Boom di biciclette in Giappone, scoppia il ciclo-pendolarismo

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Due tokioti su tre usano le biciclette, secondo un rapporto diffuso dal governo della Capitale giapponese. Questa primavera, R25, una popolare rivista che si occupa di pendolarismo in bicicletta, ha osservato che questa è ora ufficialmente una tendenza.Questa moda è vista come elegante e sportiva al tempo stesso. Per lo scopo è stata anche coniata una nuova parola giapponese: tsuukin-isuto.  Tsuukin è la parola giapponese per il pendolarismo, a cui si aggiunge il suffisso Isuto (il nostro -ista), ed ecco che nasce: tsuukin-i-su-o-tsuukin ist.

Metropolis ha intervistato il proprietario di Y’s Road, un negozio specializzato in biciclette, con punti vendita in tutta la città. A proposito dei loro dati di vendita, essi si sono definiti come “molto sani” per il momento, alla faccia della crisi. Questo è potuto accadere perché nel frattempo, le vendite di autoveicoli sono crollate del 40% in Giappone nel solo mese scorso. Ma anche se le biciclette sportive non sono a buon mercato, i negozianti non notano corrispondenti cali delle vendite.

Legambiente assegna le bandiere nere e segnala le migliaia di abusi edilizi italiani

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Due giorni fa abbiamo parlato degli abusi edilizi che presenti in Calabria, uno ogni 150 metri. Ma non dimentichiamoci che il fenomeno non è presente solo in quella Regione, anzi, c’è di peggio. Secondo il recente rapporto di Legambiente, gli ecomostri sono presenti in tutto il Paese, e facendo una ideale classifica delle Regioni più devastate, la Calabria è solo quarta, dietro la Campania che ha 2.776 infrazioni accertate (quasi il doppio di quelle calabresi), la Sicilia e la Puglia.

Questo rapporto chiamato Marenostrum 2009 viene redatto già da molti anni, ma sembra che purtroppo non porti a dei miglioramenti, visto che rispetto allo scorso anno le infrazioni accertate anziché diminuire, sono aumentate dell’1,6%. La Goletta Verde di Legambiente segnala oltre agli ecomostri, anche la cattiva gestione degli ambienti costieri italiani, i quali sono tra i più belli al mondo, ma purtroppo sono lasciati gestire da mani di approfittatori senza scrupoli.

Calabria, un ecomostro legalizzato

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La Calabria non è terra di ecomostri. La Calabria è un ecomostro.

Questa frase di Repubblica riassume in maniera chiara il concetto che vuol dimostrare il recente rapporto della Regione sullo stato della cementificazione delle spiagge lungo i 700 km di costa calabrese. Un rapporto che i dirigenti regionali sapevano sin dall’inizio che sarebbe stato impietoso, ma non così terribile.

La conclusione finale è che su 700 km ci sono 5.120 ecomostri, in pratica un abuso edilizio ogni 150 metri. Una situazione assurda, se non si pensa al fatto che, chiunque vada al Governo di una delle Regioni più belle d’Italia, a comandare resta sempre la ‘ndragheta, con i suoi finti imprenditori i quali, aggirando le leggi o girandosele a proprio favore, riescono a gettare tonnellate di cemento su spiagge conosciute in tutto il mondo.

La siccità australiana provoca acidificazione nel terreno e problemi di salute

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Non appena il livello d’acqua di due laghi australiani scende, la minaccia dell’inquinamento da polveri di acido solforico aumenta. I funzionari stanno cominciando a preoccuparsi del fatto che per pompare l’acqua dolce artificiale nei due laghi per proteggere la foce del fiume Murray, si mantengono i livelli dei laghi sotto la sufficienza d’acqua. In più diminuendo i livelli delle acque, il letto dei laghi rilascia degli acidi che si trasformano, con l’esposizione all’aria, in un disastro ecologico, e una minaccia per la salute delle persone che vivono vicino ai laghi stessi.

EcoWorldly riporta un articolo che affronta i grandi problemi del prosciugamento dei laghi al di là della semplice perdita di acqua dolce. Il problema è che quando vengono esposte all’aria, le sostanze presenti nei suoli composte per larga parte da acido solforico, non possono essere mantenute artificialmente elevate a causa dei problemi di siccità. Il Governo sta cercando di risolvere il problema attraverso un “biorimedio“, un’iniziativa che include l’impianto di alcune specie di vegetali che diffondono particelle di calcare nei terreni esposti.

La Cina Olimpica era più inquinata di quello che ci hanno fatto credere

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Alla fine delle Olimpiadi, Pechino ha ricevuto la medaglia del bilancio ambientale. Ma appena i riflettori del mondo si sono spenti, l’inquinamento atmosferico della città ha ripreso a spingere nuovamente verso pericolosi livelli. Due nuovi rapporti sottolineano che l’inquinamento durante i Giochi è stato nascosto da misurazioni scarse e più attenuate grazie ad un massiccio intervento del Governo.

