Prestigiacomo: “Problema rifiuti è colpa delle Regioni”

prestigiacomo conferenza

Lo sport nazionale dell’Italia, non è più il calcio, ma lo scarica barile. Quando bisogna trovare il responsabile di qualche danno, si susseguono dita puntate e accuse che non stanno in piedi; quando invece un problema si risolve, c’è la corsa a salire sul carro dei vincitori.

E così capita che se per Napoli, ad emergenza finita (così dicono) l’attuale Governo di centrodestra decanta i propri meriti, quando invece le cose non funzionano, vedi il resto della Campania, la Sicilia e altre Regioni alle prese con i rifiuti, improvvisamente la colpa non è del Governo, ma della politica regionale. Capita così che il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, riferisca alla commissione parlamentare d’inchiesta sul problema rifiuti, ed esponga problematiche e soluzioni. Dopo il salto i casi analizzati regione per regione.

Giornata nazionale degli alberi approvata dal CDM

alberi in cittàOgni 21 novembre in Italia si festeggeranno gli alberi. Lo ha deciso nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo.
La festa nazionale dell’albero fa parte di un disegno di legge più ampio, per ora approvato in via preliminare, che mira a creare maggiori spazi verdi nelle aree urbane, aree ecologiche che spesso, diciamolo pure, latitano nelle nostre grandi città, ma anche nei centri urbani meno estesi.

La Prestigiacomo ha spiegato l’importanza di questo provvedimento, elencando le proprietà degli alberi e i benefici che anche un solo albero può apportare, ancora più evidenti in un ambiente inquinato e poco ossigenato come quello urbano:

Gli alberi non sono solo essenziali elementi di arredo ecologico per le nostre città ma anche grandi fornitori di servizi ambientali. Infatti un singolo albero è in grado di fornire abbastanza ossigeno per 10 persone e di assorbire, a seconda delle dimensioni, da 7 a 12 kg. di emissioni di CO2 all’anno. Inoltre, gli alberi riducono l’inquinamento acustico e possono farci risparmiare sino al 10 % del consumo energetico.

Prestigiacomo spegne gli entusiasmi: “anche il congresso in Messico rischia di fallire”

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Dopo il fallimento del congresso di Copenaghen in molti, dagli osservatori internazionali agli ambientalisti, dai politici agli scienziati, hanno riposto le loro speranze nel congresso che ci sarebbe stato un anno dopo, in Messico, in cui ciò che non si era riuscito a fare in Danimarca, si sarebbe potuto completare.

Ed infatti, come spiegato anche in un recente post, già si stava cominciando a discutere dei primi obiettivi. Peccato però che mentre le super-potenze mondiali cercano un accordo, il ministro dell’Ambiente italiano, Stefania Prestigiacomo, tira il freno, ed in un meeting organizzato dall’Enel in occasione del Sustainability Day ha spiegato che secondo lei anche l’incontro del Messico rischia di fallire.

Legge sulla caccia: non la vogliono nemmeno i cacciatori, e la Prestigiacomo reagisce

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Al “colpo di mano” della legge sulla caccia, come lo ha definito lo stesso ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, finalmente ci sono delle reazioni. La prima, sorprendentemente, arriva addirittura da alcune associazioni del cacciatori, le quali non sono convinte che questa legge vada bene, perché non è allungando i tempi della caccia a tutto l’anno che si fa del bene a questo sport. Si rendono conto anche loro che lasciare libere le doppiette anche nei periodi di nidificazione è un pericolo, perché mette a rischio la sopravvivenza di certe specie, e del loro stesso giocattolo che rischia di rompersi nel giro di pochi anni.

E così, dopo diverse dichiarazioni di opposizione anche tra i banchi della maggioranza, arriva (seppur con un certo ritardo) la replica del Ministro Prestigiacomo, la quale ha intenzione di abolire questa legge ancor prima che entri in vigore. Eliminare il limite consentito per la stagione venatoria, che fino a pochi giorni fa era 1 settembre-31 gennaio, è una “deregulation” non accettabile, a cui però il Governo può ancora porre rimedio.

65 capi di Stato e di Governo hanno già aderito ai colloqui di Copenaghen. Indovinate chi manca?

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Sessantacinque capi di Stato e di Governo hanno confermato che saranno presenti al convegno del prossimo mese sul clima organizzato dall’ONU a Copenhagen, il quale (ci si augura) porterà un forte impegno politico per un nuovo trattato per combattere il riscaldamento globale.

