Detroit inventa l’alta velocità cittadina solare

Fa sempre piacere vedere una città che pensa alla salute dei propri cittadini, e comincia a buttare giù i primi progetti di città ecologica. Peccato che questi provengano quasi sempre dagli Stati Uniti. Essi in ogni modo rappresentano un buon esempio, che si spera anche le città europee (ed italiane) possano seguire. Un giornale di Detroit ha esposto i piani dello Stato del Michigan per installare una linea ferroviaria magnetica in acciaio inox, in cui il treno va ad oltre 320 km/h, altro che alta velocità, alimentata ad energia solare. Il prototipo richiede una pista sopraelevata che va da Detroit a Lansing nel Michigan.

I dettagli del progetto comprendono navette costruite per essere alimentate ad energia solare e idrogeno. Gli sviluppatori hanno proposto che le piste servano anche come condotti per le linee in fibra ottica e di altri servizi di pubblica utilità. Il prototipo proposto non avrebbe utilizzato in questo modo il denaro pubblico. Il costo di due linee si aggirerebbe intorno ai 2,3 miliardi di dollari.

Allarme acqua: tra 20 anni metà della popolazione mondiale non ne avrà più

Uno dei più terribili allarmi che tutto il mondo si aspettava, è stato finalmente lanciato. L’Onu nei giorni scorsi ha indetto una serie di conferenze stampa, tra cui quella più importante durante il forum mondiale sull’acqua di Instanbul, per mettere in guardia il mondo sul problema acqua.

Secondo la relazione delle Nazioni Unite, entro il 2030 almeno metà della popolazione mondiale sarà a secco, e questo creerà drammatici problemi. Il principale avverrà nei Paesi in cui l’acqua scarseggerà, quelli africani, in quanto non sarà possibile per decine di milioni di persone raggiungere le riserve d’acqua dolce che già ora sono parecchio distanti. Questo porterà ad un alto tasso di mortalità, e di conseguenza anche a guerre civili per il controllo dell’acqua, proprio come sta succedendo in Darfur, secondo gli ultimi dati presentati da Ban Ki-Moon.

Fusione nucleare a confinamento inerziale, l’energia del futuro proviene dal laser

Una nuova energia rinnovabile si staglia all’orizzonte, e questa promette di essere molto rivoluzionaria. Si chiama “fusione nucleare a confinamento inerziale” ma attenzione, non vi fate prendere dal panico dalla parola nucleare, non ha nulla a che fare con le centrali nucleari che oggi conosciamo.

In comune con quelle infatti ha soltanto il nome ed il costo, circa 10 miliardi di dollari, ma per il resto è tutto diverso. Non c’è uranio, non c’è rischio di esplosione con conseguenti radiazioni, ma soprattutto non ci sono scorie radioattive, probabilmente il punto debole principale di questo genere di tecnologia.

Questa energia viene prodotta nel Nif (National Ignition Facility), una centrale grande quanto tre campi di calcio circa, composta da un’enorme laboratorio con 192 laser giganteschi, capaci di produrre un’energia di 50 volte superiore a quella finora prodotta da altri sistemi simili. Questi enormi laser hanno la funzione di essere puntati, come in un film di fantascienza, tutti in un unico punto. In quel punto al centro del laboratorio sarà posta una pillola. Più precisamente si chiama pellet, ha le dimensioni di una pillola ed è formato esternamente da normalissima plastica, mentre all’interno è riempito da idrogeno congelato.

Le Maldive diventano la prima nazione ad emissioni zero

Non sono soltanto un Paradiso in Terra per la bellezza dei paesaggi. Le Maldive stanno per diventare un Paradiso anche per i principi dell’ecologia. Questo Paese, formato da 1.200 atolli e 380.000 persone, è destinato a diventare al 100% a zero emissioni entro dieci anni. Il nuovo (primo) presidente democraticamente eletto, Mohamed Nasheed ha fatto dell’ambiente la sua priorità assoluta, perché l’aumento del livello del mare minaccia di inondare la sua terra stessa.

