Emergenza rifiuti: la Ue condanna l’Italia

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Abbiamo risolto il problema rifiuti in Campania.

Quante volte abbiamo sentito e risentito questo proclama provenire dai rappresentanti di Governo, da pochi giorni dopo l’insediamento fino ad oggi, come se con un colpo di bacchetta magica tonnellate di rifiuti fossero immediatamente sparite. La realtà è un’altra, come documentato più volte anche su questo blog, e cioè che l’unica cosa che è effettivamente sparita sono le telecamere.

L’immondizia è tutta lì, e a conferma di questa denuncia che rimane (almeno in Italia) ancora sotto silenzio c’è la voce più autoritaria possibile, quella dell’Unione Europea. La Corte di giustizia di Lussemburgo ha accolto il ricorso presentato dalla Commissione europea, e ha deciso di condannare l’Italia perché non ha fatto abbastanza per risolvere il problema rifiuti in Campania, ma soprattutto mette in pericolo la salute umana e l’ambiente.

Cibo biologico: dal 1° luglio verrà introdotto il marchio UE

logo ue cibi biologici

Nell’Unione europea c’è la stessa attenzione che c’è in Italia per quanto riguarda il cibo biologico. Ma c’è un solo problema: esso si chiama Mahepollumajandus, биологично, ökológiai, o luomuviljely, ma vuol dire dappertutto “biologico”. Una confusione di lingue che porta anche di conseguenza ad una confusione di legislazione, che a breve sarà risolta dall’etichetta con il logo senza parole in tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea.

Scelto tra i circa 3.500 simboli potenziali ideati dagli studenti di arte e design in un concorso organizzato dalla direzione generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione europea, l’Eurofoglia contiene due messaggi molto chiari: la natura e l’Europa. Dal 1 ° luglio, il logo dovrà comparire su tutti gli

alimenti pre-confezionati biologici prodotti in uno qualsiasi dei 27 Stati membri dell’Unione europea. Il logo verde, con le 12 stelle dell’Unione europea che formano una foglia, sarà facoltativa per i prodotti importati. Il logo nazionale esistente per gli alimenti biologici sarà autorizzato a comparire accanto al nuovo logo comunitario

riferisce la BBC.

Il riscaldamento globale si potrebbe risolvere con meno di 3 euro a testa

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L’Environment Institute di Stoccolma, in collaborazione con Friends of the Earth, ha appena rilasciato una nuova relazione da cui risulta che l’Unione europea potrebbe raddoppiare il suo impegno attuale di riduzione delle emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020 ad un costo giornaliero di meno di 3 euro a persona.

I trasporti e le scelte alimentari figurano come fattori principali nello studio che mira al taglio del 40% di emissioni: entro il 2020 il trasporto aereo potrebbe diminuire del 10%, e quello tramite le automobili private del 4%, mentre il viaggio in treno vedrebbe un aumento del 9%. Il consumo di carne scenderebbe del 60%. Estendendo questo percorso fino al 2050, scopriamo che i viaggi in auto private scenderebbero dal 75% circa del totale degli spostamenti di oggi a solo il 43% e i viaggi in treno prenderebbero il posto dell’80% dei voli attualmente in corso nell’arco di 1.000 km di distanza. Oltre a questi cambiamenti, ne accadrebbero anche altri nell’ambito della produzione energetica.

Il cellulare individua l’inquinamento acustico

applicazione cellulare

I cellulari potrebbe presto essere utilizzati per combattere l’inquinamento acustico, un paradosso che coinvolgerà anche quelli che lo provocano con le loro suonerie. Nel tentativo di rendere le città più tranquille, l’Unione europea ha imposto agli Stati membri di creare mappe acustiche delle loro aree urbane, da aggiornare una volta ogni cinque anni.

Piuttosto che distribuire sensori costosi in tutte le città, le mappe sono spesso create utilizzando modelli predittivi a seconda delle varie fonti di rumore, come aeroporti e stazioni ferroviarie. Nicolas Maisonneuve della Sony Computer Science Laboratory di Parigi, in Francia, afferma che tali mappe non presentano un quadro fedele dell’esposizione dei residenti al rumore. Per avere un quadro più preciso, il team di Maisonneuve ha sviluppato NoiseTube, una applicazione software scaricabile che utilizza gli smartphone per monitorare l’inquinamento acustico.

L’obiettivo era quello di trasformare il cellulare in un sensore ambientale

spiega Maisonneuve.

Negoziati di Copenaghen: l’Ue approva il testo da discutere col resto del mondo

parlamento europeo lussemburgo

Gli allarmismi di scienziati ed esperti sono stati ascoltati. Chi temeva che l’Unione Europea, divisa tra scettici e realisti, potesse prendere sottogamba il prossimo incontro di Copenaghen, promosso dall’Onu, in cui si discuterà del futuro delle politiche mondiali sull’ecologia, può tirare un sospiro di sollievo.

