Gas o nucleare? Uno dei due in Italia è di troppo

Vista l’amicizia tra Berlusconi e Putin, rimarcata in maniera molto colorita in questi giorni da Wikileaks, gli investimenti in Italia negli ultimi anni sul gas proveniente dalla Russia sono stati molti. In futuro si calcola che raddoppieranno. Ma vista anche l’insistenza di Berlusconi nella costruzione delle centrali nucleari, anche attraverso di esse l’energia italiana potrà aumentare. E’ vero che l’Italia ha un alto fabbisogno di energia elettrica, ma tra 10 o 20 anni, quando le centrali saranno completamente costruite ed il South Stream (gasdotto Italia-Russia) sarà completato, ci ritroveremo nella situazione paradossale di avere di più, molto di più, di quanto ci serve.

Ma facciamo un po’ di calcoli. Oggi in Italia si consumano, secondo i dati pubblicati questa mattina dal quotidiano Repubblica, 320-330 terawattore di elettricità. Per la gran parte sono prodotti dal gas (30-35 miliardi di metri cubi). Ma secondo i piani del Governo, tra il progetto South Stream e l’apertura dei gasdotti di Rovigo, Livorno, Porto Empedocle, Trieste e Panigaglia, si aggiungeranno altri 35 miliardi di metri cubi. In pratica si raddoppierà il gas a disposizione dell’Italia, già superando il fabbisogno attuale.

Energia: rischio multe di Kyoto puntando sul carbone

L’utilizzo dei combustibili fossili, ed in particolare del carbone, per la produzione di energia, condannerebbe l’Italia al pagamento delle multe di Kyoto con conseguenti ripercussioni negative sulle casse e sul bilancio dello Stato. E’ questo uno dei motivi per dire “NO” al carbone formulati da Legambiente che, inoltre, in concomitanza con la chiusura del vertice a Cancun, ha posto l’accento sul fatto che la nascita di nuovi impianti a carbone nel nostro Paese non farà altro che peggiorare la nostra dipendenza energetica visto che quasi tutto il carbone utilizzato viene importato.

Quello del carbone a conti fatti è solo un business vantaggioso per le aziende energetiche che, a fronte dei potenziali risparmi nell’acquistare il combustibile, non comporterà ricadute positive sulle bollette dei consumatori.

Lampadine ad incandescenza: quanto ci costano?

Nonostante in Europa siano considerate fuorilegge, e non sono più né producibili né vendibili (ad eccezione delle scorte di magazzino), le lampadine ad incandescenza sono ancora presenti nelle case di molti di noi. E purtroppo lo saranno ancora a lungo. Ma vi siete mai chiesti quanta energia elettrica serve per mantenere accesa una sola lampadina per un intero anno?

Gli autori del blog GOOD lo hanno fatto, e hanno prodotto questo infografico (qui il link per vederlo nel dettaglio) per rendere la risposta più chiara: ci vuole molto più di quanto si potrebbe pensare. Di seguito ci sono alcune delle rivelazioni più sorprendenti fatte dagli autori.

Eolico e fotovoltaico: Enel Green Power e BEI siglano accordo

Un prestito avente un controvalore complessivo pari a 440 milioni di euro, con possibilità di incremento fino a ben 600 milioni di euro, e con finalità quella di andare a sviluppare nel nostro Paese progetti per il fotovoltaico e per l’eolico. E’ questo l’accordo che la controllata di Enel, Enel Green Power, ha sottoscritto con la BEI, Banca Europea per gli Investimenti, per la crescita del mercato delle rinnovabili in Italia.

Trattasi, in accordo con un comunicato ufficiale emesso in data odierna, venerdì 10 dicembre 2010, proprio da Enel Green Power, di un prestito avente una durata pari a 20 anni a fronte di un tasso di interesse che, rispetto ai benchmark di mercato, risulta essere decisamente più basso anche perché è intervenuta la garanzia della controllante Enel S.p.A..

iFan, arriva il caricabatterie eolico per iPhone

Uno dei pochi problemi che presenta il “must” della tecnologia moderna, l’iPhone, è la durata della batteria, considerata troppo breve. La maggior parte delle persone ha bisogno di caricare il telefonino quasi ogni giorno per poter usufruire delle centinaia di applicazioni messe a loro diposizione. Soltanto che dover attaccare tutti i giorni il caricabatterie significa consumare una gran quantità di elettricità ed anche inquinare l’ambiente a causa delle emissioni che questa ricarica comporta.

