Turismo rurale nel Lazio, riqualificare l’ambiente a km zero

In un mondo sempre più globalizzato dove trionfano il consumismo e i cibi precotti, c’è anche chi ama stare all’aria aperta, dedicarsi al giardinaggio e alla cura di animali e piante, mangiare sano e genuino. Sono i turisti rurali, gli ecoviaggiatori che preferiscono una vacanza a Km zero in mezzo al verde. Per loro ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) propone Ecotutour, il progetto di riqualificazione del turismo rurale.

L’obiettivo è quello di promuovere un turismo ecosostenibile e diversificato, incrementando il turismo rurale nelle aree naturali protette del Lazio e dare a viaggiatori responsabili e consumatori-bio la consapevolezza che la loro scelta può realmente abbattere le emissioni di inquinanti e migliorare la qualità della vita.

Ostriche a rischio estinzione

Le ostriche rischiano l’estinzione, come i coralli stanno scomparendo a causa dello sfruttamento intensivo e della degradazione delle coste. A lanciare l’allarme è la rivista Bioscence in cui è stato pubblicato il risultato di una recente ricerca compiuta dall’American Institute of Biological Science dell’Università della California.

Gli studi hanno preso in esame lo stato di salute di 144 baie e 44 ecoregioni in tutto il mondo note per la produzione di ostriche. E’ emerso che negli ultimi dieci anni il 90% delle barriere di ostriche sono andate perse, e in gioco non sono i  piatti prelibati a base del mollusco, ma l’intero ecosistema marino.

Livewell diet, il menu sano per te, buono con la Terra

Cari amici di Ecologiae, vi abbiamo già anticipato i princìpi chiave su cui si basa la nuova dieta salva-pianeta messa a punto dal WWF International in collaborazione con il Rowett Institute of Nutrition and Health della University of Aberdeen. Più o meno gli stessi della doppia piramide alimentare del Barilla Center for Food & Nutrition: frutta e verdura alla base in grandi quantità e pochissima carne, volendo sintetizzare.

Oggi vediamo nello specifico qual è il menu settimanale proposto dai nutrizionisti eco-friendly. Ad un primo sguardo sembra piuttosto bilanciato e per chi ha ancora qualche chilo da perdere dopo gli eccessi alimentari delle festività natalizie capita al momento opportuno. Meno grassi, meno CO2. Linea e Terra ringraziano.

Quante arance ci sono in un litro di aranciata? Tre centesimi e nemmeno italiane

La denuncia non ci è nuova a dire il vero, se n’è dibattuto a lungo anche negli anni scorsi ma la polemica su quanto ci costi una spremuta e su quante arance ci siano effettivamente in quelli che vengono spacciati come succhi concentrati e quante di queste siano davvero made in Italy, continua a tener banco.
Risolleva l’attenzione sull’annosa questione la Coldiretti, sollecitata da Adiconsum e Legaconsumatori che promuovono lo sciopero dell’aranciata previsto per il fine settimana, per spezzare quella che è la catena dello sfruttamento dei lavoratori agricoli e delle imprese del settore, che ci vede ahinoi partecipi. E ricorderete tutti gli scontri di Rosarno dello scorso anno.

In un litro di aranciata, spiega la Coldiretti, venduto mediamente a 1,30 euro, ci sono solo 3 centesimi di arance che peraltro spesso vengono spacciate come made in Italy anche se provengono dal Brasile o dalla Florida.

Consigli per gli acquisti, come limitare gli sprechi alimentari

Gli sprechi alimentari sono dannosi per le nostre famiglie in termini economici e per l’ambiente in quanto accumuliamo spazzatura e rifiuti che non sono necessari al nostro fabbisogno. Le tentazioni dei grandi supermercati e le offerte dei volantini pubblicitari non sempre sono così convenienti se poi quei generi alimentari, ma anche prodotti hi-tech, abiti e accessori finiscono nella pattumiera perché, in effetti, non ci servono.