L’Unione Europea ha approvato il testo di partenza, che anche se non è completamente rivoluzionario, è meglio (molto meglio) di quanto ci si poteva aspettare all’inizio. Tempo fa infatti il Parlamento europeo aveva ratificato l’accordo famoso del 20-20-20, il quale prevedeva una diminuzione delle emissioni del 20% entro il 2020. A tale risoluzione si opposero numerosi Paesi, tra i quali l’Italia, che avevano chiesto una soglia più bassa, intorno al 13%. Non solo le richieste dell’Italia non sono state accolte, ma la soglia è stata alzata fino al 30%. Un buon passo in avanti, anche se alcuni Paesi non europei hanno stabilito che per il 2020 tenteranno di arrivare quanto più possibile vicino al 100%.

L’Ue boccia la richiesta di Berlusconi di modificare il tetto alle emissioni

barroso berlusconi

Pochi giorni fa la Corte di Giustizia europea ha bocciato la decisione dell’Ue di porre un tetto alle emissioni per due dei Paesi nuovi membri dell’Unione, e tra i più poveri dell’intero Continente, la Polonia e l’Estonia. Le due economie che vanno avanti principalmente grazie al carbone, se avessero dovuto rispettare gli impegni a cui sono sottoposti gli altri Paesi dell’Ue, avrebbero risentito enormemente del loro svantaggio tecnologico. Per potersi rimettere al passo, avrebbero dovuto investire capitali che non hanno, ed indebitarsi sul mercato delle emissioni praticamente per decenni.

Per questo motivo la Corte di Giustizia europea ha fatto un’eccezione alla regola, e ha deciso che per questi due Paesi i limiti sono momentaneamente sospesi. Subito l’Italia ha cercato di cogliere la palla al balzo, ed il presidente Berlusconi, in una lettera inviata alla Commissione Europea per l’Ambiente, ha cercato di rivedere al rialzo il tetto imposto all’Italia. E così, dopo la delusione della portavoce Barbara Helfferich che non era d’accordo con la sentenza su Polonia ed Estonia, ecco che la parlamentare europea è scattata subito all’attacco, e ha bocciato sul nascere tale proposta:

I tetti sulla assegnazione di quote di Co2 all’Italia non sono rinegoziabili.

12 settembre: giornata senza buste di plastica

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Il mondo ci chiede di non inquinare; tra le altre cose, l’Unione Europea ordina ai suoi Stati membri di bandire le buste di plastica, l’Italia rinvia e tentenna. Noi restiamo a guardare? Certo che no. Per questo un movimento proveniente dall’Inghilterra sbarcherà presto anche nel nostro Paese, il Plasticbag Free Cities, le città senza buste di plastica, che dalle nostre parti sarà tradotto come “Porta la Sporta“.

In Italia è stata introdotta dall’associazione dei Comuni virtuosi, che sull’esempio della Marine Conservation Society (MCS) ha deciso di far partire questo movimento di eliminazione delle sporte inquinanti dal basso. Se la comunità europea ha posto il limite al 2010 nella produzione delle plastic bags, e l’Italia ha spostato questa scadenza 12 mesi dopo, non è detto che noi dobbiamo rimanere ad aspettare, ma possiamo già cominciare a fare qualcosa, nel nostro piccolo.

Emissioni gas serra: quarto anno consecutivo di calo nell’Unione Europea

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Le emissioni di gas a effetto serra nell’Unione europea sono scese per il quarto anno consecutivo nel 2008, purtroppo però, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (CEA), è solo grazie alla recessione economica. L’indice di stima ufficiale EEA ha mostrato un calo dell’1,5% delle emissioni del 27 paesi dell’Unione Europea nel loro complesso ed un calo dell’1,3% dei suoi 15 membri più “anziani” e ricchi.

La stragrande maggioranza del calo delle emissioni nel 2008 è stato a causa della riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dai combustibili fossili nei settori dell’energia, dell’industria e dei trasporti

si legge sul comunicato dell’Agenzia europea per l’ambiente. Le riduzioni

riflettono gli effetti della recessione economica globale che ha avuto inizio nel 2008, la quale ha provocato una diminuzione della produzione industriale e ridotto il consumo energetico da parte dell’industria, e di conseguenza ridotto il trasporto di merci.

Ue: la qualità dell’aria nell’Unione Europea sta migliorando

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Anche se i livelli dei principali inquinanti atmosferici ha continuato a scendere nella UE nel 2007, il settore residenziale e dei trasporti su strada rimangono sempre le più importanti fonti di inquinamento, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) di venerdì scorso.

