Caccia, nuova multa dell’Ue all’Italia per la deregulation

L’Unione Europea è chiara: ogni specie “cacciabile” deve avere un numero limitato di esemplari abbattuti per evitare pericoli per gli uccelli stessi che, se uccisi in gran numero, rischiano di veder ridotti i propri esemplari oltre la soglia del pericolo. Per questo la Commissione Europea ha dato i suoi numeri: 135 mila esemplari di peppola e 410 mila di fringuello possono essere cacciati in Italia. Ed il Veneto che fa? Decuplica queste cifre.

Com’è ormai pratica già rodata, la Regione Veneto anche quest’anno ha deciso di agire in deroga (ormai lo fa dal 2004) alle leggi europee, permettendo di uccidere oltre un milione e mezzo di peppole e oltre 6 milioni di fringuelli. E proprio come ogni anno, anche il 2010 vedrà la sua bella multa milionaria che tutti gli italiani, non solo i cacciatori veneti, dovranno pagare.

Frane, 3 mila vittime e 52 miliardi di danni negli ultimi 60 anni

La geologa Tiziana Guida, segretaria tecnica per la tutela del Territorio del ministero dell’Ambiente, nell’ambito del forum Le Frane in Casa svoltosi di recente a Roma, ha esposto i dati relativi al dissesto idrogeologico italiano, in termini di costi economici e perdite umane. Il bollettino di guerra degli ultimi 60 anni di frane ed alluvioni in Italia parla di 3mila vittime, 3362 per l’esattezza, e 52 miliardi di danni.

Una battaglia contro il territorio e contro i cittadini, quella ingaggiata dalle istituzioni, rifiutandosi di intervenire con piani di prevenzione mirati a contenere il rischio idrogeologico e ad evitare tragedie come quelle che stanno interessando l’Italia da Nord a Sud in questi giorni di forti piogge.
Dopo la frana di Massa causa della morte di tre persone, il crollo di un edificio a Pompei che è costato all’Italia la reputazione, le alluvioni in Veneto, ora a preoccupare sono le esondazioni di alcuni torrenti in Campania.

Alluvioni a Salerno: 500 mila senz’acqua e continuano le evacuazioni

Se la situazione ieri sembrava drammatica, oggi pare anche peggiore. Dopo che le forti piogge hanno rotto gli argini del Sele e di alcuni suoi affluenti e hanno costretto all’evacuazione 300 persone, durante le prime ore del giorno hanno fatto forse il danno più grosso: la rottura della condotta dell’acquedotto.

Questo significa che i 14 comuni serviti in quel tratto (tra cui anche alcuni molto grandi come Eboli e Battipaglia) sono rimasti senz’acqua, lasciando a secco circa mezzo milione di persone. Immediato l’assalto ai supermercati e distributori per recuperare l’acqua nelle bottiglie di plastica, ed ora la Protezione Civile ha deciso di inviare autobotti e imbustatrici d’acqua per alleviare le pene dei cittadini che devono già combattere contro il fango.

Alluvioni anche nel salernitano, il maltempo mette in ginocchio la Campania

L’Italia sta affondando. Nel vero senso della parola. Dopo i disastri in Veneto e a Pompei, un’altra zona del campano, la provincia di Salerno, rimane sommersa dalle alluvioni. Stavolta a straripare sono il fiume Sele ed il torrente Solofrana, i quali hanno costretto 300 persone all’evacuazione ed hanno provocato danni al momento difficili da calcolare.

Le località Loreto Ortolonga, Trentalone di Gromola e Ciurnito del comune di Capaccio-Paestum, in provincia di Salerno, sono state le più colpite, dato che il Sele ha straripato in almeno tre punti. Il torrente invece ha fatto danni a Pagani, Eboli e Borgocariglia, dove i campi sono stati inondati e le case attualmente evacuate, in attesa del miglioramento delle condizioni meteo.

Deforestazione, multa record in Brasile

Il Comune di Sao Félix do Xingu, nello Stato del Parà in Brasile, è stato ritenuto responsabile della distruzione di oltre 19.000 km quadrati di foresta dell’Amazzonia, un’area vasta quanto la regione Puglia, e multato per 12,3 milioni di real, che corrispondono circa a 5,2 milioni di euro. Una cifra record per l’ambiente nello Stato del Brasile.

E’ la prima volta che un ente territoriale viene riconosciuto responsabile con l’accusa di deforestazione, ma gli avvenimenti degli ultimi mesi che si sono verificati nel Comune di Sao Félix hanno suscitato l’interesse, e hanno dato via all’indagine dell’Ibama, l’Ente ambientale del Brasile, e dello Stato del Parà.

