Inquinamento: Roma e Milano le peggiori d’Europa

L’European Environmental Bureau, in collaborazione con Friends of Earth, ha stilato la classifica delle principali città europee analizzando nove statistiche riguardanti l’inquinamento, in merito sia alle emissioni che alle politiche locali per tentare di ridurle, ed indovinate un po’ chi poteva arrivare all’ultimo posto? Una, anzi due, città italiane. Si tratta di Milano (16a) e Roma (17a), le due grandi città più sporche d’Europa.

Inquinamento, Isola del Giglio a rischio: Greenpeace scova Atlantide di rifiuti

Inquinamento Isola del Giglio: a lanciare l’allarme sono gli attivisti di Greenpeace che ieri hanno ripescato, dai fondali dell’area, numerosi rifiuti, dalle bottiglie di plastica alle carcasse di elettrodomestici, pensate che c’era persino una lavatrice adagiata su quello che è un tratto tra i più belli dei nostri mari, da preservare nella sua integrità e da difendere da numerosi nemici, in primis la spazzatura che insospettabile ne deturpa l’aspetto mettendo a rischio l’habitat  marino e la fauna ittica, per via delle sostanze nocive che sprigionano molti di questi indecorosi reperti. Gli ambientalisti hanno pubblicato le foto dei rifiuti scovati sui fondali dell’Isola del Giglio sulla loro fan page, chiedendo “E’ tuo questo?”, un modo per trasmettere un messaggio importante a chiunque non si renda conto di quanto sia estremamente dannoso smaltire i rifiuti nell’ambiente naturale e non negli appositi contenitori.

Marea nera BP: i numeri definitivi

Ad oltre un anno della marea nera capitata nel Golfo del Messico in seguito all’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della BP, finalmente possiamo dire di avere in mano i dati definitivi del disastro. E già questo, il fatto di averci messo più di un anno per calcolarli, fa capire l’entità di ciò che è accaduto. A portare a termine quest’improba missione ci hanno pensato i ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI).

Inquinamento da arsenico, come purificare l’acqua potabile a basso costo

I livelli troppo alti di arsenico nell’acqua potabile rappresentano un rischio sanitario affatto trascurabile. Abbiamo avuto modo di parlarne spesso nei mesi scorsi in seguito alla scoperta di numerosi comuni italiani che sforavano il limite previsto dall’UE e ritenuto accettabile dall’OMS, uno sforamento rischioso soprattutto per quanto riguarda la preparazione dei cibi dei neonati e l’acqua da far bere ai bambini, più suscettibili e più permeabili ai contaminanti. Ci sono però Paesi del mondo che stanno messi decisamente peggio quando si tratta di inquinamento da arsenico nell’acqua potabile. Pensate che circa 100 milioni di persone, nei Paesi in via di sviluppo, sono esposte a questo rischio e non possono certo permettersi costosi impianti di purificazione. Una soluzione a basso costo sembrano averla trovata i ricercatori della Monmouth University nel New Jersey, scoprendo una tecnologia low cost in grado di risolvere il problema, decontaminando l’acqua potabile.

Adidas, Nike e Puma unite per eliminare i prodotti tossici dall’abbigliamento sportivo

In principio erano solo Nike e Puma, ora anche l’Adidas ha ceduto alle pressioni di Greenpeace ed ha accettato di unirsi agli altri due marchi nella lotta ai prodotti tossici. Il gruppo sportivo americano, tra i più famosi al mondo nel suo settore, ha deciso di premiare gli sforzi del gruppo Dirty Laudry che da anni si batte per questa missione, ed ha promesso di modificare la sua attività produttiva, eliminando gli agenti tossici dalla propria produzione.

Inquinamento, Apple nel mirino degli ambientalisti a causa dei fornitori cinesi

Inquinamento: la Apple è stata accusata da un gruppo di ong cinesi di rifornirsi in aziende che producono i componenti della mela con sistemi di produzione fortemente inquinanti. Finora, bisogna dirlo, la coscienza del colosso della telefonia e dell’informatica, si era mantenuta di un verde quasi illibato, vedi nuovo quartiere generale ecologico o grandi gesta green di Steve Jobs. Ora, però, una tinta fosca aleggia sull’immagine del brand. Il report in cui si muovono le accuse di inquinamento ai fornitori dell’azienda in Cina si intitola Bad Apple ed è stato curato dall’Istituto degli affari pubblici e ambientali e da membri afferenti all’organizzazione denominata Alleanza verde.

Delta del Niger: l’ONU multa Shell e Governo per un miliardo di dollari

Un intero ecosistema distrutto. E’ questo il risultato di decenni di sfruttamento eccessivo fatto senza un minimo di cautela per la gente del posto e per l’ambiente, ed ora è arrivato il momento di pagarne il conto: un miliardo di dollari. Questa la cifra stabilita dall’ONU che il Governo del Niger e le compagnie petrolifere, in particolar modo la Shell, dovranno pagare per tentare di recuperare ciò che per anni hanno distrutto.

