Summit di Copenaghen: riassunto del terzo giorno

Xie Zhenhua copenhagen

Il congresso di Copenaghen entra nel vivo, ma purtroppo non tanto dei trattati, quanto delle polemiche. Un documento circolato ieri in via non ufficiale ha fatto imbestialire i rappresentanti dei Paesi poveri, che sono arrivati a minacciare di far saltare ogni tipo di accordo e abbandonare i lavori. Questo foglio, che passava di mano in mano tra i delegati europei, andava contro ogni buon proposito della vigilia.

Il primo punto che ha fatto arrabbiare i rappresentanti del G77 riguarda la gestione dell’eventuale nuovo protocollo, il quale non sarebbe più stato gestito dalle Nazioni Unite, bensì dai Paesi industrializzati. La bozza prevedeva inoltre emissioni doppie per i Paesi ricchi rispetto ai poveri ed il fondo per l’adeguamento alle tecnologie pulite non sarebbe più stato gestito dall’Onu, ma dalla Banca Mondiale. Queste tre proposte hanno letteralmente rischiato di far saltare il vertice. Per fortuna, in extremis, l’Europa si è salvata, grazie ad un intervento del responsabile del clima dell’Onu, Yvo De Boer, il quale ha spiegato che non si trattava della proposta definitiva, ma solo di una bozza stilata prima dell’inizio del vertice, e che era stata affidata ai giornalisti solo a titolo “informativo”. Ovviamente non sarà più riproposta, ma intanto la tensione resta.

7 modi per avere un Natale ecologico

natale ecologico

Luci, addobbi, alberi: forse troppo consumismo per essere un anno ecologico? Di certo non possiamo chiedervi di evitare tutto questo e andare contro le tradizioni, ma solo di cercare di incorporare la natura in esse, senza sprecare tempo, denaro o risorse. Eccovi così 7 consigli per avere un Natale verde, e non solo per il colore dell’albero.

1. Luci a LED o a risparmio energetico. Non si può avere un albero di Natale senza le luci. Ma sostituire le vecchie lampadine ad incandescenza con i LED, oltre che più ecologico, può farvi risparmiare fino al 30% sulla bolletta elettrica. Le lampadine tradizionali consumano tra 6 e 9 watt, mentre i LED utilizzano 0,5-0,7 watt.

2. Scegliere l’albero giusto (o nessuno). È possibile evitare di fare l’albero facendo il presepe o creando un’atmosfera accendendo una candela a forma di pino o cose simili. Se invece non potete farne a meno, specialmente se avete bambini in casa, scegliete una versione biologica dell’albero, di quelle che si possono ripiantare, nel vostro giardino o nei luoghi pubblici, oppure di plastica, ovviamente riciclata.

Il livello del mare entro il 2100 potrebbe salire da 0,75 a 1,9 metri

previsione inondazioni manhattan

Un nuovo studio scientifico avverte che il livello del mare potrebbe salire molto più velocemente di quanto inizialmente previsto. Entro il 2100, il livello globale dei mari potrebbe salire tra i 75 ei 190 centimetri, secondo un articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli autori, Martin Vermeer della Helsinki University of Technology in Finlandia e Stefan Rahmstorf del Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germania, hanno basato la loro analisi sulle misurazioni del livello del mare e sulle temperatura registrate nel corso degli ultimi 130 anni.

In questi dati hanno identificato un forte legame tra il tasso di aumento del livello del mare e la temperatura globale.

Dal 1990 il livello del mare è aumentato di 3,4 millimetri all’anno, due volte più velocemente della media del 20° secolo

afferma Stefan Rahmstorf. Anche se tale tasso è di poco rimasto costante, questa strategia potrebbe portare a 34 centimetri l’aumento del 21 ° secolo.

Le stime sugli effetti dell’inquinamento sulla Terra? Tutte sottovalutate

effetto aridità terreno

Studiare i climi del passato può aiutare gli scienziati a prevedere come il pianeta cambierà in futuro. Utilizzando dati storici, i ricercatori dell’Università di Bristol, Gran Bretagna, hanno sviluppato un nuovo modello di cambiamento climatico che ritengono più accurato rispetto alle stime precedenti.

