Specie invasive: 900 “alieni” invadono il Mediterraneo

Uno dei tanti problemi che stanno alla base della perdita di biodiversità è la presenza di specie invasive, cioè di quelle specie che non fanno parte naturalmente di un determinato territorio, ma che lo “invadono” o perché messe incautamente dall’uomo, o perché, a causa dei cambiamenti climatici, emigrano a caccia di luoghi nuovi in cui adattarsi.

Nel corso degli ultimi decenni, più di 900 specie invasive si sono spostate verso il Mar Mediterraneo, molte delle quali si sono consolidate e sono persino diventate dominanti nella regione. Di conseguenza, le comunità costiere di piante e animali stanno vivendo importanti cambiamenti e, in alcuni casi, intere catene alimentari sono state alterate.

Fiocco azzurro al Parco Nazionale del Gran Paradiso, nasce il gipeto Siel

La nascita di Siel, che in valdostano vuol dire “Cielo”, ha rallegrato il cuore di molti perché l’ultimo gipeto avvistato sulle Alpi Occidentali italiane risale al 1913, quando è stato abbattuto l’ultimo esemplare in Val di Rhèmes.

Dopo quasi 100 anni l’arrivo di Siel in Valsavarenche, cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, ha ridato speranza a questa specie di grandi avvoltoi che rischiava l’estinzione, come spiega Luigino Jocollè, Ispettore del servizio di sorveglianza del Parco

Si tratta di un evento eccezionale dopo l’estinzione avvenuta sull’arco alpino agli inizi del ‘900, il gipeto è stato reintrodotto negli anni ’80 a fino ad oggi sulle Alpi Occidentali italiane non era mai avvenuta la schiusa di un uovo da parte di questi grandi avvoltoi, tra le specie di maggiore dimensione in Europa.

Pecore tagliaerba per falciare il prato della fabbrica Whirlpool di Varese

Pecore a lavoro in fabbrica per falciare l’erba. Succede a Cassinetta di Biandronno, a Varese. Nello stabilimento della Whirlpool, alle 8 di questa mattina, un gregge di 1200 pecore ha varcato i cancelli del complesso per tosare il prato nella maniera più nature possibile: brucandolo.

L’azienda aveva bisogno di ripulire dall’erbaccia i cinque ettari di terreno che circondano la fabbrica e le pecore avevano bisogno di straordinari di… cibo. Eh già, perché i pascoli scarseggiano e di aree verdi in cui pascolare liberamente inizia a sentirsi la mancanza. Inoltre, come lamentano da tempo gli stessi allevatori, oltre alla riduzione degli spazi verdi, si sta assistendo ad un progressivo aumento del costo delle materie prima necessarie per nutrire gli animali da allevamento.

Caccia, un nuovo sport mostra la stupidità umana: sparare ai cervi con il taser

Se la madre degli stupidi è sempre incinta, anche la mente di chi inventa certi sport (se così si possono chiamare) non scherza. E’ stato definito sport perché assomiglia molto alla caccia, ma sarebbe più corretto definirlo una moda, quella che ha contagiato diversi cittadini dell’Alaska, che da un po’ di tempo hanno deciso di passare il loro tempo sparando con il taser (la pistola elettrica che non ferisce, ma stordisce per diversi minuti) ai cervi.

Saranno in pochi a praticarla, direte voi. Ed invece questa pratica idiota è dilagata talmente tanto da richiedere persino un intervento del governo dell’Alaska che ieri l’ha dichiarata fuorilegge. Peccato che, come afferma un attivista della PETA, questa non sia l’unica crudeltà sugli animali, anche se è una delle più scioccanti.

Amici a quattro zampe al mare a Baubeach, la spiaggia per cani

Anche quest’anno Baubeach, la prima spiaggia d’Italia per cani, riapre le porte per accogliere i nostri amici a quattro zampe. La spiaggia per cani, inaugurata nel 1998, riapre dopo qualche anno di chiusura a cominciare dal mese di maggio, nella località di Maccarese, nella costa a nord di Roma.

La Spiaggia di Oscar, titolo dato a Baubeach dalla rivista Spiagge d’Italia, nella Fiera balnearia di marina di Carrara questo inverno, è stata patrocinata dal Ministero del Turismo, dalla Provincia di Roma e dal Consiglio Regionale del Lazio. La spiaggia, che occupa un’area di 7.000 metri quadrati, ques’anno presenta nuovi servizi e proposte green per coccolare i nostri amici a quattro zampe in riva al mare.

Ritardanti di fiamma trovati negli animali, un anticipo di quello che succederà all’uomo?

La preoccupazione che gli agenti inquinanti possano contagiare gli esseri umani ha portato la scienza a bandire diverse sostanze, l’ultima delle quali il BPA. Ma a volte qualcosa sfugge, ed è il caso dei ritardanti di fiamma, trovati nel sangue dei cani, dai ricercatori dell’Indiana University in livelli da cinque a dieci volte superiori a quelli normalmente riscontrati nell’uomo. Come i canarini vengono messi nelle miniere di carbone per rilevare la presenza dei gas prima dell’uomo, potrebbero i cani fare la parte dei canarini per i ritardanti di fiamma polibromurati?

Sappiamo già che gli eteri di difenile polibromurato (PDBE in breve) si trovano ovunque. Sono utilizzati per tutto, dai computer alla moquette, e possono essere misurati anche negli accumuli di polvere che si radunano negli angoli dietro i mobili. Ma cosa potrebbe accadere se i PBDE così persistenti, si bioaccumulassero nel corpo umano? È qui che si concentra lo studio dell’Indiana University.