Petrolio Artico, tutti i rischi ambientali delle trivellazioni al Polo Nord

Cosa accade e quali rischi si corrono dal trivellare in un’area così delicata per gli equilibri degli ecosistemi del Pianeta qual è il Polo Nord? La partnership tra il gigante petrolifero russo Rosneft ed il colosso americano Exxon per cercare nuovi giacimenti di petrolio nella regione artica, un sodalizio siglato nei giorni scorsi, è estremamente pericolosa. Ad affermarlo, elencando tutti i potenziali rischi sia delle perforazioni di ricerca in sé che di eventuali incidenti, è uno che l’Artico lo conosce bene e lo vive e studia da vicino, Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento Terra e Ambiente del Cnr, attualmente operativo al Consiglio nazionale delle ricerche Dirigibile Italia delle isole Svalbard, nel Circolo polare artico, esattamente a Ny-Alesund.

Turismo di massa e inquinamento, Goa: da destinazione romantica a fogna

Goa è un piccolo stato indiano sulla costa occidentale dell’India, nella regione del Konkan. Un paradiso di biodiversità, bellezze naturali ed un patrimonio storico-culturale ed architettonico notevole che attrae ogni anno migliaia di turisti che si riversano sulle spiagge, un tempo destinazione romantica oggi in preda al degrado ambientale. Le isole a largo di Goa sono piene di rifiuti. Sopravvissuto a quattro secoli di dominazione portoghese e all’alto afflusso di hippies negli anni Sessanta, oggi lo stato affronta un pericolo ben più temibile: il turismo di massa. Pensate che la popolazione totale dello stato ammonta a 1,5 milioni di persone mentre ogni anno a transitare sono 2,5 milioni di turisti assetati di resort da sogno che trasformano in un incubo il paesaggio.

Ecocidio, una legge contro la distruzione degli ecosistemi per salvare il Delta del Niger da altri disastri

Il Delta del Niger è invivibile a causa, tra gli altri, della Shell, che ha di recente e finalmente ammesso la sua fetta di responsabilità nello sversamento di petrolio costante e massiccio avvenuto ad Ogoniland e Bodo, in Nigeria. Le stime dell’UNEP parlano di ingenti danni agli ecosistemi ed alle popolazioni locali, alla pesca, all’agricoltura, alla salute pubblica, un disastro dalla portata immensa e dagli impatti a lungo termine che potrà essere tamponato in non meno di trent’anni. Ma questa stima vale solo per due degli sversamenti avvenuti, quelli appunto di cui si è assunta la colpa la compagnia petrolifera Royal Dutch Shell.  In realtà nell’area, in cui operano numerose compagnie tra cui aziende nigeriane, Eni, Chevron, Total ed ExxonMobil,  dal 1976 al 2001, secondo quanto conferma un rapporto dell’UNEP, le perdite di greggio si attestano a ben 6.800 incidenti accertati.

Marea nera in Scozia: chiusa la seconda falla, ma il disastro era annunciato

La fuoriuscita di petrolio, gentilmente battezzata Oil Sheen dalla Shell, è stata risolta. O almeno così dicono dalla compagnia. La seconda falla, quella più difficile da raggiungere, è stata finalmente chiusa dopo che nello scorso fine settimana era stato risolto il problema del primo foro, quello che faceva scorrere più petrolio nelle acque del Mare del Nord. Confidando nella sincerità della Shell, nella speranza che effettivamente il problema sia stato risolto, adesso cominciano le indagini.

Marea nera BP: aperta inchiesta sulle bugie dopo un anno

Come si suol dire, meglio tardi che mai. A quasi un anno di distanza dal giorno in cui la BP ha finalmente trovato la soluzione per risolvere la marea nera, e chiudere quella maledetta falla che ha distrutto un intero ecosistema, la giustizia americana si è svegliata ed ha aperto una nuova inchiesta. Questa volta non si indaga sulle cause, ma sulle menzogne che la compagnia petrolifera ha raccontato al mondo.

Inquinamento: Italia emette 10-20 volte in più di quanto dichiara

Una pesante denuncia arriva dalla Svizzera nei confronti del nostro Paese. Secondo i calcoli dell’Empa, i laboratori federali di ricerca in scienza dei materiali e tecnologia, l’Italia sarebbe uno dei Paesi più inquinanti dal punto di vista dei gas serra. In particolare la denuncia si basa sugli idrocarburi fluorurati, dei gas talmente inquinanti da essere vietati dall’Europa, che l’Italia emette dalle 10 alle 20 volte in più di quanto dichiara.