Ecopirati all’arrembaggio delle baleniere: è ancora scontro in mare aperto

E’ estate australe nell’Oceano Antartico e le baleniere giapponesi Yushin Maru 2 e 3 continuano la loro caccia illegale ai grandi cetacei. Gli equipaggi hanno dichiarato apertamente di perseguire l’obiettivo di 1000 esemplari cacciati, forti del loro “nobile” fine: la ricerca scientifica. E’ chiaro che un migliaio di balene come campione per una qualsiasi ricerca sia un tantino sovradimensionato e che la caccia sia animata da ben altri propositi.

Ma gli ecopirati di Sea Shepherd stanno dando non  poco filo da torcere alle due navi col loro agilissimo battello superveloce Gojira (Godzilla), così chiamato per ironizzare sulla paternità del mostro dei fumetti che si ritorce contro la nazione che gli ha dato i natali.

Sindrome di Quirra, quando l’inquinamento nascosto mette in pericolo la salute

Le polemiche sugli effetti delle basi militari sul territorio circostante sono destinate a durare presumibilmente per sempre, ma una molto pesante è stata sollevata tempo fa dalla ricercatrice Antonietta Morena Gatti, direttrice del laboratorio dei biomateriali dell’Università di Modena la quale, supportata dall’Associazione Amici della Terra e dal Gruppo d’Intervento Giuridico, ha chiesto maggiori controlli sulla base del Salto di Quirra, in Sardegna.

La base militare, afferma la studiosa, emetterebbe

Particelle infinitesimamente piccole (le nanoparticelle) di materiali esplodenti e di metalli, quali il tungsteno, che possono provocare tumori gravissimi e, forse, malformazioni.

Gasdotto Adriatica, il Grande Tubo che non s’ha da fare

Il Grande Tubo ti scava, dalla Puglia all’Emilia Romagna, toccando dieci regioni e varcando i confini di tre parchi nazionali. Ne parla Jenner Meletti sulle pagine di Repubblica, di Rete Adriatica, il gasdotto progettato nel 2005 dalla Snam rete gas spa in partnership con la British Gas e che dovrebbe portare il gas che proviene dall’Algeria e dalla Libia, da Massafra (Taranto) fino a Minebio (Bologna), dal Sud al Nord passando per un centro di polemiche che si snodano lungo quei 687 chilometri che andranno ad intaccare gran parte del crinale dell’Appennino, ad oggi quasi miracolosamente intatto.

Si sono prontamente costituiti dei comitati No Tubo. I dubbi sono tanti e scorrono su e giù per l’Italia come nelle condutture del gas. I promotori si chiedono come mai un condotto di un diametro di 1,2 metri che va posizionato in una sorta di trincea da scavarsi cinque metri sotto terra debba passare sul crinale appenninico piuttosto che sulla più sicura costa adriatica dove già esiste un gasdotto.

Efficienza energetica, Barroso: l’Europa è lenta

Efficienza energetica, tema spesso meno in risalto, a torto, nell’ampio spettro delle soluzioni previste per una rivoluzione in chiave sostenibile in termini di riduzione dei consumi e del fabbisogno di risorse. Torna a parlarne, in toni tutt’altro che rosei, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso che, nell’ambito della conferenza stampa del 2011 incentrata sulla crescita e la governance economica, si dichiara profondamente insoddisfatto dall’andamento europeo a riguardo:

L’Europa va troppo piano sul tema dell’efficienza energetica.

Sprechi, quanto consumano gli elettrodomestici spenti

60 euro l’anno. E’ questa la cifra che una famiglia media italiana potrebbe risparmiare se spegnesse anche la lucina dello stand-by ogni volta che un elettrodomestico non viene usato. A dimostrarlo è stata una ricerca congiunta di Legambiente, Politecnico di Milano e del sito Viviconstile.org, in merito al progetto europeo Selina per il monitoraggio degli sprechi energetici.

Come già anticipato giorni fa, l’11% della nostra bolletta energetica potrebbe essere tagliato se si acquistassero elettrodomestici a norma, cioè quelli che in modalità stand-by consumano meno di un watt, oppure se si staccasse direttamente la spina. Il problema è che dalla ricerca risulta che il 30% degli elettrodomestici oggi in commercio non segue questa norma, risultando così fuorilegge. Ma quali sono gli apparecchi più energivori? Lo vediamo dopo il salto.