Secondo la Commissione europea, 370.000 persone in Europa muoiono prematuramente ogni anno per malattie legate all’inquinamento dell’aria, 350.000 dei quali a causa di microparticelle atmosferiche o polveri di diametro inferiore ai 2,5 micrometri note come particolato (PM 2,5), che ha origine dai trasporti (automobili, navi e aerei), dall’agricoltura e dalla piccola industria. La direttiva sulla qualità dell’aria nell’ambiente, adottata nel maggio 2008, si concentra sulla riduzione delle emissioni dei principali inquinanti atmosferici, in particolare le polveri sottili che vengono accusate di una serie di problemi di salute.

Approvato il piano Mom per salvare la foca monaca

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La foca monaca si sta riaffacciando in Italia, non facciamola sparire. Con questo grido l’Unione Europea, ed in particolare i Paesi del Mediterraneo, hanno deciso di preservare dall’estinzione uno degli animali più belli, ma anche a maggior rischio del mondo. Fino a qualche decennio fa la foca monaca popolava tutto il Mediterraneo, ed in Italia le maggiori concentrazioni erano presenti in Sardegna e Liguria.

Poi la devastazione del suo habitat naturale e la caccia senza regole hanno fatto sparire questo animale dalle coste italiane, spagnole e francesi, permettendogli di sopravvivere soltanto in Grecia, peraltro in soli 300 esemplari. Per questo il Mom, l’associazione ellenica per lo studio e la protezione della foca monaca, ha approvato un nuovo piano secondo il quale si prova a far moltiplicare gli esemplari degli animali non solo in Grecia, ma in tutto il Mediterraneo. E siccome già le prime foche stanno facendo capolino in Toscana, è un’occasione che nemmeno noi italiani dobbiamo lasciarci sfuggire.

Eolico: Italia Nostra chiede moratoria per abolirlo

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L’associazione Italia Nostra, almeno in teoria, dovrebbe occuparsi di preservare la bellezza del paesaggio italiano dalle brutture degli interventi dell’uomo. Il principio di base è lodevole, ma purtroppo la sua attuazione lo è molto meno.

Il presidente Carlo Ripa di Meana non si è mai fatto sentire sull’iniziativa nucleare, sulla deforestazione o su altri interventi che violentano la natura come grandi cantieri in mezzo al nulla o gli ecomostri, ma inspiegabilmente ha deciso di battersi con tutte le sue forze contro l’industria eolica. Secondo Ripa di Meana, gli impianti eolici abbruttirebbero il paesaggio, e per questo ha deciso di presentare una moratoria per abolirlo addirittura all’Unione Europea.

Usa, Cina, Ue: la corsa all’energia pulita è iniziata

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30 anni fa le superpotenze mondiali si sfidavano per tentare di vincere la corsa allo spazio. Oggi, in una crisi ambientale terribile, si sfidano per il ruolo di leader nell’ecologia. Una corsa che per primo ha intrapreso il Parlamento di Bruxelles, ma che vede come avversari più forti e preparati Pechino e Washington. Cerchiamo di capire chi è in vantaggio e chi può arrivare a vincere la gara.

L’Unione Europea è stata senza dubbio, come dicevamo, la prima in assoluto ad intraprendere politiche verdi, in quanto ha ratificato il protocollo di Kyoto in toto (gli Stati Uniti solo in parte e la Cina per niente) e ha stabilito il famoso accordo del 20-20-20 contestato da più parti. I punti che però svantaggiano l’Europa riguardano le diversità di politiche e di tecnologie disponibili tra i vari Paesi. Mentre ci sono alcune nazioni con un ritmo di crescita ecologica impressionante (vedi Germania, Danimarca, Francia e Gran Bretagna), le quali già da anni hanno intrapreso il cammino delle rinnovabili, ci sono anche altri Paesi (come la Romania, la Polonia ed in generale tutto l’Est Europa) che vanno avanti ancora con il carbone, e che le energie rinnovabili non sanno nemmeno cosa siano.

La buona notizia: Europa vicina agli obiettivi di Kyoto

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Avremo anche tanti problemi d’inquinamento nella vecchia Europa, ma qualcosa di buono c’è, e cioè che stiamo rispettando i parametri imposti dal protocollo di Kyoto. A prescindere dalla crisi economica, che ha abbassato la produttività, e di conseguenza anche le emissioni di CO2, oggi arriva un plauso da Bruxelles perché i 15 Paesi più industrializzati dell’Unione Europea sono molto vicini al raggiungimento dell’obiettivo.

Al momento della stesura del Protocollo di Kyoto, l’obiettivo per l’Europa era di abbassare dell’8% le emissioni rispetto ai livelli del 1990, entro il 2012. Dal 2006 ad oggi c’è stato un costante calo nell’inquinamento, tanto che i 15 Paesi maggiori dell’Ue hanno già raggiunto il 5%, in pratica mancano soltanto 3 punti da risparmiare in tre anni per mantenerci entro gli obiettivi. Ma come al solito, non è tutto rose e fiori.