Incendi in Russia, un danno da 238 miliardi di euro

di Redazione 6

Quello che è accaduto quest’estate in Russia è senza dubbio uno dei peggiori disastri ambientali a livello mondiale della storia. Ancora la stima dei danni precisa è impossibile da fare, e probabilmente non lo sarà mai a causa delle troppe variabili da conteggiare, ma stando ai calcoli degli ultimi giorni, quando pare che il peggio sia passato, il danno quantificabile in termini economici dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 miliardi di dollari, o 238 miliardi di euro.

A stabilirlo sono stati un gruppo di ecologisti russi, i quali si oppongono ai dati forniti dal Governo russo. Anche secondo organizzazioni internazionali come WWF e Greenpeace Russia, le stime del Governo vanno al ribasso di almeno 5-10 volte, e così hanno tentato di stimare i danni con i loro mezzi.

Quanto l’economia è stata colpita è quantificabile considerando la quantità di legno e cibo persi, ma ci sono anche una serie di variabili non quantificabili come la perdita di biodiversità (specialmente orsi, lupi, cervi, linci e caprioli), e le conseguenze idrogeologiche sul terreno che in questo modo viene maggiormente esposto a future catastrofi come frane, smottamenti, ecc. Per tutto questo la stima è di un danno economico da 25 mila dollari per ogni ettaro andato distrutto, e si calcola che gli ettari perduti ammontino a circa 10-12 milioni dall’inizio dell’anno (dati del Centro mondiale di sorveglianza del fuoco dell’Onu).

E poi c’è un altro aspetto importante da non sottovalutare, ma che non è quantificabile in termini monetari: le emissioni di carbonio. Stando a quanto riporta il WWF sul suo sito ufficiale:

Nell’area tra San Pietroburgo e Mosca, compresa tra i 40 e i 55 gradi di latitudine, si trovano le aree forestali che nel continente europeo sono in grado di trattenere la maggiore quantità di carbonio.

Con la distruzione di queste incredibili riserve di CO2 abbiamo un doppio problema: non ci sono più migliaia di ettari di foresta in grado di assorbire carbonio e quello stoccato nel terreno viene ora liberato, aggravando ulteriormente la situazione. Una situazione che pare sia destinata a ricadere direttamente sull’uomo, sotto forma di malattie respiratorie ed altre condizioni mediche, per i decenni a venire.

Fonti: [Ansa; WWF]

Commenti (6)

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