Mentre i livelli di inquinamento sembravano raggiungere un livello storicamente basso per Pechino, l’aria era effettivamente 3,5 volte peggio di quello di città come che di recente hanno ospitato le Olimpiadi come Atene, Atlanta e Sydney, e spesso superiori a quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene sicuro.

Una relazione di Steve Andrews, pubblicata dal Wilson Center, ribadisce che la Cina ha fatto una campagna di disinformazione pubblica sull’inquinamento, sulle polveri sottili inquinanti, sul PM 2,5 e l’ozono. Pechino e altre città cinesi si basano su un indice di inquinamento dell’aria (API) in cui un punteggio di 100 o inferiore indica la qualità dell’aria, come “buona”. Durante i giorni di eventi olimpici a Pechino e nei 274 giorni del 2008 la qualità dell’aria era considerata ottima.

High Line di Manhattan: comincia la trasformazione verde di New York

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Esiste un’antica strada sopraelevata nei cieli di Manhattan, famosa in tutto il mondo come la High Line, un percorso lungo 2,3 chilometri che taglia in due l’isola più famosa del mondo, viste tutte le riprese che hanno esportato questa sopraelevata in decine di film. Da qualche anno però questa strada è caduta in disuso.

Più precisamente non la si utilizza più dal 1980, da quando cioè vi è passato l’ultimo treno che riforniva la città di generi alimentari. Da allora, in controtendenza con il modo di fare americano, è stata abbandonata a sè stessa, permettendo alla natura di riappropriarsene, e non facendo nulla nemmeno quando un pezzo di essa crollò, tranciandola in due. Tutto ciò fino a cinque anni fa, quando il sindaco Bloomberg ha deciso di riqualificarla, ed anziché smontarla e rifarla nuova come accade con i grattacieli, ha deciso di farla diventare una macchia verde nel centro di New York.

Le fattorie africane stanno diventando sempre più difficili da gestire

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Gli agricoltori africani presto si ritroveranno ad affrontare temperature sempre più calde in qualsiasi stagione rispetto al passato. Per far fronte a questo rapido cambiamento climatico, anche gli allevatori e gli impianti che forniscono le loro colture avranno bisogno di grandi cambiamenti, e presto.

Gli esperti hanno previsto che per un po’ di tempo gli agricoltori rischieranno di affrontare problemi come la siccità. Infatti, alcuni casi in Sudafrica sono già stati segnalati. Per vedere quanto è veloce questo cambiamento, Marshall Burke, un economista della Stanford University, ha fatto la media dei risultati da 18 modelli climatici a livello mondiale per prevedere la temperatura e le condizioni della pioggia nel 2025, 2050 e 2075 nelle regioni dell’Africa, dove la maggior parte del mais, miglio e sorgo crescono oggi. Quindi, supponendo che anno per anno la variabilità rimarrà la stessa di oggi, ha calcolato quanto sarebbe la sovrapposizione con l’attuale clima.

New York, installato cartellone che indica l’incremento dei gas serra in tempo reale

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Sappiamo che le emissioni di anidride carbonica stanno accelerando rapidamente, ma quanto rapidamente? Per capire il tasso di inquinamento reale, un gigantesco cartellone è stato presentato a New York all’esterno del Madison Square Garden e  dellaPenn Station, il quale mostra le concentrazioni atmosferiche di gas serra presenti in quel determinato momento. Secondo le prime rilevazioni queste aumentano di 800 tonnellate al secondo.

Secondo BusinessGreen:

Il cartellone, primo al mondo scientificamente valido, aggiorna in tempo reale l’indicatore delle emissioni di carbonio, è stato inaugurato ufficialmente ieri dalla Deutsche Bank e dalla divisione Asset Management di un team di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT). All’inaugurazione, il cartellone ha dimostrato che esistono attualmente 3,64 miliardi di tonnellate di gas a effetto serra nell’atmosfera e che la cifra è in aumento di 800 tonnellate al secondo.

L’Italia rallenta la corsa fotovoltaica

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Il Paese del Sole non sfrutta la sua migliore arma. Grazie alla sua esposizione e al suo know-how, l’Italia potrebbe sfruttare il sole presente tutto l’anno per primeggiare nelle classifiche mondiali di produzione di energia solare e fotovoltaica. Ed invece continuiamo ad arrancare a metà classifica, cercando di inseguire non solo Paesi come la Spagna, che di sole ne hanno quanto noi, ma anche altri come la Germania, che lo vedono solo per pochi mesi all’anno.

Lo scorso anno però c’era stata un’impennata nella produzione nel nostro Paese, con 500 Mw di potenza cumulativa che faceva ben sperare per il futuro. Secondo il contatore del GSE, che indica gli impianti fotovoltaici incentivati con il conto energia, in Italia nel 2008 gli impianti realizzati per la produzione di tale energia erano 39.753. Possono sembrare tanti, ma se pensiamo che la Germania ne ha circa il quadruplo, capiamo che non sono poi moltissimi.

