Livello sette a Fukushima, una nuova Chernobyl. Greenpeace: “A sette già da tre settimane”

Livello sette a Fukushima, Fukushima come Chernobyl. La notizia dell’innalzamento della classificazione del rischio deciso dall’Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, è giunta nelle ultime ore in via ufficiale. Lo conferma la Tepco. Eppure a livello sette il disastro nucleare giapponese c’è probabilmente già da tre settimane.

A dirlo è uno studio del Dr. Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, commissionato da Greenpeace Germania. Quasi un mese fa, dunque, si sapeva che il livello di radioattività rilasciato dall‘incidente era di una portata tale da giustificare un innalzamento della soglia del pericolo, in base ai parametri stabiliti dall’International Nuclear Event Scale (INES).

Nucleare, Fukushima come Chernobyl: alzato pericolo a livello 7

Meglio tardi che mai. Ciò che da settimane chiedevano in molti, e cioè l’innalzamento del livello di gravità dell’incidente di Fukushima al livello 7, lo stesso dell’incidente di Chernobyl nel 1986, è stato rinviato per un mese, nella speranza che si riuscissero ad arginare le radiazioni. Ma visto che, esattamente un mese dopo, la situazione è ancora critica, dopo il tentativo della scorsa settimana di scendere da 6 a 5, ora il livello è stato nuovamente riportato in su, toccando quel fatidico livello 7.

Secondo le rilevazioni effettuate dalla Tepco, che vanno prese sempre con le pinze visto che più volte si sono rivelate errate, le radiazioni all’esterno della centrale giapponese sono “appena” (si fa per dire) il 10% di quelle all’esterno di Chernobyl. Ma il problema è che sono in aumento e loro non sono in grado di fermarle. Per questo il pericolo è che in breve tempo raggiungano quelle del distrastro nucleare più grave della storia.

Chernobyl, scatti dall’inferno

Chernobyl, scatti dall’inferno, di Massimiliano Squillace (Infinito Edizioni), foto e testi per riflettere sui rischi dell’energia nucleare, la pesante eredità dell’atomo, le conseguenze catastrofiche di un incidente nucleare della portata di Chernobyl, lontano nel tempo ma tremendamente attuale, o vicino, terribilmente vicino come Fukushima che è insieme evento del presente ma già insidia il nostro futuro. Disastri, scorie e contaminazione, eco di distruzione e morte radioattiva che si insedia come un cancro nei decenni a venire.

Riceviamo e pubblichiamo volentieri il testo scritto dal leader dei Tete de Bois, e pediatra Andrea Satta per il libro di Massimiliano Squillace.

Acqua radioattiva Giappone, i nostri mari sono sicuri?

Acqua radioattiva in Giappone, quanto sono sicuri i nostri mari? Quando si tratta di perdite radioattive non è affatto semplice escludere con certezza dei rischi a breve, medio e lungo termine. Spiega il professor Silvano Focardi, docente di Ecologia all’Università di Siena, membro del Comitato Scientifico di Marevivo, che

I radionuclidi – gli atomi instabili che decadono emettendo energia sotto forma di radiazione – riversati in mare con le acque contaminate, infatti, mettono a forte rischio l’ecosistema in generale e alcune specie in particolare.
I rischi per la biodiversità marina sono legati alla durata e alla dimensione dell’incidente; e sono rappresentati dalla insorgenza di danni gravi che possono arrivare fino a mutazioni genetiche capaci di incidere sulle capacità riproduttive degli organismi.

Nucleare, cinque motivi per dire no

Ritorno al nucleare in Italia: su un totale di 3523 persone che hanno risposto al nostro sondaggio, l’81%, pari a 2869 voti, è contrario alla costruzione di centrali atomiche nel nostro Paese. Il 16%, 574 voti, si dichiara favorevole, il restante 3%, 80 voti, non ha ancora preso posizione.

Sulle cinque principali buone ragioni per dire no al nucleare italiano ci scrive Giuseppe Casillo, studente di Scienze Politiche dell’Università del Molise, elencando motivi di ordine economico, tecnico, strategico, di salute e ambientali. Li pubblichiamo volentieri e ovviamente restiamo a disposizione di chiunque voglia scriverci per esporre una posizione diversa.

Giappone, un’altra centrale nucleare a rischio: Onagawa

Una nuova centrale nucleare desta preoccupazione in Giappone. Si tratta di quella di Onagawa nel distretto di Miyagi, lo stesso di Fukushima e quello che ha subìto le devastazioni peggiori a seguito del terremoto e dello tsunami dell’11 marzo scorso.

Il danneggiamento è stato registrato quando in Italia era già notte, a causa di 8-9 perdite di acqua dalla vasca di raffreddamento delle barre di combustibile in tutti e quattro i reattori. Per sua fortuna la Tohoku Electric Power, la società che controlla l’impianto, aveva già spento tutti suoi reattori dopo il terremoto del mese scorso, e per questo è stato molto più semplice controllare le fuoriuscite e ridurle ad una mera perdita senza conseguenze per l’ambiente.

Nucleare: l’acqua radioattiva di Fukushima potrebbe essere ripulita con le alghe

Uno dei (tanti) problemi di gestione dei rifiuti nucleari è che i sottoprodotti più pericolosi vengono spesso mescolati con i rifiuti a basso rischio, e diventano così molto complessi da separare. Ma i ricercatori della Northwestern University e dell’Argonne National Laboratory hanno scoperto che una comune alga d’acqua dolce è in grado di rimuovere lo stronzio-90 dall’acqua e concentrarlo in dei cristalli solidi di bario-stronzio-solfato. La natura ci mostra la via, abbiamo solo bisogno di seguirla.