Per questo sono allo studio diversi dispositivi, come il caricabatterie solare, che possono alleviare questo disagio. La maggior parte di questi ruotano attorno all’energia solare, ma il concetto del nuovo iFan, prodotto da Tjeerd Veenhoven, si basa sull’altra grande energia rinnovabile: il vento.

Piano energetico regionale: Piemonte punta sul biometano

Puntare sempre di più sul biometano e sullo sviluppo dell’intera filiera. Questo nel campo energetico è uno degli obiettivi che si è prefissa la Regione Piemonte al fine di andare a cambiare le abitudini e le impostazioni nel settore agricolo, ma anche nel campo dei carburanti per autotrazione con l’obiettivo di contribuire all’abbattimento del PM10.

In merito a questa opportunità, nella primavera del prossimo anno, avvalendosi della collaborazione di Enviroment Park, l’Amministrazione regionale ha già programmato ed organizzato un convegno sul biometano, mentre intanto di recente la direzione Commercio ha provveduto a promuovere uno studio di fattibilità per analizzare le potenzialità e le criticità.

Enel Green Power e Coldiretti insieme per i progetti agro-energetici

Al fine di valorizzare ed incentivare lo sviluppo di tecnologie nel campo dell’energia verde, l’Amministratore delegato e Direttore generale di Enel, Fulvio Conti, ed il Presidente della Coldiretti, Sergio Marini, hanno siglato un importante protocollo di intesa per i progetti agro-energetici nel campo delle biomasse solide di origine agricola e del biogas.

A darne notizia è stata l’Organizzazione degli agricoltori nel precisare che l’accordo prevede la realizzazione di una joint venture ad hoc tra la controllata di Enel, Enel Green Power, ed il CAI, Consorzi Agrari d’Italia, per lo sviluppo della filiera dell’agro-energia nel nostro Paese con il fine della produzione di energia elettrica pulita da fonte rinnovabile.

Electric City rulez al Motor Show di Bologna

Se è vero, come risulta dall’indagine “Opinioni e atteggiamenti verso l’auto elettrica” realizzata da Interactive Market Research per conto del mensile Espansione, che il 67% degli italiani è interessato all’acquisto di un’auto elettrica, non sorprende che il padiglione 30 del Motor Show di Bologna, mix di alta tecnologia e rispetto per l’ambiente, sia uno dei più visitati in questi primi giorni di apertura del salone internazionale dell’automobile (4-12 dicembre 2010). Si tratta di Electric City powered By Enel, la città dei veicoli di un futuro sempre più presente che porterà sulla strada, si prevede e si spera, una vera e propria flotta di auto a emissioni zero.

Electric City è mobilità sostenibile allo stato puro. Il padiglione, di 8000 metri quadrati, accompagna alla sezione espositiva un’area indoor dedicata ai test drive per il pubblico, oggetto di grande affluenza dovuto in gran parte alla curiosità generata dal comparto elettrico che potrebbe tradursi in una reale propensione verso l’acquisto al momento di scegliere, magari con l’inizio del nuovo anno, su che modello e motore orientarsi.

Fotovoltaico: Emilia-Romagna, nuove regole per i nuovi impianti

In attuazione alle linee guida ministeriali dello scorso mese di settembre, nella Regione Emilia-Romagna l’Assemblea legislativa ha approvato la disciplina attraverso la quale andare a definire regole e criteri per individuare i siti dove installare gli impianti di produzione di energia da fonte solare nel rispetto e nell’osservanza dei vincoli di natura ambientale e paesaggistica.

Al riguardo la Regione Emilia-Romagna ha sottolineato come la disciplina approvata non troverà applicazione per gli impianti oggetto di finanziamento pubblico, per i provvedimenti che sono già stati autorizzati, e per quelle istanze che sono già complete della documentazione prevista. La deliberazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna rappresenta uno stralcio delle Linee guida regionali che nei prossimi mesi disciplineranno non solo gli impianti solari-fotovoltaici, ma anche quelli a biomassa, eolico, idroelettrico e biogas.

Veicoli elettrici: General Electric lancia il suo autobus a batterie

Dopo le automobili, i ciclomotori e perfino le biciclette, ora un altro mezzo di trasporto diventa elettrico: l’autobus. Con milioni di autobus sulle strade del mondo, il risparmio in termini di emissioni potrebbe diventare considerevole. Anche se già oggi sono considerati un modo per muoversi più ecologico rispetto alle automobili, la maggior parte degli autobus sono alimentati da combustibili fossili non rinnovabili.