Per limitare gli sprechi e per riciclare il riciclabile ci sono molte idee creative e interessanti, come ad esempio lo scambio ecosostenibile dei regali sgraditi, promosso dal portale Riciklo, oppure il riutilizzo di vecchi accessori ed abiti per farne nuovi oggetti di arredo o gioielli… insomma le idee ci sono ma anche un’utile guida per evitare gli sprechi alimentari dettata dall’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc).

Frutta e verdura di stagione, cosa comprare a gennaio

Cari amici di Ecologiae, ben trovati al nostro consueto appuntamento del fine settimana con la cucina sostenibile. Se le feste vi hanno lasciato come regalo sgradito qualche chilo in più e/o tossine in eccesso, niente di meglio che purificare l’organismo con una dieta che privilegi frutta e verdura. Ovviamente locali e di stagione.

A gennaio, per quanto riguarda verdure e ortaggi, continua la stagione felice degli spinaci, via libera anche ai broccoli, alla bietola da costa, a cavolfiori, carciofi e cavoli. E ancora ai finocchi, alle erbette, ai porri ed al tartufo nero.
Semaforo verde anche per barbabietole, cardi, carote, catalogna, cavolo verza, cavolini di Bruxelles, cicoria, cicorino, crauti. Reperibili inoltre lattuga, indivia, radicchio rosso, rape, scorzobianca e scorzonera, topinambur, valerianella e zucca.

Zuppa di ceci e castagne

Per il nostro angolo di cucina tradizionale divulgo questa ricetta: deliziosa, nutriente, ed assolutamente ecosostenibile e financo ecopromotrice direi, che ho assaggiato di recente in una trattoria di Montefiascone. E’ una ricetta della tradizione comune a molti paesi delle regioni boscate di montagna e media collina, simile ovunque ma con molte variazioni locali sul tema.

In questi paesi la castanicoltura da frutto ha rappresentato l’elemento chiave dell’economia di sussistenza. Ora può divenire l’elemento trainante di un ecoturismo di qualità, soprattutto quando integrata al turismo eno-gastronomico. Le castagne e le loro farine, infatti, per quanto deliziose potessero essere, hanno rappresentato l’alimento base di quotidiano consumo in autunno ed in inverno. Non stupisce che potessero venire a noia. Non stupisce neanche che il bisogno aguzzi l’ingegno e che la fantasia sia venuta in soccorso a queste popolazioni che hanno utilizzato le castagne per le preparazioni più varie. Dai dolci, ai primi, ai secondi. Questa zuppa è una di queste fantasiose e goduriose espressioni della cultura culinaria popolare.

Sprechi alimentari, oltre 450 euro finiscono nella spazzatura

Gli italiani sono un popolo di grandi spreconi. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (Adoc) per l’anno appena trascorso. Gli sprechi alimentari del 2010 hanno visto gettare nella spazzatura in media 454 euro, pari all’8% della spesa totale di ogni famiglia. Rispetto al 2009 gli sprechi alimentari sono calati del 13,4% ma tuttavia la media è ancora alta. Come ha commentato Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc

E’ positivo che le famiglie stiano imparando a sprecare sempre meno, nel 2010 sono stati buttati nel cassonetto 454 euro contro i 515 euro del 2009, per un risparmio di 61 euro un calo complessivo del 13,4%, con punte del 17,6% durante le Feste. Nel 2009 lo spreco mensile era pari a 33 euro, lo scorso anno è sceso a 29 euro. I consumatori, complice la crisi e grazie anche ai consigli dell’Adoc, hanno assunto maggiore consapevolezza, tuttavia gli sprechi rimangono alti, sono necessari ulteriori sforzi per ridurre drasticamente la percentuale di cibo sprecato da parte delle famiglie.

