Pronti? Arriva la settimana del riciclo

settimana ricicloUn’iniziativa dalla parte dell’ambiente e della cultura sostenibile. Anche in Italia, così dura a cambiare. E’ stata presentata oggi l’iniziativa “Da cosa rinasce cosa”, la prima settimana dedicata al riciclo che si svolgerà dal 13 al 18 novembre nelle piazze di Milano, Torino, Roma e Napoli. L’evento è organizzato da Conai, Consorzio Nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi.

Alla presentazione dell’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente di Milano Edoardo Croci, Piero Perron e Giancarlo Longhi, rispettivamente Presidente e direttore generale di Conai.

La tecnologia può modificare il comportamento umano?

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Se la tecnologia può salvarci dai cambiamenti climatici, ha alcune sfide difficili da affrontare: domare le onde, il vento e il sole, eliminare l’anidride carbonica dall’aria e diminuire le temperature. Ma soprattutto dominare la natura umana. Questa “tecnologia persuasiva” che invita le persone ad adottare comportamenti meno inquinanti, può presentarsi in forma di nuovi gadget e servizi on-line o nuove funzionalità per la tecnologia esistente.

Il risparmio energetico dovuto ai cambiamenti comportamentali può essere liquidato con tecniche di marketing avanzate e può sembrare banale rispetto alla scienza dei materiali esoterici che è necessaria per la produzione di energia solare in modo più efficiente. Ma c’è molto da guadagnare.

La settimana scorsa New Scientist ha riportato che le emissioni degli Stati Uniti potrebbero essere ridotte di oltre il 7% se le persone cambiassero il loro stile di vita in casa. Altri studi hanno riferito che il 26-36% del consumo energetico domestico è “comportamentale”, cioè determinato dal modo in cui usiamo gli elettrodomestici, e non dalla loro efficienza. Questo significa che “le macchine sono destinate a cambiare gli esseri umani”, come dice il gruppo Persuasive Technology dell’Università di Stanford, California, e questo potrebbe farci risparmiare enormi quantità di energia e di denaro.

Il top del risparmio energetico: la bicicletta-lavatrice

bicicletta-lavatrice

Non c’è bisogno di energia elettrica per fare il bucato. E’ facile come andare in bicicletta. Le nostre vecchie zie da anni ancora lavano il bucato a mano, e lo asciugano con uno strizzatoio, oppure il massimo della tecnologia è rappresentato dallo stendino.

Purtroppo però queste belle abitudini ecologiche sono andate perdute con il tempo. Se siete un po’ più occupati e non avete il tempo per questo lungo processo, è possibile mantenere i vostri vestiti puliti con l’energia dei pedali. GreenovationTV ha puntato sulla soluzione low-tech. Dave Askins, alias Dave Senzatetto, di Ann Arbor, Michigan, ha creato il sistema. Ha agganciato una bicicletta ad una vasca costruita con pezzi vecchi che si possono trovare ovunque. Utilizza anche un lavatoio Amish per il lavaggio a mano e dei cicli di risciacquo. Per far funzionare tutto questo, egli usa la bicicletta per far girare i vestiti fino ad asciugarli come in una centrifuga. Tempo dell’operazione? Solo circa 15 minuti.

Thermeleon: la tegola che cambia il colore del vostro tetto quando cambia il tempo

prototipo thermeleon

In un giorno d’estate ardente, un tetto nero diviene terribilmente caldo, mentre un tetto bianco riflette il sole e mantiene un certo grado di raffreddamento in casa. In inverno, il calore generato da una radiazione solare può essere assorbito da un tetto nero, possibilmente anche risparmiando energia.

Questi basilari concetti scolastici sono conosciuti un po’ da tutti. Purtroppo, all’atto pratico, non si può avere entrambe le cose. Oppure no?

Un gruppo di neo-laureati del MIT ha sviluppato delle tegole che cambiano colore in base alla temperatura. Le piastrelle diventano bianche in una giornata calda e nere quando fuori fa freddo. Quando esse sono bianche, spiegano i ricercatori, le tegole riescono a riflettere circa l’80% della luce solare che li colpisce. Quando sono nere, ne riflettono solo il 30%. Lo stato bianco potrebbe permettere di risparmiare fino al 20% degli attuali costi di raffreddamento, secondo altri studi recenti effettuati proprio su questa teoria. Il risparmio effettuato grazie allo stato nero in inverno deve ancora essere quantificato.

