La BP tornerà a trivellare nel Golfo del Messico

In una sorta di gioco macabro, in cui l’assassino una volta libero torna sul luogo del delitto, ad accertarsi se c’è rimasto ancora qualcosa di vivo da finire, la BP potrebbe fare  nuovamente capolino nel Golfo del Messico, armata di trivelle e munita, ce lo auguriamo, di piani per usarle nel migliore dei modi. La notizia che la compagnia petrolifera, rea della marea nera, parteciperà alla gara per aggiudicarsi i diritti di trivellazione in quell’area, arriva dal Bureau of Safety and Environmental EnforcementMichael Bromwich, a capo dell’organo, motiva questa decisione con una dichiarazione che ha fatto inorridire gli ambientalisti, e rabbrividire il resto dell’opinione pubblica americana:

Non si concede la pena di morte sulla base di un solo incidente.

Petrolio Artico, tutti i rischi ambientali delle trivellazioni al Polo Nord

Cosa accade e quali rischi si corrono dal trivellare in un’area così delicata per gli equilibri degli ecosistemi del Pianeta qual è il Polo Nord? La partnership tra il gigante petrolifero russo Rosneft ed il colosso americano Exxon per cercare nuovi giacimenti di petrolio nella regione artica, un sodalizio siglato nei giorni scorsi, è estremamente pericolosa. Ad affermarlo, elencando tutti i potenziali rischi sia delle perforazioni di ricerca in sé che di eventuali incidenti, è uno che l’Artico lo conosce bene e lo vive e studia da vicino, Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento Terra e Ambiente del Cnr, attualmente operativo al Consiglio nazionale delle ricerche Dirigibile Italia delle isole Svalbard, nel Circolo polare artico, esattamente a Ny-Alesund.

Shell ottiene l’autorizzazione a trivellare in Alaska

Gli appelli provenienti da tutto il mondo, compreso quello autorevole del New York Times, non sono serviti a nulla. Servono soldi all’America, ed il presidente Barack Obama non ha potuto fare altro che dare l’autorizzazione alla Royal Dutch Shell per trivellare quattro pozzi esplorativi in Alaska. Dopo il disastro nel Mare del Nord, che ancora non è risolto del tutto, si pensava che il presidente americano, così attento all’ambiente, ci pensasse su prima di concedere questo pericolosissimo via libera alla compagnia petrolifera, ed invece non ha perso un secondo prima di porre la sua firma.

Goletta Verde: i risultati finali

E’ giunto al termine il viaggio di Goletta Verde, la barca di Legambiente che monitora le zone balneari italiane. Con risultati da luci e ombre, e che ancora una volta confermano quanto il cemento selvaggio e l’inquinamento in molte zone d’Italia la facciano da padrona. Le Regioni che hanno ottenuto i migliori risultati sono state Sardegna, Puglia e Toscana, le peggiori Calabria, Campania e Sicilia. Ma andiamo a vedere più nel dettaglio i risultati.

Trivelle, dopo le Tremiti anche in Veneto

Dopo il mare la terra…

così si legge sui principali quotidiani locali della provincia di Rovigo dove, dopo oltre 50 anni, si torna a parlare di metano, di trivelle e di ambiente. La scoperta di grossi giacimenti di metano risale ai primi anni ’60, ma le prime estrazioni mettono subito in evidenza un terreno inadatto, troppo paludoso e facile alla subsistenza, ossia all’abbassamento del suolo, con il conseguente innalzamento delle acque. Eppure oggi una società americana, la Aleanna Resources, chiede il permesso di trivellare per la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo.