Lasciando alcuni dati dei modelli climatici classici, i ricercatori hanno scoperto stime assai modeste degli effetti delle emissioni del carbonio sul pianeta. Dan Lunt, uno dei ricercatori che hanno condotto lo studio, ha confrontato i risultati del modello attuale del clima con ricostruzioni basate sulla temperatura della Terra e i livelli atmosferici di biossido di carbonio di tre milioni di anni fa. Egli ha poi spiegato:

Abbiamo trovato che, data la concentrazione di biossido di carbonio prevalente tre milioni di anni fa, il modello originariamente previsto di un aumento della temperatura è sensibilmente inferiore a quello indicata dalle ricostruzioni. Questo ci ha portato a rivedere ciò che mancava dal [corrente] modello.

Summit di Copenaghen: riassunto del secondo giorno

Barroso a Copenhagen

Dopo 24 ore le speranze del mondo sul summit di Copenaghen ricominciano a vacillare. All’apertura dei lavori c’erano state molte parole ottimistiche e diverse iniziative da parte dei Paesi poveri. Nel secondo giorno pare che qualcuno lo faccia apposta a smorzare i facili ottimismi. A prendere la parola è il presidente della Commissione Europea Josè Barroso, il quale ha immediatamente abbassato i toni. Parlando di un trattato vincolante, si è così espresso:

Non è possibile, non è stato preparato, ci sono alcuni dei nostri partner che non sono preparati. Invece dobbiamo raggiungere un accordo sulla riduzione delle emissioni dei gas nocivi. Lo dobbiamo ai nostri giovani.

I partner che non sono preparati, a cui Barroso fa riferimento, sono in special modo Cina e Stati Uniti, i primi perché sono in una situazione particolare, in cui il boom economico verrebbe soffocato; i secondi perché, limitati dalle lobby inquinanti, hanno difficoltà a fare leggi che taglino le emissioni. Ma intanto la giornata continua tra buone e cattive notizie.

Nucleare in Italia, i Verdi diffondono la lista dei probabili siti e annunciano battaglia

centrali nucleari ItaliaIl possibile quanto surreale ritorno al nucleare italiano torna a far discutere proprio in questi giorni in cui l’attenzione mondiale è concentrata verso ben altri temi, quelli trattati al summit di Copenhagen, il punto di convergenza attuale degli sforzi dei Paesi più industrializzati della terra per ridurre le emissioni e puntare alle energie pulite. Si torna a parlarne perchè probabilmente si sa qualcosa in più sui siti destinati alla costruzione delle centrali.

Dopo il no agguerrito e preventivo delle regioni italiane, immediata reazione all’annuncio dell’accordo italo-francese sul nucleare, è passato qualche mese di silenzio, dove non sono mancate le polemiche più o meno sottovoce e l’esternazione dei mille dubbi che il governo non ha mai chiarito su quanto deve ancora accadere. Qualche notizia, finalmente, però sembra essere finalmente trapelata.

E’ toccato ai Verdi alzare la voce e illuminare noi ignari cittadini sulle possibili aree di costruzione delle centrali nucleari, intercettate all’interno di un dossier inviato dall’Enel al governo.

Italia: temperature più alte di 1,3 gradi in un secolo

caldo italia

Una risposta agli scettici e a coloro che dicono che il riscaldamento globale non esiste arriva dal Cnr di Bologna, il quale ha raccolto i dati climatici e tutte le variabili degli ultimi 100 anni, ed ha lanciato l’allarme: il riscaldamento globale esiste, ed è anche molto più serio del previsto.

A questo punto in molti potrebbero pensare che tanto chi paga sono solo i Paesi più sfortunati, come le Maldive, che si trovano al livello del mare, o i Paesi africani. Ed invece no, perché anche l’Italia sta pagando seriamente questo cambiamento delle temperature. Si spera, durante i negoziati di Copenaghen, di trovare un accordo per stabilizzare l’incremento delle temperature entro il 2100 al massimo a 2 gradi centigradi. Sembrano tanti, ma non lo sono. Basti pensare infatti che il nostro Paese oggi registra 1,3 gradi Celsius in più in media rispetto a 100 anni fa.

