Deforestazione in Amazzonia +1000% nel 2010

Nel corso degli ultimi anni il tasso di perdita delle foreste nell’Amazzonia brasiliana era in declino costante, ma i dati più recenti ancora una volta dimostrano che il problema è tutt’altro che finito. Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi, la deforestazione nella più grande foresta pluviale del mondo è aumentata di quasi il 1000% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnando il primo rialzo da oltre due anni, anche se solo il tempo dirà se è solo un caso o una preoccupante inversione di tendenza.

Un rapporto recentemente divulgato dall’Amazon Institute of People and the Environment (Imazon) rivela che 175 chilometri quadrati di foresta sono stati persi lo scorso dicembre, rispetto ai soli 16 km² del dicembre 2009, un aumento del 994%.

Amazzonia, record di siccità nel 2010

Lo avevamo accennato qualche mese fa: la siccità in Amazzonia stava mettendo in ginocchio milioni di abitanti, dipendenti dai fiumi e dalle foreste dell’area. Si trattava, dicevano allora, di una forte ondata di siccità, la più forte almeno degli ultimi 5 anni. Ma i dati completi, arrivati solo oggi e calcolati dall’Amazon environmental research institute (Ipam) dicono che non solo la siccità del 2010 è stata più potente di quella terribile del 2005, ma è addirittura la più pesante degli ultimi 100 anni.

Le conseguenze sono tristemente note: agricoltura in ginocchio, aumento degli incendi, persone già povere ridotte sul lastrico, e soprattutto il polmone della Terra che continua a “perdere pezzi”. Secondo lo studio, pubblicato su Science, la capacità di trattenere la CO2 da parte degli alberi viene ridotta drasticamente perché questo fenomeno indebolisce gli alberi in modo naturale. Se poi a questo aggiungiamo la deforestazione causata dall’uomo, diventa evidente l’emergenza che la più grande distesa verde del pianeta (5,3 milioni di chilometri quadrati) ha registrato.

Deforestazione Sumatra mette a rischio gli orangotango

Ancora sulla deforestazione nell’isola di Sumatra, scrigno di biodiversità messo a rischio dallo scempio dissennato dei colossi della carta. Ci arriva infatti notizia, una brutta notizia, che una delle foreste pluviali più importanti per le tigri e sede dell’unico progetto di reintroduzione degli orangotango potrebbe essere presto rasa al suolo da uno dei più grandi fornitori al mondo di carta.

Un’indagine ha infatti rilevato che dal 2004 le società affiliate con l’Asia Pulp & Paper/Sinar Mas Group hanno cercato di ottenere delle licenze per deforestare le dense foreste naturali del paesaggio del Bukit Tigapuluh.

Restauro ecologico per combattere il degrado ambientale

Si chiama restauro ecologico la riqualificazione di un ecosistema degradato, o distrutto, attraverso l’intervento dell’uomo. Per verificare l’efficacia del metodo e il costo degli interventi, un team di scienziati finanziati dall’Unione europea ha studiato a fondo il restauro ecologico e ha raccolto tutte le conclusioni in un dossier pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

I risultati pubblicati sulla rivista scientifica sono frutto della collaborazione degli scienziati ecologisti provenienti dal Regno Unito e dall’America Latina che hanno preso parte al progetto REFORLAN (Restoration of forest landscapes for biodiversity conservation and rural development in the drylands of Latin America) stanziato per oltre 1,7 milioni di euro dall’Unione europea.
Nel mondo sono molti gli Stati che cercano di riqualificare luoghi degradati o habitat molto danneggiati dall’attività umana. Si tratta soprattutto delle zone aride e semi-aride colpite dalla desertificazione, che occupano il 50% della superficie dei Paesi in via di sviluppo.

Greenpeace Business Conference: le linee guida per le aziende della carta

In occasione della prima Greenpeace Business Conference tenutasi a Milano negli scorsi giorni l’associazione ha esortato le aziende italiane del settore cartiero a trovare soluzioni alternative che non implichino la distruzione delle foreste primarie.

