Sabato 5 giugno, giornata Mondiale dell’Ambiente dedicata alla biodiversità

giornata mondiale dell'ambiente 2010

Si tratta di una delle manifestazioni storiche, una delle prime a dedicarsi all’ambiente, e si protrae ormai da 38 anni. Si tratta della giornata mondiale dell’ambiente, organizzata dall’Onu, la quale serve per riportare in cima all’agenda politica e all’attenzione del pubblico le tematiche ambientali.

Come ricorda l’Onu sul suo sito italiano, questa manifestazione non serve per grandi rivoluzioni, ma per piccole iniziative personali che ognuno di noi può prendere per tutelare l’ambiente, come ripulire il proprio quartiere, smettere di usare le buste di plastica e convicere altri a farlo, piantare un albero, spostarsi in bicicletta, ecc. Qualsiasi sia la vostra iniziativa sarà sicuramente ben apprezzata, tanto che l’organizzazione vi invita ad inviare del materiale inerente ad essa (foto, filmati, testimonianze) sul sito dedicato alla manifestazione, dove verrà pubblicato.

Nel nome della biodiversità Parigi si colora di verde

mucche champs elysees

I turisti che si sono trovati a passeggiare sugli Champs Elysees di Parigi in questo fine settimana si sono imbattuti in qualcosa di diverso dal solito caffè chic e negozi di lusso: mucche, pecore, maiali, erba, e gli agricoltori che vendono i loro prodotti. L’occupazione per due giorni di una delle vie più famose al mondo è stata effettuata durante la notte, ma non con un fine sovversivo. Piuttosto la finalità ultima era quella di diffondere la conoscenza del settore agricolo del Paese che sta passando un brutto periodo proprio in questo campo, peraltro nell’anno della Biodiversità.

Si tratta di ristabilire il contatto con il pubblico su ciò che la nostra professione è e che cosa vogliono da essa. Vogliono i prodotti meno cari del mondo o invece vogliono prodotti che ripaghino i produttori?

si domanda William Villeneuve, presidente dei giovani agricoltori francesi che ha organizzato l’evento da oltre 4 milioni di euro.

Biodiversità in mostra a Roma

Abla Mahdi-SudanCi siamo spesso occupati di biodiversità in senso animale e vegetale, ma questa è solo la prima parte della parola più ampia “biodiversità”. Infatti in questo termine rientra anche l’uomo, che con le sue azioni a volte illogiche e a volte spietate, rischia di fare male anche a sé stesso.

A Roma, da oggi fino a domenica 23 maggio, presso l’Auditorium Parco della Musica si tiene la conferenza internazionale sulla biodiversità, con un festival internazionale che avrà al centro del proprio dibattito l’alimentazione, la natura e proprio l’uomo.

Sì perché la natura non è soltanto un qualcosa che ci appartiene come un dono di cui possiamo disporre a nostro piacimento, ma è principalmente un diritto di tutti. Un diritto spesso negato a quelle popolazioni povere che vedono il proprio territorio subire le ingiustizie di altre persone senza scrupoli che glielo distruggono sotto gli occhi.

Biodiversità: 23 specie a rischio estinzione in Italia, 2 già scomparse

delfini

L’Italia è la patria della biodiversità, ma forse tra qualche anno dovremo dire “era” la patria della biodiversità. Il nostro ambiente così mite e la nostra posizione geografica era ottimale per il proliferare di migliaia di specie animali e vegetali, ma piano piano stiamo diventando sempre più “nemici” di questi esseri, tanto da minacciarli di estinzione.

Secondo la lista rossa stilata dal WWF, in Italia ci sono 23 specie di animali che rischiano di sparire per sempre, mentre il Prolago sardo (un mammifero che assomiglia ad un grosso coniglio) e la Radula visiniaca (una specie di pianta che esisteva solo in Italia) si possono dichiarare definitivamente estinte.