Disastri ambientali, Napolitano: colpa non solo dei cambiamenti climatici ma anche dell’uomo

Ieri, nell’ambito della cerimonia di consegna dei premi del concorso di educazione ambientale Immagini per la Terra, Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato di disastri ambientali, in riferimento al ruolo dei cambiamenti climatici, a suo dire innegabile, e alle responsabilità dell’uomo che non sarebbero certo da meno:

E’ vero che c’è in atto un cambiamento climatico, che i fenomeni sono più violenti di una volta e che quelli estremi sono più frequenti ma il fatto che se piove un po’ di più crolli parte del grande patrimonio di Pompei, ricevuto dalla nostra Storia e che dovremmo essere capaci di tutelare; o che il centro di Vicenza veda invase botteghe e negozi e si perdano vite umane, ci dice che dobbiamo preoccuparci per quella incuria umana, terribile, che porta al dissesto idrogeologico dei nostri territori.

Gli uomini, prosegue Napolitano, dovrebbero preoccuparsi dell’oggi e del domani, rispettando e facendo rispettare le regole e non pensando solo a quel che fa più comodo fare al momento bensì anche alle conseguenze delle nostre azioni o inazioni sul futuro.

“2050, il pianeta ha bisogno di te”, a Milano una mostra interattiva per disegnare un futuro verde

Si apre oggi a Milano la mostra interattiva 2050, il Pianeta ha bisogno di te, realizzata dallo Science Museum di Londra e organizzata dal Comune alla Rotonda della Besana.  Un viaggio che vede il visitatore protagonista di un futuro green, tutto da disegnare, lasciandosi guidare da quattro personaggi virtuali dai nomi che sono tutto un programma e rappresentano altrettante, diverse, talora contrapposte, visioni del futuro: Buz, Eco, Tek e Dug.

Ogni cicerone ha la sua idea del domani: Tek si farà avvocato di un nuovo modello di sviluppo urbano che unisca la tecnologia verde ai moderni grattacieli, ai centri commerciali alimentati da pannelli solari; Eco si ergerà invece a baluardo del verde ed elencherà i contro di una simile opzione, ad esempio il ricorso necessario alle energie fossili in caso di mancanza di sole. Il pluralismo di voci del percorso testimonia l’assenza di un’unica soluzione valida e stimola ad un dialogo costruttivo che, a detta degli organizzatori del progetto, punta a

non escludere nessuna possibilità dal biologico al transgenico alle nanotecnologie.

Giardini verticali, la Francia li installa sugli edifici pubblici

Un esempio di cosa un Paese può fare per inculcare la mentalità verde ai suoi cittadini ci arriva dalla Francia, dove il ponte che attraversa il viale Max Juvénal ad Aix-en-Provence, nel Sud del Paese, è stato trasformato in giardino verticale. Come un vero e proprio Dr. Jekyll e Mr. Hyde, se si guarda il ponte dal lato Sud-Ovest, la sua facciata di cemento grigio, decorato solo da alcuni graffiti, assomiglia a tanti altri che si vedono un po’ ovunque.

Ma attraversando il ponte, ed osservando il suo lato Nord-Est, tutto potrete vedere tranne che una lastra di calcestruzzo. Questo perché nel 2008, Patrick Blanc, il padrino francese dei giardini verticali, ha aggiunto il ponte alla sua lista di conquiste.

Milano si muove cinque volte più in auto che a piedi

Si è parlato di mobilità sostenibile nell’ambito del convegno svoltosi oggi, dal titolo La qualità della vita a Milano, organizzato da Milanosimuove, comitato organizzatore del referendum per l’ambiente, promosso da Marco Cappato, Edoardo Croci ed Enrico Fedrighini.
Dai dati presentati emerge che il capoluogo lombardo si muove molto più in auto piuttosto che a piedi, in bici o con i mezzi pubblici. Segno che il cammino della città verso un minor impatto degli spostamenti è ancora lungo. Ogni anno un milanese compie in media 637,8 spostamenti in auto contro 131 a piedi.

Cifre di gran lunga superiori alle altre metropoli europee, se si pensa che Madrid e Londra ne registrano appena la metà. Nel tragitto casa-lavoro, meno della metà degli spostamenti viene fatto a piedi, in bici o servendosi del trasporto pubblico. Lo stesso avviene a Roma e Napoli. Le tre città italiane si posizionano dietro le più sostenibili Monaco, Vienna, Barcellona, Berlino, Praga, Madrid, tutte sopra il 50%.

Nucleare, D’Alema: un affarone… per la Francia

Interviene sul ritorno al nucleare italiano, Massimo D’Alema. Nell’ambito della tre giorni conclusasi oggi a Perugia e dedicata alle Energie positive, promossa dalla Fondazioneitaliaieuropei di cui il politico è presidente, tanti i dubbi sollevati sulla rivoluzione energetica in chiave atomica avviata dal Governo: D’Alema preferisce le rinnovabili, intese come un’occasione che il Paese deve perseguire, rifuggendo da quello che altro non è se non un affarone per la Francia, che riceverà ricche commesse mentre l’Italia non trarrà granché vantaggio dalla costruzione di centrali nucleari sul suo territorio.

