Italia diffidata dall’Ue: troppo inquinamento

L’Italia fa la cattiva e l’Unione Europea la mette in punizione. Dopo mesi di rilevazioni in tutta la Comunità, ben poche sono risultate le nazioni che hanno preso i provvedimenti adatti alle direttive ambientali imposte dai precedenti trattati, e quindi saranno in molte a dover rispondere delle loro azioni (o meglio, delle loro non-azioni).

Ma questo non ci deve essere di sollievo in quanto, se pure gli altri Paesi non sono stati così attenti, l’Italia risulta sempre il Paese peggiore, tanto da essere l’unico ad aver subito la diffida che, se non risolta in breve tempo, porterà all’inasprimento della procedura d’infrazione per il nostro Paese, che significa l’ennesima multa che dobbiamo pagare a causa della nostra cattiva politica.

La Provincia di Modena compra un pezzo di Costarica (illegalmente)

Come si dice in Italia, fatta la legge, trovato l’inganno. Un’idea molto apprezzabile della Provincia di Modena si è trasformata in un tentativo di raggiro (non si sa quanto in buona fede) della legge, con conseguenti ammende ai poveri cittadini ignari di quello che stava accadendo.

Tutto è cominciato quando, due anni fa, i dirigenti della Provincia hanno deciso di iniziare delle azioni umanitarie in Costarica e Nicaragua, per tentare di salvare alcuni pezzi delle foreste tropicali. L’idea di base era duplice: acquistare pezzo per pezzo interi ettari di alberi per preservarli dalla distruzione, e nel contempo istruire la popolazione locale alla salvaguardia ambientale. Tutte opere lecite ed apprezzabili, fino a quando qualcuno ha deciso di rovinare tutto facendole comparire nei bilanci della Provincia nel tentativo di sfruttarle per ottenere “crediti ecologici” come prevede il Protocollo di Kyoto. In pratica l’opera di beneficenza si è tradotta in un’opera di sfruttamento. Ovviamente tutto è stato bloccato.

Pinguino imperatore rischia l’estinzione in meno di un secolo

Ve lo ricordate il pinguino imperatore, l’uccello dell’Antartide di un fortunato film-documentario di un paio di anni fa? Probabilmente quello sarà l’unico documento, o uno dei pochi, che i nostri nipoti potranno utilizzare per vedere com’era fatto uno degli animali più affascinanti al mondo.

Il pinguino Imperatore sta letteralmente perdendo il suo regno, e di conseguenza anche la sua vita. Nello scorso ottobre uno studio del WWF stimò che, se le temperature globali si elevassero di soli due gradi, il 50% degli Imperatori e il 75% dei pinguini Adelie morirebbero. La brutta notizia è che questa stima è sin troppo ottimista.

Dall’Arabia Saudita arrivano le pietre che assorbono l’inquinamento

Il principe Abdulrahman Bandar Al-Saud, nipote del re dell’Arabia Saudita, ha fatto una scoperta che, se confermata, potrebbe essere una delle soluzioni per il problema inquinamento. Durante il suo dottorato di ricerca presso l’Università britannica Queen’s University Belfast’s School of Chemistry and Chemical Engineering, il principe Abdulrahman ha scoperto che esistono alcune rocce, molto comuni nel suo Paese, in grado di assorbire l’inquinamento atmosferico ed idrico.

Secondo la sua scoperta, le pietre antiche sono in grado di formare un elemento chiamato “carbone attivo” che, se lavorato, diventa estremamente poroso. Questa porosità gli consente di assorbire altro materiale, che potrebbe essere proprio il carbonio diffuso nell’aria, ma anche gli agenti chimici che inquinano le acque, in maniera tale da ridurli, inglobandoli in sè.

