Protocollo di Kyoto, partono gli stanziamenti statali da 600 milioni di euro

Il G8 sull’ambiente deve aver fatto bene al Governo italiano perché finalmente, a 7 anni di distanza dall’attuazione (sulla carta) del protocollo di Kyoto, ha finalmente stanziato ben 600 milioni di euro per tentare di raggiungere tali obiettivi.

Dopo la discussione sul tentativo di salvataggio dell’economia o dell’ambiente, si è capito che le due cose vanno di pari passo, ed in questo modo, stimolando il miglioramento ambientale, si stimolerà anche l’economia. Questi 600 milioni, messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente, saranno destinati in base alle macroaree italiane a seconda delle necessità, le quali saranno all’incirca per il 40% al Nord, 40% al Sud e 20% al Centro, suddivise in 7 campi d’azione nella prima tranche di finanziamenti da 200 milioni.

Acquisto biciclette, da oggi sconti fino al 30%

Finalmente anche l’Italia, come gli altri Paesi civilizzati, ha il suo incentivo per lasciare l’auto in garage e spostarsi in bicicletta. Da oggi sono disponibili, grazie al ministero dell’Ambiente, 8.750.000 euro di fondi da destinare, in tutto il 2009, agli sconti per le biciclette classiche, quelle a pedalata assistita ed elettriche, senza l’obbligo della rottamazione.

Con l’intento diminuire le macchine in circolazione e far respirare le città (facendoci guadagnare anche in salute), il Ministero dell’Ambiente ha deciso di finanziare il 30% (fino ad un massimo di 700 euro) per l’acquisto di una bicicletta. Non tutti però aderiscono all’iniziativa, da questo link è possibile consultare l’elenco dei produttori che hanno dato l’ok all’operazione.

Ue e politica dei biocarburanti, meglio incentivarli o eliminarli?

Le stime attuali affermano che i trasporti sono responsabili di circa il 25% delle emissioni di gas serra connesse all’energia a livello mondiale. Mentre i biocarburanti sono considerati come un possibile strumento per ridurre tali emissioni, sono in discussione i termini di costi-benefici economici dei loro impatti ambientali e sociali.

L’UE promuove la produzione di biocarburanti e ha fissato un obiettivo del 5,75% di biocarburanti nel settore dei trasporti per tutti gli Stati membri dell’Unione entro il 2010, più un obiettivo del 10%, da raggiungere entro il 2020. Attualmente, il biocarburante consiste principalmente in colture seminative, come i cereali, il mais o la colza. L’aumento della quota di tali colture potrebbe condurre allo sviluppo di aree coltivate e, a loro volta, ad una pressione crescente per l’ambiente, la perdita di habitat e la diminuzione della biodiversità, in particolare di boschi, prati, zone umide e torbiere, che vengono convertite in piantagioni di monocolture di biocarburanti.

In Giappone scattano gli eco-punti sugli elettrodomestici

I giapponesi, si sa, per quanto riguarda l’ecologia (e non solo) stanno sempre più avanti rispetto al resto del mondo. Mentre in Italia vengono reintrodotti gli elettrodomestici non efficienti e le lampadine ad incandescenza, la tendenza del resto del mondo, e soprattutto in quello nipponico, è contraria, e cioè si tende a favorire l’economia “verde”.

Per questo dal prossimo 15 maggio, in tutto lo stato del Giappone, nei negozi di elettrodomestici sarà possibile ricevere una eco-card, una tessera per la raccolta punti che non si baserà sul prezzo, ma su quanto il prodotto che acquisteremo sarà ecologico.

In pratica, per favorire l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica, i futuristici televisori di ultima generazione (quelli con la predisposizione al digitale terrestre), ma anche frigoriferi, lavatrici, climatizzatori e quant’altro, se avranno ottenuto il certificato che attesta la loro efficienza energetica, potranno regalare una percentuale del loro valore (dal 5 al 10%) al loro acquirente. Una volta accumulata una certa soglia, essa sarà spendibile dalla prossima estate in poi per l’acquisto di prodotti non ancora specificati. Ma vien da sè che saranno senza dubbio ecologici.

Il g8 accelera i piani ecologici americani, Al Gore convocato al senato

Il dibattito sul “cap-and-trade“, all’esame del Parlamento americano, si sta in qualche modo intensificando oggi, vedendo gli sforzi che anche il resto del mondo mette in atto con il g8. L’ex vice presidente democratico Al Gore è stato chiamato ad esporre la sua relazione in merito alla legislazione.