Alcuni utilizzano propulsori diesel-ibridi per economizzare sul combustibile e produrre minori emissioni, e altri funzionano a gas naturale compresso o altre tipologie, ma si tratta solo di soluzioni parziali. Gli autobus completamente elettrici potrebbero essere migliori, ma la tecnologia attuale delle batterie può rendere difficile garantire il giusto equilibrio di potenza e portata. Questo è il problema che la GE (General Electric) sta cercando di risolvere con il suo sistema a doppia batteria.

Tocco da Casauria: ovvero petrolio vs vento

Tocco da Casauria è un paesino dei Monti dell’Abruzzo. da una parte la Majella, dall’altra il mare, il vento non manca mai tant’è che un detto popolare di qui recita “Tocco senza vento, diavolo senza denti” a sottolineare l’inalienabilità della ventilazione. E’ un piccolo borgo rurale, profondamente legato all’agricoltura, in particolare all’olivicoltura ed alla pastorizia.

Vi abitano, oltre al vento, 2.700 anime e molte pecore. Nel 1836 qui venne scavato il primo pozzo petrolifero d’Italia ma  oggi Tocco non cerca più energia nera e profonda tanti metri nel sottosuolo ma cattura quella trasparente, rinnovabile del suo vento a 60 metri d’altezza.

Nucleare e rinnovabili, quale sarà la fonte di energia del futuro?

Nonostante il referendum abrogativo del 1987 il nucleare torna in Italia. Ma davvero è la fonte di energia del futuro? Il motivo è espresso nelle parole del Presidente neo-eletto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, Umberto Veronesi, Senatore Pd e prima ancora oncologo di fama internazionale

Tutta Italia si rende conto che il nucleare è inevitabile, perché fra 50 anni non avremo più petrolio, fra 100 non ci sarà più carbone e fra 150 finirà il gas: poi saremo all’asciutto. Adesso c’é la fissione nucleare, tra 20 anni ci sarà la quarta generazione che non avrà più scorie e poi negli anni ’70 arriverà la fusione. Se abbiamo amore per i nostri figli e i nostri nipoti dobbiamo intraprendere questa strada, perché saranno loro che intorno al 2120 vivranno la tragedia della carenza di energia.

Enel e Regione Emilia-Romagna insieme per la mobilità elettrica

Al fine di sviluppare sul territorio la mobilità elettrica, il colosso energetico Enel da un lato, e la Regione Emilia-Romagna dall’altro, hanno siglato uno specifico protocollo d’intesa che vedrà il coinvolgimento, attraverso dei progetti sperimentali, del Comune di Rimini, quello di Bologna e quello di Reggio-Emilia.

A darne notizia è stata l’Amministrazione regionale nel sottolineare come i tre progetti pilota, uno per ogni comune sopra indicato, prevedano il potenziamento della mobilità elettrica attraverso lo sviluppo di infrastrutture per la ricarica dei veicoli ad alimentazione elettrica per il trasporto delle persone e delle merci; i veicoli elettrici coinvolti sono sia quelli pubblici, sia quelli privati.

Centrali nucleari e aborti: una ricerca tedesca evidenzia la correlazione

Uno studio pubblicato dal Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco riporta l’attenzione sulle conseguenze delle centrali nucleari sulla biologia degli animali che vi vivono intorno: uomo compreso. Ventimila aborti spontanei, negli ultimi 40 anni sono stati registrati nelle vicinanze (un raggio di 35 Km) di 31 impianti (27 tedeschi e 4 svizzeri). Aggrava la già spaventosa statistica del fenomeno la correlazione rilevata tra vicinanza delle centrali e aumento dell’incidenza di deformità e tumori infantili.

I ricercatori Ralf Kusmierz, Kristina Voigt e Hagen Scherb, tentavano di stabilire se la sola prossimità agli impianti potesse influire negativamente sulla salute umana anche in condizioni ordinarie ed assenza di gravi incidenti. Lo studio parte dal rilievo degli effetti  di Chernobyl sulla natalità, e sul rapporto tra nascituri maschi femmine, il quale evidenziò come in Ucraina e nelle zone toccate dalla nube  un milione di bambine e bambini non siano mai nati a causa del disastro.