Una città senza smog garantisce 5 mesi di vita in più

20 anni fa il livello di inquinamento in America cominciava a diventare preoccupante. Per questo motivo alcune metropoli, come Pittsburgh e Buffalo, decisero di imporre metodi di riduzione del traffico, in maniera tale da ridurre lo smog che circolava nell’aria, e che ogni giorno finiva nei polmoni di milioni di cittadini.

Secondo alcuni ricercatori della Brigham Young University e della Harvard School of Public Health i dati di oggi danno ragione a quelle decisioni dei sindaci prese negli anni ’80: la vita media degli abitanti di quelle zone è aumentata di 2,72 anni. Ma le città odierne pare non abbiano ancora raggiunto il punto di non ritorno. Sempre secondo la stessa ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, se i sindaci di oggi decidessero un blocco dello smog, i loro cittadini potrebbero recuperare dai 5 agli 8 mesi di vita, mica male.

Lanciato Ibuki, il primo satellite ecologico

Nella gara alla conquista dello spazio, le superpotenze mondiali si sono dimenticate di un aspetto molto importante: le rilevazioni dell’inquinamento dal di fuori della sfera terrestre. Si sono fatti esperimenti veramente su ogni cosa, dalla sopravvivenza degli animali in assenza di gravità al funzionamento delle penne a sfera, ma mai a nessuno è venuto in mente che qui sulla Terra c’è qualcosa che va rilevato molto più urgentemente: i gas serra.

Per questo ieri il Giappone ha lanciato in orbita il primo satellite in grado di rilevare, da un’altezza di 666 chilometri, 56 mila punti sul globo terracqueo e le loro emissioni. Il satellite si chiama “Ibuki“, che in italiano significherebbe “Respiro”, un nome che già fa capire quale sarà la sua impresa.

Miyi Tower, il progetto cinese per ripulire le acque contaminate

Ci troviamo nella regione cinese del Sichuan, una delle più popolose, e di conseguenza inquinate di tutta la Cina. Qui a rischio esondazione c’è il fiume Anning il quale viene ingrossato, oltre che dalla naturale piena, anche dagli scarichi industriali che ne aumentano il volume e la pericolosità.

Per questo i cinesi, nonostante siano consapevoli delle conseguenze, non pensano a diminuire gli scarichi rivedendo i loro progetti industriali, ma preferiscono farlo con una struttura innovativa, quasi fantascientifica. Si chiama torre Miyi e sarà un ponte sul fiume in grado di filtrare e pulire il l’Anning.

E la Siemens lancia gli incentivi per i manager in metrò…

Aziende ecosensibili, questo l’augurio del nuovo anno. Dopo la crisi economica che sembrava avesse bloccato ogni speranza di svolte ecologiche a livello industriale, molti cervelli si sono messi in moto per trovare soluzioni compatibili sia a risollevare i bilanci aziendali che a diminuire le emissioni di CO2. Stavolta è il portafoglio dei già ben retribuiti manager ad allargarsi se sceglieranno di rispettare l’ambiente, optando per i mezzi pubblici.

Niente poco di meno che il colosso tecnologico Siemens ha annunciato, infatti, un aumento in busta paga per i suoi dipendenti che abbandoneranno i mezzi altamente inquinanti, come Suv ed auto di grossa cilindrata, e si recheranno sul posto di lavoro utilizzando i servizi pubblici di cui usufruiscono già i comuni mortali, come metropolitana, treno, autobus.

Italia “pirata” come Cina e Panama

Un’altra umiliazione al nostro Paese, e a tutti i suoi abitanti, ce la regalano i nostri pescatori. Non tutti ovviamente. Non bastava il poco impegno verso le energie rinnovabili, verso la riduzione dell’inquinamento o l’arretratezza nel riciclo. A consegnare l’ennesima maglia nera all’Italia ci si mette anche la pesca, quella che passa per legale e viene addirittura finanziata dallo Stato, ma che è di legale alla fine ha ben poco.

