Quirra, poligono sotto sequestro preventivo: uranio impoverito in agnello a due teste

Il poligono del Salto di Quirra, in Sardegna, nei giorni scorsi è stato messo sotto sequestro preventivo dal Gip di Lanusei, Paola Murru:

Sussiste il fumus del delitto di disastro ambientale, quantomeno colposo, posto in essere con plurime condotte, da militari che hanno accettato il rischio di contaminare in modo grave l’ambiente.

Le attività agropastorali sono state vietate. L’area di Perdasdefogu risulta altamente inquinata ed occorre tutelare gli allevamenti, i pastori, gli abitanti, la sicurezza della catena alimentare. Il poligono è il più grande d’Europa, con i suoi 12mila ettari estesi fra le province di Cagliari e Ogliastra.

Animali in via d’estinzione: nuove speranze per i koala

Anche se i koala non sono ufficialmente considerati minacciati dall’IUCN o dal governo australiano, le popolazioni di tutte le specie autoctone sono in declino da anni. La situazione nel Nuovo Galles del Sud, in particolare, è grave. Ma in una città, Gunnedah, la popolazione di koala è sorprendentemente in aumento. Questa anomalia, suggerisce uno studio recente, potrebbe fornire indizi utili per la protezione della specie in tutta l’Australia.

La caccia, diffusa nella prima parte del 20° secolo, ha portato il koala sull’orlo dell’estinzione. Dal 1927, il divieto di attività venatorie e le attività di conservazione della specie hanno consentito di ricostruire alcune popolazioni, ma la deforestazione, la frammentazione degli habitat e le malattie hanno rallentato questa crescita ed hanno portato a un ulteriore calo in alcuni luoghi.

Sversamento idrocarburi, arriva la soluzione tutta italiana

Di non italiano ha solo il nome, Airbank, ma la soluzione potrebbe essere universale. Che si tratti dello scandaloso sversamento di petrolio nel Lambro o del disastro ambientale del Golfo del Messico, la scienza si è data da fare ed ha prodotto delle soluzioni. Una di questa arriva da Piacenza, e si tratta degli “skimmer”, macchinari galleggianti in grado di recuperare migliaia di litri di idrocarburi sversati in mare, con un impatto ambientale pari a zero. In pratica è come inviare un aspirapolvere che ripulisce l’acqua.

Arrivando ad assorbire 20 mila litri all’ora, in concomitanza con i panni in polipropilene che riescono ad assorbire 25 volte il loro peso, gli skimmer di Airbank diventano la soluzione più rapida ed economica in caso di bonifica ambientale. Abbattono i costi del 70% e non producono rifiuti dato che, dopo aver recuperato il petrolio, sono addirittura in grado di scinderlo dall’acqua tanto da poterlo rendere riutilizzabile.

Inquinamento: tutte le emissioni settore per settore

Inquinamento: emissioni di gas serra, tra cui CO2, metano, protossido di azoto e gas fluorurati, responsabili dei cambiamenti climatici. Questi gas sono rilasciati da molti tipi diversi di attività. Non solo la combustione di fossili (in particolar modo petrolio e carbone), ma anche dall’agricoltura, la deforestazione e alcuni processi industriali. Per questo non sempre è corretto affermare che per abbattere le emissioni bisogna ridurre solo l’inquinamento proveniente dalla combustione.

Le emissioni globali possono essere assegnate ad ogni attività umana in vari modi. Una delle analisi più precise è quella pubblicata dal World Resources Institute (WRI), organismo del Pannello sui Cambiamenti Climatici dell’Onu, il quale ha calcolato le emissioni mondiali totali a partire dal 2005, suddividendole per settori. Dopo il salto vediamo ogni settore quanto inquina.

Cambiamenti climatici: specie invasive “traslocano” al Nord

Finora ci siamo preoccupati di animali che, a causa dei cambiamenti climatici, si estinguevano o erano costretti ad emigrare per trovare condizioni di vita migliori. Ma se ci preoccupavamo solo della loro salute, ora forse è il caso di cominciare a preoccuparci anche della nostra.

