L’orto di Michelle Obama alla Casa Bianca, coltivare biologico è trendy

E’ proprio il caso di dire che la rivoluzione ecologica comincia dal basso, diciamo pure dall’orticello di casa. Ma non di una casa qualunque, bensì nientepocodimenoche della Casa Bianca, che si sta tingendo sempre più di verde, dopo l’insediamento della famiglia Obama.
La first lady Michelle, che si prefigura già come una delle più amate dagli americani e nel mondo per la sua semplicità e umiltà decorosa, ha infatti deciso di dare il buon esempio al suo popolo, minacciato in egual modo da obesità ed effetti del riscaldamento globale, autorizzando la creazione di un orto nei giardini dell’ala Sud della villa palladiana.

Un gesto simbolico, ma nemmeno tanto, perchè agli Obama piace davvero mangiare sano e garantire cibi biologici alle proprie figlie. Un modo come un altro per dare il buon esempio ai cittadini degli States che si nutrono sempre più spesso di schifezze varie e salsine poco salutari e ai quali certo non farebbe male un po’ di sana frutta e verdura coltivata nell’orto di casa. Ma il pollice verde di Michelle che potrebbe avere grande risalto e spingere come ci auguriamo al trend dell’orto e del mangiare biologico, ha anche un altro importantissimo intento.

Il Green Market per uscire dalla crisi

Secondo una recente ricerca pubblicata da Green Seal, un organizzazione no-profit di certificazione dei prodotti, marketing sociale ed EnviroMedia, quattro persone su cinque hanno ammesso di acquistare prodotti e servizi verdi oggi, anche nel bel mezzo di uno dei periodi di recessione peggiori della storia.

Anche se questi prodotti, che affermano di essere rispettosi dell’ambiente, sono a volte più costosi, la metà delle 1000 persone intervistate ha ammesso di averli acquistati come se la crisi economica fosse un problema che non li riguarda. Inoltre, il 19% dice di acquistare i prodotti più ecologici possibile, mentre solo il 14% li acquista di meno rispetto a prima. Questi dati ci fanno capire che forse il mezzo per uscire dalla crisi è l’ecologia: cibo biologico, prodotti a basso consumo energetico e quant’altro. Su questi pare che la gente non voglia risparmiare.

Anche Barack Obama si dà al biologico

Lo dicevamo già da qualche tempo, uno dei metodi per uscire dalla crisi ambientale ed economica era produrre localmente prodotti biologici, in maniera tale da ridurre enormemente l’impatto ambientale e creare nuovi posti di lavoro ecologici.

Il nostro appello (e quello di numerose organizzazioni ambientaliste) non poteva non essere accolto dal neopresidente degli Stati Uniti Barack Obama. Appena insediatosi alla Casa Bianca, ha voluto come chef Sam Kass, cuoco che conosce molto bene, visto che è di Chicago, famoso per la sua cosiddetta “coscienza alimentare“. Dalle sue parti è famoso per:

Tentare di cambiare il mondo da un punto di vista alimentare

assicura Paul Kahan, suo ex capo al ristorante Avec.

Crisi alimentare e cambiamenti climatici: una relazione pericolosa

La metà della popolazione mondiale potrebbe trovarsi a fronteggiare una grave crisi alimentare dovuta ai cambiamenti climatici entro il 2100. E’ quanto predetto da una recente ricerca effettuata da un team di ricercatori dell’Università di Washington, coordinato dal professor David Battisti, esperto in scienze atmosferiche.

A quanto pare, il rapido innalzamento delle temperature rischia di alterare gravemente i raccolti nelle zone tropicali e subtropicali, entro la fine di questo secolo e, senza possibilità di reazione alcuna in quanto processi irreversibili se non in milioni di anni, lascerà la metà della popolazione mondiale a dover far fronte a gravi carenze di cibo.

Landshare, il nuovo metodo per produrre cibo a basso costo arriva dalla Gran Bretagna

In un momento particolare come questo, l’ultima cosa che si dovrebbe fare è sprecare ciò che si ha. Noi italiani siamo tra i popoli più spreconi al mondo, e per questo dovremmo dare un’occhiata oltremanica, dove hanno avuto un’idea niente male.