L’anno scorso, il Presidente ha annunciato che stava cercando di acquistare un altro territorio per “traslocare” la sua popolazione in un’altra terra, a causa delle sue paure sugli effetti del cambiamento climatico. Il Paese ha già speso 30 milioni di dollari per i lavori fatti per contrastare i danni delle alluvioni attorno alla capitale, Malè. Ma l’emergenza comprende non solo quella zona, ma ben l’80% delle isole che sono soltanto ad un metro sopra il livello del mare. Ora il presidente ha annunciato piani per eliminare l’uso dei carburanti fossili, sulle isole. Il programma comprende

una nuova generazione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili ed infrastrutture di trasmissione, con 155 grandi centrali eoliche, mezzo chilometro quadrato di pannelli solari sui tetti, ed un impianto a biomassa che brucia anche le bucce di cocco.

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Niente più ghiacciai tra 90 anni

Lo scenario di film apocalittici sui cambiamenti climatici potrà sembrare una barzelletta rispetto alla realtà. A lanciare l’allarme è un gruppo di scienziati californiani, i quali osservando i dati di scioglimento dei ghiacciai degli ultimi 30 anni, e confrontandoli con i modelli matematici di previsione climatica, hanno sentenziato che, di questo passo, nel 2100 sulla Terra sarà scomparso il ghiaccio.

La ricerca, pubblicata su Nature Geoscience, è stata effettuata dal gruppo guidato da Julien Boé dell’Università della California di Los Angeles. Le osservazioni partivano dai dati del 1979, e riguardavano il cosiddetto “stato di salute” dei ghiacciai del bacino del Nord, e venivano confrontate con le ultime complete sulla stessa zona del mondo, quelle del 2006. Ebbene, in soli 27 anni l’area ricoperta dai ghiacciai è diminuita di 100 mila chilometri quadrati, pari al 25% dell’intera estensione, praticamente è scomparso un quarto dei ghiacci esistenti.

Effetto clima e biodiversità, a rischio dieci grandi specie dagli orsi alle tigri… all’uomo

Allarme del Wwf, l’ennesimo appello contro la minaccia alla biodiversità messa in atto dall’uomo e dalle attività umane: sono a rischio le grandi specie. Non parliamo di animali pseudosconosciuti, specie rare, che si trovano solo in pochi zoo del mondo. Qui si sta rischiando di perdere il patrimonio delle specie conosciute da tutti, quelle che popolano i libri di infanzia per bambini, quelle che alla voce animali nel popolare gioco “nomi, cose, città” ci vengono per prime in mente.

Si tratta di pinguini, orsi polari, tigri, elefanti africani, tartarughe marine, balene, delfini, albatross, canguri, oranghi, barriere coralline. Non possiamo certo dire di non conoscerli o di non averne mai sentito parlare. Abbiamo tutti avuto almeno un pupazzetto a forma di orsacchiotto, o un poster con le acrobazie di un delfino, abbiamo visto almeno una volta nella vita al circo o allo zoo un elefante, o una tigre. Ebbene, tra qualche anno, potremmo solo ricordarceli questi animali, magari vederli soltanto imbalsamati al museo di storia naturale, come ora guardiamo gli scheletri dei dinosauri.

I rumori umani causano la morte di migliaia di animali marini

I suoni generati dagli esseri umani hanno le potenzialità per incidere in misura significativa sulla vita degli animali acquatici. Finora questo era risaputo per quanto riguardava i delfini e le balene, i quali confusi dai rumori, finivano col perdersi e molto spesso spiaggiarsi. Secondo una nuova ricerca pare che questo però avvenga anche in specie ben diverse da quelle più grandi e che meglio conosciamo.

L’incisività da parte dell’uomo sui singoli animali è in larga misura sul loro benessere, fino alla riproduzione, la migrazione e mette in pericolo persino la sopravvivenza della specie stessa. Secondo questo studio, gli animali marini potrebbero subire effetti negativi che vanno dalla perdita dell’udito ad una maggiore influenza nella propria vita a causa dei rumori ambientali, in modo non dissimile per gli esseri umani e per gli animali terrestri. Come se il vostro vicino decidesse di utilizzare per tutto il giorno un martello pneumatico per tutta la vita. Voi come vi sentireste?

Principe Carlo: “Abbiamo 100 mesi per evitare la catastrofe”

Parlando ad oltre 150 dirigenti d’azienda, al convegno sulle misure da adottare per combattere la crisi economica a livello mondiale di Rio de Janeiro, il principe Carlo ha lanciato un avvertimento agghiacciante: il tempo per salvare il pianeta sta scadendo.

