Il nucleare farebbe bene all’Italia, parola di Patrick Moore, un ex di Greenpeace

patrick mooreIl nucleare è buono e fa bene. A dirlo è Patrick Moore. Si, avete capito bene, non è un caso di omonimia. E’ proprio lui, uno dei padri fondatori di Greenpeace, l’associazione ambientalista più famosa al mondo. Le sue dichiarazioni a favore di un ritorno all’atomo hanno sollevato numerose polemiche, soprattutto tra gli ambienti di quella che è ormai, a tutti gli effetti, la sua ex organizzazione. A Greenpeace lo definiscono, infatti, un caso da psicoanalisi, in evidente contrasto con le sue posizioni, l’associazione sta combattendo attivamente per evitare la riconversione dell’Italia all’energia nucleare.

Le dichiarazioni di Moore sono arrivate a margine dei due appuntamenti previsti per la sua tappa romana, uno dei quali si è svolto all’Auditorium dell’Enel. Moore si è dichiarato favorevole alla costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano, come unica soluzione definitiva agli approvvigionamenti energetici.

Greenpeace: 10 motivi per essere antinucleare

nucleare freestyle greenpeace

La battaglia più attuale di Greenpeace in questi ultimi tempi è quella contro il nucleare. Oltre ai manifesti ironici sulla Polverini, candidata del centrodestra alla Regione Lazio, che inneggiano al ritorno al nucleare, le iniziative dell’associazione ambientalista sono state molteplici. Gli attivisti italiani infatti sono andati a protestare in gommone a Venezia, hanno avviato una raccolta firme che ha superato le 40 mila adesioni, e hanno attivato una “Nuclear Hotline“, un numero verde (800.864.884) per lasciare il proprio messaggio contro il nucleare da presentare ai politici candidati alle elezioni.

Oltre a tutto questo, e alla raccolta di firme di personaggi famosi del mondo dello spettacolo (Lello Arena, Bernardo Bertolucci, Andrea Camilleri, Ascanio Celestini, Elio Germano, Beppe Grillo, Sabina Guzzanti, Diego Parassole e Valerio Mastandrea), Greenpeace ha stilato anche i 10 motivi per cui bisogna essere antinucleari. Li troverete dopo il salto.

WWF: appello verde ai candidati per le Regionali

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Mancano ormai poche settimane alle elezioni regionali, e il disastro del petrolio nel Lambro riporta a galla un vecchio problema, spesso dimenticato, ma con cui veniamo a contatto tutti i giorni: la tutela del territorio. E quale miglior momento per prendere degli impegni in favore dell’ambiente, se non la campagna elettorale?

Per questo il WWF coglie la palla al balzo e presenta due richieste ai candidati delle 13 Regioni che si daranno battaglia all’ultimo voto. Prima di tutto si chiede che si adotti un decalogo verde da seguire durante il proprio mandato, e poi che si produca una mappa delle emergenze, per monitorare gli interventi da attuare per ripristinare la situazione in quelle zone che hanno subìto (o rischiano di subire) disastri ambientali.

Allarme estinzione: a rischio la metà delle specie dei primati

lemure di madagascar

I primati sono un’ordine molto ampio, di cui fa parte, tra gli altri, anche l’uomo. I suoi rappresentanti sono miliardi, e le specie che si possono contare oggi sono 630. Peccato però che la metà di queste rischia di estinguersi nell’arco di pochi decenni.

A lanciare l’allarme è il Primate Specialist Group dell’Iucn, che indica il paradosso che vuole l’uomo come unico primate a continuare ad aumentare di numero, fino a raddoppiare i propri rappresentanti nel giro di poco più di un decennio, mentre tutte le altre specie vedono diminuire i propri esemplari, fino al rischio di sparizione definitiva per 300 di esse. Tra queste, ben 25 rischiano di diventare solo un ricordo in un lasso di tempo davvero breve.

Una mappa del WWF ci spiega il pericolo d’estinzione che corre la tigre

mappa tigre

L’allarme ha ormai fatto il giro del mondo: praticamente ovunque le tigri che si trovano in natura, sono nei guai. Motivo per cui una mappa interattiva che educa la gente sui problemi può rivelarsi uno strumento utile. Piuttosto che semplicemente indicare le aree in cui questi felini vivono, la mappa prodotta dal WWF è una finestra

sulle numerose minacce alle tigri selvatiche, sia di quelle per il loro habitat che delle attività che in alcune parti del mondo che hanno un impatto su di loro.