Il ragno Loxosceles reclusa, un ragno marrone che finora potevamo vedere solo negli zoo e considerato più micidiale di una vedova nera, ha cominciato a farsi vivo anche in aree dove non era mai stato presente in natura, cioè nel Nord America. Infatti questo animale dal morso potenzialmente mortale, si è stabilizzato nel quadrante Sud-Est degli Stati Uniti. Uno studio rivela che il riscaldamento del clima ha reso l’area dove ha vissuto finora, alcune zone del Sudamerica, talmente inospitali da spingerlo all’emigrazione.

L’orso marsicano è quasi estinto

Nelle foreste del Parco Nazionale d’Abruzzo vive (o sarebbe meglio dire “sopravvive”) una delle più rare creature della Terra: l’orso bruno marsicano. Negli ultimi decenni la specie è stata sull’orlo dell’estinzione. Secondo le stime attuali la loro popolazione è composta da meno di 50 individui, in calo dagli oltre 100 nei primi anni ’80. Recentemente, un programma finanziato dalla UE per aiutare a preservare gli animali in pericolo l’ha preso in considerazione, ma un evento triste avvenuto pochi giorni fa suggerisce che potrebbe non essere sufficiente.

La maggior parte, se non tutti, degli individui rimanenti, membri di una sottospecie di orso bruno europeo, si pensa vivano soltanto nel Parco Nazionale d’Abruzzo, ma nonostante siano considerati specie protetta, questo non è riuscito a frenare il loro declino Purtroppo, le minacce contro gli orsi marsicani sono numerose: veleno destinato ad altri animali, caccia illegale, sviluppo urbanistico e incidenti automobilistici. E proprio pochi giorni fa un orso marsicano è stato trovato morto sul ciglio della strada, presumibilmente dopo essere stato travolto da un’auto.

Biodiversità, il piano di salvataggio dell’UE fissa sei punti strategici

Biodiversità: per arginarne l’incessante perdita, l’Unione Europea ha messo a punto un nuovo piano decennale che si propone il raggiungimento di sei obiettivi cruciali.
I paletti di Bruxelles, esposti oggi dal Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, comprendono:

  1. l’attuazione scrupolosa della normativa vigente in merito di protezione della natura e delle riserve;
  2. il ripristino ed il miglioramento degli ecosistemi;
  3. politiche agricole e forestali sostenibili;
  4. protezione degli stock ittici;
  5. strategie di contenimento delle specie invasive;
  6. un maggiore contributo dell’UE al piano internazionale di protezione della biodiversità.

Treno Verde Legambiente, PM10 oltre i limiti per 29 capoluoghi italiani

Il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato giunge al capolinea e tira le somme sullo smog e l’inquinamento acustico nelle città italiane. Un bilancio finale infausto per ben 29 capoluoghi, soffocati dalle polveri sottili e off-limits, a soli quattro mesi dall’inizio del 2011, a causa dei livelli di PM10 che oltrepassano i limiti consentiti oltre i 35 giorni concessi dalla normativa UE.

I vagoni più neri di polveri sono quelli, dato ahinoi scontato, che hanno viaggiato sui binari di Milano e Torino, seguiti da Verona e Brescia. In tutto, le stime parlano di ben 6 milioni di italiani che respirano l’irrespirabile, con le nefaste conseguenze sulla salute che tristemente conosciamo, a scapito soprattutto di bambini, anziani, malati cronici e soggetti allergici ed asmatici.

Inquinamento: Italia tredicesima nazione più inquinante al mondo

Quali sono le nazioni che inquinano di più al mondo? La risposta a questa domanda è semplice: ai vertici di questo genere di classifiche ci sono sempre due Paesi, Cina e Stati Uniti. Non un mistero, visto che sono tra i più grandi e popolati al mondo. Ciò che sorprende è vedere Paesi piccoli, come l’Italia, che inquinano più di tanti che sono anche diverse volte più grandi di noi.

A stilare queste classifiche che riportiamo in seguito sono stati il World Resources Institute e l’International Energy Statistics, due istituti indipendenti a cui l’Onu ha commissionato la ricerca per capire quali sono i Paesi che devono effettuare i maggiori sforzi nella riduzione delle proprie emissioni.

Animali in via d’estinzione: gli sforzi per salvare il rinoceronte pagano, +20% di popolazione in Nepal

Tra le varie brutte notizie che diamo su queste pagine in merito agli animali in via d’estinzione, ci fa piacere ogni tanto darvene anche qualcuna buona, ed una novità proveniente dall’Asia ce ne dà l’opportunità. Si sa che il numero dei rinoceronti in tutto il mondo sta scendendo vertiginosamente a causa del bracconaggio e della distruzione dell’habitat.