Le proiezioni più ottimistiche ci dicono che abbiamo meno di 100 mesi (poco più di 8 anni, ndr) per modificare il nostro comportamento, prima che i cambiamenti climatici comportino rischi catastrofici ed orrori inimmaginabili. Le difficoltà che il mondo affronta oggi saranno nulla in confronto ai concreti effetti che il riscaldamento globale avrà sull’economia mondiale. I primi risultati sono che in vaste aree del mondo moltissime persone sono costrette sin da ora a fuggire da inondazioni o siccità. C’è incertezza sulla produzione di cibo e sulla mancanza di acqua e, naturalmente, sulla crescente instabilità sociale e di potenziali conflitti. Essa incide sul benessere di ogni uomo, donna e bambino sul nostro pianeta.

Il principe poi ha ribadito che solo lo sviluppo sostenibile, in particolare alla luce della crisi economica attuale, è la strada migliore per l’umanità.

Microsoft tenta di abbattere di un terzo le sue emissioni entro il 2012

Microsoft sta tentando di cavalcare, come il resto del mondo, l’onda ecologica, e tenta di concentrarsi sulla riduzione delle proprie emissioni. Già in precedenza si sapeva che l’impegno iniziale si era basato sul tentativo di aumentare l’efficienza energetica dei data center, ma la società sta cercando di fare di più per abbattere la propria impronta ambientale.

La società ha fissato come obiettivo il ridurre le emissioni di carbonio per unità di reddito del 30% rispetto ai livelli del 2007 entro il 2012, in pratica portare le emissioni dagli 880 milioni di tonnellate di CO2 all’anno fino a non più di 600. Questo è un obiettivo molto importante, che Microsoft cerca di ottenere per dare un buon esempio a tutta la società, dato che chiunque è in grado di farlo, o almeno di provarci. Ma come farà il colosso americano a raggiungere il suo obiettivo?

Sting apre il suo eco-agriturismo in Toscana e svela i suoi segreti

La leggenda del rock, Sting, ha aperto per la prima volta nella sua vita un agriturismo in Toscana, un luogo dove ha risieduto per la maggior parte degli ultimi 15 anni. Il cantante ha presentato all’emittente regionale Rtv38 la sua azienda, descritta come 100% biologica.

Io sono un agricoltore che si prende cura della terra per alimentare e non per saccheggiarla. Sono venuto qui e ho deciso di rimanerci e di diventare un imprenditore agricolo, anche perché ho voluto a nutrire la mia famiglia con i prodotti di qualità vera e propria in un ambiente sano. Tutti sanno del mio impegno ambientale, soprattutto per la foresta pluviale del Sudamerica. Con questa attività in Toscana sto cercando di aiutare me stesso e coloro che sono vicini a me per vivere meglio in un contesto naturale.

Queste le parole di presentazione del nuovo contadino rock. Il suo appezzamento sarà “solo” di 300 ettari vicino a Figline Valdarno (30 km a sud di Firenze), e lì Sting produrrà olio extravergine di oliva, miele d’acacia e di castagno, marmellate, frutta e verdura. Questo anno inoltre ci sarà la sua prima vendemmia, con conseguente messa in commercia dei suoi vini rossi, che per adesso ancora non hanno un nome, proprio nella terra del Chianti. Vini che, come vuole la tradizione, rimarranno “a riposo” per circa due anni ed poi saranno venduti in oltre 30.000 bottiglie.

I prodotti anti-termiti sono dei potentissimi gas serra

Una sostanza chimica comunemente usata per eliminare le termiti ed altri parassiti dagli edifici è paradossalmente uno dei più problematici gas a effetto serra che gli scienziati abbiano mai rilevato. Il gas in questione si chiama fluoruro di solforile, ed è diventato il miglior prodotto fumigante dopo il bromuro di metile. Vietato dal protocollo di Montreal del 1987 a causa della sua potenziale chimica distruttiva per l’ozono, oggi è nuovamente in commercio.

Tali prodotti sono molto importanti per il controllo di parassiti nei settori agricoli e nella costruzione. Ma con il bromuro di metile in fase di esaurimento, l’industria ha dovuto trovare soluzioni alternative, per cui il fluoruro di solforile si è evoluto per comprire quel ruolo.

