Super-gruppo di compagnie aeree adotta il biocarburante. Scatta l’avio-sostenibilità collettiva

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Ha fatto scuola l’esempio dello scorso anno promosso dalla Virgin Atlantic di utilizzare il biocarburante per i propri aerei. Dopo un anno di esperimenti e polemiche, pian piano le varie compagnie aeree le hanno tentate tutte per ottenere dei viaggi quanto più eco-sostenibili possibile, e alla fine hanno adottato la soluzione della compagnia americana.

Si legge in quest’ottica l’accordo stilato tra 5 delle compagnie più grandi al mondo (Alaska Airlines, British Airways, Cathay Pacific, Tuifly e Virgin Blue) che si vanno ad aggiungere al Gruppo Utenti Carburante Avisostenibile già composto da Air France, Air New Zealand, Ana (All Nippon Airways), Cargolux, Gulf Air, Japan Airlines, Klm, Sas e dalla già citata Virgin Atlantic Airways.

Ma su cosa si baserà questo accordo? A risponderci è il portavoce della Boeing, uno dei promotori dell’accordo, che ha spiegato che il gruppo utilizzerà d’ora in avanti biocarburanti eco-sostenibili, i quali devono soddisfare una serie di requisiti. Il primo di essi, il più importante, è che non devono provenire da colture alimentari, cioè non devono entrare in concorrenza con le colture di cibo, come si faceva all’inizio dell’era dei biocarburanti, per non far diminuire la quantità di prodotti alimentari nel mondo e non far aggravare il bilancio dei Paesi poveri. Le altre caratteristiche sono che il biocarburante non abbia impatto sulla biodiversità, cioè le colture devono essere del luogo e non essere introdotte come specie invasive, danneggiando la biodiversità del luogo; non debba pregiudicare la disponibilità di acqua potabile e, aspetto ancora più importante, deve contribuire a diminuire le emissioni di gas serra.

Usa-Cina: intesa firmata sulla ricerca verso un futuro rinnovabile

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Le due maggiori responsabili delle emissioni di gas ad effetto serra al mondo hanno appena ratificato un innovativo accordo di cooperazione sullo sviluppo di tecnologie energetiche pulite. Un centro di ricerca da 15 milioni di dollari avrà sedi sia negli Stati Uniti che in Cina, e segna un passo in avanti verso il miglioramento dei rapporti tra i due Paesi che hanno idee molto diverse sul cambiamento climatico. Forse è ancora più importante sottolineare che questo potrebbe accelerare il processo di sviluppo di tecnologie energetiche più pulite utilizzabili in tutto il mondo.

Il settore delle energie rinnovabili cinese è in aumento. Il Paese è già diventato il più grande produttore di pannelli solari, e i suoi 6 progetti eolici genereranno una quantità di energia senza precedenti: tra i 10.000 e i 20,000 megawatt ciascuno. Ma il centro di ricerca è impostato per concentrarsi su alcuni settori specifici. Secondo l’Associated Press:

il centro si concentrerà sul carbone pulito e su edifici e veicoli, ha detto il Segretario all’Energia degli Stati Uniti Steven Chu. Esso mette in evidenza il potenziale di cooperazione USA-Cina in un settore che Washington dice potrebbe creare migliaia di posti di lavoro.

Inventata nuova fonte di energia per i dispositivi elettronici portatili

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Celle a combustibile microfluide potrebbero fornire l’energia necessaria per fornire potenza continua ai sensori remoti, come quelli dei telefoni cellulari e dei computer portatili, secondo uno studente dell’Università di Southampton che si laurerà domani, 17 luglio. Nella sua geniale tesi di laurea, Daniel Spencer ha parlato del problema dei microfluidi, un controllo preciso e una manipolazione di liquidi che sono geometricamente limitati in una piccola scala, in genere sotto il millimetro.

Come parte del suo progetto dell’ultimo anno al corso di Ingegneria Elettronica presso la scuola universitaria dell’Elettronica ed Informatica di Southampton, Spencer ha condotto una revisione della letteratura per esaminare come i dispositivi di raccolta o di stoccaggio dell’energia, indicando che possono essere modificati in modo da essere utilizzabili dagli apparecchi elettronici portatili.