Gore ha iniziato le sue osservazioni confrontando gli sforzi in materia di cambiamento climatico dal 1960, e si è reso conto di quanto importante sia per la politica oggi legiferare in questo senso. Il cap-and-trade potrebbe essere il metodo più intelligente per lo sviluppo della rete di ricerca sulle tecnologie di cattura del carbonio.

Italia-Tunisia, accordo sulle rinnovabili

Che l’Italia fosse agli ultimi posti come produzione di energia rinnovabile al mondo, questo lo si sapeva già. Ma vedere che alcuni Stati africani sono più avanzati di noi, fa un certo effetto. Per una volta però l’iniziativa promossa dal Governo ha un buon fine, e cioè importare dall’estero energia pulita.

L’Italia è un grande importatore di energia, dato che fonti di ogni genere da noi sono quasi assenti. Arriva il nucleare dalla Francia, il gas dalla Russia, il petrolio da diverse parti del mondo, ed ora anche un po’ di rinnovabile dalla Tunisia.

Il direttore generale del Ministero dell’Ambiente italiano Corrado Clini, e il Ministro dell’Energia della Tunisia Afif Chelbi hanno ieri raggiunto l’accordo per collegare i due Paesi con un enorme cavo trasportatore che collegherà la piattaforma tecnologica tunisina, la quale comprenderà diverse fonti energetiche, dal solare all’eolico, fino alle biomasse, e l’Italia, che ne importerà gran parte.

Legge sulla caccia, rimane tutto invariato

Gli ambientalisti hanno ottenuto una mezza vittoria, i parlamentari della maggioranza una gran confusione. Il testo della nuova legge sulla modifica delle regole sulla caccia è stato definitivamente respinto dal Parlamento, ed ora non si sa più con chi prendersela.

C’è da dire infatti che sin dall’inizio alcuni parlamentari della stessa maggioranza si erano opposti alla proposta di modificare la legge, ed oggi, al momento in cui essa è stata respinta, non si capisce chi l’abbia proposta. La cosa importante però è che adesso non cambierà nulla nelle regole prima vigenti. In particolare si è evitato di dare troppa autonomia alle Regioni le quali, secondo questa nuova normativa, avrebbero potuto decidere autonomamente su quando attivare la stagione della caccia, prolungando il periodo settembre-gennaio, potenzialmente per tutto l’anno.

Prime reazioni all’Earth Day: Barack Obama

Il motivo del recente silenzio sul problema ambientale di Barack Obama è presto spiegato. Il presidente degli Stati Uniti, in puro stile cinematografico-americano, ha voluto dire la sua sul futuro della Terra attendendo proprio l’Earth Day, il giorno in cui le maggiori attenzioni del mondo sono dedicate a questa problematica.

Ma il suo annuncio non arriva da Siracusa, dove sono riuniti i ministri dell’ambiente di mezzo mondo, ma dalla sua America, e più precisamente dall’Iowa, uno degli Stati chiave per la sua campagna elettorale. Qui, in risposta al g8, ha “lanciato la pietra”, tentando di dare spunti sui quali discutere e magari decidere collettivamente.

I punti centrali del suo intervento sono stati sulle energie rinnovabili, sui provvedimenti che gli Stati possono e devono prendere a livello politico, e sulle auto. Importante per Obama è stato anche ribadire che gli States sono e devono essere, anche per il futuro, il punto centrale della rivoluzione ecologica, e che con il loro esempio devono essere il leader mondiale della svolta.

Legge sulla caccia, morta prima di nascere

Ne parlavamo ieri, ed oggi per fortuna vi raccontiamo il risvolto positivo: la revisione della legge sulla caccia non si farà, nè ora nè mai. Almeno non in questo modo. E’ stata definita uno “scempio” direttamente dai banchi della maggioranza, con ministri e parlamentari decisi a dare battaglia fino all’ultimo per opporsi alla revisione delle regole che stabiliscono come, dove, quando e cosa cacciare, disposti anche ad andare contro la lobby dei cacciatori.

Purtroppo come punto fondamentale non c’è nè la tutela paesaggistica, nè quella degli animali, ma semplicemente quella del turismo. Comunque sia, per un motivo o per un altro, l’importante è che questa orribile legge non venga mai approvata. Il punto fondamentale della questione pare sia la libertà affidata alle Regioni di decidere se anticipare o posticipare, o addirittura prorogare, la stagione della caccia.

Il Governo dà la caccia agli animali in via d’estinzione

Non c’erano solo le associazioni ambientaliste a protestare. Recentemente anche l’Unione Europea aveva chiesto all’Italia di rivedere le sue regole sulla caccia perché considerate pericolose. La stagione della caccia, fanno sapere da Bruxelles, è troppo lunga (va dal 1 settembre al 31 gennaio) e senza regole, cioè non tiene conto di quelle specie in via d’estinzione, ma permette di cacciare indiscriminatamente tutto ciò che si muove, anche gli uomini, come abbiamo visto in passato.

