Il rumore del terremoto, dall’INGV nuovi dati sui rombi sismici

di Redazione Commenta

Il rumore del terremoto, la sua percezione, le sue caratteristiche. Una nuova ricerca dell’INGV da poco pubblicata su Geophysical Research Letters e intitolata “La percezione del rombo sismico” propone nuovi interessanti dati sui rombi, grazie anche alla grande raccolta dati resa possibile attraverso il sito Haisentitoilterremoto.it.

L’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, si rende protagonista in uno studio sul rumore dei terremoti. Realizzato da Patrizia Tosi, Paola Sbarra e Valerio De Rubeis, lo studio si basa sui 77 mila questionari macrosismici dedicati ai sismi in Italia che i cittadini hanno compilato sul sito Haisentitoilterremoto.it. Come si legge nel comunicato stampa ufficiale, nonostante del rumore dei terremoti si parli in dei testi di Seneca

L’effetto acustico, chiamato anche rombo sismico, era stato però trascurato sia da Mercalli che dagli altri studiosi degli effetti dei terremoti, per le intrinseche difficoltà nel registrare il fenomeno. Oggi, grazie alla diffusione di internet, il contributo dei cittadini può sostituire una costosa rete di sensori.

La tesi che propongono i ricercati nel loro studio è che l’andamento della percezione del rombo sismico in relazione alla distanza dall’epicentro del terremoto segue una “legge analoga a quella degli altri effetti del terremoto”. Di conseguenza, anche questo effetto può essere tenuto da conto in tutti i futuri studi per caratterizzare l’impatto dei terremoti sui vari territori.

Dai dati raccolti dall’INGV emerge inoltre che il 40% delle persone coinvolte nel progetto dichiara di aver udito il rumore del terremoto prima degli effetti dello stesso. I ricercatori spiegano come sia comprensibile sulla base del fatto che le onde sismiche conoscono diverse velocità di propagazione: prima possono essere percepite le onde P, poi le onde S, quest’ultime più facili da recepire. Anche le onde P possono essere percepite, tuttavia, anche se con maggior difficoltà. A ciò è legato anche il fenomeno degli animali che recepiscono in anticipo l’arrivo di una scossa: il loro udito permette una migliore percezione delle onde P, spiegano i ricercatori.

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