I dati diffusi da Greenpeace, parlano di 2,7 milioni di ettari di foreste già distrutte in Indonesia per la produzione di pasta da cellulosa e di 5 milioni di ettari per i quali il taglio è già stato pianificato. Questi dati che sentiamo sconvolgenti ma lontani ci riguardano da vicino poiché secondo l’associazione ambientalista la maggior parte dei libri in Italia viene ancora stampata su carta proveniente dalle foreste vergini.

Conferenza di Cancun, Ue: “serve compromesso o non esiste piano B”

Il segretario esecutivo della Convenzione Onu sul clima (Unfccc) Christiana Figueres è stata molto chiara:

Cancun sarà un successo se le parti faranno un compromesso.

Cosa s’intende per compromesso lo decideranno le parti in causa, ma una cosa è certa, come ha ribadito la commissaria dell’Ue al clima Connie Hedegaard:

la lotta ai cambiamenti climatici è a forte rischio perché non esiste un piano B.

Deforestazione, multa record in Brasile

Il Comune di Sao Félix do Xingu, nello Stato del Parà in Brasile, è stato ritenuto responsabile della distruzione di oltre 19.000 km quadrati di foresta dell’Amazzonia, un’area vasta quanto la regione Puglia, e multato per 12,3 milioni di real, che corrispondono circa a 5,2 milioni di euro. Una cifra record per l’ambiente nello Stato del Brasile.

E’ la prima volta che un ente territoriale viene riconosciuto responsabile con l’accusa di deforestazione, ma gli avvenimenti degli ultimi mesi che si sono verificati nel Comune di Sao Félix hanno suscitato l’interesse, e hanno dato via all’indagine dell’Ibama, l’Ente ambientale del Brasile, e dello Stato del Parà.

Tagliare gli alberi per combattere la prostituzione, succede a Teramo

Che senso ha celebrare la Festa dell’Albero per coinvolgere i giovani nella difesa del patrimonio boschivo e avvicinarli alla Natura, se poi si fa la festa all’albero? Questo si chiedono le associazioni ambientaliste WWF Abruzzo, Lipu e ProNatura scagliandosi contro il taglio di centinaia di alberi deciso nel territorio che si snoda lungo la Sp 1 della Bonifica del Tronto nel teramano. Di quale peccato si sarebbero poi macchiate queste piante è presto detto: favoreggiamento della prostituzione:

Rei di questo grave reato, migliaia di alberi verranno presto passati per le motoseghe lungo il fiume Tronto, nel versante abruzzese.
Dopo appostamenti, indagini sono alcuni enti ed istituzioni, tra cui la Regione Abruzzo, a stabilire che gli alberi, rei di essere nati e cresciuti lungo il loro habitat naturale, il fiume Tronto, offrivano rifugio alle decine di prostitute che vengono sfruttate lungo la Bonifica del Tronto.

Deforestazione Sumatra, un milione di ettari di foresta pluviale convertiti in arboricoltura da legno

L’Asian Pulp & Paper (APP), colosso della carta sino-asiatico appartenente al gruppo Sinar Mas, per troppa avidità smentisce sé stesso. Accettando di non convertire in arboricoltura da carta alcuni ettari di bosco in Sumatra intasca un lauto pagamento per le quote carbonio risparmiate. Facendo ciò ammette pubblicamente, e addirittura quantifica, il danno ambientale che la conversione della foresta pluviale primaria in boschi monospecifici di acacie produce, conversione che l’azienda porta avanti da anni dichiarandola una pratica a impatto ambientale quasi nullo.

Lo scorso luglio una lettera sottoscritta da 40 associazioni ambientaliste e rimbalzata poi nella rete da Wwf, Terra! e Greenpeace, richiedeva alle industrie della carta di non acquistare più dall’Asian Pulp & Paper. Tempo dopo Burger king, Kraft, Nestlè ed altre aziende hanno rescisso pubblicamente gli accordi per le forniture di olio di palma dal gruppo Sinar Mas a causa delle

“fondate preoccupazioni su alcune delle pratiche di sostenibilità nella produzione di olio di palma e sul loro impatto sulla foresta pluviale”.

