Uragani, più ne aumenta la forza, e più aumenta il riscaldamento globale

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Uno studio sull’impatto degli uragani negli Stati Uniti mostra che i danni provocati alle foreste possono diminuire la capacità di assorbire anidride carbonica, quindi dare un importante contributo al riscaldamento globale. I ricercatori della Tulane University del Dipartimento di Ecologia e Biologia Evoluzionistica hanno esaminato l’impatto dei cicloni tropicali sulle foreste degli Stati Uniti dal 1851 al 2000 e hanno rilevato che i cambiamenti nella frequenza degli uragani potrebbe contribuire al riscaldamento globale. I risultati saranno nel prossimo numero di Proceedings of the National Academy of Sciences.

Gli alberi assorbono l’anidride carbonica per crescere, e la rilasciano quando muoiono, a causa della vecchiaia, o perché abbattuti dall’uomo o dagli uragani. L’importo annuale di biossido di carbonio prodotto da una foresta rimosso dall’atmosfera è determinato dal rapporto tra la mortalità e la crescita dei vari alberi. Quando questi sono stati distrutti in massa dagli uragani, non solo ci sarà un minor numero di alberi nella foresta per assorbire i gas a effetto serra, ma le foreste potrebbero diventare responsabili delle emissioni di biossido di carbonio, che causano il riscaldamento del clima.

Nanotubi in carbonio, tanto efficienti quanto inquinanti

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I nanotubi di carbonio hanno fatto una carriera da meteora negli ultimi 15 anni, anche se le loro applicazioni sono ancora limitate. Recenti risultati mostrano che, a prescindere dalla loro favorevole proprietà meccanica ed elettrica, hanno anche caratteristiche svantaggiose.

Un aspetto che è stato raramente considerato finora è stato studiato dal centro di ricerca Forschungszentrum Dresden-Rossendorf:

Se la domanda di prodotti e materie prime contenenti nanotubi di carbonio aumenteranno in futuro, allora ci sarà una maggiore probabilità per i tubi di entrare nell’ambiente durante la loro produzione, con l’uso e lo smaltimento, per essere distribuiti, inquinando con i suoi metalli pesanti

afferma Harald Zaenker, scienziato al FZD. Un modo importante per i nanotubi di carbonio di entrare nell’ambiente è attraverso l’acqua. Nel loro stato originale, la fragile fibra di carbonio con un diametro inferiore a 50 nanometri (1 nanometro = 1 milionesimo di millimetro) sono difficilmente solubili in acqua. A prima vista, pertanto non dovrebbero essere mobili nelle acque, cioè dovrebbero finire rapidamente sul fondo e depositarsi. Tuttavia, i nanotubi di carbonio sono in grado di formare soluzioni colloidali se la loro struttura superficiale è mutata. I cambiamenti nella struttura della superficie può essere modificata deliberatamente durante la produzione dei tubi o può essere indotta da processi naturali, se i tubi sono rilasciati nell’ambiente.

In America nasce l’eco-religione, edifici religiosi ecologici

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Mai sentito parlare di religione ecologica? No? Bè, nemmeno noi. Da qualche tempo si sta tentando di far diventare verdi case e uffici in mezzo mondo, fino a ricostruire intere città in maniera ecologica. Ma c’è un nuovo spazio che abbraccia la eco-rivoluzione. Sembra che le chiese, sinagoghe e altri luoghi di culto stiano ascoltando le richieste dei loro eco-parrocchiani e sembra le vogliano prendere sul serio.

Una relazione dell’Associated Press pubblicata ieri sul msnbc.com indica la crescente tendenza dei luoghi di culto alla ricerca della certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design, una sorta di certificazione ambientale). Finora sono dieci le congregazioni che negli Stati Uniti hanno ottenuto tale certificato, ed altre 54 stanno tentando di ottenerla.