Relazione Ispra: Italia sempre più calda, perde ghiacciai e biodiversità

anziani caldo

Nonostante la politica continui ad affermare che il riscaldamento globale non esiste, ecco arrivare, come un fulmine a ciel sereno, la pubblicazione della relazione dell’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. I dati raccolti nell’anno 2009, elaborati e resi noti nei giorni scorsi fanno rabbrividire, e dimostrano non solo che il riscaldamento globale esiste eccome, ma anche che l’Italia è tra i Paesi industrializzati che ne sta pagando le maggiori conseguenze.

Il dato più preoccupante riguarda le Alpi, la zona che più di altre sta risentendo dell’aumento delle temperature in quanto ha più difficoltà ad adattarsi. Tutta la catena montuosa che delimita i confini del nostro Paese ha mostrato una diminuzione della quantità di ghiacciai di due terzi rispetto a 150 anni fa, mentre la parte solo italiana è del 40% inferiore rispetto al diciannovesimo secolo, cioè si è quasi dimezzata. Questo è facilmente visibile con una semplice osservazione, dato che i ghiacciai minori sono scomparsi e quelli maggiori si sono lentamente frammentati.

Ciò significa che c’è meno acqua, minor risorse da sfruttare per i cittadini che abitano in quelle zone, e si sa che se si perdono le risorse idriche montuose, tutto l’ambiente è destinato a collassare. Se si considera infatti che non sono solo le Alpi a perdere i ghiacciai, ma tutte le catene montuose del mondo, si capisce come, di questo passo, tra qualche decennio non potremo più recuperare acqua dolce dalle montagne, le maggiori riserve idriche del mondo.

Il censimento della biodiversità in Italia viaggia on-line, al via decine di banche dati

Orso abruzzeseIl 2010 è l’anno internazionale della tutela della biodiversità. In Italia, per censire le specie naturali presenti, parte un progetto che vede coinvolte già trenta banche dati, e altre quaranta in via di allestimento, per raccogliere informazioni sulla biodiversità dell’intera Penisola.
Le banche dati sono state messe a disposizione sia da enti pubblici che da enti privati di ricerca. L’NNB, il Network Nazionale per la Biodiversità, ha già fornito i dati per il 2009: lo scorso anno in Italia sarebbero state rilevate ben 17mila nuove specie. Un patrimonio enorme che, senza l’aiuto delle banche dati informatiche, sarebbe davvero impensabile da catalogare alla vecchia maniera.

Il maxicensimento on-line della biodiversità è promosso dal Ministero dell’Ambiente, nel contesto del progetto ‘Sistema ambiente 2010‘, iniziativa avviata in collaborazione con la società di consulenza per lo sviluppo sostenibile Igeam, ed è stato presentato nei giorni scorsi a Roma alla sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

Migliaia di specie marine dell’Antartico rischiano di sparire per i cambiamenti climatici

specie marina a rischio

Il British Antarctic Survey (BAS) ha recentemente presentato i risultati del censimento sulla sua vita marina in Antartide in una riunione della American Association for the Advancement of Science. Il censimento serve a documentare la diversità della vita marina nelle acque antartiche ed il modo in cui sta cambiando in risposta al cambiamento climatico.

Il biologo marino Huw Griffiths del British Antarctic Survey ha guidato questa ricerca internazionale, ed ha censito più di 6.000 specie diverse che vivono in quest’area. Il primo dato che dovrebbe far riflettere è che tra quelle specie che sono state individuate finora, più della metà sono uniche, cioè vivono solamente nel continente ghiacciato. Una combinazione di studi di monitoraggio a lungo termine di recente ha raccolto informazioni sulla distribuzione della vita marina e dei modelli di riscaldamento globale oceanico, consentendo agli scienziati di individuare nell’Antartide marino i “punti caldi di biodiversità“.

