
Se fino a questo momento la produzione di biocarburante era molto rallentata dai problemi legati alla carenza di cibo e all’inspiegabile stop che c’è stato sulla ricerca di combustibili non provenienti da generi alimentari, tutto questo problema potrebbe essere a breve risolto da una delle poche comunità di nativi americani rimasti accampati nel Nuovo Mondo.
Si tratta degli Ute, una popolazione indiana che vive nel Sud del Colorado, seduta su un’immensa riserva di carbone e gas naturale. Ma che possiede anche tante alghe. Le loro credenze gli impedivano di utilizzare come carburanti dei generi alimentari, quindi mais, colza e tutte le altre colture da cui si ricava il biocarburante erano scartate a priori. Le alghe però non sfamano nessuno, ed anzi, assorbono CO2. E allora quale migliore attività dell’allevarle e creare carburante?