Oceani, realizzata la prima mappa della biodiversità marina

La rivista internazionale Nature ha pubblicato la prima mappa della biodiversità marina del CoML, il progetto Census of Marine Life, che impegna oltre 300 ricercatori provenienti da 80 nazioni. Il primo rapporto sullo studio delle forme di vita negli oceani, che va avanti da dieci anni, è atteso, molto atteso, per il prossimo ottobre a Londra.

I risultati del progetto CoML hanno finora portato al censimento di oltre 17.000 specie marine e alla scoperta di nuovi organismi, individuati negli hotpots, ossia i punti ricchi di biodiversità.

Primo no alla corrida in Spagna, ma la battaglia per salvare i tori è ancora lunga

La buona notizia: il Parlamento Regionale della Catalogna ha abolito ieri la corrida con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astenuti, con decorrenza a partire dal 2012. Niente più spargimenti di sangue a Barcellona, ma la battaglia per salvare i tori da una fine così triste è ancora tutta da giocarsi nelle altre regioni della Spagna, nei Paesi dell’America latina, in primis il Messico, e addirittura in insospettabili nazioni come la Francia, dove la fiesta è apprezzata da Sarkozy.

Ma fiesta per chi? Non certo per i tori, che vengono allevati appositamente per morire nell’arena. Scendono in sei a combattere uno scontro dal quale non hanno alcuna speranza di uscire vivi. Ce ne sono due per ogni matador: il tutto ha inizio indebolendo l’animale barbaramente ovvero procurandogli delle ferite con fuoriuscite di sangue, inferte dalle lance dei picadores, ben al sicuro sul cavallo.

Un mondo senza carne potrebbe diventare più inquinato

Il principio per cui molti “onnivori” diventano vegetariani o vegani è, oltre al non voler mangiare animali, anche che senza gli allevamenti il mondo sarebbe più pulito. E’ vero che, se confrontiamo la produzione di CO2, metano e gli altri agenti inquinanti tra una mucca ed un campo di grano, non c’è paragone, ma siamo proprio sicuri che un mondo senza animali sia più pulito?

Un’interessante ricerca pubblicata da Repubblica svela che non sarebbe proprio così, e le motivazioni sono più ovvie di quanto si pensi. Partiamo dalla produzione di cibo, la quale vedrebbe, in un mondo in cui per magia sparissero tutti gli animali da allevamento, un incremento improvviso. Questo significa maggiori fertilizzanti chimici (perché quelli naturali non esisterebbero più in quanto non ci sarebbero più animali a produrli), maggior utilizzo dei combustibili fossili per alimentare i trattori, maggior quantità d’acqua per irrigare i campi, e poi ancora pesticidi e tutti quegli additivi chimici per evitare che gli insetti (quelli non spariscono mai) distruggano il raccolto.

Biodiversità e studenti, come partecipare al concorso fotografico “Mappa la Natura”

Fotografie degli animali

Il Corpo Forestale dello Stato ha indetto un concorso fotografico aperto a tutti gli studenti, in occasione dell’anno Internazionale della Biodiversità. I ragazzi dovranno trasformarsi in sentinelle della Natura e fotografare gli animali più curiosi, belli e simpatici avvistati o quelli su cui vogliono ricevere informazioni.

Tutte le fotografie saranno inserite nel portale web mappa la natura e andranno a completare una carta geografica d’Italia, divisa per regioni e habitat d’interesse. I piccoli fotografi degli scatti più originali, valutati da una giuria esperta, saranno invitati alla festa nazionale del Corpo Forestale dello Stato che si svolgerà a Roma in ottobre, e parteciperanno alla realizzazione di una storia sulla biodiversità che uscirà su Topolino.

Fiocco azzurro al Bioparco di Roma, è nato un cucciolo di zebra

bioparco di Roma, nato cucciolo di zebra

La settimana scorsa c’è stato un evento davvero piacevole e allegro al Bioparco della Capitale, una mamma zebra di Grant ha dato alla luce un cucciolo di ben 30 chili!

La nascita è avvenuta nella notte di venerdì 9 luglio e la mattina dopo il cucciolo già stava in piedi, gironzolando incuriosito vicino alla mamma nel recinto della Savana, accanto a struzzi ed antilopi. Il lieto evento arriva dopo decenni di mancanza di nascite di zebre nello zoo di Roma e per questo lo staff del Bioparco ha chiamato il cucciolo Primo.