E a dirlo, badate bene, è uno che votò pro atomo nel tanto famoso referendum, lo rivela lui stesso, ma che oggi non esita a manifestare le sue perplessità sullo buttarsi a capofitto in tecnologie da cui saremo dipendenti.

Il nucleare è un grande affare per i francesi e non per gli italiani ed è difficilmente gestibile. Porterà grandi commesse alla Francia, e forse anche agli Stati Uniti, ma é più un’idea propagandistica che di politica industriale. E’ difficile recuperare 25 anni di ritardo se non con costi altissimi.

Land Art, in Antartide l’opera più grande del mondo

Andrew Rogers ci aveva abituati ad installazioni ed opere gigantesche e fuori gli schemi della Land Art contemporanea, ma con il suo ultimo progetto, definito di un gigantismo visionario, sta lasciando un segno, per i posteri, per l’arte, per la vita stessa.

Ritmi di vita, l’opera annunciata e in fase di creazione in Antartide, è l’installazione di Land Art più grande al mondo realizzata finora. Neppure le creazioni di Christo, il progetto artistico dei coniugi statunitensi Christo Vladimirov Javasen, nativo di Gabrov, in Bulgaria, e Jeanne-Claude Denat de Guillebon, di origine franco-marocchina, sanno eguagliare in dimensione il progetto di Andrew Rogers: una catena di 46 sculture in pietra massiccia e geoglifi, ossia disegni su terreno, che attraversa tutto il mondo.
6.700 persone e 13 Paesi sono stati chiamati ad intervenire per realizzare la più grande impresa di Land Art contemporanea. Come si legge nel sito dedicato all’artista australiano

La sfida è sempre quella di utilizzare i materiali in modo nuovo e diverso, e trasmettere un significato e ritrarre forme che non siano già state viste.

Fosfati nei detersivi, l’Unione Europea propone di vietarli

Ancora siamo alla fase embrionale dell’iniziativa, ma a quanto pare l’Unione Europea ha avviato una nuova crociata, questa volta contro i fosfati nei detersivi. Questi agenti chimici hanno il grosso problema dello smaltimento. Una volta finito il ciclo di lavaggio della lavatrice infatti, questi vengono scaricati insieme all’acqua, finiscono nei torrenti e nei fiumi, andando letteralmente ad ammazzare le piante e la vita con cui vengono a contatto a causa dell’eutrofizzazione, un processo che porta alla formazione di un gran numero di alghe che soffocano tutto ciò che incontrano.

La fotografia precisa della situazione la dà la stessa Commissione Europea, la quale spiega come il limite dello 0,5% della concentrazione dei fosfati nelle acque non venga quasi mai rispettato, ed in alcune zone come quella del Danubio o del Baltico si arriva addirittura al 16 e al 24%.

Karl Rove: “non c’è più nulla da fare per il clima”

Il giorno delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, lo stratega repubblicano Karl Rove potrebbe essersi lasciato sfuggire la verità più di quanto non abbia mai fatto il suo partito negli ultimi anni. In una conferenza tenuta in favore delle società di perforazione del suolo alla ricerca del gas, ha pronunciato un discorso su come con l’arrivo del nuovo Congresso, il quale ha sottratto dei deputati ad Obama, sarà “sicuro come la morte” che non verrà approvata una legge che limita le emissioni di gas ad effetto serra. “Il clima è andato” ha detto, che in slang americano (Climate is gone) suona meglio come “ormai non c’è più nulla da fare per il clima”. Finalmente il partito Repubblicano è uscito allo scoperto ed ha annunciato cosa ne pensa del problema ambientale.

Rove in quel momento si stava riferendo all’American Clean Energy and Security Act, approvato alla Camera dei Rappresentanti, ma poi interrotto al Senato. Egli intende agire in modo che gli sforzi per porre un limite alla quantità di emissioni di gas serra per le aziende, per cui anche Obama si è molto battuto, siano resi vani. Ci vorranno anni prima che la riforma sul clima e sull’energia pulita possa essere di nuovo sul tavolo.

Maltempo, a rischio frane il 100% dei Comuni in Calabria

Una radiografia del territorio decisamente sconfortante quella immortalata da Ecosistema Rischio 2010, il rapporto sul rischio idrogeologico dei comuni calabresi realizzato da Legambiente nell’ambito di Operazione Fiumi, campagna di sensibilizzazione e prevenzione organizzata dall’associazione ambientalista in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile.

La Calabria ospita infatti 409 comuni a rischio frane ed alluvioni ovvero il 100% del totale. L’aspetto più preoccupante è la presenza, nel 26% dei casi, di scuole ed ospedali nelle zone rosse del dissesto idrogeologico. Una gestione dello sviluppo urbano scriteriata, quella della gran parte delle amministrazioni comunali, alla luce di un 83% dei comuni con abitazioni edificate in aree golenali, negli alvei dei fiumi piuttosto che in aree a rischio frana.