Hugh Fearnley-Whittingstall è considerato una sorta di eroe nazionale, dato che grazie al suo ingegno i britannici hanno migliorato il loro stile di vita. La sua ultima invenzione si chiama “Landshare“, ovvero la condivisione della terra, e si basa sul concetto che chi ha del territorio inutilizzato non lo deve sprecare, abbandonandolo a sè stesso, ma metterlo in condivisione con la comunità, dando la possibilità a chi ha abbastanza buona volontà, di renderlo produttivo. Attenzione, non stiamo parlando di grandi appezzamenti di terra, ma anche di piccoli giardini domestici.

Menù a chilometri zero antiobesità, in Veneto e Calabria si può

Mangiare ecologico, economico, sano si può. E’ già realtà in due regioni italiane molto distanti tra loro ma accomunate da una legge che incentiva i menù chilometri zero. Parliamo del Veneto e della Calabria, che hanno scelto di premiare i ristoranti che acquistano prodotti locali, riducendo al minimo l’impronta ecologica.
La legiferazione sugli incentivi ai cibi chilometri zero è stata approvata dalle due amministrazioni regionali, grazie alla promozione di una raccolta di firme da parte della Coldiretti che incentiva la preferenza, in mense, fast food e ristoranti, di prodotti locali, al fine di porre un freno alle emissioni del trasporto alimentare e di combattere il caro-prezzi delle merci destinate alle nostre tavole.

I piatti impatto zero hanno un triplice vantaggio: prezzi contenuti, un pranzo completo viene a costare sui 25-30 euro circa; maggiore freschezza e qualità dei prodotti, non sottoposti a lunghi viaggi da un capo all’altro del mondo; poche calorie e maggiore impatto positivo sulla salute, dovuto all’utilizzo di meno conservanti e alla genuinità dei prodotti agricoli, molti dei quali biologici, non trattati e, soprattutto, di stagione.

Crollata l’industria del biologico, la Crisi Economica colpisce anche l’ecologia

La Borsa cade, l’Economia traballa, e purtroppo a risentirne è anche il mondo ecologico. Il mercato del cibo biologico che negli ultimi anni cresceva a doppia cifra si è improvvisamente arrestato. Il portafoglio è più leggero, e forse si preferisce diminuire la qualità a tavola per spendere di meno.

Quando i tempi si fanno duri, i consumatori potrebbero essere meno interessati al tipo di alimentazione che segue la mucca che hanno servito per cena, o se le carote sono state coltivate senza concimi chimici, l’importante è che queste siano costate poco.

Fairtrade: la settimana della spesa ecologica

Da domenica 18 a lunedì 26 Ottobre in tutte le città italiane si terrà la settimana del commercio equo e solidale, iniziativa della Fairtrade e promossa da Legambiente. Tra le numerose iniziative ecologiche che vi proponiamo, e che sono solo una minima parte di quelle intraprese in tutto il mondo, questa probabilmente è una di quelle più convenienti per i singoli cittadini.

Si tratta di fare attenzione alla nostra spesa, nel vero senso della parola. Quando ci rechiamo nei supermercati cerchiamo sempre i prodotti più genuini, c’è chi guarda la qualità, e cioè l’essere biologici, chi invece si “accontenta” che questi siano italiani. Ma dopo il recente scandalo dei prodotti Galbani, ancora tutto da verificare, non sono più in molti a fidarsi nemmeno di ciò che si trova nei supermercati italiani.

La rivoluzione alimentare si farà con il riso

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Il problema del costo del cibo, che da un anno a questa parte sta peggiorando la situazione di milioni di persone in tutto il mondo, potrebbe essere risolto in maniera naturale. Si chiama “Rivoluzione del Cibo“, e si basa su un nuovo modo di coltivazione del riso.

Lo scienziato in questione è il professor Norman T. Uphoff, docente della Cornell University, che si è posto il problema di come risolvere la crisi alimentare globale, senza ricorrere all’ingegneria genetica.