Anno 2015: l’energia solare raggiungerà la parità di costo di quella “sporca”

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E’ sempre una buona notizia quando molti studi diversi affermano la stessa cosa. Il Solar Utility Study ha concluso che il 2015 sarà l’anno in cui l’energia solare inizierà a raggiungere la parità di rete (nel senso che avrebbe circa lo stesso costo dell’elettricità prodotta da altre fonti). Intanto, il fondatore del Prometheus Institute ha detto che:

due terzi del mercato statunitense (di elettricità venduta), utilizzando sistemi fotovoltaici, raggiungeranno la parità di rete entro il 2015. La cifra comprende gli incentivi fiscali federali e presuppone che i tassi di elettricità aumenteranno in media dell’1%, un ipotesi conservatrice. I sistemi solari sono in grado di produrre energia elettrica al di sotto dei prezzi di rete di circa il 10% del mercato statunitense oggi. Questo numero sarà portato a due terzi del mercato a causa della rapida diminuzione del costo dei moduli e di altri componenti del sistema come le griglie. I sistemi solari commerciali raggiungeranno circa 2-3 dollari per watt installato e quelli residenziali circa 4 dollari entro il 2015, rispetto ai più di 6 dollari per watt di oggi.

Los Angeles vuole liberarsi dal carbone entro 10 anni. Ce la farà?

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Ieri, il sindaco di Los Angeles Antonio Villaraigosa ha annunciato la sua intenzione di rendere la città completamente priva di carbone entro il 2020, e svoltare verso l’energia pulita e rinnovabile. L’intenzione è buona, ma secondo molti osservatori sarà di difficile attuazione.

Villaraigosa ha affermato durante il suo secondo discorso di inaugurazione:

E’ giunto il momento di lanciare la sfida al carbonio. Il nostro secondo obiettivo per i prossimi quattro anni è quello di mettere LA su un percorso che spezzi definitivamente la nostra dipendenza dal carbone. Il carbone rappresenta attualmente circa il 40% della produzione energetica cittadina. Rompere con il carbone è un obiettivo a lungo termine che richiede un impegno a lungo termine. Per questo l’intenzione è di richiedere investimenti con pagamenti a rate.

Los Angeles produce il 40% della sua energia con il carbone, una bella cifra significativa, soprattutto considerando che ci sono 4 milioni di persone in città. Come Triple Pundit ricorda, è praticamente impossibile che LA si stacchi dal carbone, perché fra dieci anni si avrà un enorme (e ancora in crescita) domanda di energia.

Energia idroelettrica: ecco solo alcune delle idee migliori per produrla

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Nelle ultime settimane alcuni scienziati in tutto il mondo sono ritornati a porsi l’antico problema di come produrre energia dagli oceani. Sembra scattata una sorta di gara tra le industrie di tutto il mondo su chi potrà costruire le apparecchiature migliori per la produzione di energia idroelettrica. Alcuni modelli sono in fase di sviluppo, nel tentativo di stabilire il modo più efficace per generare energia grazie alle maree, altri sono già pronti.

Pelamis, una delle prime aziende a sfruttare l’energia degli oceani, utilizza tre strutture lunghe 150 metri in acciaio flessibile in grado di guidare generatori idraulici e di produrre 750 chilowatt di potenza ciascuno. Questa pietra miliare delle rinnovabili che si trova sulla costa settentrionale del Portogallo, ha cominciato ad operare solo nell’ultimo anno. Ora, però ha già dei rivali. Una macchina “infernale” battezzata AnacondaMovie Camera, progettata nel Regno Unito dall’azienda Checkmate Seaenergy, è un gigantesco dispositivo a forma di serpente di gomma anziché in acciaio.

Il macchinario passa sopra un tubo pieno d’acqua e lo spreme per generare un’onda artificiale che gira all’interno di un generatore, il quale a sua volta raggiunge la coda. Il progetto finale è destinato ad essere 7 metri di larghezza per 200 metri di lunghezza, potrebbe alimentare mediamente 1000 case alla massima operatività. Questo dovrebbe accadere, secondo le ultime previsioni, intorno al 2014. Ma le novità non sono finite qui.

Ora è ufficiale, l’Italia torna al nucleare e scatta la protesta

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Il Governo ha ottenuto quello che voleva: far tornare l’Italia indietro di 30 anni. E dire che il provvedimento con cui lo fa è soprannominato “ddl sviluppo“. Un po’ come la maggior parte dei provvedimenti presi dal Governo Berlusconi, è una serie di nonsense e controsensi che hanno fatto svegliare addirittura i Governi regionali, di solito occupati dai giochi di potere per protestare con quello nazionale, i quali si sono adirati non poco per essere stati letteralmente “scavalcati” da questa legge.