Scorrendo in una zona evidenziata, è possibile aprire una finestra con delle informazioni preliminari e un link per ulteriori informazioni sulle tigri in quel luogo. Il WWF rileva che le tigri selvatiche occupano solo il 7% del loro storico habitat. E con solo poche migliaia di esemplari rimasti, la speranza è che questa mappa e le risorse che collega possa aiutare i governi e le ONG che hanno la forza di farlo, ad ottemperare a degli sforzi di conservazione durante il Global Tiger Summit di Vladivostok che si terrà nel settembre 2010.

Duro colpo ai balenieri: condannato per violazione dei diritti umani il Governo giapponese

baleniera giapponese

Quasi diciotto mesi fa, due attivisti anti-baleniere di Greenpeace sono stati arrestati dalla polizia giapponese per aver rubato carne di balena da una compagnia di navigazione. Ora il gruppo delle Nazioni Unite che si occupa di diritti umani ha detto che in quel caso i diritti dei Tokyo Two sono stati violati dal sistema della giustizia giapponese.

Così si sono svolti i fatti: Junichi Sato e Toru Suzuki stavano indagando per presunti casi di corruzione all’interno del programma di caccia alle balene della nazione giapponese. Il programma delle baleniere giapponesi si dice serva esclusivamente per la ricerca scientifica, per cui si riesce a farlo finanziare dai contribuenti giapponesi, alcuni informatori hanno denunciato che alcune scatole contenevano carne di balena, le quali venivano segretamente spedite dai cacciatori e poi rivendute per profitto personale.

Eco-guida Greenpeace 2010: Nokia e Sony Ericsson prendono il largo

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Il nuovo anno ha portato delle buone notizie nel campo delle “green-tech“, le nuove tecnologie con un occhio all’ambiente, ma purtroppo anche delle notizie poco piacevoli. Le buone sono che Nokia e Sony Ericsson vanno avanti nel loro impegno sempre maggiore nel tentativo di fornire ai propri clienti dei prodotti sostenibili e dei servizi verdi; e poi c’è da registrare un impegno maggiore che ha riguardato quasi tutti.

Le cattive invece arrivano come al solito dalla Nintendo, che se possibile fa anche peggio rispetto al passato, e da un’indicazione globale che mostra come, a parte le due marche già citate, per il resto il divario con la concorrenza è ancora più marcato rispetto al passato.

La Nokia ormai ha un primato che dura da anni, grazie soprattutto all’eliminazione sempre maggiore delle sostanze tossiche dai suoi prodotti. Il punteggio è buono, 7,3 su 10, ma non ancora ottimale perché sul versante energia deve ancora fare molto.

2010, anno della biodiversità: cosa possiamo fare nel nostro piccolo

orso polare

Le Nazioni Unite hanno proclamato il 2010 Anno Internazionale della Biodiversità. Alla cerimonia di lancio a Berlino, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ammonito che il mondo dovrà affrontare “dei costi enormi” se non saranno intraprese azioni contro il cambiamento climatico per garantire la biodiversità.

Gli esseri umani sono ovviamente parte integrante del bilancio naturale. Il nostro destino è indissolubilmente legato alla biodiversità. Possiamo contare sull’incredibile diversità del mondo naturale nel fornire il cibo, medicine, carburante e le materie prime che ci sostengono. La biodiversità è la chiave di volta di tutta la vita sulla terra.

Mal’aria: il dossier di Legambiente sullo stato di salute delle città italiane

industria inquinante

La situazione delle città italiane, per quanto riguarda l’inquinamento, è preoccupante. Questo lo sapevamo già, e ce ne eravamo accorti a proposito della vicenda dell’immondizia di Napoli, o più recentemente, degli avvisi di garanzia al presidente della Regione Lombardia, a quello della Provincia di Milano e al sindaco Moratti, per i superamenti della soglia consentita di inquinamento del capoluogo lombardo.

Ma ovviamente non sono soltanto queste due città a sforare i limiti consentiti dalla legge. Su 88 città monitorate da Legambiente, ben 57 sono quelle che superano tale limite per quanto riguarda le polveri sottili, e circa la metà per gli altri agenti inquinanti. Le sostanze preoccupanti nell’aria cittadina sono le ormai famose polveri sottili (lite fissato sui 50 microgrammi per metro cubo superabili 35 giorni all’anno), l’ozono (120 mg/m cubo superabile al massimo per 25 giorni all’anno), ma anche anidride solforosa (SO2), monossido di carbonio (CO), piombo e benzene.