Anche se le speranze di raggiungere un accordo giuridicamente vincolante sembrano diminuire, l’incontro del 7-18 dicembre per i colloqui sul clima in cui sono stati invitati 191 leader si farà, ed in molti si sono già impegnati a non farlo fallire.

La conferenza di Copenaghen è stata inizialmente organizzata per i ministri dell’ambiente, ma ora la scena è pronta per un vertice, anche se non è ancora chiaro se il presidente Usa Barack Obama sarà presente. E non lo è nemmeno per il presidente italiano, Silvio Berlusconi, il quale si è sempre detto contro qualsiasi accordo vincolante, ed è tra i pochi in Europa a remar contro. Sicura invece la presenza della Ministra Prestigiacomo.

La Prestigiacomo chiude l’accordo con 28 grandi aziende per inquinare di meno

stefania prestigiacomo sorridente

Dopo due anni di silenzio più o meno totale, la Ministra dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha deciso di darsi da fare, e prendere in mano una situazione che le stava definitivamente sfuggendo. Vedendo che in quasi tutti gli altri Paesi del mondo la politica, ed i vari suoi colleghi ministri, si stavano dando da fare per ridurre le emissioni e per raggiungere i vari obiettivi ambientali, ha tentato la via della politica, inutilmente.

I richiami al Governo non sono serviti a nulla. Si sa che Berlusconi e colleghi dall’orecchio dell’ambiente non ci sentono, e siccome sono impegnati in ben altre faccende, la Prestigiacomo si è finalmente decisa a cambiare tattica e ad impegnarsi in prima persona. Da qualche mese sta girando l’Italia per chiudere accordi con le varie imprese su una diminuzione delle emissioni. In pratica se la politica non ci dà una mano, facciamo da soli. E’ questo il pensiero che sta alla base dell’accordo. Un accordo che, al momento, ha già coinvolto 28 tra le più grandi aziende del Paese, e che ha ottenuto anche la “benedizione” del presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia.

Navi dei veleni: “le scorie portatele in Parlamento”

striscione navi dei veleni

La Calabria è stanca di aspettare, e per questo ieri è scesa in piazza, in diverse località della regione, per protestare contro l’immobilità del Governo italiano. Le cosiddette “navi dei veleni“, conosciute anche come “navi a perdere“, affondate dolosamente dalla mafia negli anni ’80, sono state scoperte mesi fa, ma dopo averne dato notizia, la vicenda è stata immediatamente messa a tacere.

Probabilmente per una questione di costi (troppo oneroso trovare ed eliminare le navi che inquinano la costa calabrese) o solo perché le priorità al momento sono altre, fatto sta che la popolazione di una delle regioni che più di tutte vive di turismo, si ritrova con la consapevolezza che la propria acqua è inquinata da scorie radioattive e non solo, ma nessuno le viene a togliere da lì.

Per protestare contro questo scandalo ieri Legambiente e WWF hanno organizzato diverse manifestazioni contro l’immobilità del Governo, a cui hanno partecipato giovani e anziani, studenti e lavoratori, politici locali e regionali, ed anche una delegazione dell’Italia dei Valori che, al fianco di qualche esponente del Partito Democratico, ha ammesso che questo scempio non è accettabile, e denuncia, come dice lo stesso Antonio Di Pietro, una “legalità violentata”.

L’Ue boccia la richiesta di Berlusconi di modificare il tetto alle emissioni

barroso berlusconi

Pochi giorni fa la Corte di Giustizia europea ha bocciato la decisione dell’Ue di porre un tetto alle emissioni per due dei Paesi nuovi membri dell’Unione, e tra i più poveri dell’intero Continente, la Polonia e l’Estonia. Le due economie che vanno avanti principalmente grazie al carbone, se avessero dovuto rispettare gli impegni a cui sono sottoposti gli altri Paesi dell’Ue, avrebbero risentito enormemente del loro svantaggio tecnologico. Per potersi rimettere al passo, avrebbero dovuto investire capitali che non hanno, ed indebitarsi sul mercato delle emissioni praticamente per decenni.

