Fa la cosa giusta: la fiera dell’ecologia d’Italia

Si apre dopodomani, 13 marzo, la quinta edizione di uno degli appuntamenti più ecologici del nostro Paese. Si chiama “Fa la cosa giusta“, ed è una fiera che si terrà a Milano per tre giorni, e che riguarderà i nuovi prodotti della moda, del commercio equo e solidale, dell’energia e del turismo, tutti rigorosamente ecologici.

Un esempio? Gli accessori ricavati dalle gomme delle auto. Prodotte da Hell’s Kitchen, sono tante idee provenienti dalle camere d’aria delle ruote di automobili, biciclette e quant’altro. Questa gomma infatti, ripulita da odori e sporcizia della strada, si è rivelato un materiale tessile ottimale per costruire borse, zaini, taccuini, fino addirittura al casco da moto. Tutto 100% ecologico, in quanto si sa che smaltire questo genere di rifiuti è difficile e scomodo. Ed invece in questo modo il riciclo avviene in modo intelligente.

Rifiuti pericolosi, blitz del Noe ai termovalorizzatori di Colleferro

Un blitz del Noe ha smascherato la notte tra l’8 ed il 9 marzo un giro di rifiuti sporchi provenienti dalla Campania, che venivano smaltiti illecitamente nei due termovalorizzatori, ora sotto sequestro, situati a Colleferro, alle porte di Roma.
I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Roma hanno arrestato tredici persone, con l’accusa di associazione per traffico illecito di rifiuti e truffa allo stato. A coordinare le operazioni di sequestro il capitano Pietro Rajola Pescarini. Tra i finiti in manette ci sono anche i dirigenti del consorzio che si occupa dello smaltimento e alcuni responsabili dell’Ama per il ciclo dei rifiuti.

Le accuse che hanno scatenato gli arresti dopo una serie di accurate indagini parlano di violazione di tutte le norme previste per i termovalorizzatori. In pratica a Colleferro finiva nei termovalorizzatori immondizia di ogni genere, senza alcun tipo di selezione, rifiuti pericolosi inclusi. Questi ultimi fatti arrivare apposta apposta, e non ce ne stupiamo, dalla Campania, per una volta però anzichè entrare nella regione meridionale tristemente nota per gli smaltimenti di rifiuti illeciti, ne uscivano nel flusso verso il Lazio.

Il piano casa dà una mano all’economia, anche se non ci crede nessuno

A margine della presentazione del ddl sul cosiddetto “Piano Casa“, una nuova legge che in pratica scioglie i nodi burocratici per l’edilizia, tra le mille polemiche sollevate non solo dall’opposizione, ma anche da alcuni rappresentanti della maggioranza e di tantissime persone che con la politica non ha nulla a che vedere, Berlusconi spiega il suo piano in questo modo:

significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perchè i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente.

In uno Stato serio, com’era l’Italia fino a poco tempo fa, queste operazioni si sarebbero chiamate “abusivismo edilizio“. Quando infatti si parlava di abusi, venivano alla mente delle case costruite in zone non edificabili o senza autorizzazione. Ma in verità la stragrande maggioranza degli abusi era dovuta proprio ad allargamenti impropri dell’appartamento, spesso pericolosi, visto che delle volte crollavano. Per rilanciare l’economia, secondo Berlusconi basterebbe non solo condonare, ma addirittura incentivare questo abusivismo.

L’Unione Europea? Una bomba al carbonio

Che nel sottosuolo ci fosse una gran quantità di carbonio, questo lo si sapeva, ma che soltanto sotto i piedi degli abitanti dell’Unione Europea ci fossero 75 miliardi di tonnellate di carbonio, pari al consumo di circa 700 miliardi di automobili, è una novità. Una novità che scotta e fa paura.