Il testo passato ieri al senato sancisce in breve pochi punti: in Italia verranno costruite delle centrali nucleari (non si sa ancora se saranno 4 o 5), la locazione sarà decisa dal Cipe e i siti saranno considerati punti di interesse strategico nazionale, che tradotto significa che sarà posto l’esercito a guardia dei siti in costruzione e nessuno potrà avvicinarsi, altrimenti rischia la galera.

Un provvedimento pieno di controsensi dicevamo, ed è complicato spiegarli perché non si sa da dove cominciare. Partiamo con il più evidente. Proprio in questi giorni Berlusconi sta mostrando il suo sorriso a 32 denti a tutti i grandi della Terra, parlando al g8 di energie rinnovabili. Dietro di lui però i suoi collaboratori fanno passare il ritorno al nucleare. Si sa infatti che, prima di tutto, il nucleare non è assolutamente un’energia rinnovabile. L’uranio è in via d’estinzione, e poi la tecnologia non è nemmeno pulita perché le scorie sono le più pericolose al mondo, dato che rimangono attive per milioni di anni. E poi con il ritorno al nucleare potremo dire addio agli investimenti sulle rinnovabili: non ce ne sarà bisogno perché la sufficienza energetica sarà raggiunta, ma poi tra l’altro mancheranno anche i soldi per costruire centrali eoliche e solari.

Il gallo fotovoltaico, quando la tradizione si sposa all’alta tecnologia

gallo-solareChi abita in campagna e nelle vicinanze di un pollaio lo sa: il sorgere del sole è scandito dal canto del gallo che annuncia l’inizio di un nuovo giorno. E allora quale associazione migliore se non quella tra il fotovoltaico e il re del mattino? Un gallo hi-tech che misurerà al sorgere del sole i dati relativi alle prestazioni dei moduli per inviarli successivamente via wireless o Gsm, al fine di valutare la resa energetica dei pannelli.

A mettere a punto il gallo fotovoltaico è stata un’équipe di  ricercatori del Dipartimento di Elettronica e Informazione guidato da Sergio Brofferio del Politecnico di Milano. Lo strumento realizzato dagli studiosi si collega a due moduli fotovoltaici, non necessariamente identici tra loro, misurandone le prestazioni, vale a dire la potenza, la tensione o la corrente elettrica. Il gallo solare, completo di tutte le sue componenti, si trasporta comodamente in un valigia-trolley.

La nuova frontiera della biomassa: le microalghe

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La grande controversia sull’uso delle colture agricole come fonte di energia è ben nota fondamentalmente a causa della sua possibile “concorrenza” con le colture per uso alimentare. L’uso di fonti di natura organica per la produzione di biocarburanti, diverse da quelle utilizzate per le colture tradizionali, potrebbe essere la soluzione al dibattito sociale del settore.

E’ stato necessario rivolgersi a risorse alternative alle colture tradizionali, come la biomassa lignocellulosica e/o microrganismi, tra cui la novità è rappresentata dalle microalghe. In concreto, la produzione di massa da microalghe è in grado di soddisfare questa domanda, dato che non è in concorrenza con il settore alimentare, non hanno bisogno di grandi superfici, né di terreno fertile e massimizzano il risparmio di acqua per la loro produzione. Allo stesso tempo, esse contribuiscono alla valorizzazione ambientale con la cattura di CO2 e può essere integrata in una soluzione salina per lo smaltimento degli scarichi industriali.

Vivere ad emissioni zero si può: l’isola di Samso è la guida per il mondo

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I soliti lobbisti del petrolio, carbone o nucleare farebbero bene ad acquistare un biglietto aereo per la Danimarca, prendere il traghetto e sbarcare sull’isola di Samso, l’isola più ecologica del mondo. La situazione di questo appezzamento di terreno grande tre volte l’isola di Ischia ed abitato da 4.500 persone solo 10 anni fa sembrava terribile. Per sopravvivere i “samsingers“, così si chiamano i suoi abitanti, acquistavano energia prodotta dal carbone, campavano di agricoltura ma, a causa delle grandi aziende della globalizzazione, le fattorie piano piano cominciavano a chiudere, lasciandoli senza lavoro e costretti a vedere i propri giovani partire verso lidi più fertili.