Biodiversità, il camoscio appenninico nel Parco dei Sibillini è “quasi” salvo (fotogallery)

camoscio 5

Il suo nome scientifico è Rupicapra pyrenaica ornata, ma è meglio conosciuto come camoscio appenninico o camoscio d’Abruzzo, e siamo andati molto vicini al perderlo definitivamente. Questo bellissimo quadrupede era stato inserito nella Lista Rossa dell’IUCN perché il suo numero, soprattutto a causa del bracconaggio, si stava riducendo drasticamente.

Per fortuna alla fine del 2008 le autorità del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise hanno tentato il tutto per tutto, con la migrazione assistita, catturando cioè 8 esemplari e liberandoli nel parco dove, al sicuro dai cacciatori, potessero vivere e riprodursi senza problemi. Un esperimento riuscitissimo, dato che nell’arco di poco più di un anno gli esemplari sono raddoppiati.

Cambiamenti climatici salvano farfalla blu dall’estinzione (fotogallery)

farfalla blu foto 6I cambiamenti climatici, se fanno la sfortuna di molte specie viventi, ne riabilitano altre. Lo abbiamo visto nel caso dei pesci e delle piante tropicali che stanno invadendo le acque sempre più calde dei mari di tutto il Mondo e per quanto riguarda la proliferazione di germi, virus e batteri, agevolati nella diffusione dalle alte temperature.
Oggi è il turno della farfalla blu di tornare a volare sui prati della Gran Bretagna: si tratta di una specie che venne considerata estinta nel 1979, la Large bleu, reintrodotta negli ultimi venti anni.

Il progetto di reinserimento è riuscito solo adesso proprio per le condizioni climatiche favorevoli, dettate dall’innalzamento delle temperature innescato dai cambiamenti climatici. Come spiega il professor Jeremy Thomas, del Centre for Ecology and Hydrology dell’università di Oxford, responsabile del progetto

solo ora che il clima si è riscaldato e sono stati scoperti posti accoglienti sulle colline Cotswolds la specie può tornare a ripopolarsi in Gran Bretagna.

Le immagini dei primi uccelli liberati dopo la marea nera

pellicano marea nera

Dopo che nei giorni scorsi vi abbiamo mostrato le terribili immagini della marea nera, con lo spiaggiamento di uccelli e grandi anfibi soffocati dal petrolio, finalmente stavolta vogliamo mostrarvi un’immagine bella e che ci dà un po’ di speranza.

KW Celeste, uno spettatore della CNN, ha condiviso una serie di commoventi foto di “Pelly“, il pellicano bruno, e “Lucky“, la sula bassana (un altro uccello marino), i quali sono stati recentemente messi in libertà dopo essere stati salvati, puliti e curati dai volontari che si sono catapultati sulle coste colpite dal disastro.

L’US Fish & Wildlife Service riporta che Lucky è stato scoperto dai lavoratori che stavano cercando di mettere un freno al disastro del Deepwater Horizon del 27 aprile scorso. Lucky era magro e disidratato quando fu ritrovato, con l’80% del corpo coperto dal petrolio. Alcuni prodotti specifici sono stati usati per calmare il suo mal di pancia dovuto all’ingerimento del petrolio, e questi lo hanno completamente guarito, facendogli guadagnare così il nome di Lucky, cioè “fortunato”.

Caccia: fissato il limite di estensione della stagione venatoria a 10 giorni in più

caccia

Ormai è solo questione di giorni e poi la nuova legge sulla caccia entrerà in vigore. La buona notizia è che si sono limitati i danni, la cattiva è che probabilmente non usciremo dalla procedura d’infrazione avviata dall’Unione Europea.

Contrariamente a quanto sta accadendo per tutte le altre leggi italiane, per una volta tutto ciò che ha chiesto la Lega è stato respinto, ed invece sono state accolte le richieste dell’opposizione. Il testo, che ora passerà al Senato per l’approvazione definitiva (e pare non ci siano altri ostacoli) non prevede nè l’abbassamento dell’età dei cacciatori (la Lega voleva portarlo a 16 anni), nè l’anticipo della stagione venatoria. Scongiurato anche il rischio che ogni Regione decida autonomamente la durata del periodo di caccia, facendo diventare di fatto il bracconaggio legale. Secondo la nuova legge infatti sarà possibile, sempre a discrezione della Regione, allungare di soli 10 giorni, e “non un giorno di più”, come afferma il Ministro Prestigiacomo, la durata della stagione venatoria.

Gli oceani sono più affollati di quanto ci si possa aspettare, ci vivono “nonilioni” di microbi

censimento marino

Il Census of Marine Life è un’indagine iniziata 10 anni fa e che serve a calcolare il numero di microbi sconosciuti, minuscolo zooplancton, crostacei, vermi, larve e scavatori, alcuni dei quali sembrano usciti da un film di fantascienza, e che compongono la vita nei mari di tutto il mondo.

