le aggiunte di azoto e di rame servono per spostare la gamma di lunghezze d’onda di più luce visibile, le particelle di rame e di platino per accelerare le fasi successive del processo.

I ricercatori non sono completamente sicuri del perché il processo funzioni. Essi ritengono che, quando la luce del sole cade sui nanotubi, sia in grado di dividere in due i composti delle molecole di acqua, idrossido radicale e ioni di idrogeno. Gli ioni si uniscono per formare l’idrogeno. L’anidride carbonica si divide (questa è la parte ancora non molto chiara) e forma ossigeno e monossido di carbonio, che reagisce con l’idrogeno per formare metano e acqua.

Grimes e colleghi ritengono che, con l’attuale tecnologia, un metro quadrato di nanotubi, se forniti con puro biossido di carbonio ed acqua insieme ad un concentratore solare potrebbero produrre fino a 500 litri di metano nel corso di otto ore. Grimes ha impostato le sue speranze sul miglioramento del rivestimento in rame che si usa per tirare fuori il biossido di carbonio dalle piante.

Fonte: [Treehugger]

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