Poi la grande idea del Governo danese: far diventare l’isola il laboratorio della sostenibilità. Per farlo sono stati dati degli aiuti economici, nemmeno tanto onerosi, e sono stati detassati tutti gli investimenti che miravano alle infrastrutture ecologiche. Oggi, dopo solo 10 anni, l’isola di Samso è a zero emissioni, le aziende agricole hanno riaperto e l’economia è basata sul turismo leggero, ma soprattutto sulla produzione energetica. I samsingers, proprietari dei piloni eolici, producono energia, la usano per la propria casa e la propria azienda e, quella in eccesso, la rivendono alla terraferma, dove gli viene pagata mediamente 400 mila euro l’anno.

Israele sceglie una turbina made in Italy per la centrale solare del Samar Kibbutz

turbina-solare-samar-kibbutz-israeleIsraele ha scelto la tecnologia made in Italy, optando per l’installazione di una turbina italiana nell’innovativo impianto solare del Samar Kibbutz. A realizzarla la Turbec Spa di Cento, in provincia di Ferrara, che da oggi può vantare la partecipazione a quello che è considerato un progetto di energia solare più  che all’avanguardia, rivoluzionario.

La centrale israeliana realizzata dalla società Aora è infatti fondata sulla cogenerazione, produce sia energia elettrica che energia termica, ed è un chiaro esempio di quello che viene identificato come impianto solare ibrido. Disposto su una superficie  di 2 mila quadrati nel deserto Harava, nel sud dello stato di Israele, l’impianto garantisce energia 24 ore su 24, dal momento che la generazione non si ferma neanche di notte, grazie all’utilizzo di gas naturale o biogas. Il tulipano nel deserto, l’enorme torre progettata dallo studio di architetti Haim Dotan Ltd, è alto 30 metri, in cima trova posto la micro-turbina italiana, che si muove grazie all’energia pulita convogliata dalla superficie riflettente di 30 specchi solari (o eliostati).

Disastro di Cernobyl, il biodiesel potrebbe ripulire l’area colpita

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Le terre contaminate dal disastro nucleare di Chernobyl, potrebbero essere ripulite in un modo intelligente: con una piantagione per biocarburanti. La Bielorussia, il Paese più colpito dalla catastrofe, sta progettando di utilizzare le colture per “succhiare” i materiali radioattivi come cesio e stronzio per rendere il terreno adatto alla crescita di prodotti alimentari tra pochi decenni piuttosto che fra centinaia di anni come previsto inizialmente.

Un’area di 40.000 chilometri quadrati a sud-est della Bielorussia è così piena di isotopi radioattivi che non sarà considerata idonea per la coltivazione di cibo per alcuni secoli, finché gli isotopi non saranno sufficientemente scarichi. Ma questa settimana un team di tecnici irlandese che si occupano di biocarburanti si sono recati nella capitale, Minsk, sperando di fare un accordo con gli enti statali per la coltivazione di barbabietole da zucchero radioattive ed altre colture su terreni contaminati per la produzione di biocarburanti per la vendita in tutta Europa.

Nuova impresa di Bertrand Piccard: giro del mondo su un aereo solare

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Il nome Piccard probabilmente ai più non dirà molto, ma nel mondo scientifico, e soprattutto nel mondo dei Guinness World Record, è uno dei nomi più ricorrenti della storia. Auguste Piccard, amico di Einstein e di Marie Curie, salì nella stratosfera in una bolla di metallo appesa ad un pallone a 16 km di altezza nel lontano 1931 per studiare i raggi cosmici. Suo figlio, Jacques Piccard, scese nel 1960 nelle profondità della Fossa delle Marianne, primo uomo a compiere l’impresa, percorrendo con il batiscafo Trieste i 10.916 metri della più profonda gola oceanica del mondo.

E se buon sangue non mente, anche il nipote di Auguste e figlio di Jacques, Bertrand, non poteva essere da meno. Così dopo aver fatto il giro del mondo nel 1992 a bordo di un pallone aerostatico, ecco che nell’Era dell’ecologia si prepara a 51 anni, a compiere la sua ennesima impresa: girare il mondo a bordo di un aereo alimentato esclusivamente dal sole.