Spiagge ai privati per 90 anni, si scatenano le proteste

di Redazione 1

Criticato per non aver smaltito la burocrazia e non aver fatto nulla per lo sviluppo economico, il Governo improvvisamente ieri si è svegliato ed ha inserito una norma nel decreto sviluppo che ha fatto saltare sulla sedia milioni di italiani. Rispettando il principio secondo cui “vale tutto ciò che non è previsto dalla legge”, il Governo ha deciso di “regalare” le spiagge ai privati.

La ratio del provvedimento sta nel fatto che non si fanno grossi investimenti negli stabilimenti balneari in Italia, in quanto le concessioni sull’utilizzo dei tratti di spiaggia vengono concesse di anno in anno. E così ecco il colpo di genio: dare la concessione novantennale sulla superficie demaniale.

Durante la presentazione del decreto, il Ministro Tremonti ha tenuto a specificare che non si tratta di una vendita di spazio pubblico, in quanto la proprietà rimane allo Stato, ma solo una concessione a fare ciò che si vuole nell’area assegnata per i prossimi 90 anni. Gli unici paletti entro cui gli imprenditori dovranno muoversi sono i vincoli paesaggistici e ambientali già stabiliti dalla legge.

Il decreto prevede anche l’istituzione di uno sportello a cui gli aspiranti imprenditori balneari potranno rivolgersi per tutte le pratiche e le concessioni, in modo da far fruttare gli oltre 7 mila chilometri di coste ancor di più di quanto non fruttano oggi, ed in modo più duraturo per poter sviluppare meglio i progetti sulla costa. Certo, se i vincoli ambientali rimangono inalterati, difficilmente si potranno operare sviluppi diversi da quelli già attuati fino ad oggi, e così l’unico vantaggio sembra essere quello di fare la trafila burocratica solo una volta e basta. Anche perché nel decreto è specificato che il diritto di passaggio e di utilizzo dev’essere garantito, tanto da limitare a circa 3.500 i chilometri “privatizzabili”.

Ovviamente non sono mancate le polemiche, come quelle del WWF che ha definito una “catastrofe” questa decisione del Governo.

Siamo in presenza di una svendita e una privatizzazione dei litorali. La proposta del ministro sembra uno spot elettorale, e speriamo che non complichi la discussione perché introduce un diritto di superficie disciplinato in modo confuso

spiega il responsabile turismo del Pd Armando Cirillo, mentre Angelo Bonelli dei Verdi l’ha definito

un privilegio inaccettabile che aprirà la porta a speculazioni a danno dello Stato e dei cittadini. Una vergogna senza precedenti. Il governo privatizza le spiagge e le regala a chi le ha cementificate o a chi intende farlo.

Ma è Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, ad andarci giù più duro di tutti:

si tratta di un decreto sottosviluppo con all’interno un piano casa e la privatizzazione spiagge: un regalo senza precedenti a mafiosi, abusivi e speculatori. Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto così basso. Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano alla criminalità e agli speculatori con l’avallo del governo.

L’idea di base del Ministro dell’Economia, oltre che di rasserenare gli imprenditori, era anche di ottenere, con questa mossa, un abbassamento dei prezzi di circa il 20% sui prezzi degli stabilimenti balneari. Vedremo se avrà avuto ragione.

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