Isole Carteret: la prima terra sgomberata a causa dei cambiamenti climatici

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Il giorno che in molti aspettavano è purtroppo arrivato. Un punto di riferimento nella storia del cambiamento climatico globale sta avvenendo mentre ne parliamo, nella totale indifferenza del resto del mondo. Le isole Carteret, in Papua Nuova Guinea, sono diventate il primo sito al mondo in cui tutti i residenti sono dovuti essere spostati a causa del cambiamento climatico. Si tratta dei primi rifugiati ufficiali del riscaldamento globale, visto che sono costretti a spostare la propria vita lontano dalla minaccia sempre crescente delle acque, le quali rischiano di superare le loro case e le coltivazioni. L’isola che chiamano casa sarà completamente sommersa entro il 2015.

Questa storia ha inizio un paio di anni fa, quando è stato suggerito agli isolani di lasciare la loro terra a causa dei cambiamenti climatici. Ma adesso che le previsioni si stanno effettivamente avverando, nessuno sembra più prestare attenzione. E se lo scenario non è così apocalittico come qualcuno potrebbe immaginare, la vita per gli isolani è davvero impossibile.

Olkiluoto, la centrale nucleare più grande del mondo che crolla per un temporale

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E’ incredibile che si continui a puntare sul nucleare nel mondo, ed è ancora più incredibile che ci si fidi di Areva, un’azienda che non ha mai dimostrato nulla ma che anzi, ha dimostrato una completa inaffidabilità. Sotto accusa, da molti anni ormai, è la centrale nucleare di Olkiluoto, in Finlandia, che sarebbe dovuta essere la più grande al mondo. Sarebbe, appunto.

Infatti la data del suo completamento era prevista nel 2005 ma oggi, a 4 anni di distanza, non solo i lavori non sono stati ultimati, ma non si vede nemmeno la luce alla fine di questo tunnel. I ritardi sono stati accumulati a causa di incongruenze rispetto ai progetti, imperfezioni nelle costruzioni e tanti altri motivi che per una centrale nucleare, la più pericolosa al mondo, sono molto gravi.

Se infatti mettere in sicurezza un reattore nucleare è fondamentale, figuriamoci quanto possa essere rendere sicura la più grande centrale nucleare del mondo. In quasi 4 anni il costo si è raddoppiato, la costruzione dei sistemi di controllo elettronico non è stata ancora nemmeno iniziata, e già 2.100 sono state le “non conformità” al progetto originario che si sono susseguite.

La Mars diventa ecologica

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Chi l’ha detto che le multinazionali sono tutte inquinanti, sfruttatrici e senza scrupoli? Certo qualcuno, forse la maggior parte, lo sarà, ma c’è anche chi si può riconvertire, come la Mars. L’azienda del cioccolato più famosa al mondo, che annovera decine di prodotti diversi, non soltanto il tipico cioccolatino che porta il suo nome, ha deciso di darsi all’ecologia, e per farlo si è rivolta a degli esperti.

In particolare ad uno, Howard-Yana Shapiro, fondatore della “Seeds for change” (Semi per il cambiamento), un’azienda produttrice di cibo biologico, che basa la sua attività sull’agricoltura sostenibile e la difesa dell’ambiente, ma che non si occupa soltanto di produrre cibo. La sua “mission” è principalmente quella di far conoscere le proprietà del cibo biologico e di diffondere i valori dell’ecologia in tutto il mondo. Fautore di tutto questo cambiamento è stato proprio Shapiro, che con la sua mentalità hippy è riuscito a far avvicinare anche un’enorme azienda come la Mars, dopo battaglie durate almeno 10 anni, all’ecologia.

Bioelettricità, l’energia del futuro

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Secondo una ricerca appena pubblicata nell’edizione on-line di Science, piuttosto che la conversione delle colture energetiche a carburante liquido per utilizzarle in un motore a combustione interna, è molto più efficace convertirle in energia elettrica per alimentare i veicoli. Rispetto all’etanolo, questo tipo di energia fornisce l’80% di chilometraggio in più per ettaro di coltura, ed al contempo raddoppia anche  il risparmio nelle emissioni.