A lanciare l’allarme è Stavros Dimas, commissario europeo all’ambiente, il quale ha annunciato che da recenti calcoli si è arrivati alla conclusione che siamo seduti su una potenziale bomba che, se gestita male, potrebbe portare a conseguenze gravissime. Secondo il commissario portoghese infatti se soltanto lo 0,1% di quanto è presente nel nostro sottosuolo dovesse fuoriuscire, ci ritroveremmo ad avere un inquinamento pari a 10 milioni di automobili con il gas di scarico a tutto spiano in più.

Generare energia dagli esseri umani

Avete già abbandonato i buoni propositi per il nuovo anno, come perdere un po’ di chili? Delle recenti innovazioni potrebbero ispirare un esercizio che vi potrebbe dare la spinta a riprenderle, con una prospettiva ambientalista: generare energia rinnovabile dal movimento umano.

Il caso in questione è quello della Green Microgym di Portland, Oregon, una palestra in cui gli utenti possono generare energia elettrica bruciando calorie su alcuni dei macchinari per l’esercizio fisico.

Penso che questo aiuta alcune persone che si sentono un po’ meglio sapendo cosa avviene, e so che le persone sono orgogliose di essere parte della palestra, perché questa è ecologica.

Queste le parole di Adam Boesel, proprietario della palestra. Il motore gira con le calorie umane. Le persone sono in grado di fornire elettricità, facendo qualcosa che normalmente non pensano come produttrice di energia (come cambiarsi i vestiti o aprire una porta), ma non sanno che questi semplici moviementi producono elettricità.

Vento al lavoro, Ewea: “per trovare un’occupazione i giovani si specializzino nell’eolico”

Un vero e proprio gap, quello evidenziato dall’Ewea, relativamente alle figure professionali da impiegare nel settore dell’energia eolica. Due, in particolare, le posizioni che rimangono spesso scoperte per mancanza di candidati: gli ingegneri e il personale addetto alla gestione degli impianti industriali.

Queste le lacune lamentate dai produttori, alle quali si aggiungono le difficoltà a reperire esperti nel settore eolico denunciate dai promotori che operano nel rinnovabile: mancano i project manager, vale a dire i professionisti addetti all’ottenimento dei permessi per costruire i parchi eolici, con tutto quello che questo oneroso compito comporta: richiesta di autorizzazioni, conoscenza del territorio, raggiungimento del via libera alla concretizzazione dei progetti. Il lavoro manca e questo è un dato di fatto, ma allora perchè lasciare posti vuoti, non coperti, proprio in un settore in espansione che promette grandi cose per il futuro, soprattutto in Europa, da sempre in prima linea sulle energie pulite?

Il Governo favorisce le Eco-mafie

In campagna elettorale Berlusconi ha promesso che non avrebbe mai fatto un indulto o un condono edilizio se l’avessero eletto. Ma come spesso accade per i politici, le promesse lasciano il tempo che trovano, e così il Governo ha deciso di preparare l’Italia al più grande condono edilizio della sua storia.

Sulla tutela dell’ambiente l’Italia sta arretrando e questo rischia seriamente di essere un regalo alle ecomafie e alla criminalità ambientale.

Esordisce così il comunicato stampa diramato da Legambiente che riguarda le nuove norme edilizie che il Parlamento sta discutendo, e che cambieranno per sempre lo scenario italiano. Il pericolo infatti, avvertono da Legambiente, è che si torni all’abusivismo edilizio ed alle costruzioni senza regole degli anni ’60, quelle descritte perfettamente dal film “Le mani sulla città” di Francesco Rosi, in cui speculatori senza scrupoli, grazie all’assenza dello Stato, hanno potuto fare il bello ed il cattivo tempo nelle costruzioni cittadine, creando migliaia di edifici brutti ed insicuri.

Rinoceronti di Giava, Big Brother is watching you!