Stop ai sacchetti di plastica, così è se vi pare

Il 2011 si apre all’insegna del caos generato dal Milleproroghe che non contiene traccia alcuna del decreto attuativo della legge 296 relativa alla messa al bando dei sacchetti di plastica nel nostro Paese. Per il senatore Francesco Ferrante, per far entrare in vigore il provvedimento non occorre decreto attuativo.

Dal canto suo la Unionplast, l’associazione di riferimento per i produttori di manufatti in plastica, dà voce, nelle parole del direttore Enrico Chialchia, alle proprie perplessità:

Il 1 gennaio 2011 non entrerà in vigore nessun decreto, per il semplice fatto che il Consiglio dei Ministri non ha adottato nessun provvedimento attuativo. Ad oggi la situazione è questa:  nulla è cambiato rispetto alle disposizioni della legge 296 del 2006, che imponeva come data limite per la commercializzazione dei sacchetti il 1° gennaio 2010 (successivamente prorogato di un anno), che non è mai stata attuata proprio perché i decreti attuativi non sono stati emanati. A questo proposito ricordo anche che la 296 non prevedeva nessun regime sanzionatorio, dunque non si capisce nemmeno sulla base di quali disposizioni dovrebbero essere inflitte le multe.

OGM: un milione di firme per tenerlo fuori dall’Europa

Un gruppo di attivisti di Greenpeace (e non solo) ha presentato una petizione di oltre un milione di firme all’esecutivo Ue nelle scorse settimane, chiedendo di fermare le approvazioni di nuovi organismi geneticamente modificati (OGM). La petizione è vista come un banco di prova per l'”iniziativa dei cittadini europei”, introdotta con il nuovo trattato costituzionale dell’Unione, che consente ad un milione o più persone di chiedere, congiuntamente alla Commissione europea, di modificare la legislazione UE, come già avviene oggi in Italia per le leggi di iniziativa popolare.

Organizzata dagli ambientalisti di Greenpeace, la petizione chiede alla Commissione di interrompere l’approvazione delle colture OGM e istituire un nuovo organismo scientifico con il compito di studiare l’impatto della tecnologia e determinare dei regolamenti. Questa decisione segue quella della Commissione del marzo scorso di concedere il primo via libera alle coltivazioni della patata “Amflora”.

Farfalle: -70% in Europa negli ultimi 20 anni

Le farfalle che svolazzano nei pascoli di tutta Europa sono in forte declino, il che indica, come accaduto in passato con le api, una catastrofica perdita di prati fioriti in molti Paesi. Delle popolazioni di 17 specie di farfalle diffuse nel Vecchio Continente, la maggior parte si sono perse in Gran Bretagna, dove la diminuzione ha superato il 70% negli ultimi 20 anni, secondo un nuovo studio della Butterfly Conservation Europe.

La drastica riduzione del numero di farfalle indica una perdita più ampia di biodiversità, con altri insetti, come bombi, sirfidi e ragni, ma anche molte piante e uccelli che stanno scomparendo insieme alla perdita dei pascoli tradizionali. Martin Warren, direttore esecutivo della Butterfly Conservation (UK), ha detto che i dati provenienti da 3.000 siti in 15 Paesi hanno mostrato un urgente bisogno di un finanziamento dell’UE per sostenere “L’agricoltura sostenibile ad alto valore naturalistico”.

Sacchetti di plastica, la Cina ha risparmiato 100 miliardi di buste con una legge

È così semplice che non si capisce come mai nessun’altro ci riesca. Nel 2008 la Cina ha introdotto una legge che rendeva illegale per i negozi regalare i sacchetti di plastica in cui mettere la spesa. Non tutti i negozianti si sono adeguati, e così alcuni hanno fatto pagare le buste ai clienti, ottenendo dei profitti da un lato e la diminuzione dell’utilizzo dei sacchetti dall’altro, altri no. I risultati? Dopo due anni, la legge (applicata male) è riuscita a ridurre il consumo dei sacchetti di plastica del 50%, evitando così che circa 100 miliardi di buste finissero in discarica.

E’ una bella dimostrazione di come una semplice mossa politica possa ottenere grandi risultati, pur mantenendo tutti (tranne forse i produttori dei sacchetti di plastica) felici. I proprietari delle piccole imprese ottengono un piccolo guadagno supplementare, i consumatori imparano a riutilizzare i sacchetti, e l’ambiente ottiene i maggiori vantaggi, dato che le discariche sono meno piene.