Ma un recente censimento effettuato in Nepal sul grande rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornus) mostra che la popolazione oggi presente è pari a 534 esemplari, con un incremento di ben 99 individui dall’ultima volta che il censimento è stato condotto, nel 2008.

Marea nera: Greenpeace parte al contrattacco e svela documenti segreti sull’insabbiamento

Il sospetto lo avevamo tutti, ma ora questo è diventato una certezza. I cosiddetti “esperti” inviati a fare le valutazioni nel Golfo del Messico durante e dopo il disastro passato alla storia come la marea nera, hanno mentito all’opinione pubblica. Un po’ come ha fatto il Governo giapponese sull’esplosione della centrale nucleare di Fukushima, il tentativo di tranquillizzare la popolazione minimizzando i pericoli provenienti dalla dispersione del petrolio è venuto fuori.

A denunciare tutto è Greenpeace, i cui scienziati sono stati tenuti a debita distanza, finché hanno potuto, dagli agenti di sicurezza, ma che è stato in grado di “intercettare”, in stile Wikileaks, una gran mole di documenti scambiati tra il Governo statunitense e l’azienda responsabile, la britannica BP, dove veniva riportata la verità. Una verità che, ovviamente, è ben diversa da quella che le fonti ufficiali annunciavano ai media.

Ritardanti di fiamma trovati negli animali, un anticipo di quello che succederà all’uomo?

La preoccupazione che gli agenti inquinanti possano contagiare gli esseri umani ha portato la scienza a bandire diverse sostanze, l’ultima delle quali il BPA. Ma a volte qualcosa sfugge, ed è il caso dei ritardanti di fiamma, trovati nel sangue dei cani, dai ricercatori dell’Indiana University in livelli da cinque a dieci volte superiori a quelli normalmente riscontrati nell’uomo. Come i canarini vengono messi nelle miniere di carbone per rilevare la presenza dei gas prima dell’uomo, potrebbero i cani fare la parte dei canarini per i ritardanti di fiamma polibromurati?

Sappiamo già che gli eteri di difenile polibromurato (PDBE in breve) si trovano ovunque. Sono utilizzati per tutto, dai computer alla moquette, e possono essere misurati anche negli accumuli di polvere che si radunano negli angoli dietro i mobili. Ma cosa potrebbe accadere se i PBDE così persistenti, si bioaccumulassero nel corpo umano? È qui che si concentra lo studio dell’Indiana University.

Amianto, oggi Giornata Mondiale delle vittime

Sono passati 18 anni da quando nel 1992, con la legge 257, l’amianto è stato bandito dal nostro Paese. Eppure a distanza di anni l’asbesto è ancora presente in Italia e molti siti attendono di essere bonificati. Ogni anno l’amianto miete oltre 4.000 vittime che oggi sono ricordate nella Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto.

In occasione della Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto, Legambiente ha pubblicato un dossier sulla situazione dell’amianto in Italia e sugli effetti sulla salute, ricordiamo che l’asbesto è stato dichiarato “certamente cancerogeno” dall’Agenzia dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e, assieme alla società Azzero C02, ha lanciato la campagna Eternir free.

Ecosistemi a rischio: individuate 13 aree nell’Artico

Le 13 aree più a rischio per la biodiversità e il patrimonio naturalistico si trovano nell’Artico, tra esse lo Stretto di Bering e la costa del Mare di Barents. Nel circolo polare artico l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) ha individuato 77 aree da tutelare.

Nel rapporto annuale, pubblicato oggi, si evince che gli ecosistemi marini più ricchi del Polo Nord sono a rischio a causa del riscaldamento globale del Pianeta che favorisce lo scioglimento dei ghiacciai marini e l’acidificazione degli oceani. A queste cause si aggiungono ora anche attività umane prima non presenti nell’area e in grande espansione, come la pesca e i trasporti marittimi, l’esplorazione per cercare gas e petrolio nei fondali artici. Tra gli effetti più imminenti ci sarà la perdita della fauna selvatica dell’artico: orsi polari, balene, trichechi, foche ed uccelli.