L’Islanda offre ospitalità ai server mondiali per risparmiare sul loro raffreddamento

islanda

Tra i campi dello scibile umano che più si stanno dando da fare in favore della svolta ecologica, probabilmente al primo posto c’è l’informatica. Dopo aver inventato i computer senza materiali inquinanti, quelli a risparmio energetico e tutti i dispositivi per evitare lo spreco di ogni centesimo di elettricità, dall’Islanda arriva la soluzione per quello che è sempre stato uno dei problemi principali dell’informatica, ma che mai si sono riusciti a risolvere: il raffreddamento dei server.

Provate a mettervi sulle gambe un pc portatile. Dopo qualche ora di utilizzo vi renderete conto che diventa incandescente. Ora immaginate un armadio pieno di circuiti simili a quelli del vostro portatile, ma che assiste migliaia di pc. Sono i server, i quali per funzionare hanno bisogno di essere raffreddati di continuo, visto che sono in attività 24 ore su 24. Secondo la società di ricerche Idc, l’industria informatica è responsabile del 2% delle emissioni globali di CO2, quanto l’industria aerea, e per la gran parte (tra il 40 ed il 60%), sono attribuibili all’energia che ci vuole per raffreddare i server. Dall’Islanda hanno trovato la soluzione: metterli sotto ghiaccio.

Las Gaviotas: la comunità fuori dal mondo che ha scoperto prima di altri le energie rinnovabili

giungla colombiana

Sembra una fiaba per bambini, ma è realtà. Una comunità nel profondo della giungla selvaggia della Colombia, vive nonostante sia stata tagliata fuori dalla società quasi 40 anni fa. Dopo che il resto del mondo le ha voltato le spalle, all’improvviso ha attirato un grande interesse. Si è scoperto che questa comunità ha trovato qualcosa di cui il resto del mondo ha bisogno: l’energia. E non solo una nuova fonte di approvvigionamento, ma qualcosa di ancora migliore. Hanno capito come essere sostenibili, senza influenze o risorse esterne. La sua storia è raccontata dal New York Times.

Nel 1960 un italiano emigrato in Colombia, Paolo Lugari, mentre viaggiava attraverso il Paese, si fermò in un terreno abbandonato e immaginò un intero villaggio davanti ai suoi occhi. Il terreno era così povero e la zona così remota che i visitatori dovevano passare punti di controllo della guerriglia o volare fino lì, così nessuno aveva deciso di viverci. Lugari voleva trovare uno dei luoghi più complicati in cui vivere e vedere se riusciva a farlo funzionare. Questo era prima della crisi petrolifera degli anni ’70, ma anche allora sapeva che il carburante e le altre risorse un giorno sarebbero diventate scarse.

Agricoltori e industria forestale uniti per uno standard di gestione delle emissioni

foresta

Un gruppo di imprese che si occupano di fornitura di legname e di carta, insieme ad alcune organizzazioni ambientaliste, hanno annunciato giovedì scorso un progetto pilota per consentire ai proprietari terrieri di registrare le proprie foreste per guadagnare crediti di carbonio da commerciare sul mercato aperto. Un tale sistema di scambio è una possibilità della legislazione allo studio del Congresso, che metterebbe un tetto al gas a effetto serra a livello nazionale negli Stati Uniti.

La coalizione mira a verificare come i proprietari terrieri nel Sud del Paese siano in grado di ricevere i benefici economici derivanti da negoziati sul carbonio nelle loro foreste. Il 90% delle foreste del Sud, che si collocano tra le più grandi per quanto riguarda l’industria della carta e del legno al mondo, è di proprietà privata. Alcuni agricoltori della regione hanno ancora intenzione di tagliare le foreste, o convertirle in piantagioni di pini che sono a rapida crescita, ma meno rispettosi dell’ambiente.

Un termometro terrestre ci dirà lo stato di salute del nostro pianeta

termometro terra

Secondo gli esperti dei cambiamenti climatici, il nostro pianeta ha la febbre. Lo scioglimento dei ghiacciai è solo un segno netto dei cambiamenti radicali che possiamo aspettarci. Ma gli effetti del riscaldamento globale in materia di agricoltura e risorse idriche restano ancora un mistero. Una nuova invenzione della Tel Aviv University, una sorta di “termometro ottico terrestre” (OSD), potrà aiutare a risolvere il mistero e fornire un nuovo strumento diagnostico per valutare la salute del nostro pianeta.

Secondo il prof Eyal Ben-Dor del Dipartimento di Geografia, il termometro aiuterà gli scienziati, urbanisti e gli agricoltori a comprendere la salute durante i cambiamenti del suolo, nonché i suoi potenziali problemi agricoli. Spiega il professore che:

Attraverso un piccolo foro nella superficie della terra, siamo in grado di valutare ciò che sta sotto di esso.

Quando il cambiamento climatico altera radicalmente il nostro pianeta, questo termometro può subito dire ai geografi quali parti di una nazione stanno meglio o quali peggio, per quanto riguarda l’agricoltura. L’efficacia dell’OSD è stata recentemente riportata in Soil Science Society of America Journal.