Mutamenti climatici: le conseguenze sull’India

Volete conoscere gli effetti dei cambiamenti climatici sui villaggi dell’India? Basta chiedere ad Ajantha e Prabhati, due cittadine indiane che hanno parlato al Tribunale Nazionale del Popolo sulla crisi del clima, che si è tenuto a Delhi il mese scorso, dove le due donne hanno fornito le stime di quanto il litorale si sia spostato nell’entroterra e di come molte specie di pesci stanno scomparendo dalle acque locali. Un messaggio forte e chiaro a quanti negano l’esistenza dei cambiamenti climatici.

La riunione di Delhi è molto importante perché preparatrice agli incontri internazionali che si terranno il prossimo anno in Sudafrica per il COP17, per fare il punto della situazione nei Paesi in via di sviluppo. Lo Stato Occidentale indiano del Rajasthan registra un costante aumento della siccità ogni quattro anni, lasciando le persone che dipendono dall’agricoltura particolarmente vulnerabili.

Milano, il LED regna nel Festival della Luce

Secondo Turismo Milano, il portale che si occupa di promuovere il turismo nel capoluogo lombardo, la città è stata la prima in Europa, alla fine del diciannovesimo secolo, ad installare l’illuminazione elettrica e un sistema di tram elettrico. Qui si afferma che

è stata una rivoluzione, un mega evento destinato a cambiare le abitudini e gli stili di vita. In virtù di queste importanti novità Milano si può considerare una tra le città europee più all’avanguardia.

La novità ecologica di quest’anno è un’altra rivoluzione nel campo dell’illuminazione, in occasione del Festival della Luce, è la promozione del LED che illuminerà 60 schermi diversi dove verranno proiettati i lavoro di Karim Rashid e Gilbert Moity, Matteo Thun e Fabio Novembre.

Rifiuti: il comune di Napoli sta a guardare? I cittadini fanno partire il riciclaggio da soli

Napoli affoga nell’immondizia, nonostante i proclami di Berlusconi convinto che prima di Natale il problema sarebbe stato risolto; il Comune non fa nulla, la Regione idem, ed i cittadini si sono stancati persino di protestare. Ora passeranno alle vie di fatto. Se le istituzioni non li aiutano, i napoletani hanno deciso di fare da soli, ed in 7 quartieri è partita la raccolta differenziata su base volontaria.

Bagnoli, Ponticelli, Centro Direzionale, Chiaiano, Colli Aminei, San Giovanni a Teduccio e Rione Alto. Sono questi i primi 7 quartieri, composti da ben 130 mila persone, che hanno avviato una raccolta porta a porta per tentare di ridurre la quantità di rifiuti non solo nelle discariche, ma prima di tutto dalle strade cittadine, diventate ormai una discarica istituzionalizzata.

Coldiretti: per le feste nel 98% delle tavole italiane spumanti nazionali

La cena di vigilia, il pranzo di Natale, la cena di S.Stefano, per chi ce la farà a farla, ed il cenone del 31 saranno tutti imbanditi all’insegna del chilometro zero. Vi avevamo già parlato della predilezione mostrata dagli italiani per le ricette della tradizione locale.

Una volta passata la moda degli esotismi lussuosi come il salmone norvegese, si torna alle ricette della cucina locale. Tavole delle feste imbandite con prodotti provenienti dalle campagne d’intorno per la maggior parte degli italiani, ma la tendenza al consumo locale non si circoscrive al cibo. Anche i nostri brindisi, le bollicine che ci augureranno un brioso anno nuovo saranno tutte italiane.

Quartieri carfree, una realtà sempre più concreta in Europa

Il sogno delle città senza auto è ancora lontano dall’essere realizzato, ma secondo l’ultima ricerca di Legambiente, in collaborazione con l’Aci, sembra che siamo più vicini di quanto potessimo pensare. Analizzando la situazione delle maggiori città europee, pare che le aree chiuse al traffico stiano aumentando, permettendo ai pedoni di riappropriarsi di uno spazio cittadino sempre più verde.

Il primo passo lo compì la città di Rotterdam nel lontano 1953 quando chiuse alle auto il distretto di Lijnbaan. Da allora, specialmente negli anni ’80, molte città italiane si sono adeguate, magari non chiudendo interi quartieri, ma almeno le piazze ed i luoghi simbolo come l’area circostante il Colosseo a Roma, Piazza del Plebiscito a Napoli o Piazza del Duomo a Milano.