Un mare di trivelle, il dossier di Goletta Verde Legambiente

Un mare di trivelle, il dossier di Goletta Verde di Legambiente presentato ieri a Manfredonia ci restituisce una fotografia poco confortante dello stato di salute dei nostri mari, letteralmente perforati dalla ricerca di idrocarburi e dalle attività estrattive petrolifere. A rischio trivelle ci sono ben 30mila chilometri quadrati di mare, secondo i dati riportati dagli ambientalisti, ovvero una superficie più vasta dell’intera Sicilia. Ci sono poi aree che soffrono più di altre e sulle quali pendono minacce più pericolose come il Canale di Sicilia e l’Adriatico centro meridionale. In queste zone, infatti, si concentrerebbero le mire assetate di petrolio dei magnati dell’energia.

Trivellazioni Tremiti, Legambiente ricorre al TAR

Trivellazioni petrolifere al largo delle Tremiti: Legambiente ha reso noto con un comunicato diffuso nelle ultime ore di avere impugnato davanti al TAR del Lazio, insieme ad altre associazioni ambientaliste, il decreto del Ministero dell’Ambiente (126/2011) che esprimeva un giudizio favorevole sulla compatibilità ambientale del programma di indagini sismiche avanzato da Petroceltic Italia, atto ad individuare nuovi giacimenti da avviare allo sfruttamento petrolifero al largo delle coste abruzzesi, molisane e pugliesi. Il procedimento del Ministero, secondo quanto lamentano le associazioni, induce a dubitare che sia stata effettuata una valutazione corretta dell’impatto ambientale che comporta l’operazione.

Specie in pericolo: la Russia blocca le trivellazioni per salvare le balene

Buone notizie arrivano dalla Russia. Nonostante si tratti di uno dei Paesi più spesso messi sotto accusa per le trivellazioni in cerca di petrolio, per una volta il Governo ha deciso di redimersi nel tentativo di salvare una specie in pericolo di estinzione, la balena grigia Occidentale. In alcune delle aree intorno all’isola di Sakhalin, le aziende petrolifere non riceveranno più i diritti di estrazione del petrolio.

Il nuovo regolamento si applica per ora solo ad una sezione delle acque circostanti Sakhalin, anche se numerose società hanno progetti attivi in ​​altre zone nei pressi dell’habitat delle balene dove hanno già stabilizzato quattro piattaforme petrolifere off-shore e diverse piattaforme per il gas. La decisione servirà a bloccare almeno lo sviluppo di altre piattaforme.

Biodiversità Canale di Sicilia, isole Pantelleria, Lampedusa e Linosa vanno protette dalle trivellazioni

Piccoli di squalo bianco, corallo nero, gorgonie… sono solo alcuni dei tesori di biodiversità racchiusi in uno scrigno tutto italiano, le isole di Pantelleria, Lampedusa e Linosa. Gli esperti concordano nell’attribuire al tratto di mare che le lambisce un ruolo fondamentale per la riproduzione dello squalo bianco, delle tartarughe marine e per il sostentamento alimentare delle balenottere.

A riconoscere il valore incommensurabile del patrimonio di fauna e flora marina delle acque siciliane un programma di ricerca, Biodiversità Canale di Sicilia, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e che ha visto impegnata l’ISPRA.
I ricercatori coinvolti dal 2009 nelle rilevazioni hanno scoperto una ricchezza naturale in queste aree tanto preziosa quanto a rischio.

Obama fa marcia indietro e rilancia le trivellazioni

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Nonostante il disastro dei giorni scorsi della fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma della BP, e nonostante il presidente degli Stati Uniti Barack Obama stesse riacquistando un po’ di popolarità tra gli ambientalisti, con la proposta di una nuova stretta sulle trivellazioni, ancora una volta ha avuto la capacità di rovinare tutto.

Il presidente dice no alla trivellazione petrolifera in mare aperto a meno che non possa garantire che tutto questo non accada mai più. Ma chi farà i controlli? Le stesse persone che hanno accertato che sulla Deepwater Horizon le cose andavano male, ma hanno lasciato ugualmente correre? In secondo luogo, il siringone che la BP spacciava come la soluzione al problema, risucchia solo un quarto del petrolio che era previsto, anche peggio rispetto alle stime di due giorni fa.