L’inascoltata voce dei bambini per un appello ai grandi del vertice di Copenaghen

Consider-Us-Youth-Campaign

La campagna “Considerateci” dell’UNEP è una di quelle iniziative che vengono dal basso, e che hanno il potere di ispirare ma anche deprimere allo stesso tempo. Ispirare perché l’idea di dare voce ai giovani in anticipo rispetto al vertice sul clima di Copenaghen è molto importante, perché si tratta delle generazioni del futuro. Deprimere perché nonostante si sia data voce diverse volte ai giovani, si rimane solo ad ascoltarli, ma poi non si tengono in considerazione le loro idee, pensieri e volontà. Al momento di agire, loro spariscono.

In Australia hanno lanciato il Youth Decide Climate Campaign in previsione del Vertice sulla Terra degli studenti delle High School. L’idea che, se solo potessimo ascoltare i nostri figli poi tutto andrà bene non è affatto nuova. E ha un senso. Dopotutto, saranno i nostri figli, e i figli dei nostri figli, che dovranno affrontare le reali conseguenze del cambiamento climatico che abbiamo causato.

Il Mac Mini si ripaga da solo in due anni

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Un blogger americano ha recentemente affermato che il suo nuovo Mac Mini dovrebbe ripagarsi da solo entro due anni perché la sua bolletta elettrica è stata tagliata della metà. Il suo titolo “Free Apple Mac Mini. No Strings Attached!” (che in italiano suonerebbe come “Mini Mac Apple gratis. Non c’è nient’altro da dire”) è ovviamente sensazionalistico, ma ha una verità importante alle spalle: troppo spesso ci si dimentica di guardare il costo totale della proprietà (TCO), quando si acquistano computer ed altri dispositivi elettronici. Bisogna essere più consapevoli che anche se il costo iniziale non sarà dei più bassi, si tratta di una buona opportunità per favorire le buone pratiche ecologiche.

CJ, l’autore del post, ha confrontato i suoi costi recenti della bolletta. E’ passato da un HP Pavilion (a6567) a un Mac Mini, perché vive “in un appartamento di 53 metri quadrati e volevo risparmiare un po’ di spazio”, ed è stato piacevolmente sorpreso di vedere che a ridursi per prima è stata la sua bolletta elettrica, di circa la metà.

Poche piccole azioni per salvare il mondo

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E’ vero che tutti gli abitanti del pianeta sono in trepidante attesa della conferenza sul clima che si terrà a Copenaghen nel prossimo dicembre. La politica mondiale dovrà dare una grossa mano al pianeta per evitare il disastro ecologico, ma è anche vero che forse questo potrebbe non bastare.

Secondo quanto affermano gli esperti americani sulla rivista PNAS, le decisioni che potrebbero prendere i grandi della Terra in Danimarca potrebbero risolvere solo parte del problema. Si parlerà infatti di ridurre le emissioni industriali, porre un limite alle emissioni dei veicoli e di Cap and Trade, ma basta un solo dato a far capire che questa è solo la punta dell’iceberg. Pare infatti che, ad oggi, l’8% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera provenga direttamente dalle nostre case. Noi utilizziamo troppi elettrodomestici, e di conseguenza emettiamo troppi gas ad effetto serra. Nell’articolo su PNAS ci sono alcuni semplici gesti quotidiani che potrebbero evitarci guai peggiori.

Il caricabatterie universale per cellulare taglierà le emissioni del 50%

caricabatterie

All’inizio di quest’anno abbiamo ricevuto la buona notizia che l’UE stava ipotizzando di far entrare in vigore un caricabatterie universale per tutti i produttori di telefonia cellulare. Può sembrare una forzatura, e chissà anche un’imposizione antieconomica, ma l’aspetto più importante è che, oltre alla comodità di non dover scegliere nel cassetto dei caricabatterie quale ci serve tra i 10 o più lì presenti, è una scelta “ecologicamente responsabile e semplicemente logica per uscire dalla produzione obsolescente pianificata”, la quale avrà come primo risultato la diminuzione di “cumuli di plastica e fili”.

La scorsa settimana un caricabatterie universale è stato approvato dall’International Telecommunication Union, la quale, pur non essendo “costretta” a farlo, visto che l’obbligo vige solo all’interno della Comunità Europea, è disponibile ad adottarlo per i nuovi telefoni.

Costruito in Arabia Saudita il primo eco-campus universitario

kaust eco-campus

Sulla sponda orientale del Mar Rosso a Thuwal, a circa un’ora a Nord della Mecca si trova il campus di 22,5 chilometri quadrati dell’Università più recente dell’Arabia Saudita, la Kaust. L’Università di scienze e tecnologia in cui anche il re Abdullah si è laureato, è nota per essere il primo posto nella conservatrice Arabia Saudita, dove gli studenti di sesso maschile e femminile possono studiare senza discriminazioni.