I rinoceronti di Giava, una specie di mammiferi rara, rarissima. Prossima all’estinzione. Le stime parlano di solo sessanta esemplari reduci al mondo. Da qui la necessità di un monitoraggio costante che testimoni le difficoltà in cui versano questi straordinari animali in Indonesia, ma anche la bellezza, l’unicità dell’ennesimo pezzetto di biodiversità che rischiamo di cancellare per sempre ( salvo ricostruirlo geneticamente in laboratorio, come si è ipotizzato per mammut e tigre della Tasmania, ma anche per l’uomo primitivo, e di ricreare quest’ultimo lo trovo di un assurdo inspiegabile, non vedo la necessità di rivivere l’era delle caverne, non fu un periodo felice per noi umani, non che ora lo sia, però…).

Ad ogni modo una sorta di Big Brother, ben trentaquattro telecamere, sono state piazzate dal WWF nel bel mezzo della foresta indonesiana, l’unica, l’ultima, in cui ancora sopravvivono questi mastodontici mammiferi. I rinoceronti di Giava sono davvero enormi: pensate che possono arrivare a pesare ben 2.300 chilogrammi ed a raggiungere i tre metri di estensione in lunghezza.

Al Gore propone l’estensione .eco ai siti di ecologia

Proprio quando si pensava che il mondo non aveva bisogno di un altro dominio di primo livello (.Tv, . Biz, .org, ecc), arriva il solito Al Gore con gli amici ecologisti per chiederne un altro. Una società denominata Eco Dot LLC sta chiedendo per la creazione del dominio .eco, cioè un dominio di primo livello che potrà essere attivato attraverso il processo di applicazione di ICANN gTLD.

Il comitato consultivo per il gruppo comprende anche Davis Guggenheim (regista di An Inconvenient Truth), Roger Moore (celebre attore ed Ambasciatore per l’UNICEF), Richard Muller (Autore di Fisica per futuri presidenti e contribuente al gruppo di esperti intergovernativi sui cambiamenti climatici) e Jim Dufour della Scripps Institution of Oceanography. A unire tutti in questo sforzo è Al Gore e la sua alleanza no-profit per la Protezione del Clima.

Perché le energie rinnovabili dovrebbero farci uscire dalla recessione?

Il Nikkei Business Publications ha recentemente annunciato i risultati di un sondaggio condotto in Giappone effettuato su 1.300 ingegneri del settore manifatturiero, l’attuale leader, se così si può definire, della recessione globale. Essi sono stati invitati a rispondere a difficile domande circa l’impatto della recessione e le misure per farvi fronte.

Sorprendentemente (non tanto per noi ma per la classe dirigente odierna) uno schiacciante numero, la maggioranza di essi, pensa che le celle solari, elettriche, a combustibile, i veicoli ibridi e l’energia eolica potrebbero fornire le scoperte di cui abbiamo bisogno per uscire dalla crisi. I risultati hanno mostrato una forte fiducia degli ingegneri di progettazione e di fabbricazione del Giappone della solida infrastruttura industriale e tecnologica di alto livello, la Nikkei:

La chiave per rompere l’andamento della recessione è lo sviluppo di celle solari, veicoli elettrici, e settore agricolo/alimentare, in ordine decrescente.

Una scomoda verità…al contrario, parte seconda

Oggi tenteremo di concludere la confutazione dell’articolo dell’Indipendent dei giorni scorsi, il quale tenta di smontare la maggior parte delle tesi ambientaliste perché ritenute delle false verità dal giornale britannico. Ieri la prima parte (per chi se la fosse persa, basta cliccare qui), oggi invece completiamo il quadro, partendo però dal dar ragione, su un aspetto, al giornalista dell’Indipendent, il quale oggi ci trova d’accordo su molti punti.