Lo stronzio 90 ha una emivita (periodo in cui si dimezza la sua radioattività) di circa 30 anni, è chimicamente molto simile al calcio e quindi viene facilmente assorbito dalle ossa. Il rischio è che accumulare stronzio 90 in un corpo umano, attraverso la contaminazione proveniente dal cibo o dall’acqua, possa favorire i tumori in seguito ad esposizioni molto elevate prolungate per molti anni, come avviene ad esempio in presenza dello smaltimento non corretto dei rifiuti delle centrali nucleari.

Giappone, acqua radioattiva in mare: Corea del Sud protesta

Quando si ha a che fare con un’emergenza nucleare come quella che sta interessando la centrale di Fukushima in Giappone, la crisi travalica i confini nazionali ed interessa i Paesi limitrofi ed aree anche molto lontane dal luogo dell’incidente. Seppur marginalmente e pare senza rischi per la salute, la nube radioattiva ha sostato persino sui nostri cieli nei giorni scorsi.

Ben più allarmati sono ovviamente i Governi delle nazioni vicine al territorio giapponese, che patiscono le dirette conseguenze di ogni decisione, sbagliata o azzardata, delle autorità nipponiche. La Corea del Sud, ad esempio, si mostra molto preoccupata dall’autorizzazione a sversare acqua radioattiva in mare, concessa dal Governo nipponico alla Tepco, società che gestisce (male) l’impianto in avaria.

Nucleare: la mappa di tutte le centrali del mondo

Quante sono le centrali nucleari nel mondo? Da quando è accaduto il disastro di Fukushima questa è una delle domande più frequenti che la gente si pone. La risposta è 443 (comprese quelle giapponesi danneggiate), sparse più o meno equamente tra continente americano, europeo ed asiatico, con appena 2 centrali in Africa (entrambe in Sudafrica) e nessuna in Oceania.

Ma la domanda che sarebbe più giusto porsi è: quanta energia effettivamente produce tutta questa energia nucleare? Bè, dire poco è essere generosi. Se infatti escludiamo la Lituania che prende il 76,2% della sua energia dalle vicine centrali dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, e la Francia che ne ricava il 75,2%, nel resto del mondo l’atomo produce quantità risibili di energia, nonostante il gran numero di centrali.

Giappone, acqua radioattiva finirà in mare

Giappone: ultime notizie dall‘inferno nucleare, sempre più fuori controllo. Malgrado l’attenzione del mondo e dei media si sia affievolita, prosegue infatti, crescendo di settimana in settimana di livello fino ad avvicinarsi pericolosamente al sette di Chernobyl, l’emergenza atomica che ha messo in ginocchio la centrale di Fukushima a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami occorso l’undici marzo scorso.

Piani a dir poco pericolosi quelli della Tepco per gestire la crisi. La stessa azienda definisce una soluzione estrema quella di scaricare l’acqua radioattiva in mare a partire da domani.
Che effetti avrà sulla catena alimentare? I danni potrebbero essere immensi e anche l’idea di circoscrivere il braccio di mare che ospiterà i liquidi sporchi, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti.

Nucleare, Sarkozy chiede G20 su sicurezza

Sicurezza nucleare, più che mai acceso il dibattito internazionale alla luce dei recenti drammatici eventi che hanno svelato le falle della centrale di Fukushima, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che hanno colpito il Giappone tre settimane fa.
Se la Russia va avanti tutta con il programma nucleare ma apre agli stress test coinvolgendo gli USA, sul fronte opposto si pone la Merkel che sull’atomo ha cambiato radicalmente idea e vuole un’inversione di rotta per il suo Paese che punti tutto sulle rinnovabili.

Oggi, durante la visita in Giappone, è intervenuto in merito alla sicurezza delle centrali nucleari Nicolas Sarkozy che pure qualche giorno fa aveva affermato di non voler illudere i cittadini francesi sulla dismissione delle centrali, un’ipotesi reputata assurda dal momento che il Paese ne ha al momento assoluto bisogno per l’approvvigionamento energetico. Ciononostante, Sarkozy preme per un focus sulla sicurezza, offrendosi di ospitare un incontro del G20 a maggio con la mission di fissare nuovi standard industriali globali alla luce del disastro nucleare occorso in Giappone.

Nucleare: Fukushima verrà smantellata

Fukushima verrà smantellata, parola del Primo Ministro giapponese Naoto Kan ieri sera in un incontro con i vertici del Partito Comunista nipponico. La centrale che sta facendo tremare il mondo è ormai al collasso, i livelli di radioattività continuano a salire di ora in ora (siamo arrivati a livelli in mare di 4.385 volte superiori per quanto rigurda lo iodio radioattivo), ed ormai è irrecuperabile, tant’è che ha annunciato lo stesso Kan che, non appena si riuscirà a prendere il controllo dei reattori, questi verranno spenti e smantellati.

Non si ferma qui però la voglia di nucleare giapponese. Evidentemente non si sono spaventati a dovere i dirigenti politici del Paese se, anziché decidere di chiudere definitivamente con l’atomo, hanno deciso che, passata la crisi, rivedranno da zero il piano per la costruzione di nuove centrali.