Traffico legname illegale, intesa Camerun-Ue

Il governo del Camerun ha firmato un Accordo Vincolante di Partenariato (VPA) con l’Unione europea per contrastare il traffico illegale del legname che sta distruggendo le foreste tropicali dell’Africa, e del Pianeta. Soddisfatto il commissario europeo allo Sviluppo, Andris Piebalgs, che ha commentato

Questa intesa contribuirà allo sviluppo economico e ad alleviare la povertà del Camerun, ma andrà anche a beneficio dei consumatori europei che potranno contare sulla garanzia sull’origine dei prodotti, come i mobili.

Per verificare che il legname e i prodotti derivati provenienti dallo Stato africano e riversati sui mercati dei Paesi europei siano legali, si dovrà verificare la licenza di cui tutti i legnami dovranno essere in possesso, dove è indicata l’origine legale del legname.

Foresta boreale: la distruzione del polmone del Canada in una mostra fotografica (gallery)

La deforestazione è un problema che tutti conosciamo, ma che spesso non è ben compreso dai non addetti ai lavori. Per far rendere conto di questa immane tragedia che colpisce vaste aree del pianeta, e che pagheremo tutti noi, anche se abitiamo a migliaia di chilometri di distanza, Jiri Rezac, fotografo di Greenpeace, ha appena realizzato “Tarnished Earth”, una drammatica galleria fotografica, la quale racconta la distruzione della foresta boreale canadese.

Quest’area è una striscia di conifere che separa la tundra a Nord e la foresta pluviale temperata e boschi di latifoglie a Sud. La mostra sarà gratuita in quanto il fotografo ha deciso di esporla non in un museo, ma in strada, in modo che possa raggiungere chiunque cammini lungo la South Bank di Londra dal 14 settembre prossimo e per le quattro settimane successive.

Deforestazione in Amazzonia, -16% dall’estate 2009

Secondo i dati preliminari elaborati dalla ONG brasiliana Imazon, la deforestazione nell’Amazzonia è calata del 16% negli ultimi dodici mesi. Una buona notizia, ma non ancora sufficiente a cantar vittoria, visto che 1.488 chilometri quadrati di foresta sono stati ugualmente cancellati. Questi corrispondono all’abbattimento di alberi per un ammontare di emissioni pari a 95,6 milioni di tonnellate di CO2 emesse nell’atmosfera che, secondo i calcoli di Mongabay, corrispondono all’incirca alle emissioni annuali della Grecia.

Per capire meglio queste statistiche, basti pensare che l’area di alberi che ogni anno vengono tagliati corrisponde all’incirca ad una superficie di poco più grande della città di Roma. Per non parlare del degrado delle foreste (terreni non completamente rasi al suolo, ma lo stesso gravemente colpiti) che nello stesso periodo di riferimento è purtroppo risultato simile ai dati dell’anno precedente.

Incendi in Russia, un danno da 238 miliardi di euro

Quello che è accaduto quest’estate in Russia è senza dubbio uno dei peggiori disastri ambientali a livello mondiale della storia. Ancora la stima dei danni precisa è impossibile da fare, e probabilmente non lo sarà mai a causa delle troppe variabili da conteggiare, ma stando ai calcoli degli ultimi giorni, quando pare che il peggio sia passato, il danno quantificabile in termini economici dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 miliardi di dollari, o 238 miliardi di euro.

A stabilirlo sono stati un gruppo di ecologisti russi, i quali si oppongono ai dati forniti dal Governo russo. Anche secondo organizzazioni internazionali come WWF e Greenpeace Russia, le stime del Governo vanno al ribasso di almeno 5-10 volte, e così hanno tentato di stimare i danni con i loro mezzi.