Diossina e sicurezza alimentare: DDL etichettatura verso l’approvazione

I casi contaminazione da diossina, in Germania, rilevati prima sulle uova, ed ora a quanto pare anche sulla carne di maiale, stanno contribuendo nuovamente a far scattare una vera e propria emergenza, in materia di sicurezza alimentare, su scala continentale. E visto che il mercato è globalizzato, e visto che ogni Paese europeo importa ed esporta materie prime alimentari e prodotti lavorati di ogni tipo, l’unica “arma” a disposizione è quella dell’obbligo di etichettatura su tutti i prodotti agro-alimentari.

Al riguardo in Italia giunge quale risposta concreta a questa emergenza l’attesa relativa all’approvazione, prevista per il prossimo 18 gennaio 2011, del disegno di legge sull’etichettatura presso la Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

Uova, come interpretare il codice di provenienza

Dopo l’allarme lanciato alcuni giorni fa sulle uova alla diossina provenienti dalla Germania, sono arrivate le rassicurazioni del governo italiano sulla qualità delle uova da allevamenti nostrani e anche sui prodotti di importazione controllati e certificati dalla autorità competenti.

Ma come riconoscere la provenienza delle uova? Nell’articolo di oggi impareremo a leggere il codice di tracciabilità impresso sulle uova. Il codice, stampato sui gusci di ogni singolo uovo, riporta ogni informazione sull’uovo, dalla tipologia di allevamento in cui è stata cresciuta la gallina, fino al Paese e al codice identificativo del singolo allevamento. ma andiamo per ordine.

Diossina, produzione uova veneta sicura

Ancora sull’allarme uova alla diossina. Il caso su un’eventuale emergenza sanitaria in Europa tiene banco da giorni. La minaccia ricordiamo ha come focolaio di origine la Germania a causa dei mangimi animali prodotti utilizzando biodiesel, e si è estesa dunque, dopo la chiusura di oltre 4700 allevamenti in Bassa Sassonia, ai mangimi ed ai prodotti importanti dal mercato agroalimentare tedesco.

In Italia le autorità sanitarie e le associazioni di agricoltori, come la CIA, hanno rassicurato i consumatori sulla scrupolosità dei controlli sulle merci importate e ancor di più sulla sicurezza del made in Italy. Già nei giorni scorsi si era parlato di un’importazione di uova davvero minima nel nostro Paese, a fronte di un’esportazione che invece è massiccia. Idem per il pollo.
Oggi interviene la Coldiretti Veneto, analizzando la situazione nella Regione, che è una grande produttrice di uova destinate al mercato nazionale.

Carabaccia, zuppa di cipolle alla fiorentina

Alle prese con la preparazione (e con la successiva meritata degustazione dell’ultimo pranzo delle feste) ho optato per una ricetta pur sempre tradizionale della mia città ma dietetica, per quanto la cucina fiorentina può esserlo, e certamente vegetariana.

Trattasi della Carabaccia che, come l’anatra all’arancia, non si sa se sia stata importata o esportata da e per la Francia da Caterina de’ Medici. Certo è che sia parente stretta della soupe à l’oignons, rispetto alla quale cambia la base di cottura: il nostro buonisimo olio al posto del loro buonissimo burro.

Cucina vegetariana, la vellutata di carciofi

Dopo gli eccessi, e gli sprechi alimentari, delle festività natalizie, è il nostro organismo stesso a supplicarci di concedergli della verdura per disintossicarsi dai cibi ipercalorici ed iperconditi dei luculliani banchetti di Natale. Per il nostro appuntamento del fine settimana con l’alimentazione sostenibile, il primo del nuovo anno, vogliamo dunque dare spazio ad una ricetta vegetariana che vede protagonista un ortaggio, rigorosamente di stagione: la vellutata di carciofi.

Con la nostra ecobussola ben orientata verso i consigli e le prodezze culinarie dei nostri amici di Gingerandtomato, vediamo cosa ci occorre e come mettere in tavola questo piatto fumante.