Iceberg di Wilkins, secondo distacco in due anni

La situazione dello scioglimento dei ghiacciai sta peggiorando a vista d’occhio, e sono in pochi a rendersene conto. Il Polo Sud, il serbatoio del 91% del ghiaccio del pianeta, si sta lentamente (e nemmeno tanto lentamente) sciogliendo, mettendo in serio pericolo l’uomo a causa dell’innalzamento delle acque e migliaia di specie animali che vedono distruggere il proprio habitat.

Un anno fa di questi tempi, era il 28 marzo 2008, il primo distacco di un iceberg dalla Wilkins Ice Shelf, una delle più grandi montagne di ghiaccio al mondo, che dopo millenni perse un primo pezzo della grandezza di 40 km di lunghezza per 500 metri di larghezza. Oggi, ad un anno di distanza, con il nuovo innalzamento delle temperature, arriva la notizia di un nuovo distacco. Ma stavolta ben più grave. La lunghezza dell’iceberg che pian piano si allontana dal Polo Sud è quasi uguale, 41 km, ma è molto più largo, circa 2,5 km, praticamente quanto l’intera Giamaica.

Lo scioglimento dei ghiacciai modifica il confine tra Italia e Svizzera

Lo scioglimento dei ghiacciai non è, come abbiamo visto, soltanto un problema ambientale, ma è anche economico, sociale, e da oggi anche politico. Il danno che l’uomo sta facendo alla natura, con l’inquinamento che ha come ultima conseguenza l’innalzamento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai, sta presentando sempre più spesso il suo conto da pagare.

La novità sulla vita umana è rappresentata dallo scioglimento dei ghiacciai delle Alpi che ci separano dalla Svizzera. Finora infatti le convenzioni tra i due Paesi tenevano conto del fatto che d’estate i ghiacciai regredivano, mentre d’inverno avanzavano, così da ristabilire più o meno sempre gli stessi confini politico-naturali. Ma questa “altalena” è finita in quanto, anno dopo anno, al ritiro dei ghiacciai non conseguiva di nuovo l’avanzamento invernale, nemmeno quest’anno in cui le temperature sono state più rigide.

Ecco cosa ci lascia di ecologico (e non) il 2008

Ieri ci siamo occupati di cosa ci attendeva nel nuovo anno a proposito dell’ecologia. Qualche piccola anticipazione di un anno che si prospetta più verde che mai. Ma tutto ciò è dovuto solo al fatto che il 2008 è stato l’anno in cui l’ecologia ha preso piede nella nostra vita quotidiana, ed è diventata la preoccupazione maggiore per gran parte della popolazione mondiale. Forse seconda soltanto alla crisi economica.

Ma cosa effettivamente ci ha lasciato il vecchio anno, è un tema abbastanza discusso. I modi per vedere l’ecologia (ed anche per farla) sono molteplici. Per questo motivo in molti considereranno positivi determinati aspetti che per altri non lo sono, così come molte persone che hanno tentato di fare qualcosa di veramente ecologico, alla fine hanno fatto solo un buco nell’acqua. Vediamo di che si tratta.

Cambiamenti climatici, Groenlandia tallone d’Achille

E’ la Groenlandia il tallone d’Achille della Terra nel dissesto ambientale provocato dall’innalzamento delle temperature. E’ quanto ha affermato Hans Joachim Schellnhuber, direttore dell’Istituto di Potsdam per le ricerche sul clima nonchè consigliere per l’ambiente del governo tedesco.
Intervistato dal quotidiano tedesco Saarbruecker Zeitung, lo studioso non ha nascosto la gravità della situazione attuale in cui versa il Pianeta, illustrando quelli che sono i rischi di un ulteriore incremento del surriscaldamento terrestre.

Per quanto riguarda gli effetti dei cambiamenti climatici, secondo Schellnhuber, non bisogna affatto sottovalutare le conseguenze dell’aumento delle temperature: le previsioni parlano di devastanti e tragici stravolgimenti negli equilibri globali, pronti a scatenarsi anche soltanto con la registrazione di due gradi in più rispetto ad oggi.