Per questo motivo la Corte di Giustizia europea ha fatto un’eccezione alla regola, e ha deciso che per questi due Paesi i limiti sono momentaneamente sospesi. Subito l’Italia ha cercato di cogliere la palla al balzo, ed il presidente Berlusconi, in una lettera inviata alla Commissione Europea per l’Ambiente, ha cercato di rivedere al rialzo il tetto imposto all’Italia. E così, dopo la delusione della portavoce Barbara Helfferich che non era d’accordo con la sentenza su Polonia ed Estonia, ecco che la parlamentare europea è scattata subito all’attacco, e ha bocciato sul nascere tale proposta:

I tetti sulla assegnazione di quote di Co2 all’Italia non sono rinegoziabili.

Tutti in sella: ripartono gli ecoincentivi per biciclette e moto ibride

anziani in bicicletta

Il Ministero dell’Ambiente, che da quando si è insediato è stato in silenzio per quasi tutto il mandato, ha fatto sentire la sua voce per la prima volta nell’aprile scorso, con gli ecoincentivi per acquistare biciclette e altri mezzi ecologici. Visto il grande successo (dopo 10 giorni il server del Ministero è andato in tilt per le troppe richieste), la Prestigiacomo ci riprova, e stanzia altri 14 milioni di euro per “ripulire” le strade.

Più della metà di questo incentivo sarà destinato all’acquisto delle biciclette (7,7 milioni per quelle nuove e 1,7 per sanare quelle acquistate ad aprile che avevano diritto all’incentivo ma che, per problemi logistici, non hanno ottenuto i fondi). I restanti milioni andranno a finanziare gli acquisti per ciclomotori 50cc ibridi o elettrici. Ecco come fare per ottenere il finanziamento.

La Prestigiacomo alza la voce: “Ambiente bloccato? Colpa dei miei colleghi prepotenti”

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L’immobilità del Governo sulle questioni ambientali ha fatto storcere il naso a più di un osservatore, dagli esperti a semplici cittadini che ci tengono al luogo in cui vivono. Sembrava infatti che le nostre istituzioni politiche fossero brave solo ad organizzare congressi e a fare promesse, ma poi di provvedimenti concreti ce ne sono stati davvero pochi.

Questo sospetto si è oggi convertito in realtà, grazie addirittura al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, la quale ha confermato le paure degli italiani, ammettendo in un’intervista al Corriere della Sera che se ci sono tanti ostacoli allo sviluppo dei progetti ambientali è per colpa dei suoi stessi colleghi di Governo che le mettono i bastoni tra le ruote.

Il Governo si tinge di verde: altri fondi stanziati per le biciclette e stop alla caccia senza limiti

gente-in-bicicletta

Le associazioni ambientaliste possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Il Governo italiano ha dato ascolto agli appelli che arrivavano da migliaia di cittadini italiani e ha imboccato decisamente la via dell’ecologia. Certo, il lavoro che resta da fare è ancora tantissimo, ma vedere che si cominciano a prendere i primi provvedimenti infonde fiducia.

Il primo provvedimento, probabilmente il più importante perché ci farà assomigliare alle altre nazioni in termini di mobilità, riguarda le biciclette. Un mese fa vi avevamo parlato del finanziamento statale per chi avesse voluto acquistare una bicicletta. Lo Stato dava incentivi talmente favorevoli che questi sono finiti nel giro di poche settimane. Più in particolare, il finanziamento prevedeva che per quanto riguardava i motocicli, le biciclette elettriche e i quadricicli, vi si poteva accedere con la rottamazione; per acquistare una bicicletta nuova invece il finanziamento non prevedeva vincoli (se non il limite di spesa).

Partono i lavori per 7 nuove infrastruttre ecologiche in Italia

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Anche l’Italia si accorge che l’ecologia è una delle scappatoie per uscire dalla crisi. In un periodo in cui i licenziamenti sono all’ordine del giorno, la tanto celebrata politica di Obama di assumere migliaia di persone nel campo ecologico si è realizzata anche in Italia.

Ieri il Ministero dell’Ambiente ha reso noto di aver firmato sette decreti per far partire alcune opere pubbliche di sostenibilità ambientale, le quali daranno lavoro a 2.600 persone in tutta Italia. Si tratta del primo impegno concreto messo in pratica dall’attuale Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo la quale, dopo le belle parole pronunciate in passato, anche al g8 di Siracusa, finalmente mette in pratica quanto di buono l’Italia è capace nell’ambito dell’ecologia.