Disastri naturali, il 2011 è l’anno più costoso della storia

di Redazione 1

Tra tutti gli anni in cui si sono succeduti dei disastri naturali, se si potesse quantificare economicamente il costo di ognuno scopriremmo che il 2011 è stato quello più costoso di tutti. E l’aspetto peggiore è che quasi tutti c’entrano, direttamente o indirettamente, con l’uomo. Un esempio su tutti? Il disastro di Fukushima. I terremoti ci sono sempre stati, gli tsunami pure, ma mai nessuno era stato così devastante come quello giapponese del marzo di un anno fa, dato che è stato aggravato dall’incidente alla centrale nucleare presente sulla costa.

Si stima che i soli disastri naturali dell’anno appena trascorso siano costati alla popolazione mondiale 380 miliardi di dollari, altro che crisi. Un incremento spaventoso se pensiamo che il record precedente appartiene all’anno 2005 che aveva fatto perdere al mondo circa 220 miliardi di dollari.

Secondo la società di assicurazioni Münchener Rück che ogni anno stila questa stima, il 90% dei disastri è correlato alle condizioni del tempo. E siccome ormai è innegabile che i mutamenti climatici si stanno già facendo sentire, ciò significa che i disastri potrebbero aumentare con il peggiorare del riscaldamento globale.

Circa il 70% delle perdite economiche si sono verificate in Asia, a cominciare proprio dal terremoto-tsunami del Giappone (che si calcolano in oltre 200 miliardi di dollari, il disastro più costoso di sempre), fino al terremoto in Nuova Zelanda come il più pesante per l’Oceania. Per quanto riguarda il Nord America invece sono gli uragani a creare i maggiori disastri, almeno per 15 miliardi nel solo 2011, si stima. Per non calcolare le vittime umane, a cui non si può dare un prezzo: 27 mila.

Per fortuna, una sequenza di gravi catastrofi naturali come lo scorso anno è un evento molto raro

ha dichiarato Torsten Jeworrek, membro del consiglio della Münchener Rück che ha redatto lo studio, e noi speriamo che sia così, anche se di fronte a dei cambiamenti climatici così impellenti la vediamo molto dura.

[Fonte: Livescience]

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