I ghiacciai dell’Alaska si stanno ritirando

Parliamo spesso di scioglimento dei ghiacciai, un fenomeno dovuto al surriscaldamento globale, che mette in pericolo l’equilibrio degli ecosistemi e dell’intera terra, perchè è un processo che coinvolge da vicino oceani, formazione di uragani, surriscaldamento delle acque e lo stesso habitat di molte specie viventi.
Una recente relazione pubblicata in un libro dell’US Geological Survey, ha messo in evidenza come i ghiacciai dell’Alaska si stiano letteralmente diradando, in alcune aree addirittura sarebbero già scomparsi, come ben documentano le immagini raccolte dagli esperti.

Circa il 5 per cento dell’area dell’Alaska è coperta da ghiacciai, che sono più di 100.000, per un totale complessivo di 75.000 chilometri quadrati, una superficie superiore all’intero stato del West Virginia.
Soltanto alcune di queste immense riserve di ghiaccio stanno avanzando, ma la percentuale di quelli in ritirata è sorprendente ed allarmante e corrisponde al 99% dei ghiacciai totali. Questi dati sono stati pubblicati in un libro dal titolo Glaciers in Alaska (Ghiacciai in Alaska), scritto dal geologo Bruce Molina che fa parte del gruppo di ricerca dell’USGS.

Il vento è responsabile dei cambiamenti climatici?

I bruschi cambiamenti climatici in atto potrebbero essere dovuti ai venti, al contrario di quanto si è sostenuto sinora.
Che sui stravolgimenti che hanno colpito la Terra ci si stesse speculando per sovvenzionare cattedre e ricerche a qualcuno il sospetto era già venuto (per maggiori informazioni rimando all’interessante sito ambientalismodirazza).
Lo scienziato S.Fred Singer che è professore emerito di scienze ambientali alla University of Virginia, ha pubblicato ad esempio uno studio dall’espressivo titolo “Nature, Not Human Activity, Rules the Climate” (scaricabile in pdf) secondo il quale è l’ordine naturale ad aver provocato questi mutamenti, come è già avvenuto nelle ere precedenti con disastri climatici anche peggiori (si pensi alle glaciazioni).

Un nutrito gruppo di studiosi che fanno parte del Nongovernmental International Panel on Climate Change ha fornito il suo contributo nella spiegazione naturale di fenomeni da sempre imputati al comportamento scriteriato dell’uomo, primo tra tutti lo scioglimento dei ghiacciai.
Oggi, una nuova ricerca svolta congiuntamente da scienziati spagnoli e tedeschi ha rivelato che i venti potrebbero essere i principali fautori dello scioglimento dei ghiacci artici, uno dei principali crucci dell’ambientalismo.

100 incredibili cose che non sapete sulla Terra

Oggi cominciamo una nuova rubrica. Girovagando per la rete, si sa, si trovano le cose più incredibili. Un sito scientifico (di cui non vi svelerò l’indirizzo) ha raccolto le 100 cose più sorprendenti che la nostra Terra ci può regalare, o che indipendentemente accadono. E io con voi le scoprirò nelle prossime settimane.
Si tratta di semplici domandine, una sorta di Trivia Quiz, a cui credo saranno in pochi quelli che sapranno rispondere. La prima domanda è: qual è il posto più caldo del pianeta? Se sapete la risposta, o pensate di conoscerla, provate a darla prima di continuare a leggere l’articolo.

Allarme oceani, stanno crescendo più del previsto

L’avvertimento lo stanno dando sempre più scienziati in tutto il mondo. La crescita del livello dell’acqua degli oceani era prevedibile, a causa dello scioglimento dei ghiacciai, ma non in maniera così massiccia come quella che si sta verificando in questo momento.

E anche la temperatura non aiuta. Infatti anche il calore degli oceani è aumentato fino addirittura a raddoppiare negli ultimi 40 anni, mettendo a rischio centinaia di specie che rischiano l’estinzione, o per cui è già troppo tardi. A lanciare l’allarme sono i metereologi americani e australiani, che puntano il dito sul riscaldamento globale.