Una delle sue tesi infatti è che le auto ibride non facciano risparmiare così tanto in termini di impatto ambientale. Secondo quanto riportato nell’articolo, la prima auto di questa generazione, e sicuramente la più famosa, la Toyota Prius, non farebbe risparmiare del carburante, ma anzi, in termini di emissioni, consumerebbe anche di più di un modello diesel di 10 anni prima. In un esperimento si è misurato quanto carburante viene utilizzato per alimentare entrambi i motori della Prius (anche quello elettrico ha i suoi consumi), confrontandolo su un lungo viaggio con il consumo di una Bmw. Si è notato quindi che l’auto ibrida consumava leggermente di più in termini di carburante, e faceva risparmiare il guidatore soltanto quando pagava la tassa del casello autostradale o quando girava nel centro cittadino. Se i dati sono corretti, potrebbe anche andar bene questa obiezione. Ma stiamo sempre parlando di un auto del 1997, la prima del suo genere. Sono sicuro che se il giornalista provasse una delle auto più moderne, le rilevazioni sarebbero ben diverse.

Il Mar Morto sta morendo veramente

Il livello d’acqua nel Mar Morto, il punto più profondo della Terra, è calato ad un ritmo allarmante, con gravi conseguenze ambientali, secondo Shahrazad Abu Ghazleh e colleghi presso la University of Technology  di Darmstadt, in Germania.

Il progetto del canale Mar Morto-Mar Rosso o del Mediterraneo-Mar Morto servirà per ri-riempire il Mar Morto fino al suo livello precedente, al fine di generare energia elettrica sostenibile e produrre acqua dolce dalla desalinizzazione. Lo studio mostra anche che il calo dei livelli di acqua non è il risultato dei cambiamenti climatici, ma è dovuto al consumo umano di acqua sempre più eleveto nella zona.

Una scomoda verità…al contrario

Nei giorni scorsi l’Indipendent, quotidiano britannico di solito molto vicino ai temi ecologici, è uscito con un articolo che ha subito creato delle polemiche. Con il titolo “Verità scomode: non credete al lavaggio del cervello ecologico“, il giornalista ha tentato di smontare alcune tesi ecologiche, tacciandole per non vere o dannose. Per dovere di cronaca, alcuni punti andrebbero rivisti. Non capiamo come mai questa presa di posizione, visto che fino al giorno prima gli argomenti erano esattamente opposti a quelli esposti in questo articolo, ma nel complesso il tentativo è stato fallimentare, visti i commenti lasciati dagli utenti, ma anche perché alcune tesi sono davvero insostenibili.

Iniziamo ad analizzarle una per una per capire se esse dicono la verità. Il primo punto riguarda la produzione di energia eolica, la quale potrebbe concedere gran parte dell’elettricità pulita a costo di migliaia di vite di uccelli migratori. Questo è vero in parte, perché capita a volte che alcuni uccelli possano capitare tra le pale eoliche e, sbattendoci contro, morire. Il giornalista però qui non specifica che il numero degli animali, per quanto grande in termini assoluti, rappresenta soltanto una minima parte rispetto ai miliardi di uccelli esistenti sulla Terra, ed inoltre si dimentica che esistono modi di produrre energia eolica meno invasivi e quindi molto meno pericolosi delle centrali offshore, a suo dire le più letali.

Capitali verdi Europee: Stoccolma e Amburgo premiate per la sostenibilità urbana, a quando una reginetta italiana?

Reginette della sostenibilità urbana: Stoccolma e Amburgo. Sono le capitali verdi europee, rispettivamente per il 2010 ed il 2011. Un premio istituito dalla Commissione Europea per incentivare le spinte verso un green new deal anche tra i capoluoghi dell’Unione.

Migliorare la qualità dell’aria, aumentare gli spazi verdi, pianificare il tessuto urbano nel pieno rispetto dell’ambiente, diminuire le emissioni, questi alcuni dei tanti eco-parametri da rispettare per aggiudicarsi il titolo di capitale verde d’Europa.
Tutte misure che, in sintesi, non fanno altro che accrescere la qualità della vita nelle città, messa a dura prova da inquinamento, traffico, poco verde e pochi spazi. Ma cosa hanno fatto Stoccolma e Amburgo per essere incoronate sbaragliando le altre concorrenti?