La California vieta i televisori ad alto consumo energetico

televisore ad alto consumo energetico

In quella che sarà certamente una questione controversa, la California sta per attuare il divieto di produzione e vendita di televisori a schermo gigante ad alto consumo energetico. L’idea è venuta durante i primi mesi di quest’anno, ma ora sta diventando sempre più una cosa certa: la città di Golden State sarà la prima nella nazione ad emanare tale divieto.

La lotta non è affatto finita, ma la California Energy Commission sembra ferma sulla sua decisione di tagliare gli sprechi energetici degli utenti. Dal Los Angeles Times:

L’influente lobby Consumer Electronics Assn. sta combattendo quella che sembra essere una battaglia persa per dissuadere le autorità della California dalla regolamentazione del divieto in materia di eliminazione di televisori a schermo gigante ad alto consumo energetico.

Una centrale ad impatto zero darà energia al parco naturale di Pratolino

diamante di pratolino

Il bello di un parco naturale è il poter respirare l’aria pulita e vedere animali come se stessero nel loro habitat naturale. Ma anche una struttura simile per poter funzionare ha bisogno dell’elettricità, e sarebbe un controsenso se per generarla si inquinasse un posto così incontaminato. Per questo in Toscana hanno avuto una grande idea, e cioè costruire una centrale elettrica che funziona con un mix di energie rinnovabili, e soprattutto che ha zero emissioni.

La centrale si chiama Diamante ed è situata al centro del parco naturale di Pratolino, vicino Firenze. La struttura ha appunto la forma di un diamante alto 12 metri e con un diametro di 8, formato da 38 pannelli fotovoltaici a celle monocristalline e 42 facce in vetro temprato per catturare il sole che in queste zone c’è quasi tutto l’anno. Ma non bisogna disperare nelle giornate nuvolose. La centrale è in grado di generare energia attraverso l’accumulo di idrogeno.

Soros annuncia investimenti per un miliardo di dollari nelle rinnovabili

george soros conferenza

Il miliardario George Soros, il quale sta cercando di affrontare il problema “politico” del cambiamento climatico, ha detto che investirà un miliardo di dollari in tecnologie per l’energia pulita e per creare un’organizzazione di consiglieri politici sulle questioni ambientali.

Soros, il fondatore del fondo Soros Management LLC, il cui nome è noto ai tifosi della Roma per essere stato molto vicino all’acquisto della società giallorossa, ha annunciato l’investimento ieri a Copenaghen, nel corso di un incontro sui cambiamenti climatici promosso dal Project Syndicate. Il gruppo è un’associazione internazionale costituita da 430 giornali di 150 paesi.

Inquinamento: Bush sapeva ma ha secretato tutto

Bush-epa-rapporto segreto

Nel dicembre 2007 l’amministrazione Bush ha constatato che i gas ad effetto serra, in particolare quelli emessi dai veicoli a motore, sono un pericolo per la salute pubblica, e quindi dovevano essere disciplinati dalla Clean Air Act. Questo rapporto però è stato secretato, anche se la sua esistenza era ben nota a tutti.

Le 29 pagine del rapporto dall’EPA (l’agenzia per l’ambiente) sono state viste da Bush stesso e solo da pochi altri eletti, ma non sono state autorizzate delle copie, e l’Office of Management and Budget della Casa Bianca ha bloccato un tentativo di renderlo pubblico. Il documento è stato rilasciato solo ora, per la prima volta, al pubblico americano.

L’Irlanda mette al bando i cibi geneticamente modificati e crea il marchio GM-free

cavolo non geneticamente modificato

Il governo irlandese ha deciso di vietare la coltivazione di tutte le colture geneticamente modificate e di introdurre una volontaria etichetta GM-free (alimenti non geneticamente modificati) per i prodotti alimentari come carne, pollame, uova, pesce, crostacei, latticini e prodotti realizzati senza l’uso di mangimi geneticamente modificati.

La politica è stata adottata nel quadro del programma rinnovato del Governo, concordato tra i due partner della coalizione, Fianna Fail di centro-destra e il Partito dei Verdi, sabato scorso. L’accordo prevede che il governo

Dichiari la Repubblica d’Irlanda una GM-Free Zone, libera dalla coltivazione di tutte le piante geneticamente modificate.

Il carbonio presente nell’Artico potrebbe affossare qualsiasi lotta contro i cambiamenti climatici

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In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Ecological Monographs, alcuni ambientalisti stimano che le terre artiche e gli oceani siano responsabili fino al 25% dell’immissione globale di anidride carbonica nell’atmosfera. Sotto le previsioni attuali del riscaldamento globale, questo dissipatore artico potrebbe essere diminuito o invertito, potenzialmente accelerando i tassi previsti del cambiamento climatico.