Queste le parole Ron Prinn, direttore del MIT’s Center for Global Change Science e co-autore della nuova ricerca. Fino all’uscita di questo lavoro, nessuno sapeva esattamente per quanto tempo sarebbe durato il gas nell’atmosfera dopo essere fuoriuscito dalle bombolette in commercio.

La nostra analisi ha dimostrato che la durata è di circa 36 anni, otto volte superiore rispetto a quello che si credeva all’inizio

ha continuato Prinn, indicando che la maggior parte del fluoruro di solforile che si rilascia nell’atmosfera è assorbito dal mare.

Disney rivela il suo piano ecologico

Disneyland di certo non è il luogo più ecologico della terra, ma entro 3-5 anni la società che lo controlla prevede di minimizzare l’impronta ambientale di Topolino, riducendo le emissioni di metà, riducendo il consumo di elettricità del 10% e dimezzando l’immondizia entro il 2013.

L’obiettivo a lungo termine, secondo la relazione della Walt Disney Company sulla nuova responsabilità del piano ambientale, è quello di arrivare a zero rifiuti ed emissioni. Forse gli azionisti, in occasione della recente riunione annuale, sono stati invogliati dall’impatto finanziario che la riduzione dei costi energetici potrà avere sui loro ricavi.

Plaudiamo Disney per la sua leadership nell’adottare questi obiettivi, in particolare per la sfida in tempo di crisi dell’economia globale

ha affermato Peter Seligmann, presidente della Conservation International, che ha offerto consulenza sullo sviluppo delle nuove strategie di sostenibilità. Anche se un “consiglio ambientale” dei dirigenti è in vigore da due anni, finalmente queste iniziative prevederanno di attuare l’impegno annunciato e mai messo in pratica nelle opere.

Anche Pininfarina si dà alle auto elettriche

Un auto elettrica con batterie al Litio-Polimero e super-immagazzinatore di energia. Molto probabilmente sarà questa l’auto del futuro. La B0 (B Zero), auto elettrica creata da Pininfarina in Italia e in Francia da Bolloré, ha un aspetto molto promettente, in buona parte, perché non si tratta solo di una concept car. Le parti affermano che le prime unità verranno consegnate entro un anno. Il leasing (€ 330/mese) sarà disponibile in sei Paesi europei, e si può prenotare già da oggi.

La sua batteria ricaricabile permetterà di raggiungere i 250 km all’ora, anche se non è la più veloce mai inventata tra le auto elettriche, dato che la più potente raggiunge i 300. La B0 avrà però, aspetto molto importante, un limitatore elettronico di velocità, che potrà essere usato dai genitori in pensiero per i propri figli, che permetterà di raggiungere una velocità massima di 130 km/h, mantenendo potenti funzionalità di accelerazione (sarà capace di passare da zero a 60 km/h in 6,3 secondi. La B0 è alimentata da pannelli solari sul tetto, con un immagazzinatore di energia, in modo da contribuire a ricaricare l’auto anche in riserva.

La buona notizia: aumenta il riciclaggio della plastica

Secondo la 18a relazione annuale post-consumo sul riciclaggio delle materie plastiche, redatta dall’American Chemistry Council (ACC) e dall’Associazione dei consumatori e ricliclatori di plastica, il riciclaggio da parte dei consumatori è aumentato 124 milioni di euro nel 2007. Questo aumento del 5,2% negli Stati Uniti ha permesso di raggiungere un record di oltre 2 miliardi e mezzo di euro all’anno solo per il riciclo.

Siamo lieti di vedere che il riciclaggio delle materie plastiche continua ad aumentare. Il riciclaggio continua a crescere perché la gente riconosce che le materie plastiche sono una risorsa preziosa, troppo preziosa per diventare rifiuti.

Queste le parole di Steve Russell, managing director dell’ACC della Divisione Plastica. Poiché l’indagine è iniziata nel 1990, i dati indichano che il riciclaggio è aumentato ogni anno. Secondo il rapporto, il tasso di riciclaggio delle bottiglie è leggermente aumentato, ma in generale è rimasto costante per i primi anni, con un incremento improvviso ed un’oscillazione intorno al 24% soltanto negli ultimi.