Chernobyl

Chernobyl

La centrale nucleare

La centrale nucleare di Chernobyl era una centrale che oggi chiameremmo di prima generazione, cioè fa parte delle prime centrali nucleari costruite nel dopoguerra. Situata a 18 km dalla città di Chernobyl, dista appena 110 km da Kyev, capitale dell’Ucraina, e a 16 km dal confine con la Bielorussia. L’impianto constava di 4 reattori, i quali producevano 1 GW di energia elettrica a testa, il 10% dell’intero fabbisogno del Paese all’epoca. Nata negli anni ’70, la centrale di Chernobyl ha visto crescere i suoi reattori rispettivamente nel ’77, ’78, ’81 e ’83, e al momento dell’esplosione, avvenuta nell’86, erano in costruzione anche i reattori 5 e 6.

La tipologia di reattori presenti nella centrale era RBMK-1000, cioè reattore a canali, moderato a grafite e refrigerato ad acqua. Ma la centrale non veniva usata solo per scopi civili, dato che lì veniva anche lavorato il plutonio per la costruzione della bomba atomica. Vista l’importanza strategica di questa centrale si pensò di “forzare la mano” aumentando l’efficienza, anche al rischio di rendere il processo di lavorazione più instabile. Un eccesso che portò al disastro nucleare più grande della storia.

Inquinamento termico

Inquinamento termico

Per inquinamento termico si intende una anomalia, di causa antropica, nelle temperature registrate all’interno dell’ecosistema. Si distinguono due tipi di inquinamento termico:

  • un inquinamento termico diretto, quando la sorgente inquinante agisce direttamente immettendo energia termica nell’ecosistema in cui si colloca, provocandone un innalzamento di temperatura immediato ed elevato;
  • un inquinamento termico indiretto, quando gli effetti delle sorgenti inquinanti si ripercuotono a scala globale. In tal caso le sorgenti inquinanti sono essenzialmente gas clima alteranti come il metano, gli idrocarburi alogenati e l’anidride carbonica responsabili dell’effetto serra.

Composti organici volatili

Composti Organici Volatili

Con la denominazione di Composti Organici Volatili (VOC) viene indicato un insieme di sostanze (più di trecento) in forma liquida o di vapore suscettibili di evaporare facilmente a temperatura ambiente.

La suscettibilità all’evaporazione e quindi la volatilità di queste sostanze è una diretta conseguenza delle proprietà chimico-fisiche dei VOC, in particolare dal loro punto di ebollizione che va da un limite inferiore di 50-100 °C a un limite superiore di 240-260 °C.

Inquinamento delle acque

Inquinamento delle acque

L’inquinamento delle acque è un’alterazione degli ecosistemi acquatici suscettibile di recare danno diretto alla salute della flora e della fauna acquatiche ed innumerevoli danni indiretti all’uomo che vede, ad esempio, compromesse le riserve idriche per uso alimentare, le attrattive turistiche di alcune aree con ingenti danni economici.

L’inquinamento delle acque può avere origine in innumerevoli fattori permanenti come gli scarichi domestici,  i reflui industriali ed agrari (tra i quali molto impattanti sono i reflui zootecnici) ma può originarsi anche a seguito di eventi accidentali come i tristemente noti incidenti a carico delle navi petroliere, dei pozzi di petrolio sottomarini o meno accidentali come la pulizia delle petroliere che viene illegalmente condotta a largo nei giorni di nebbia, o ancora può essere causato dal rilascio di sostanze radioattive da parte di sottomarini a propulsione nucleare affondati e corrosi sul fondo del mare.

Inquinamento radioattivo

Inquinamento radioattivo

Trattasi di un livello anomalo di radioattività di origine antropica  nell’ambiente. La radioattività, o decadimento radioattivo, è l’insieme di processi fisico-atomici a mezzo dei quali alcuni nuclei atomici instabili (radionuclidi) o radioattivi decadono (trasmutano) in una specie atomica a contenuto energetico inferiore in accordo con la legge di conservazione della massa e dell’energia energia e raggiungendo così uno stato di maggiore stabilità.