Nel documento, redatto da David McGuire del US Geological Survey e dell’Università di Fairbanks in Alaska e dai suoi colleghi, si dimostra che l’Artico è stato un deposito di carbonio a partire dalla fine dell’ultima era glaciale, che nel tempo ha rappresentato tra zero e 25%, o in termini assoluti fino a circa 800 milioni di tonnellate, del totale del carbonio terrestre. In media, dice McGuire, lo stoccaggio artico per il 10-15% affonda il carbonio sotto terra. Ma la rapidità dei cambiamenti climatici nella regione artica – circa il doppio di quella a latitudini più basse – potrebbe eliminare il tappo ed eventualmente far diventare l’Artico una fonte di biossido di carbonio.

Grazie al padre del Cap and Trade, 103 milioni di americani respirano aria pulita

riduttore inquinamento

Una sorta di “padre” del Cap and Trade negli Stati Uniti si è rivelato un successo. Attuato nel 2003, i livelli di smog sono scesi parecchio, e oltre 100 milioni di americani oggi respirano aria più pulita. Tutto grazie a un sistema messo in atto, che ha consentito alle imprese inquinanti di trovare soluzioni basate su di un mercato per ridurre le emissioni.  In questo modo sono state drasticamente ridotte le emissioni di ossido di azoto nel corso degli ultimi cinque anni, anche se ovviamente, non sono ancora abbastanza.

Il NOx Budget Trading Program è un sistema di Cap and Trade che coinvolge 20 Stati più Washington DC. Si mette un prezzo sulle emissioni degli ossidi di azoto, e si crea un incentivo per le industrie che inquinano per indurle a ridurre tali emissioni. E pare che funzioni.

I calcoli sulla sopravvivenza delle specie a rischio sono sbagliati

rinoceronte bianco

I biologi della conservazione possono essere delusi di sè stessi. L’analisi del numero minimo di esemplari necessari per fare sopravvivere una specie nel lungo termine è sbagliato, ed è stato rilevato che le pratiche di conservazione attuali sottovalutano il rischio di estinzione senza consentire di individuare completamente i pericoli derivanti dalla perdita di diversità genetica. Se tale tesi è corretta, significa che il numero di esemplari delle specie minacciate potrebbero diminuire tra non molto tempo.

Lochran Traill dell’Università di Adelaide, in Australia, e colleghi hanno scoperto che per migliaia di specie la dimensione minima vitale di una popolazione (MVP), in cui una specie ha un 90% di possibilità di sopravvivere nei prossimi 100 anni, è di migliaia anziché centinaia di individui. Molti biologi, spiega Traill, lavorano con numeri più bassi, e consentono così rischi di estinzione inaccettabilmente alti.

Se le specie in pericolo di estinzione non saranno portate ad un totale della popolazione delle dimensioni di alcune migliaia, sarà difficile gestire la loro persistenza nel breve termine.

La buona notizia: in Italia la caccia è in via d’estinzione

cacciatori

Fino a poco tempo fa vi riferivamo di provvedimenti con o a favore della caccia, i quali in ogni caso andavano a scapito della natura, e contro gli animali, spesso anche in via d’estinzione. Ma come accade sempre nella storia del mondo, la selezione naturale aggiusta tutto, e adesso la natura fa quello che la legge italiana non è riuscita a fare: sta facendo estinguere i cacciatori.

Nulla di violento o tragico. Semplicemente sono sempre più quelli che appendono la doppietta al chiodo, e non c’è un ricambio generazionale. Secondo i dati diffusi dalle associazioni riconosciute dei cacciatori, se negli anni ’80 gli appassionati di questo ex sport (oggi il Coni lo ha eliminato dall’elenco delle attività sportive) erano un milione e mezzo, oggi raggiungono a stento i 750 mila “esemplari”. Dimezzati in 25 anni, e probabilmente decimati ancor di più nei prossimi, visto che l’età media del cacciatore italiano è 65-75 anni, con picchi fino agli 80.

L’America scopre il risparmio energetico grazie allo stendere i panni al vento

panni stesi

Un’usanza quasi esclusivamente italiana sta per sbarcare anche negli avanzatissimi Stati Uniti: i panni stesi al sole ad asciugare. Negli States infatti, escluse le tenute nei ranch e nelle zone rurali, si usa l’asciugatrice per essiccare il bucato. Ma questa, finalmente se ne sono accorti, assorbe da sola il 6% dell’utilizzo energetico di un’intera famiglia.

Così, grazie alla “moda” di risparmiare l’elettricità, in molti hanno cominciato a stendere i panni sul filo sul balcone di casa, una scoperta avvenuta con qualche secolo di ritardo. Ma non tutti sono autorizzati a farlo. Infatti, in pochi sanno che il bucato appeso sul balcone era contro le regole in molti degli Stati americani. Ora invece i governi di tali Stati sono stati costretti ad invertire questa tendenza e ad eliminare legge che li vieta. Vermont e Utah ci sono già riusciti. Ma la lotta per il diritto di appendere panni è appena cominciata.