L’EPA ammette: il riscaldamento globale esiste ed ora ne abbiamo le prove

orso polare riscaldamento globaleAnche la US Environmental Protection Agency non ha potuto fare a meno di notare il cambiamento epocale che sta avvenendo sotto i nostri occhi. Una nuova relazione presentata la scorsa settimana ha sancito una volta per tutte che il cambiamento climatico esiste, e ci sono anche degli indicatori che ne rendono certa l’individuazione.

Il rapporto, intitolato “Indicatori del Cambiamento Climatico negli Stati Uniti” misura 24 indicatori separati che mostrano come i cambiamenti climatici influenzino la salute e l’ambiente dei cittadini americani. La relazione rappresenta un altro passo in una serie di azioni/dichiarazioni adottate sul cambiamento climatico dall’EPA.

Il primo dei provvedimenti è stato “etichettare” la CO2 come un gas che può essere regolato nell’ambito del Clean Air Act, la legge che Obama vuole per regolare l’inquinamento, perché è un gas ad effetto serra significativo. Norme per le nuove emissioni dei veicoli sono state elaborate insieme ai nuovi standard sui gas serra per le automobili.

Caccia alle balene: proposta la legalizzazione limitata

balena

Nel lontano 1986, a causa della rapida sparizione delle balene dagli oceani di tutto il mondo, fu imposta la moratoria sulla loro caccia. In pratica da quell’anno in poi non sarebbe più stato possibile cacciare l’animale più grande degli oceani per scopi commerciali. Tutti i Paesi del mondo ratificarono il trattato tranne Islanda e Norvegia che infatti hanno continuato a cacciarle, mentre il Giappone, pur ratificandolo, aggirò il divieto continuando le sue operazioni, nascondendole sotto la “bandiera” degli scopi scientifici.

Queste scelte purtroppo hanno portato ad una duplice conseguenza catastrofica. La prima e più ovvia è che la caccia è continuata, venendo per fortuna limitata solo a questi tre Stati; la seconda è che essi si sono autoregolamentati, assegnandosi in maniera del tutto arbitrale un numero di cetacei da catturare ogni anno. Siccome questa situazione stava diventando insostenibile, la Commissione baleniera internazionale (Iwc) ha proposto di legalizzare la caccia alle balene, ma con forti limiti.

5 minuti di esercizio verde per migliorare l’umore

in bicicletta nel verde

Una nuova ricerca suggerisce che con soli cinque minuti di “esercizio verde” è possibile ottenere benefici sull’umore, l’autostima e la salute mentale che durano per tutto il giorno. Infatti i ricercatori hanno rilevato che questa piccola dose può produrre un più grande effetto positivo.

È possibile leggere nell’inchiesta del Dott. Jo Barton e del professor Jules Pretty dell’Università dell’Essex che alla base di questi esercizi verdi c’è una semplice passeggiata giornaliera, come spiegato su Environmental Science and Technology. Pretty, che è docente di Ambiente e Società nell’Essex, ha spiegato:

Per la prima volta nella letteratura scientifica, siamo stati in grado di mostrare le relazioni dose-risposta agli effetti positivi della natura umana sulla salute mentale.

Usa: emissioni da centrali a carbone azzerate entro 20 anni

centrale a carbone

Buone notizie dal fronte della lotta all’inquinamento. Nonostante gli Stati Uniti non si siano impegnati, come hanno fatto le altre nazioni, a fissare un tetto e delle scadenze per la riduzione delle emissioni, oggi arriva l’annuncio che i più grandi emettitori di gas ad effetto serra del mondo potrebbero fermare completamente le emissioni di biossido di carbonio dalle centrali elettriche a carbone entro il 2030.

Se ciò fosse vero, sarebbe un passo fondamentale per controllare il riscaldamento globale, e sembra possibile utilizzando la tecnologia che già oggi esiste, integrata con quella che potrebbe essere commercialmente disponibile entro un decennio, secondo un gruppo di scienziati, ingegneri e architetti che hanno effettuato la stima. Questa è la conclusione di un articolo pubblicato sull’American Chemical Society, la rivista mensile dell’Environmental Science & Technology (ES & T). Queste sono per ora solo anticipazioni, visto che l’articolo completo uscirà a giugno.