Alcuni ricercatori delle Università della California di Merced e Stanford, hanno realizzato un programma sulla sicurezza alimentare e l’ambiente e hanno effettuato un analisi del ciclo di vita del bio-etanolo e dell’elettricità che riguardava sia l’energia prodotta da ciascuna tecnologia, ma anche l’energia consumata nella produzione dei combustibili e dei veicoli da loro alimentati.

Nonostante gli annunci di Berlusconi, gli italiani sono ancora contro il nucleare

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Non è servita a molto la protesta degli abitanti di Scanzano Jonico che nel 2003 bloccarono l’intera Basilicata, occupando tutte le strade d’accesso e le stazioni che portavano al sito individuato dal Governo per stoccare le scorie nucleari francesi. Quella volta fu un successo, ma forti della memoria corta degli italiani, i nostri governanti, che dopo 6 anni sono sempre gli stessi, ci riprovano, adducendo al favore del popolo che vuole il nucleare.

Ora, a prescindere dai sondaggi che millanta il Presidente del Consiglio, che si sa sono composti da poche centinaia di persone, tutte più o meno vicine a lui, sono molto più credibili i sondaggi che effettua l’Eurispes, un’agenzia di sondaggi europea e quindi non coinvolta tra le aziende del Presidente. Secondo i dati provenienti dal Rapporto Italia 2009, gli italiani che sono contrari al nucleare sono ancora la maggioranza.

Milano, presentata la casa ecologica senza bolletta

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Ogni mese che seccatura tra bollette di luce, gas, acqua, telefono, rifiuti, e chi più ne ha più ne metta. Delle volte viene voglia di mollar tutto e andare a vivere da eremiti su una montagna. Così almeno si evitano un bel po’ di noie. Ma se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto, ed ancora una volta l’ecologia ci viene incontro.

Costruita dalla Fondazione Symbola, è presentata in questi giorni alla Fiera Campionaria di Milano la casa più ecologica del mondo. Si autosostiene e non ha bisogno di pagare nemmeno una bolletta. Oltre a costare quasi nulla, solo 100 euro a metro quadro (per capire il risparmio, basta dire che il costo di un metro quadro nel capoluogo lombardo va dai 4.500 ai 7.500 euro).

34 kg di CO2 per fare un libro. Quanto emetterà la vostra casa?

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Quest’anno a Construmat, la fiera internazionale della costruzione che si svolge a Barcellona ogni due anni, il governo della Catalogna ha presentato il suo progetto “34 kg di CO2“, al margine di Casa Barcellona. 34 kg è l’esatta quantità di CO2 che è stata emessa per fabbricare il libro che porta quello stesso nome. Il tema della convention è: se 1,050 grammi di carta producono 34 kg di CO2, quanto emette la mia auto? O la mia casa? E come possiamo costruire in modo più sostenibile?

Scritto da Toni Solanas, Dani Calatayud e Coque Claret, il libro 34 kg di CO2 indica le cause del cambiamento climatico come una delle principali minacce per la salute del pianeta. Considerando il modo di misurare e ridurre le emissioni, giorno per giorno, sono stati utilizzati per misurare il livello di influenza sul nostro stile di vita del pianeta e dell’ambiente in cui viviamo, il nostro impatto ambientale, l’analisi del ciclo di vita e dell’impronta ecologica. Per raccogliere i dati sono stati intervistati 46 esperti provenienti dai campi dell’architettura, biologia, economia e altre discipline che hanno lavorato insieme per visualizzare il nostro impatto sul pianeta e per giungere con proposte creative per creare una cultura diversa, per una società più sostenibile.

