Squali: le misure di prevenzione non funzionano, il rischio estinzione resta alto

Gli squali sono senza dubbio tra le vittime principali delle pratiche di pesca insostenibile a livello mondiale. Per rallentare il sovrasfruttamento della specie, oltre 100 Governi hanno adottato un piano 10 anni fa, presso la Food and Agriculture Organization (FAO) delle Nazioni Unite, per realizzare un piano d’azione nazionale per la pesca sostenibile degli squali.

Tuttavia, secondo il Pew Environment Group, solo 13 dei 20 Paesi che catturano gli squali hanno sviluppato un piano nazionale, e sembra che non siano nemmeno tanto disposti a seguirlo. Senza l’appoggio delle nazioni che più cacciano questi animali, gli squali pare non abbiano grosse possibilità di sopravvivere.

Specie in via d’estinzione, sequestri +90% in Italia

Borse, scarpe, cinture e pellicce. Questi sono solo alcuni dei prodotti che rischiano di far sparire dalla faccia della Terra intere specie animali. Il motivo è tutto da ricercare in acquirenti poco attenti o insensibili e in trafficanti senza scrupoli che ogni anno uccidono migliaia di esemplari animali non curandosi del fatto che, continuando di questo passo, spariranno definitivamente entro poco tempo.

Per questo il Corpo Forestale italiano ha concentrato le sue forze su questo traffico per cercare di ridurlo, dato che eliminarlo è impossibile, e nel 2010 ha ottenuto buoni risultati. Sono aumentati del 90%, rispetto all’anno precedente, i sequestri di materiali ed esemplari a rischio in tutt’Italia. Il nostro Paese, grazie alla sua posizione geografica, è strategico per questi traffici, dato che qui sbarcano container provenienti dall’Africa e dal Sudamerica per prendere la via del Nord ed Est Europa.

Biodiversità Canale di Sicilia, isole Pantelleria, Lampedusa e Linosa vanno protette dalle trivellazioni

Piccoli di squalo bianco, corallo nero, gorgonie… sono solo alcuni dei tesori di biodiversità racchiusi in uno scrigno tutto italiano, le isole di Pantelleria, Lampedusa e Linosa. Gli esperti concordano nell’attribuire al tratto di mare che le lambisce un ruolo fondamentale per la riproduzione dello squalo bianco, delle tartarughe marine e per il sostentamento alimentare delle balenottere.

A riconoscere il valore incommensurabile del patrimonio di fauna e flora marina delle acque siciliane un programma di ricerca, Biodiversità Canale di Sicilia, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e che ha visto impegnata l’ISPRA.
I ricercatori coinvolti dal 2009 nelle rilevazioni hanno scoperto una ricchezza naturale in queste aree tanto preziosa quanto a rischio.

Greenpeace: tonno sostenibile? Più “distruttivo” di quello normale

Esiste una marca di tonno giapponese che ha cominciato ad invadere il mercato europeo. Per ora è venduta solo in Gran Bretagna, ma vista la globalizzazione non fatichiamo ad immaginare che presto arriverà anche in Italia. Si tratta del cosiddetto “tonno sostenibile“, che però pare che di sostenibile abbia ben poco.

Greenpeace, che ha un conto aperto con il Giappone a proposito delle pratiche di pesca scorretta, chiede attenzione alla marca di tonno considerata la “più distruttiva per l’ambiente”, in quanto la società giapponese utilizza metodi di pesca tutt’altro che sostenibili, e dunque punta su una campagna di marketing non veritiera. L’organizzazione ha recentemente criticato il Marine Stewardship Council per aver concesso le certificazioni di sostenibilità nonostante le prove non proprio chiarissime, e la società Princes ne ha approfittato, promuovendo la sostenibilità sulla sua etichetta, senza però garantire gli standard previsti.

Biodiversità, i rischi della perdita di habitat e dell’estinzione delle specie

Un recente studio realizzato dalla ricercatrice francese Hélène Morlon, della University of Oregon, e pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Ecology Letters, ha indagato il rapporto esistente tra la perdita di habitat, l’estinzione delle specie e la biodiversità.

La ricerca ha effettuato una sorta di panoramica evolutiva delle piante legnose in quattro climi simili in tutto il mondo e ha dato agli scienziati una nuova prospettiva sulla diversità genetica e sulle minacce rappresentate sia dalle estinzioni delle specie che dalla perdita di habitat.

Aree marine distrutte da incidenti navali, il ruolo delle fanerogame nel ripristino della vita

I risultati di un recente studio effettuato dal NOAA, ed ottenuti grazie ad un lavoro di monitoraggio durato cinque anni, hanno dimostrato che per accelerare i tempi di recupero delle aree marine, dopo i danni provocati da incidenti navali, è utile ripiantarvi le fanerogame.

Il dossier del National Marine Sanctuaries Conservation Series dal titolo N-Control Seagrass Restoration Monitoring Report Monitoring Events 2003-2008, presenta i risultati degli sforzi per riparare un’area di quasi 92,8 metri quadrati che è stata danneggiata il 29 Maggio del 2001, quando una barca a motore si arenò nelle acque basse  del Florida Keys National Marine Sanctuary.