Barriere coralline: entro il 2100 cominceranno a sparire

barriera corallina

Le barriere coralline del mondo cominceranno a disintegrarsi prima della fine del secolo, in quanto i livelli crescenti di anidride carbonica nell’atmosfera fanno diventare gli oceani più acidi, avvertono gli scienziati. Più di 9.000 barriere coralline di tutto il mondo si prevede potranno disintegrarsi quando i livelli di biossido di carbonio nell’atmosfera raggiungeranno le 560 parti per milione.

La quantità di anidride carbonica nell’atmosfera di oggi è di circa 388ppm, ma si prevede possa raggiungere 560ppm entro la fine di questo secolo. Le barriere coralline sono alcuni tra i più ricchi centri di biodiversità degli ecosistemi marini nel mondo. Sono una casa per più di 4000 specie di pesci e facilitano la riproduzione, rifugio e aree di alimentazione per animali marini, come granchi, stelle marine e tartarughe.

Questi ecosistemi che ospitano la più alta diversità della vita marina negli oceani possono essere notevolmente ridotti nel giro di meno di 100 anni

ha detto il dottor Jacob Silverman della Carnegie Institution di Stanford University, California. Le barriere coralline crescono nei loro scheletri strutturali mediante il deposito di aragonite, una forma di carbonato di calcio, proveniente da ioni calcio nell’acqua di mare. Considerato che gli oceani assorbono l’anidride carbonica atmosferica, il processo fa diventare acido il carbonato di calcio che si scioglie.

Conclusa la conferenza sulle tigri: ecco tutte le misure per evitare l’estinzione

tigre nell'acqua

La Conferenza ministeriale sulla conservazione della tigre, che ha portato 13 Paesi asiatici a riunirsi, si è conclusa poche ore fa con un progetto di risoluzione. Il piano, che ha messo d’accordo molti esperti, è un forte passo avanti nella lotta per salvare le tigri del Continente in pericolo di estinzione. Gli elementi chiave, come un finanziamento adeguato, tuttavia, può essere che non siano del tutto completi.

L’accordo inizia affermando l’importanza della conservazione della tigre:

Con la volontà politica e l’attuazione degli interventi necessari, l’estinzione delle tigri selvatiche attraverso [la sparizione di] gran parte della loro gamma può essere scongiurata […] la conservazione delle tigri è importante per proteggere la biodiversità e preservare una parte vitale del nostro patrimonio nazionale.

Diamo un valore alla natura

natura

L’intuizione che la natura fornisce servizi per l’umanità non è una novità. Nel 360 a.C. Platone rimarcò il ruolo utile che le foreste svolgono nella conservazione del suolo fertile e, in loro assenza, ha osservato, il terreno si sarebbe trasformato in deserto. L’idea che il valore fornito da tali “servizi ecosistemici” può essere rappresentato dagli ecologisti in un modo che gli economisti possano farci i conti, però, è piuttosto recente.

Un certo numero di pensatori che ne hanno fatto un tema caldo nel decennio passato, si sono riuniti in un meeting sulla biodiversità e i servizi ecosistemici della Royal Society, a Londra, il 13 e 14 gennaio. Hanno guardato i progressi e le prospettive dei loro tentativi di sostenere la conservazione della natura attraverso una migliore acquisizione del valore delle cose (come l’impollinazione, la qualità dell’aria e lo stoccaggio del carbonio) che apparentemente sono gratuite.

Le valutazioni ambientali mirano a risolvere un problema che preoccupa sia gli economisti ed ecologisti: la cattiva allocazione delle risorse. Prendete le paludi di mangrovie. Negli ultimi due decenni circa un terzo delle paludi di mangrovie del mondo, sono state convertite per uso umano, con molte trasformate in allevamenti di preziosi gamberetti. Nel 2007 da uno studio economico di tali allevamenti di gamberetti in Thailandia è emerso che i profitti commerciali per ettaro sono stati 9.632 dollari. Se questo fosse l’unico fattore, di conversione sembra un’ottima idea.