Putin decide di ripulire il Polo Nord

putin

Anche in una delle più dure e più remote regioni del mondo, gli umani sono riusciti a fare un bel pasticcio. Questa è una triste realtà, tanto che anche il primo ministro russo Vladimir Putin l’ha capito dopo aver visitato l’isola artica di Alexandra Land, circa 900 km dal Polo Nord. Osservando l’orizzonte, Putin si è accorto che non si trovava di fronte al paesaggio pittoresco che avrebbe potuto immaginare, ma ha visto barili di carburante abbandonati che si disperdevano a vista d’occhio.

I milioni di barili visti sono rimasugli velenosi dell’era sovietica, che lentamente stanno inquinando una regione già duramente colpita dalle temperature in aumento. Secondo la RT, le basi militari sovietiche posizionate su Alexandra Land hanno ricevuto grandi quantità di petrolio per il loro fabbisogno. Ma nonappena l’Unione Sovietica è crollata, i barili sono stati abbandonati, perché considerati troppo costosi per il trasporto o lo smaltimento corretto. Così sono rimasti lì, lentamente deteriorando la neve artica e minacciando di avvelenare l’ecologia dell’isola.

Mascherina ecologica protegge i polmoni e assorbe CO2

mascherina verde

Le abbiamo viste tutti, quando l’isteria dovuta all’influenza suina era al suo picco, nel mondo hanno cominciato a circolare strane e stravaganti maschere, di ogni tipo e colore, dalla classica bianca da chirurgo a quelle tutte colorate e con i disegni. Ora l’allarme A H1N1 non c’è più, ma non è detto che le mascherine passino di moda, specie se sono ecologiche.

La mascherina verde realizzata dal designer Robert Ortega è una maschera anti-batterica e riutilizzabile che “assorbe la CO2 con ogni espirazione“. Realizzata in pasta di legno e integrata con semi che germogliano veramente, la maschera da porre sul viso si pensa che non solo aiuterà a mantenere i polmoni in sicurezza, evitando di inalare agenti inquinanti, ma potrà tenere anche il mondo al sicuro dalle emissioni di biossido di carbonio proveniente dai polmoni con la respirazione.

Muschio di torba per assorbire perdite di petrolio

muschio di torba assorbe petrolioKallak Torvstrøfabrikk in Trøgstad nella parte orientale della Norvegia ha messo a punto una miscela di muschio di torba con una qualità assorbente straordinariamente alta. Il materiale potrebbe essere uno strumento utile per limitare gli spargimenti di idrocarburi dopo incidenti di minore entità o gravi calamità.

L’azienda di Torvstrøfabrikk che conta tre soli uomini si occupa da anni della vendita di torba come componente per la terra per piante da vaso e come mezzo di crescita e fertilizzazione. Ma rendendosi conto che la torba ha anche uno straordinario potere assorbente, hanno cominciato a provare altri potenziali usi.
Leif Estensen della SINTEF ha stretto un sodalizio con l’impresa di Torvstrøfabrikk, con l’obiettivo di testare diversi tipi di torba e documentarne le proprietà.

Riscaldamento globale, il ruolo delle piante

foglie emissioni di metanoLe piante restano un mezzo efficace per combattere il riscaldamento globale, nonostante emettano in piccole quantità un gas ad effetto serra importante. E’ quanto sostiene un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori dell’Università di Edimburgo e coordinato dal dottor Andy McLeod.

La ricerca ha calcolato che le piante emettano meno dell’1% delle emissioni totati di metano sulla Terra. Quindi, anche se il metano è considerato circa 25 volte più potente dell’anidride carbonica nell’impatto sul riscaldamento globale, la vegetazione non ne produrrebbe poi così tanto da incidere significativamente sull’aumento delle temperature e su quanto sta avvenendo relativamente ai cambiamenti climatici.

Rifiuti elettronici in vertiginoso aumento nei Paesi in via di sviluppo

rifiuti elettroniciAbbiamo parlato spesso del problema dei rifiuti elettronici, mostrando come il gesto all’apparenza di poco conto di gettare pile, computer rotti e televisori in disuso nel cassonetto non differenziato, o peggio dove capita, si trasformi in gravi danni per Paesi anche molto lontani dal nostro. E a questo proposito vorrei ricordare il caso limite del Ghana, letteralmente sommerso dall’e-waste, le cui foto di discariche con bambini che scavavano tra vecchi schermi e materiale radioattivo di pile e processori hanno fatto il giro del mondo. Molte le iniziative dei marchi di prodotti tecnologici più o meno famosi per spingere il cliente a riportare al negozio pc, tv e stampanti alla fine del ciclo di vita. Come il ritiro uno contro uno.