E il Governo italiano cosa fa? Pensate che si adegui? Niente affatto. Non l’ha fatto sulle regole più importanti, pensate che lo possa fare sulla caccia? Anzi, se possibile, è riuscito a peggiorare la situazione. Se l’Unione Europea ci accusa di avere una stagione venatoria troppo lunga, noi facciamo meglio, la aboliamo, così ognuno potrà cacciare quando vuole.

Vessati dai bracconieri gli scimpanzè della Repubblica democratica del Congo

[Photo: Clive Hicks]

I bracconieri della Repubblica democratica del Congo (RDC) minacciano l’esistenza di quella che è la più grande popolazione di scimpanzè rimasta al mondo. A giungere a questa conclusione, lanciando l’allarme a livello internazionale, è stato lo studioso Cleve Hicks, sulla base di osservazioni fatte nel corso delle sue ricerche, durante l’anno 2007-2008, visitando le città, i villaggi e le foreste nella regione del Paese africano denominata Buta-Aketi.

Hicks, che lavora presso l’Università di Amsterdam, descrive la situazione difficile in cui versano le scimmie e le altre creature della foresta congolese in un nuovo e-book che è stato pubblicato da appena qualche settimana. Insieme ai suoi colleghi, Hicks è stato in grado di salvare cinque scimpanzé rimasti orfani, che saranno presto condotti in una riserva nel Congo orientale.

Lamiaaria.it, il meteo dello smog è on-line

Che tempo che fa possiamo scoprirlo ogni giorno grazie al servizio meteo, ma se volessimo scoprire anche che aria tira nel nostro comune? Più o meno inquinata? Da oggi è possibile grazie al sito Lamiaria.it che fornisce il singolare servizio delle previsioni dell’inquinamento, che magari può tornare utile se decidiamo di comprare casa e vogliamo sapere in via preventiva se l’atmosfera del comune che abbiamo scelto sia abbastanza pulita.

Un vero e proprio meteo dello smog, insomma, che mette a disposizione le informazioni sulla qualità dell’aria di tutti gli 8.100 comuni italiani. Il tutto gratuitamente e con un semplice click. Il servizio è stato realizzato grazie all’impegno di Take Air, una società che si occupa proprio di studi e ricerca nel campo dell’inquinamento atmosferico.

Slow fish, 23 Presidi del mare a Genova per difendere la biodiversità ittica

L’Italia è circondata quasi interamente dal mare ed è naturale che la pesca rappresenti una risorsa primaria per le popolazioni costiere, una forma di sostentamento e di economia che deve essere tutelata, soprattutto oggi che è a rischio, come un patrimonio dell’intero Paese.
Slow fish, in programma alla fiera di Genova dal 17 al 20 aprile prossimi, è il salone dei prodotti ittici e delle problematiche correlate alla pesca, che intende per l’appunto dimostrare l’importanza del preservare la biodiversità ittica, contro lo sfruttamento sregolato delle risorse marine.

Ventitrè i Presidi del mare previsti, quindici italiani, otto internazionali. Pescare con coscienza e nel rispetto per le specie a rischio di estinzione si può. Lo dimostrano le piccole comunità di pescatori che riescono a vivere in sintonia con il territorio e con il mare, offrendo prodotti di qualità, pesce fresco, sano, genuino, senza razziare per questo le acque ignorando ogni criterio di preservazione della fauna ittica.

Cosa aspetta Obama ad attuare le politiche ambientali?

Il Cap and trade di Obama non funziona. O almeno così ritengono al Parlamento e al Senato americano. Per questo motivo gli Stati Uniti, ma di conseguenza il mondo intero, stanno rimanendo a bocca aperta nel vedere quelle priorità che, nel corso della campagna elettorale, venivano imposte come punti centrali della politica di Obama, stiano lentamente scendendo sotto tante altre nella lista delle priorità, come il New York Times fa notare, senza che il neo presidente faccia qualcosa per impedirlo.

In superficie, i discorsi e la retorica in materia di riscaldamento globale di Obama sono più ardenti e sottolineati che mai, ma poi inspiegabilmente ha esitato a sostenere con fermezza qualsiasi politica specifica per intraprendere i suoi programmi ambientalisti. Non solo. Obama non ha ancora approvato il massiccio programma sul clima e l’energia. Quando si è trattato di lottare contro il cambiamento climatico con la legislazione, la verità della questione è che, nonostante i discorsi, Obama è stato in silenzio.