Assoambiente: nel giro di due anni l’Italia sarà sommersa dall’immondizia

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Ieri Napoli, oggi Palermo, domani l’Italia. I fenomeni dell’immondizia per le strade e delle discariche stracolme fino al punto di esplodere si sta espandendo a macchia d’olio in tutta la nazione. Secondo Assoambiente, non manca molto al punto di saturazione delle discariche di molte città, ed entro i prossimi 24 mesi o poco più, le situazioni viste in questi giorni potranno ripetersi dappertutto.

Secondo la relazione dell’associazione che riunisce oltre 130 imprese per i servizi ambientali, il sistema dello smaltimento dei rifiuti italiano è molto vecchio, ormai passato. Prevede una percentuale di raccolta differenziata molto bassa, e spesso anche non sfruttata, sperando di riuscire a risolvere il problema con l’accumulo dell’immondizia in discarica che, a forza di cose, prima o poi si riempirà. E siccome molte discariche sono già vicine al colmo, le conseguenze saranno due: o sforare i limiti di legge (ed in Italia non sarebbe una novità), o chiuderle e finire con l’immondizia per le strade.

Piano da 5 miliardi all’anno per le rinnovabili in Italia

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Non solo Stati Uniti e Cina. Anche l’Italia ha il suo piano nazionale per le rinnovabili. O meglio, lo avrà se la smetteranno di litigare in Parlamento e si decideranno a mettersi ad un tavolo per discutere seriamente. E’ l’auspicio di Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile che, nel corso della giornata mondiale del vento, ha annunciato che l’Italia sta preparando il suo piano ecologico, il quale sarà pronto entro un anno.

E’ fissata per il giugno 2010 la scadenza per la presentazione del progetto che cambierà per sempre il pensiero energetico italiano. Si abbandoneranno quindi gli investimenti nel petrolio, nel gas, o peggio nel carbone, e si darà più spazio alle rinnovabili, in particolare al vento. Secondo Ronchi, dovrà essere stabilita una copertura del 17% del fabbisogno energetico nazionale dalle fonti rinnovabili entro il 2020.

Obama lancia la legge salva-oceani

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Dopo aver fatto leggi contro il fumo e a favore delle auto ecologiche, energie rinnovabili, le balene e le biciclette, a poco più di 6 mesi dal suo insediamento Barack Obama è pronto per emanare una legge per la protezione degli Oceani.

Anche se è ancora nelle fasi iniziali del suo sviluppo, il Governo americano ha annunciato la creazione di un Ocean Protection Plan, che servirà come base per una politica nazionale per la protezione dei mari, zone costiere, e dei grandi laghi. Ecco come ha intenzione di farlo. Obama ha rilasciato una nota per la formazione di una strategia volta a creare una task force interministeriale che ha 90 giorni di tempo per:

1) Formare una politica nazionale sugli oceani, acque costiere e grandi laghi che, tra le altre cose, protegga e sostenga questi importanti ecosistemi;

2) Realizzi un quadro strutturale coordinato di attuazione di questa politica.

Acquista del pellet, ma al posto del legno c’è una sostanza radioattiva

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Uno dei tanti metodi per far bene all’ambiente è l’utilizzare dei combustibili poco inquinanti per il riscaldamento domestico. Uno dei metodi considerati più ecologici è il pellet, un materiale che proviene dalla lavorazione del materiale di scarto del legno il quale, anziché essere gettato, viene riutilizzato all’interno delle stufe e pare riscaldi circa il doppio del legno normale.

Pensava di fare del bene quindi un uomo di Aosta, il quale aveva acquistato un pacco di questi piccoli cilindri di segatura per la propria stufa. Ma nonostante avesse seguito tutte le istruzioni, non riusciva a capire come mai questo materiale non riscaldasse. Insospettito, l’uomo si è recato presso il gruppo Nucleare biologico chimico (Nbc) di Aosta per far analizzare il pellet, e i risultati sono stati piuttosto sorprendenti. Di legno ce n’era poco, ma in compenso c’era un’alta quantità di Cesio137, una sostanza radioattiva utilizzata nella bomba atomica.

Spiagge italiane le migliori d’Europa, il 96% supera l’esame qualità

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Che le spiagge italiane stessero tornando ai vecchi fasti, questo lo si intuiva già. I primi sintomi erano l’incremento delle bandiere blu e le varie operazioni “spiagge pulite” condotte dalle associazioni ambientaliste. Ora i complimenti ci arrivano direttamente dall’Europa, che indica l’Italia come la migliore spiaggia del Continente.

Ogni anno infatti la Commissione e l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) valutano le spiagge dell’Unione in base a diversi criteri che stabiliscono gli standard minimi fissati per permettere la balneazione in tutta sicurezza. Non c’entrano quindi i servizi al cliente e la cultura della gente che vive in quelle zone, ma soltanto la pulizia delle spiagge e la qualità dell’acqua.