La notizia preoccupante che circola in questi giorni sui rifiuti tecnologici è che nel 2016 i Paesi in via di sviluppo arriveranno a produrre il doppio dei rifiuti elettronici dei Paesi sviluppati.

Troppe auto: l’Italia perde 1.500 ettari di verde all’anno

traffico italia

Aumentano le auto verdi ed il ricorso al trasporto pubblico. Tutte notizie positive che dovrebbero far pensare che la qualità dell’aria in Italia stia migliorando. Purtroppo non è così. L’ultima rilevazione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nella sesta edizione del rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano presentata ieri a Roma, fotografa un’Italia con sempre meno verde e sempre più Pm10 (polveri sottili) nell’aria.

La causa di tutto questo, spiega l’Istituto, è

l’urbanizzazione e l’assenza di una corretta pianificazione territoriale. Il suolo cittadino del Bel Paese perde uno spicchio di natura grande 15.000.000 metri quadrati. Si crea così una grave pressione sul territorio e sull’ambiente con la conseguente presenza di fenomeni franosi in aree densamente urbanizzate e elevato rischio per la popolazione.

Le aree più a rischio sono Bari, Firenze, Foggia, Genova, Livorno e Padova, ma la situazione è tragica un po’ in tutta Italia.

Gli obiettivi ambientali per il 2010 verranno quasi sicuramente disattesi

deforestazione wwf

In questi giorni si parla molto degli accordi di Copenaghen e degli obiettivi ambientali per il 2020. Ma non dimentichiamoci che questo genere di trattative non nasce oggi, ma va avanti da così tanto tempo che già quest’anno si sarebbero dovuti vedere i primi risultati. Forse per una scarsa attenzione all’ambiente, o perché impegnati in altre problematiche, ma pare proprio che, un po’ in tutto il mondo, coloro i quali avrebbero dovuto vigilare affinché questi obiettivi fossero rispettati, hanno fallito nel loro intento. O almeno non completamente.

Nel 2002 infatti un incontro simile a quello che si è tenuto a Copenaghen aveva reso noto al mondo il pericolo di perdita di biodiversità e della deriva ambientale disastrosa che il mondo stava prendendo, e per questo furono decise delle contromisure  per quanto riguarda la tutela degli animali a rischio, delle foreste abbattute, la presenza di specie aliene che minacciano l’habitat originale, l’inquinamento, il riscaldamento climatico e altro ancora. Dopo il salto vedremo com’è andata a finire.

Lo scioglimento dei ghiacciai artici è peggiore del previsto

scioglimento ghiacciai artici

Lo scioglimento del ghiaccio marino ha avuto una forte accelerazione a causa del riscaldamento nell’Artico, dove le temperature sono aumentate più rapidamente negli ultimi decenni rispetto alla media globale, secondo uno studio pubblicato mercoledì scorso.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, suggerisce inoltre che le attuali previsioni sottovalutano il grado in cui la regione polare potrebbe riscaldarsi ulteriormente in futuro.

Si pensava che la perdita di ghiaccio del mare potrebbe causare un ulteriore riscaldamento. Ora abbiamo la conferma che già avviene

ha detto James Screen, ricercatore presso l’Università di Melbourne e co-autore dello studio. Mentre è già di per sé una conseguenza del cambiamento climatico, la diminuzione della calotta glaciale artica ha contribuito ad un incremento di tale processo, dato che il riscaldamento globale e la perdita di ghiaccio si rafforzano a vicenda su vasta scala.

Incendi controllati per combattere la “marea nera”, il disastro della Louisiana si allarga sempre più

deepwater horizon

Incendi controllati o ripompaggio del petrolio in una nuova piattaforma o petroliera. Queste le due alternative prese in considerazione per quello che in molti ritengono sia il più grande disastro ambientale che ha colpito il Centro-Nord America nella sua storia.

La piattaforma Deepwater Horizon, ormai affondata, continua a far fuoriuscire l’equivalente di 1000 barili di petrolio al giorno, e secondo gli esperti il lavoro dei 4 robot che tentano di chiudere le due falle venutesi a creare dopo l’incendio potrebbe durare per mesi. Per questo, e visto anche che le correnti stanno facendo avvicinare sempre più la macchia nera alle coste, bisogna trovare il modo di fermare la sua avanzata.