Ecosia, il motore di ricerca ecologico

Navigare nella rete e nello stesso tempo proteggere le foreste pluviali? Da oggi si può grazie ad Ecosia, il motore di ricerca ecologico, sostenuto da Yahoo, WWF e Bing.  Quasi l’80% dei profitti ricavati grazie alle nostre ricerche su Ecosia finanzieranno infatti un progetto del WWF in Amazzonia. Le stime parlano di una media di due metri quadri di foresta pluviale messi in salvo per ogni singola ricerca.

Un motore di ricerca ecologico non solo per la quasi totale destinazione dei proventi alla lotta contro la deforestazione, ma anche per l’alimentazione ad energia verde dei server.

Le 10 specie più in pericolo per il WWF

panda giganti

Qualche giorno fa abbiamo riportato l’appello del WWF per salvare la tigre. Nonostante la sua immagine così forte, in realtà per l’associazione animalista si tratta della specie più fragile di tutte. Così fragile da rischiare di sparire per sempre. Ma purtroppo non è l’unica.

Con l’inizio del nuovo anno il WWF ha voluto stilare una specie di triste classifica delle 10 specie più a rischio nel 2010. E se il primo posto della tigre vi ha sorpreso, rimarrete a bocca aperta anche in altri casi. La posizione più bassa spetta al panda gigante. L’animale, che è il simbolo vivente degli animali a rischio estinzione, è presente nella lista praticamente da sempre. Quest’anno però lascia i primi posti perché, grazie all’azione di molti, ha ricominciato a riprodursi. Ad oggi si contano circa 1.600 esemplari in tutto il mondo. Non sono tantissimi, ma la situazione è migliore di qualche decennio fa.

Riscaldamento globale: centinaia di milioni di profughi nel 2050

rifugiati

Dalla conferenza sul clima di Copenaghen è uscita una specie di accordo che non risolveva nulla, ma aveva come intenzione almeno quella di limitare i danni e cercare di far arrivare lo stato di salute della Terra il più sano possibile al 2050. Secondo gli ultimi dati dell’Onu, questo pare non sarà possibile.

Già oggi infatti sono tanti i segnali che qualcosa sta cambiando: mutamenti climatici estremi (proprio due settimane fa siamo passati in Italia in 24 ore dalla neve a +20/25 gradi), uragani e tempeste sempre più frequenti, desertificazione e innalzamento del livello dei mari. Ma a breve potranno esserci segnali ancora peggiori. Tutto questo aggravato da un fenomeno che già oggi è molto preoccupante: la migrazione di massa.

E’ la tigre l’animale a maggior rischio estinzione nel 2010

tigre amur

Gli scienziati e gli ambientalisti devono intensificare i loro sforzi quest’anno per salvare una delle più potenti creature della Terra, purtroppo però in pericolo di estinzione: la tigre. I biologi hanno messo la Panthera tigris al primo posto in un elenco dei 10 animali che più di altri rischiano l’estinzione, non tra decine o centinaia di anni, ma già nel 2010.

Quest’anno è stato proclamato l’Anno Internazionale della Biodiversità dalle Nazioni Unite, e così abbiamo creato una lista di 10 animali in pericolo, di fondamentale importanza che riteniamo possano richiedere un particolare controllo nei prossimi 12 mesi

ha dichiarato Diane Walkington, responsabile del programma specie per il WWF nel Regno Unito. Gli animali nella lista WWF comprendono anche quelli presenti da sempre, come l’orso polare e il panda gigante.

2010, anno Internazionale della biodiversità

biodiversitàBiodiversità vuol dire vita, equilibrio, sopravvivenza. L’estinzione di numerose specie negli ultimi anni e la minaccia progressiva e continua di centinaia di altri organismi viventi mette a rischio gli ecosistemi di tutto il Pianeta. Per chi fosse poco attento e scarsamente interessato alle esigenze e alle tematiche della flora e della fauna terrestre, questo non significa soltanto la scomparsa di qualche animaletto inutile all’uomo, bensì implica profonde ripercussioni sull’umanità intera.

Anche il più piccolo ed apparentemente insignificante essere vivente, anche un microbo, ha impatto sulle nostre vite. La scomparsa dei grandi mammiferi, l’estinzione di molte specie di piante ed uccelli, la morte di barriere coralline e pesci, la morìa che colpisce le api, tutto questo e altro ancora incidono eccome sul nostro futuro. Quindi, animalisti o meno, c’è poco da gioire quando ci liberiamo anche del più fastidioso insetto perchè si è estinto.