Smog, nuove regole in Toscana

di Redazione Commenta

Torniamo a parlare di inquinamento, salute pubblica e ruolo delle istituzioni. Siamo in Toscana, dove la nuova rete della qualità dell’aria può contare su 32 centraline, la cui collocazione è stata ridisegnata dalla Regione, insieme all’Arpat e alle Province, alla luce delle nuove regole antismog approvate dalla giunta regionale, giunta che proprio ieri ha deliberato l’adeguamento alla direttiva europea del 2008, recepita, ahinoi con ritardo, a livello nazionale soltanto nel 2010.

Sulle modalità di calcolo del PM10 sostanzialmente a cambiare sono i criteri basati sulla localizzazione delle centraline di rilevamento. Infatti, il superamento del limite di polveri sottili, non sarà considerato significativo qualora registrato dalle stazioni in strade altamente trafficate, bensì se avviene nei siti di fondo urbano, ovvero quelli in cui si può calcolare la reale esposizione media della popolazione allo smog.

La mappa dello smog della Toscana, con le aree a maggior rischio sforamento PM10, è stata ridisegnata anche alla luce di altri fattori, oltre a quello sopra citato del traffico, tra cui le caratteristiche geografiche in relazione alla densità, la presenza di industrie, i dati meteoclimatici.

La delibera regionale stabilisce che siano i Comuni stessi a dover intervenire in caso di sforamento entro il quindicesimo giorno. Ovviamente, il limite ultimo di quindici giorni stabilito come linea guida non impedisce certamente ai Comuni di agire anche prima, prendendo tempestivamente gli opportuni provvedimenti.
E se i sindaci non correranno ai ripari, l’inadempienza dei Comuni verrà comunque colmata dalla Regione che si riserva il diritto di esercitare il potere sostitutivo. E si mostra alquanto soddisfatta delle nuove regole recepite in Toscana in materia di smog, l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini:

Questa è l’occasione per avviare un nuovo corso con i Comuni e far sì che a rivelazioni certe e tecnicamente valide sulla qualità dell’aria, facciano seguito interventi efficaci da parte dei Comuni e, quando occorre, interventi contingibili e urgenti.

[Fonte: ASCA]

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