L’Italia riscopre le spiagge pulite: 227 bandiere blu alla costa italiana


Qualche anno fa l’Italia rischiava di non ricevere nemmeno una bandiera blu per le sue strutture balneari. Si tratta di un riconoscimento assegnato dalla Fondazione per l’educazione ambientale, in collaborazione con il Consorzio nazionale batterie esauste, che va a quelle spiagge che sono al contempo pulite, ma che danno anche servizi aggiuntivi ai suoi visitatori, che vanno soprattutto nella direzione ecologica.

Fondamentale è stata la “moda” scoppiata da qualche anno dell’ecologia, perché gli stabilimenti balneari si sono subito adeguati, e hanno ripreso ad ottenere buoni risultati, premiati dalle bandiere blu. In particolare la valutazione riguarda lo smaltimento dei rifiuti, l’educazione ambientale anche dei turisti, aree pedonali, ciclabili e verdi, ma anche l’accesso al mare per i disabili.

Video: Principe Carlo & Friends per salvare l’ambiente

Abbiamo bisogno delle foreste. Tutti ne abbiamo bisogno.

Così si conclude il commovente e divertente video messo su Youtube da un paio di giorni dallo staff del Principe Carlo d’Inghilterra, in difesa delle foreste e della lotta per il clima. Pubblicato per lanciare a livello mondiale la sua campagna Rainforest’s Project, il Principe di Galles spiega in 90 secondi, insieme ai suoi amici, il motivo per cui sta girando mezzo mondo per tentare di convincere i grandi della Terra ad unirsi a lui per combattere contro la deforestazione e fare qualcosa per salvaguardare la cosa più importante che abbiamo: il nostro mondo.

Insieme a lui si sono prestati tanti personaggi famosi, da Harrison Ford al Dalai Lama, da Pelè a Robin Williams, dai bambini, studenti di mezzo mondo, ai suoi bambini, che poi tanto bambini non lo sono più, e cioè i principi Herny e William, fino ad una rana.

Progettato il palazzo più ecologico del mondo: ha orto, fattorie ed impianti ad energia rinnovabile

Qualche tempo fa vi parlavamo della “moda” dei giardini pensili nelle città moderne. Essi sono in grado, grazie a specifiche piante che si possono inserire sia sui terrazzi che sui muri esterni dei palazzi, di isolare l’intera casa, permettendo un minor consumo di energia per il riscaldamento o il raffreddamento degli interni, risparmiando così in emissioni di CO2 (oltre che nel portafoglio).

Cavalcando quest’onda, ma anche esagerandola un po’, gli architetti Romses recentemente hanno vinto un concorso che si è tenuto nella città di Vancouver dal tema “per affrontare il cambiamento climatico e per guidare un più denso sviluppo in maniera ecologica, riducendo le emissioni di anidride carbonica per il futuro”. Guardate un po’ che si sono inventati.

Foche salve, l’Unione Europea ne vieta la commercializzazione dei derivati

Quei piccoli cuccioli di foca che hanno commosso il mondo, con i loro sguardi innocenti e spauriti prima di ricevere quella bastonata fatale, hanno ottenuto una grande vittoria. Al fine di fermare la strage di questi bellissimi animali, l’Unione Europea ha approvato a larga maggioranza, 550 voti favorevoli, 49 contrari e 41 astensioni, un regolamento che vieta, all’interno di tutti i Paesi dell’Unione, di commercializzare i derivati delle foche, come le pellicce e la carne. Con le dovute eccezioni.

Esistono infatti delle popolazioni, chiamate eschimesi o inuit, che hanno come fonte principale per il loro sostentamento la commercializzazione di questi prodotti. In questo caso, l’Unione Europea prevede la possibilità di farlo. Infatti i prodotti importati potranno entrare soltanto in tre casi: se provenienti dalle attività inuit per la loro sussistenza, se i fini della caccia avranno una gestione sostenibile delle risorse marine, oppure se le merci importate saranno souvenir di viaggi in quelle zone.