Fusione nucleare a confinamento inerziale, l’energia del futuro proviene dal laser

di Redazione Commenta

Una nuova energia rinnovabile si staglia all’orizzonte, e questa promette di essere molto rivoluzionaria. Si chiama “fusione nucleare a confinamento inerziale” ma attenzione, non vi fate prendere dal panico dalla parola nucleare, non ha nulla a che fare con le centrali nucleari che oggi conosciamo.

In comune con quelle infatti ha soltanto il nome ed il costo, circa 10 miliardi di dollari, ma per il resto è tutto diverso. Non c’è uranio, non c’è rischio di esplosione con conseguenti radiazioni, ma soprattutto non ci sono scorie radioattive, probabilmente il punto debole principale di questo genere di tecnologia.

Questa energia viene prodotta nel Nif (National Ignition Facility), una centrale grande quanto tre campi di calcio circa, composta da un’enorme laboratorio con 192 laser giganteschi, capaci di produrre un’energia di 50 volte superiore a quella finora prodotta da altri sistemi simili. Questi enormi laser hanno la funzione di essere puntati, come in un film di fantascienza, tutti in un unico punto. In quel punto al centro del laboratorio sarà posta una pillola. Più precisamente si chiama pellet, ha le dimensioni di una pillola ed è formato esternamente da normalissima plastica, mentre all’interno è riempito da idrogeno congelato.

Nel momento in cui i 192 laser vengono puntati contemporaneamente sul pellet, questo viene compresso e riscaldato, e finisce con lo sprigionare una temperatura superiore ai 420 milioni di gradi Celsius, praticamente molto di più anche del calore all’interno del Sole. Questa energia poi viene incanalata verso del sale liquido che produce vapore, il quale a sua volta alimenta una turbina che crea elettricità con il vecchio sistema dell’alimentazione a vapore. In pratica si crea elettricità senza bruciare combustibili fossili altamente inquinanti.

Attualmente l’unico Nif esiste a San Francisco, California, ed è ancora a livello sperimentale, in quanto per poter essere messo in commercio ha bisogno di ottenere un guadagno in termini di energia, perché quella prodotta deve superare quella utilizzata per poterla produrre, altrimenti non sarebbe conveniente. Per poter perfezionare e commercializzare l’idea, assicurano dagli States, ci vorranno una decina di anni circa, ma alla fine di questa attesa (che ricordiamo sarà all’incirca quella che ci vorrà per vedere funzionare la prima centrale nucleare in Italia), potremo avere una quantità enorme di elettricità senza alcuna scoria o rifiuto tossico.

Fonte: [Repubblica]

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