Summit di Copenaghen: riassunto del primo giorno (video)

protesta copenaghen

L’umanità speranzosa guarda alla conferenza di Copenaghen come l’ultima possibilità per bloccare il riscaldamento globale: per questo, nelle prossime due settimane, la capitale danese sarà agli occhi del mondo “Hopenaghen”, “il porto della speranza”. Possiamo cambiare e dobbiamo cambiare. Chiamo tutti a contribuire, a essere realistici e flessibili

con queste parole il Primo Ministro danese, Lars Loekke Rasmussen, ha aperto il tanto atteso congresso di Copenaghen. Un vertice in cui, ne sono tutti consapevoli, uscirà una risposta al mondo, che potrà essere positiva, se verrà trovato un accordo vincolante per tutti, o negativa se questo non verrà fatto.

Nella giornata di ieri, la prima del vertice, si pensava ci fossero soltanto discorsi introduttivi e l’inizio della spiegazione dei dati scientifici e quant’altro. Ed invece è arrivata subito la prima sorpresa, proprio dai Paesi da cui meno ce l’aspettavamo. Cina, India e Brasile, tre tra i Paesi più inquinanti al mondo e con un tasso di emissioni in crescita continua negli ultimi anni, hanno subito presentato un accordo congiunto con la finalità di

instradare il negoziato.

L’accordo prevede che i tre Paesi si impegnano ad operare insieme sui tagli alle emissioni di Co2 durante il vertice dei Copenaghen, per far vedere che se anche loro si impegnano decisamente verso una diminuzione delle emissioni, i Paesi più ricchi devono essere spinti a fare ancora meglio.

Buone e cattive notizie sul buco dell’ozono

buco dell'ozono

La buona notizia: il buco diventa sempre più piccolo. La cattiva: i suoi effetti sono peggiori di prima.

Da nuove ricerche allarmanti è emersa la gravità del riscaldamento globale. Secondo un rapporto recentemente pubblicato dal Comitato scientifico sulla ricerca antartica, il buco dell’ozono più piccolo ha ridotto gli effetti della riscaldamento globale in Antartide, mantenendo la temperatura al polo artificialmente bassa.

Il buco dell’ozono continua a diminuire grazie alle norme per regolamentare l’uso dei gas, i quali si sono ridotti negli ultimi decenni. La temperatura del continente di ghiaccio però è continuata a salire, causando più fusione, più separazione del ghiaccio, e un effetto più drammatico di quanto si pensasse.

L’appello di 56 testate mondiali ai “grandi” della Terra

appello internazionale

Il vertice sul clima delle Nazioni Unite a Copenaghen è finalmente iniziato, e il momento di agire è adesso. Così dice un editoriale “unificato” di 56 giornali di tutto il mondo che chiede ai leader mondiali di accordarsi su un accordo vincolante che blocchi gli obiettivi di riduzione delle emissioni e di finanziamento per i Paesi più colpiti dai cambiamenti climatici. L’editoriale è stato scritto dallo staff del quotidiano britannico Guardian e appare in 20 lingue tra cui inglese, cinese, arabo, russo, ed anche italiano nei due quotidiani più importanti, Repubblica ed il Corriere della Sera.

Paul Krugman, scrittore e redattore del New York Times, ha aggiunto all’appello un richiamo all’azione immediata. Krugman continua a ribadire che non solo possiamo permetterci di cambiare la nostra economia che è attualmente alimentata da combustibili “sporchi” per trasformarla in una che si basa su carburanti puliti e verdi, ma che così facendo creeremo posti di lavoro e progresso economico.

Comincia il vertice di Copenaghen. Ecco il calendario degli eventi

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Comincia in queste ore il vertiche che salverà la Terra: il summit di Copenaghen. A breve ci sarà la cerimonia d’apertura e tutti i delegati del mondo si stanno cominciando a riunire nella Conference Hall per avviare i lavori. All’esterno migliaia di persone, tra giornalisti, ambientalisti e no global chiedono, ognuno nel suo modo più o meno condivisibile, di non far fallire il vertice.

Per questi giorni ci si attende soltanto la presenza dei Ministri dell’Ambiente dei vari Paesi che partecipano all’incontro. Da metà in poi cominceranno ad arrivare i rappresentanti degli Stati più piccoli, come le Maldive, il rappresentante dell’Unione africana, e così via, fino all’ultimo giorno quando saranno presenti quasi tutti i capi di Governo, con Obama in testa. Ci saranno quasi tutti quelli europei, il presidente cinese, quello brasiliano, insomma, tutti i potenti della Terra, e si spera anche Silvio Berlusconi, il quale ha detto che se riuscirà a “liberarsi” dal Consiglio dei Ministri, potrebbe essere lì per firmare un eventuale trattato l’ultimo giorno. Dopo il salto, il calendario dei lavori.