Farfalle: -70% in Europa negli ultimi 20 anni

Le farfalle che svolazzano nei pascoli di tutta Europa sono in forte declino, il che indica, come accaduto in passato con le api, una catastrofica perdita di prati fioriti in molti Paesi. Delle popolazioni di 17 specie di farfalle diffuse nel Vecchio Continente, la maggior parte si sono perse in Gran Bretagna, dove la diminuzione ha superato il 70% negli ultimi 20 anni, secondo un nuovo studio della Butterfly Conservation Europe.

La drastica riduzione del numero di farfalle indica una perdita più ampia di biodiversità, con altri insetti, come bombi, sirfidi e ragni, ma anche molte piante e uccelli che stanno scomparendo insieme alla perdita dei pascoli tradizionali. Martin Warren, direttore esecutivo della Butterfly Conservation (UK), ha detto che i dati provenienti da 3.000 siti in 15 Paesi hanno mostrato un urgente bisogno di un finanziamento dell’UE per sostenere “L’agricoltura sostenibile ad alto valore naturalistico”.

L’inquinamento alla base dell’omosessualità degli uccelli?

Un gruppo di scienziati americani ipotizza che l’inquinamento possa essere considerato una minaccia per le popolazioni di uccelli perché provoca una tendenza ad accoppiarsi tra esemplari maschi.

Gli scienziati ritengono che composti di metalli velenosi possano entrare nella catena alimentare e di conseguenza influenzino la sessualità, causando una riduzione della prole. Essi hanno scoperto che livelli ancora relativamente bassi di metilmercurio nella dieta del maschio bianco di ibis abbiano causato l’accoppiamento fra uccelli maschi, i quali sono finiti con lo snobbare le femmine. La conseguenza è che è stato generato un minor numero di pulcini.

Deforestazione Sumatra mette a rischio gli orangotango

Ancora sulla deforestazione nell’isola di Sumatra, scrigno di biodiversità messo a rischio dallo scempio dissennato dei colossi della carta. Ci arriva infatti notizia, una brutta notizia, che una delle foreste pluviali più importanti per le tigri e sede dell’unico progetto di reintroduzione degli orangotango potrebbe essere presto rasa al suolo da uno dei più grandi fornitori al mondo di carta.

Un’indagine ha infatti rilevato che dal 2004 le società affiliate con l’Asia Pulp & Paper/Sinar Mas Group hanno cercato di ottenere delle licenze per deforestare le dense foreste naturali del paesaggio del Bukit Tigapuluh.

Firefox adotta firefox, due esemplari di panda rosso in via d’estinzione (video)

Per gli utenti di tutto il mondo ormai il nome Firefox è associato al browser per internet concorrente principale di Microsoft Explorer. Eppure il nome Firefox esisteva già secoli prima che Mozilla decidesse di renderlo internazionale grazie alla rete. Esso infatti è il nome dato al panda rosso, una specie in via di estinzione che oggi i vertici dell’azienda IT hanno deciso di tentare di proteggere.

Sono così andati in uno zoo di Knoxville, in Tennessee, ed hanno adottato due esemplari femmina di panda rosso per avviare un vero e proprio show. Le due firefoxes saranno seguite via web come in un reality show, attraverso telecamere piazzate in punti strategici del loro recinto, senza però televoti, nominations ed eliminazioni. Il pubblico da casa può partecipare per dare un nome ai due animali. Finora in vantaggio ci sono Ember e Spark, ma le alternative sono tante. Oggi ci sarà la scelta definitiva.

Leoni decimati in 50 anni, anche loro rischiano l’estinzione

Sembravano invincibili, almeno nella cultura umana tramandata per secoli, eppure i leoni, proprio come le tigri, rischiano di sparire per sempre. I grandi felini in generale rischiano seriamente l’estinzione, dunque anche i leopardi, i ghepardi, ed in pratica tutti quegli animali che hanno simboleggiato per secoli la forza e la supremazia. Le cause sono sostanzialmente due, ma è una quella determinante: la stupidità umana che ha portato migliaia di bracconieri ad uccidere, per semplice sport, questi bellissimi animali.

L’altra è la deforestazione che ha distrutto habitat incontaminati per millenni, ma trattandosi dell’Africa subsahariana siamo ancora lontani dal preoccuparci di questo aspetto. Il vero problema che dovrebbe portare ad una sollevazione mondiale è da individuare nella volontà di molti cacciatori che, in barba a qualsiasi legge e divieto, si appostano e puntano il capobranco, di solito il leone più bello e forte.

EPA, dopo il BPA ora chiede di bandire il Triclosan

Quasi cinque anni fa alcuni studi cominciarono a mettere in evidenza un legame tra la sparizione delle rane e l’uso di alcune sostanze chimiche come il Triclosan nei prodotti cosmetici. La FDA (Food and Drug Administration) sta studiando, insieme all’EPA (Environmental Protection Agency) quali sono questi prodotti che possono essere presenti negli armadietti dei nostri bagni.

L’EPA ha dichiarato di avere dei sospetti che questi prodotti possano intaccare le popolazioni di girini. Ad esempio proprio il Triclosan si pensa possa accelerare in modo innaturale la loro crescita, trasformandoli in rane prima del tempo. I sospetti sono subito caduti sui soliti pesticidi, ma le ricerche portate avanti dal Food and Water Watch, 82 funzionari della sanità pubblica e le associazioni ambientaliste vanno oltre questa ipotesi.