Tale trasmutazione avviene in vari modi: per emissione di protoni e neutroni dal nucleo e per la cattura elettronica. Ogni tipo di decadimento emette in genere dei raggi. I raggi alfa e beta sono composti di particelle con carica elettrica, perciò interagiscono quasi immediatamente con la materia circostante venendo immediatamente assorbiti, i raggi gamma e i neutroni invece, elettricamente neutri, vengono assorbiti solo per urto diretto contro un atomo o un nucleo atomico pertanto possono propagarsi per lunghe distanze.

Idrogeno H

Idrogeno

L’etimologia della parola deriva dal greco hydor (acqua) e γον (generare) e significa, appunto, generatore d’acqua. L’idrogeno è il primo elemento chimico della tavola periodica, è designato dal simbolo H ed ha per numero atomico 1, si compone di un nucleo (formato da un protone ed un neutrone) e di un elettrone che gli ruota attorno.

Allo stato elementare esiste solo sotto forma di molecola biatomica, H2, che alle condizioni di temperatura ambiente e pressione assume lo stato di gas incolore, inodore, volatile ed altamente infiammabile, per queste sue caratteristiche, malgrado sia l’elemento più abbondante dell’universo, raramente sulla terra lo si ritrova allo stato elementare. Allo stato elementare si trova soltanto: nei gas vulcanici, nelle sorgenti petrolifere, nelle fumarole mentre è molto diffuso sotto forma di composti (acqua, idrocarburi, sostanze minerali, organismi animali e vegetali) e può quindi essere prodotto a partire da diverse fonti.

impatto ambientale

Impatto zero

Impatto zero

Con tale slogan si intendono genericamente: un’azione o un’impresa, un evento, uno stile di vita che non alterano il bilancio di CO2, metano, degli altri gas inquinanti o dei gas serra, dell’ecosistema planetario in risposta a quanto prescritto dal protocollo di Kyoto.

Nel caso della CO2 (ad esempio) si può impattare zero non alterando con nessuna azione il ciclo, e quindi, il bilancio del gas nell’ecosistema oppure attuando misure di compensazione dell’alterazione commessa in vari modi:

  • piantando alberi (che fissano nei tessuti legnosi la CO2);
  • comprando crediti di carbonio da chi mette a coltura boschi di stoccaggio della CO2 (questo sistema tuttavia è risultato suscettibile di contraffazione e foriero di scempi ambientali in vari casi);
  • riducendo le altre voci in attivo del proprio bilancio CO2.

Lista rossa IUCN


Lista rossa IUCN

La Lista rossa IUCNIUCN Red List of Threatened Species) istituita nel 1948, è il più ampio database esistente al mondo sullo stato di conservazione della biodiversità animale e vegetale.

L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources, IUCN), è l’ente responsabile della sua compilazione annuale.I circa 7500 scienziati della Commissione per la salvaguardia delle specie (IUCN Species Survival Commission, SSC) hanno il compito di raccogliere ed aggiornare costantemente i dati per redigere la lista. Trattasi di  un team di biologi, botanici, zoologi, fitosociologi, entomologi etc., che prestano parte del loro lavoro scientifico all’IUCN in maniera totalmente gratuita.

Vegetarianesimo

Vegetarianesimo

Il vegetarismo (detto anche vegetarianismovegetarianesimo) è una forma di alimentazione che esclude il consumo di alcuni o tutti gli alimenti di origine animale, in genere per diversi motivi: etica, ambientalismo, salute, religione, igiene, influenze sociali, cause economiche, diritti degli animali, estetica.

Il termine italiano “vegetariano” è stato coniato nel XIX secolo e sostituì nell’uso corrente della lingua il termine “pitagorico“.
La sua etimologia deriva dal latino vegetare (rinforzare, far crescere), dalla sua derivazione vegetabile, che significa “atto a vegetare” o anche da vegetale, cioè “spettante a ciò che vegeta”, termini latini che avevano già acquisito un legame forte, anche se non esclusivo, con il mondo botanico. Alcuni lo riconducono alla radice di vegetus che significa, in senso più generale: “forte, sano, attivo, vigoroso”.

Punteruolo rosso

Punteruolo rosso

Il punteruolo rosso della palma, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier), è un coleottero curculionide parassita delle palme (maggiormente di Phoenix canariensis) originario dell’Asia meridionale e della Melanesia. Essendo una specie esotica non ha antagonisti naturali, coevoluti con lei, nel Mediterraneo e pertanto ha avuto un azione devastante sulle piante di  palma d’Italia che sono risultate tristemente dimezzate e che, in molti casi restano erette, secche e prive di foglie, come mortiferi totem rovinando il paesaggio ed esercitando una pericolosissima azione di hot spot per la proliferazione del patogeno.