In nessun altro ambito della vita dell’oceano l’entità della scoperta Census è stata così ampia come nel mondo dei microbi

ha detto Mitch Sogin del Marine Biological Laboratory di Woods Hole, Massachusetts, capo del censimento. Il conteggio ha stimato una sbalorditiva cirfra di un “nonilione“, o 1.000.000.000.000.000.000.000.000.000.000 (30 zeri), di singole cellule microbiche negli oceani, del peso di 240 miliardi di elefanti africani, i più grandi animali terrestri.

Una migliore idea di microbi, la “maggioranza nascosta” che compone dal 50 al 90% della biomassa nei mari, serve per dare un punto di riferimento per la comprensione sul futuro negli oceani, legati ai cambiamenti climatici e all’inquinamento.

Mangiare come un uccellino per salvare le foreste

uccelli insettivoriLeoni, tigri e orsi, i grandi predatori insomma, stanno in cima alla piramide alimentare, lo schema che ci è ben noto fin dai primi anni di scuola. Si nutrono di animali più piccoli, vivendo dell’energia che scorre dalla base in cui le piante trasformano la luce solare in carboidrati.

Un recente studio, effettuato da un team di ricercatori dello Smithsonian Tropical Research Institute, ha analizzato le interazioni complesse al centro della piramide, dove sono collocati gli uccelli, i pipistrelli e le lucertole che consumano insetti. Questi predatori mangiano insetti in quantità sufficienti a beneficiare indirettamente le piante, aumentandone la crescita, scrivono gli scienzati.

“I nostri risultati sono rilevanti per le comunità naturali come praterie e foreste, ma anche nella coltivazione di alimenti per l’uomo, in quanto questi animali insettivori riducono i parassiti sulle piante coltivate”, ha spiegato Sunshine Van Bael, scienziato presso lo Smithsonian Tropical Research Institute.

Migrazioni, Lipu “microspia” le rondini

rondiniChissà se  lamenteranno la mancanza di privacy le duecento rondini scelte come spie del movimento migratorio nell’ambito di un progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo e coordinato dall’Università di Milano in collaborazione con l’Università Bicocca, il Parco Adda Sud e la Lipu-BirdLife Italia.

Giunte in Italia per far primavera, le rondini torneranno in Africa, come da consuetudine, a fine estate, e stavolta a monitorarne il percorso esatto su un nutrito campione, duecento, come vi anticipavamo sin dalle prime righe, ci sarà un dispositivo-spia.
Si tratta di un minigeolocator che, installato sul corpo dei volatili, sarà in grado di tracciare il percorso compiuto in volo e localizzare le aree precise dell’Africa sub-sahariana in cui le rondini si recano a svernare.

Riscaldamento globale, il corpo degli animali cambia

cambiamento climaticoIl riscaldamento globale colpisce anche le dimensioni degli animali. Alcuni animali, a quanto pare, stanno dimagrendo, mentre altri stanno ingrassando. Tutta colpa degli sconvolgimenti degli ecosistemi terrestri, della scomparsa di alcune specie, e della proliferazione di altre, ma anche dell’aumento delle temperature e delle correnti che cambiano.

E’ probabile che questo cambio di regime alimentare sia una reazione conseguente all’aumento delle temperature a causa del cambiamento climatico globale – spiega il professor Yoram-Yom Tov del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Tel Aviv, che ha misurato l’evoluzione delle dimensioni del corpo degli uccelli e degli animali nelle zone in cui il cambiamento climatico è più estremo ed evidente.

Caccia: il Governo rischia di condannare a morte gli animali

cacciatore uccelli

L’Unione Europea nel 2006 ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia perché, in sostanza, nel nostro Paese si caccia troppo. La risposta del Governo è stata allungare ulteriormente i periodi di caccia. In questi giorni al Senato si discute su come reagire di fronte a questo problema, e soprattutto a seguito delle pressioni che giungono da Bruxelles. Il problema è che pare che il Governo sia orientato verso un ulteriore aggravamento della situazione.

Se attualmente infatti la stagione venatoria prevista va dal 1 settembre al 31 gennaio (5 mesi), l’articolo 38 della legge Comunitaria pare voler abbattere anche questo limite, lasciando campo libero ai cacciatori tutto l’anno. Ciò significa condannare a morte gli animali. Infatti verrebbero uccise prede anche nei periodi migratori, cosa vietata in tutto il mondo, e nel periodo di svezzamento dei cuccioli, quando non sono ancora in grado di cavarsela da soli. Per questo 100 associazioni animaliste e ambientaliste hanno scritto al Presidente del Consiglio, chiedendogli di fare qualcosa in merito.