E così il progresso introdotto dal Kaust sta anche portando ad esplorare nuovi ambiti ecologici e architettonici. Situato nel clima duro del deserto saudita con la luce intensa e le precipitazioni scarse, gli architetti hanno unito il design tradizionale regionale con l’eco-design moderno per creare un ambiente confortevole e sostenibile per gli studenti. L’architetto Bill Odell, uno dei due designer principali del progetto, ha spiegato il lavoro alla CNN.

La Cina scende in piazza e chiede un mondo più pulito

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Una serie di colloqui tenutisi a Pechino tra Cina e Stati Uniti per un accordo sul clima sono stati guidati da una clamorosa azione, effettuata non da alti funzionari, ma componenti più insoliti: i giovani pechinesi.

La celebrazione, in occasione della Giornata Internazionale del Climate Action, è cominciata, giustamente, con una sfilata di biciclette. Centinaia le bancarelle, laboratori, venditori di spuntini vegani caldi e spettacoli, tutti effettuati per richiedere una sostanziosa riduzione dei gas a effetto serra da stabilire nella prossima conferenza di Copenaghen.

Climate Day: la manifestazione per il clima che ha coinvolto tutto il mondo, tranne l’Italia (fotogallery)

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Gli attivisti contro il riscaldamento globale, hanno applicato la loro fantasia nei modi più incredibili nel corso degli anni, dal posare nudi su un ghiacciaio svizzero alle scalate sulle ciminiere a carbone delle centrali elettriche. Nella giornata di ieri hanno cercato qualcosa di nuovo: con l’obiettivo sollecitare a fare sul serio i Paesi di tutto il mondo nel raggiungimento di un accordo internazionale sul clima, una raffica sincronizzata di oltre 4.300 manifestazioni, dall’Himalaya alla Grande Barriera Corallina, si sono tutte concentrate sul numero 350.

Per alcuni eminenti scienziati del clima, come anche descritto in queste pagine, si tratta del limite massimo di concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera sopportabile, misurato in parti per milione. Se la concentrazione fosse superiore a lungo, avvertono, il mondo può aspettarsi decenni di clima perturbato, innalzamento del livello del mare, siccità e carestia. La concentrazione attuale è 387 parti per milione.

Gli organizzatori hanno detto che il loro obiettivo, nel preludio ai colloqui sul clima di Copenaghen nel mese di dicembre, era quello di illustrare l’urgente necessità di ridurre le emissioni, sottolineando che il mondo ha già superato quota 350 due decenni fa. Eppure, pur convenendo che le emissioni senza sosta costituiscono un grave rischio, alcuni scienziati ed economisti hanno incentrato la loro politica climatica non prendendo sul serio tale soglia, ed anzi parlando di innalzare il limite a 450 ppm: un disastro.

La Svezia introduce l’etichetta dell’inquinamento sui prodotti alimentari

etichetta inquinamento svezia

Sapete per caso quanto ha inquinato il piatto che state per gustare? Se abitate in Italia o in qualche altro Paese europeo, credo di no. D’ora in avanti gli svedesi lo sapranno. Quando il popolo scandinavo acquisterà qualche prodotto alimentare, oltre ad andare a vedere le informazioni nutrizionali, ora potrà consultare anche una “etichetta di carbonio” emesso. Sulle etichette si potrà leggere “il clima ha dichiarato: X kg di CO2 per ogni kg di prodotto”, così la gente saprà quanto gas a effetto serra il loro cibo contribuisce ad emettere, e soprattutto quanto sono responsabili del cambiamento climatico.

Secondo il New York Times, questa è parte di un esperimento che sta per essere lanciato dal Dipartimento Nutrizione del governo svedese:

Le nuove etichette che elencano le emissioni di anidride carbonica associate alla produzione di alimenti, dalla pasta di grano integrale agli hamburger del fast food, verranno visualizzate su alcuni articoli alimentari e menù dei ristoranti in tutto il Paese.

Parte dell’Alaska diventa area protetta per gli orsi polari

orso polare

Finalmente gli orsi polari hanno vinto la loro battaglia. Se il rischio di estinzione ancora non è stato completamente eliminato, almeno ora potranno godere di un’area molto vasta dove poter vivere e riprodursi senza che nè l’uomo nè le sue attività potranno ostacolarlo.

A deciderlo è stata l’Amministrazione del Presidente Barack Obama, la quale ha stabilito che un’area di 520 mila chilometri quadrati in Alaska (più grande dell’Italia ed un terzo della terra dello Stato che la ospita) sia destinata all’orso polare, e nessuno potrà entrarvi, se non per rilevazioni scientifiche. L’orso polare, simbolo degli animali in via d’estinzione insieme al panda, è entrato nella lista delle specie minacciate solo nel 2008, dopo che numerose polemiche e rivolte degli ambientalisti hanno costretto l’amministrazione Bush, dopo anni di sfruttamento proprio del territorio del Nord America, ad ammettere che si tratta di una specie a rischio.