Due cucciolate di leopardi ridanno speranza alla loro specie quasi estinta

Per una specie in pericolo anche la nascita di un solo esemplare è fonte di speranza. E così per una specie tra le più in pericolo al mondo come il leopardo nebuloso, ogni piccolo “gattino” come quelli delle foto nell’articolo diventano un evento importantissimo. Recentemente due femmine, grazie al programma di conservazione del leopardo nebuloso dello zoo di Nashville, Stati Uniti, hanno dato alla luce una cucciolata ciascuna di piccoli leopardini che ora offrono la speranza che la specie rara possa evitare l’estinzione.

Nel corso degli ultimi anni, il programma di conservazione del Nashville Zoo ha ricevuto due leopardi nebulosi femmine in età fertile dalla Thailandia, chiamate Jing Jai e Lom Choy. A distanza di appena tre giorni l’una dall’altra, alla fine dello scorso mese, hanno dato vita a quattro gattini in tutto, anche se, purtroppo, uno è morto appena poco dopo la nascita.

Crudeltà sugli animali: Ministro dell’Ambiente britannico chiede di bandirne l’uso nei circhi (video)

Da tempo si parla, senza però avere prove certe (a parte qualche caso sporadico), di maltrattamenti di animali nei circhi. Gli addestratori affermano che gli animali si divertono a fare quei numeri, ma non è così. La scorsa settimana inquietanti filmati, effettuati con telecamere nascoste, hanno ripreso un elefante da circo di nome Anne, mostrando tutta la crudeltà con cui veniva trattato. L’elefante veniva legato e brutalmente picchiato dai suoi custodi con una mazza e a calci, non in un Paese arretrato, ma nel civilissimo Regno Unito.

Immediatamente la pubblicazione del video su You Tube ha suscitato la protesta di migliaia di persone, tanto che il Ministro dell’Ambiente britannico, Caroline Spelman, ha annunciato l’intenzione di vietare l’uso di animali selvatici nei circhi, restituendo una parvenza di dignità ad una serie di animali esotici che attualmente condividono lo stesso “tetto” di acrobati e clown.

Marea nera: delfini e balene morti potrebbero essere 50 volte di più della stima ufficiale

Da tempo si vociferava di prove contro la BP sul danno potenziale della marea nera, il quale sarebbe potuto essere molto peggiore di quanto riferito in precedenza. Ora però una nuova ricerca pubblicata su Conservation Letters e riportata online su Nature.com mette tutto nero su bianco. Pare infatti che il numero di delfini e balene rimaste uccise nel Golfo del Messico a causa della fuoriuscita di petrolio di quasi un anno fa possa essere fino a 50 volte superiore rispetto ai dati ufficiali forniti dalle agenzie.

Durante quella catastrofe circa 115 tra balene e delfini sono stati dichiarati morti in via ufficiale dal US Fish & Wildlife Service. Numeri decisamente sottostimati se ancora nei mesi scorsi più di 80 delfini sono stati trovati morti sulle rive del Golfo. E’ un po’ come il numero dei morti per il disastro di Chernobyl: si conoscono le vittime immediate, ma non quelle a medio e lungo termine.

Portachiavi fatti con animali vivi, succede (ovviamente) in Cina

Al peggio non c’è mai fine. Il portachiavi è probabilmente l’oggetto più inutile, ma al contempo più diffuso, di tutto il mondo, tutti ne possiedono uno ed anche più di uno. Ma ora rischia di diventare persino crudele. Alcuni venditori ambulanti cinesi vendono animali vivi, definitivamente sigillati in un sacchetto di plastica di piccole dimensioni dove possono sopravvivere per qualche giorno. A quanto pare, questi portachiavi incredibilmente disumani sono in realtà molto popolari, e la cosa peggiore è che sono completamente legali.

Secondo il Global Times, questi accessori contenenti animali vivi sono ampiamente disponibili e venduti al pubblico nelle stazioni della metropolitana e sui marciapiedi. I potenziali acquirenti, che evidentemente sono più crudeli dei produttori, possono scegliere tra una tartaruga che vive in Brasile o due piccoli pesciolini sigillati in una confezione ermetica insieme con un po’ d’acqua colorata. Un venditore ha sostenuto che le creature intrappolate “possono vivere per mesi lì dentro” perché l’acqua contiene nutrienti, sebbene i veterinari abbiano già contestato questa affermazione.

Foche, un massacro con licenza di uccidere

Come ogni anno la Primavera da stagione di risveglio alla vita si trasforma in un incubo per le foche canadesi, perseguitate, bastonate, scuoiate vive dal loro peggior predatore: l’uomo. Rimasto cacciatore, più che per sopravvivenza, per perpetrare un hobby cruento: l’assassinio più infame e violento che si possa immaginare, ai danni di migliaia di adulti e cuccioli di foca, indifesi, con gli occhi sbarrati dal terrore. Lo sguardo perso, strappato del diritto di vivere, si svuota dell’anima e va incontro ad una morte dolorosa, lenta, tra le più atroci sofferenze.

La mattanza inizia ogni anno alla fine di marzo. Il 97% delle foche uccise ha meno di tre mesi di vita. Gli animali non vengono finiti, ma lasciati soffrire, feriti e agonizzanti. Spesso vengono scuoiati, impalati su dei ganci e trascinati sul ghiaccio mentre sono ancora vivi. I veterinari affermano che morire così è disumano. Disumano come questo massacro.