2010, anno della biodiversità: cosa possiamo fare nel nostro piccolo

orso polare

Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2010 Anno Internazionale della Biodiversità. Alla cerimonia di lancio a Berlino, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ammonito che il mondo dovrà affrontare “dei costi enormi” se non saranno intraprese azioni contro il cambiamento climatico per garantire la biodiversità.

Gli esseri umani sono ovviamente parte integrante del bilancio naturale. Il nostro destino è indissolubilmente legato alla biodiversità. Possiamo contare sull’incredibile diversità del mondo naturale nel fornire il cibo, medicine, carburante e le materie prime che ci sostengono. La biodiversità è la chiave di volta di tutta la vita sulla terra.

2010, anno Internazionale della biodiversità

biodiversitàBiodiversità vuol dire vita, equilibrio, sopravvivenza. L’estinzione di numerose specie negli ultimi anni e la minaccia progressiva e continua di centinaia di altri organismi viventi mette a rischio gli ecosistemi di tutto il Pianeta. Per chi fosse poco attento e scarsamente interessato alle esigenze e alle tematiche della flora e della fauna terrestre, questo non significa soltanto la scomparsa di qualche animaletto inutile all’uomo, bensì implica profonde ripercussioni sull’umanità intera.

Anche il più piccolo ed apparentemente insignificante essere vivente, anche un microbo, ha impatto sulle nostre vite. La scomparsa dei grandi mammiferi, l’estinzione di molte specie di piante ed uccelli, la morte di barriere coralline e pesci, la morìa che colpisce le api, tutto questo e altro ancora incidono eccome sul nostro futuro. Quindi, animalisti o meno, c’è poco da gioire quando ci liberiamo anche del più fastidioso insetto perchè si è estinto.

Dal fenicottero alla tartaruga di mare, quante specie rischiano l’estinzione per i cambiamenti climatici!

fenicotteri rosa

La Wildlife Conservation Society ha pubblicato una lista di animali che dovranno affrontare i nuovi impatti dei cambiamenti climatici, alcuni in modo strano e inaspettato. In un nuovo rapporto intitolato “Le specie sentono il riscaldamento: collegamento tra deforestazione e cambiamenti climatici”, la Wildlife Conservation Society ha redatto i profili di più di una dozzina di specie animali e dei gruppi che si trovano ad affrontare le minacce dovute alle conseguenze del cambiamento climatico, in particolare: cambiamento dei terreni e delle temperature del mare; spostamento dei modelli delle piogge; l’esposizione a nuovi agenti patogeni e malattie, e l’aumento delle minacce della predazione.

La relazione della Wildlife Conservation Society rientra nel programma delle Nazioni Unite da lanciare nel 2010, denominato l’Anno Internazionale della Biodiversità, che si incentrerà sullo sforzo per aumentare la consapevolezza e per ridurre la perdita costante di tutto il mondo della diversità biologica. La Convenzione sulla biodiversità, che è emersa dal Vertice della Terra di Rio del 1992, ha recentemente ammesso che nessuno dei suoi obiettivi al 2010 per la biodiversità sono stati raggiunti, sottolineando la grave situazione della fauna selvatica in tutto il mondo.

E’ Newcastle la città più ecologica d’Inghilterra, un modello di “città verde”

newcastle

Avvolte dal fumo e dei cantieri navali, Newcastle una volta era un importante centro industriale. Ma la città è stata trasformata nella città più ecologica della Gran Bretagna negli ultimi anni, secondo una verifica della sostenibilità effettuata dal quotidiano The Guardian. Newcastle è stata un po’ una sorpresa, dato che ha superato le città che in genere vengono in mente quando i britannici pensano che una città sia “verde”, come Bristol e Brighton & Hove, le quali però si sono classificate seconda e terza, rispettivamente.

Ma forse gli inglesi non avrebbero dovuto essere poi così sorpresi. Newcastle si è rapidamente spostata in classifica negli anni scorsi: la città, situata nel nord dell’Inghilterra, è arrivata ottava nel 2007, e lo scorso anno è salita fino al quarto posto prima di saltare in cima nel 2009.