Sono segnalati, nei primi anni Novanta, gravi danni nei palmeti da dattero egiziani e della penisola arabica. Nel 1994 l’insetto è comparso per la prima volta in Europa e precisamente in Spagna. Dal 2005 è segnalato anche in Italia in diverse regioni: Toscana, Sicilia, Campania, Lazio, Puglia.

Inquinamento luminoso

Inquinamento luminoso

L’inquinamento luminoso è un’alterazione dei livelli di luce notturni normalmente presenti nell’ambiente. La principale definizione legislativa riporta il fenomeno come

ogni irradiazione di luce diretta al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, ed in particolare verso la volta celeste”.

L’alterazione dei livelli di luce nell’ambiente notturno provoca danni di diversa natura e gravità proporzionale alla quantità ed all’intensità dell’illuminazione notturna. Gravissimi sono i danni ambientali che l’inquinamento luminoso provoca ma ad essi si aggiungono anche gravi danni economici e culturali.

Inquinamento del suolo

Inquinamento del suolo

L’inquinamento del suolo è un fenomeno di alterazione della composizione chimica naturale del terreno, dovuto all’attività antropica, che si verifica a carico della soluzione circolante e della frazione minerale del terreno e che reca gravi scompensi alla pedofauna che lo abita e che effettua la rimineralizzazione della sostanza organica chiudendo il ciclo del carbonio.

Il fenomeno è meno conosciuto, meno evidente ed anche meno studiato rispetto all’inquinamento delle acque e dell’aria per varie cause. Prima tra tutte è la minore immediatezza degli effetti che l’inquinamento del suolo ha sull’uomo rispetto agli effetti prontamente tangibili dell’inquinamento atmosferico e delle acque. Inoltre la pedologia è una scienza relativamente più giovane delle scienze che studiano l’atmosfera e i corpi idrici.

Clorofluorocarburi CFC

Clorofluorocarburi

I CFC sono composti costituiti da Cloro, Fluoro e Carbonio. I più comuni CFC sono i CFC-11, CFC-12, CFC-13, CFC-14 e il CFC-15. Sono molecole gassose incolori, inodori o con debole odore di etere, ininfiammabili, chimicamente stabili, senza alcuna azione tossica.  Questi gas sono stati inventati negli anni ’20, da allora sono stati prodotti (per sintesi chimica partendo dal metano) e utilizzati in grandi quantità come: refrigeranti per impianti frigoriferi e condizionatori d’aria, propellenti per bombolette di aerosol, agenti schiumogeni e solventi.

Un tempo i CFC erano considerati sostanze ideali per impieghi industriali perché economici, stabili ed inerti e quindi non tossici; ma proprio questa loro mancanza di reattività li rende pericolosi per l’ozono stratosferico. Per questa bassa reattività e per il fatto che molti CFC sono rilasciati dagli  aerei supersonici direttamente a quote stratosferiche, questi composti di sintesi sono stati tra i principali agenti che hanno causato il buco dell’ozono.

Casa passiva

Casa passiva

Il termine deriva dal tedesco passivhaus (in inglese passive house) e designa un’abitazione che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento “convenzionale” (caldaia, termosifone etc). Il concetto di casa passiva nasce nel maggio del 1998 dalla collaborazione tra Bo Adamson della svedese Lund University, e il tedesco Dott. Wolfgang Feist. Una serie di finanziamenti stanziati dal land tedesco di Hessen hanno permesso che il concetto venisse poi sviluppato.

Una casa si può definire passiva quando la somma degli apporti passivi di calore derivanti dall’irraggiamento solare ed il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono tali da bilanciare le perdite di calore dall’involucro durante la stagione invernale. La casa passiva basa il suo funzionamento su di una eccellente protezione del calore prodotto all’interno dell’edificio (che viene recuperato), sull’isolamento dell’involucro dell’edificio (coibentazione), sullo sfruttamento altamente efficiente dell’energia e  su una sistematica aerazione. In tal modo il fabbisogno di riscaldamento dell’abitazione si abbassa drasticamente di 15 kWh/m2a o 1,5 l itri di combustibile/m2a o persino meno.