Summit di Copenhagen, il Papa lancia un appello per salvare il clima

papa-benedetto-xvi appello climaAnche il Papa ha voluto partecipare agli appelli che provengono da ogni parte del mondo, rivolto ai rappresentanti dei Paesi che parteciperanno al Summit di Copenhagen. Un messaggio di speranza che Papa Benedetto XVI ha lanciato ieri al termine dell’Angelus in piazza San Pietro. Il Vaticano ha dimostrato sempre una grande sensibilità verso i temi ambientali e il riscaldamento globale, optando tra l’altro per i tetti solari per i palazzi vaticani in vista di una riconversione energetica che puntasse alle risorse rinnovabili e all’energia pulita.

L’attenzione dell’opinione pubblica mondiale si concentra ora proprio sul vertice e sulle  misure che verranno prese per diminuire l’effetto dei cambiamenti climatici e correre ai ripari. La partecipazione di Obama alla chiusura dei lavori è un segnale positivo che fa sperare in scelte e cambiamenti radicali che impegnino fino in fondo soprattutto i Paesi che più inquinano e quelli che sono appena entrati nella schiera di Paesi più industrializzati. Pensiamo alla rapida espansione industriale dell’India, per citare solo un esempio.

Summit di Copenaghen: cos’è e a cosa serve. Miniguida del congresso che deciderà il futuro del pianeta

copenhagen congress center

Domani comincerà il famoso Congresso di Copenaghen, soprannominato anche COP15 (COnferenza delle Parti numero 15). Ma cos’è e perché se ne parla così tanto? La questione che si affronterà sarà il cambiamento climatico globale. Esperti e leader mondiali cercheranno di stabilire un piano, coadiuvato dagli obiettivi scientifici, politici e sociali che circondano l’argomento, per tentare di ottenere una linea guida uguale per tutti.

CHI PARTECIPERA’: Inizialmente il congresso era stato allestito per i Ministri dell’Ambiente di tutto il mondo. Ora, data l’importanza, è stata aperta a tutti i capi di Stato e di Governo dei Paesi del G20, del G77, il gruppo dei Paesi in via di sviluppo, e dell’OPEC, i Paesi produttori di petrolio, più altri Paesi che non fanno parte di alcuna organizzazione come la Svizzera, il Messico e la Corea del Sud.

L’OBIETTIVO: Il congresso organizzato dalle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, si terrà a Copenhagen, Danimarca, dal 7 al 18 Dicembre. Si tratta della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) per prolungare ed adeguare il Protocollo di Kyoto 5. Si tratta delle quindicesima riunione dei partecipanti che hanno partecipato alla UNFCCC, una convenzione chiamata “Vertice sulla Terra” tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992. È anche la 5ª riunione dei partecipanti che si sono incontrati nel 1997 per aggiornare tale Trattato, che ha prodotto un accordo per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra denominato “protocollo di Kyoto”. L’obiettivo dichiarato della riunione di Copenaghen è quello di elaborare un successore del protocollo di Kyoto, che scade nel 2012.

Tra 90 anni San Francisco non esisterà più. Almeno in superficie

schwarzenegger california

Altro che riscaldamento globale. Qui si parla di una vera e propria catastrofe. Dopo osservazioni, raccolte di dati, esperimenti e controesperimenti, ormai non ci sono più dubbi. E’ talmente sicuro che la California sarà una delle regioni più colpite al mondo dai cambiamenti climatici che il suo governatore, Arnold Schwarzenegger, è stato costretto ad andare in televisione ed annunciare al suo popolo cosa gli scienziati gli hanno appena riferito: buona parte della città di San Francisco, ma gran parte della west coast in generale, entro la fine del secolo sarà sommersa.

Già da tempo ci si aspetta la rottura della faglia di San Andrea, la quale potrebbe far staccare un pezzo della California dal resto degli Stati Uniti, o peggio ancora potrebbe farla affondare, ma a tutto questo si aggiunge lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello degli oceani, l’eccessiva pressione di strade e abitazioni su un territorio troppo fragile per sostenerle e lo stravolgimento delle temperature. Tutti fattori che fanno pensare che tutta la zona costiera di una delle città più belle del mondo potrebbe trovarsi un metro e mezzo sott’acqua entro il 2099.