Ad aggravare la situazione ci si mette la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), che oltre alla Francia, unico Paese “civile” nella lista, affianca all’Italia anche Libia, Cina, Panama e Tunisia, mettendole tutte sullo stesso piano, a causa della “pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata”. Una comunicazione che in molti si aspettavano ma che purtroppo fa male all’immagine del nostro Paese.

2008: l’ottavo anno più caldo della storia

L’idea che il riscaldamento globale sia una bufala purtroppo sta diventando sempre più insignificante. La raccolta di dati sulla temperatura del globo, iniziata quasi 130 anni fa, ci racconta di una Terra a cui qualcuno ha appena aumentato il termostato, facendo risultare questo immenso forno sempre più bollente.

Il 2008 è stato, secondo le ricerche della NOA (National Climatic Data Center di Asheville), l’ottavo anno più caldo della storia. Non c’è da stare allegri. Infatti non possiamo essere contenti del fatto che l’aumento delle temperature non sia il più alto in assoluto, perché rispetto all’anno precedente la temperatura è ben più alta. Infatti l’incremento o il decremento delle temperature può essere dovuto a diversi fattori, e lo sbalzo di qualche centesimo di grado corrisponde a qualche corrente terrestre più o meno forte. Lì dove interviene l’uomo però è evidente: gli ultimi 10 anni della storia del pianeta sono stati i più caldi in assoluto. E qui non c’è corrente che tenga.

Riscaldamento globale accelera la diffusione di epidemie e virus in Europa

Tra i vari aspetti negativi del riscaldamento globale, ultimo ma non da meno, è quello relativo alla diffusione più veloce delle epidemie e dei virus, riscontrata di recente nel territorio europeo. In particolare, pare che sia la propagazione della malattia virale nefropatia epidemica (NE) ad essere favorita dalle temperature in costante aumento e dagli inverni più miti. Recenti ricerche hanno infatti studiato il legame tra il picco della patologia e gli effetti del surriscaldamento terrestre.

Il dottor Jan Clemente del Department of Microbiology & Immunology del Belgium’s Rega Institute (University of Leuven) ha lavorato con un team di medici e ricercatori per studiare i focolai di nefropatia epidemica in Belgio. Il Dott. Clement ha fondato nel 1985 il Belgian Hantavirus Reference Centre, ed ha rilevato che dei 2200 casi registrati da allora, 828 (il 37,6% del totale) si è verificato solo in questi ultimi tre anni, tra il 2005 e il 2007. L’epidemia si è inoltre estesa anche ai Paesi vicini: Francia, Germania, Paesi Bassi e Lussemburgo.

Mal’aria industriale, Taranto in cima alle città più inquinate dalle fabbriche

C’è qualcosa nell’aria, è mal’aria. Recita così lo slogan di Legambiente per promuovere la campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento atmosferico causato dalla industrie, nell’ambito del consueto appuntamento annuale sulla qualità dell’aria nelle città italiane. Questa edizione si concentra proprio sui veleni prodotti dalla fabbriche, e non a caso il dossier Mal’aria è stato presentato ieri a Taranto, capoluogo pugliese che ospita lo stabilimento dell’Ilva, sotto accusa da anni per l’immane quantità di emissioni nocive non solo per l’atmosfera, ma soprattutto per la salute dei cittadini, che continuano ad ammalarsi di tumori e malattie respiratorie anche gravi.

In cima alla lista nera redatta dall’associazione ambientalista sui comuni più irrespirabili figura proprio Taranto. Pensate che lo stabilimento siderurgico dell’Ilva produce da solo il 92% della diossina totale e ben il 95% degli idrocarburi policiclici aromatici (Pcb9)

Inquinamento atmosferico e contaminazione delle acque tra i principali pericoli per la salute dell’uomo

L’inquinamento atmosferico e la contaminazione delle acque figurano in cima all’elenco dei fenomeni più pericolosi per l’uomo, secondo quanto riportato da una recente relazione stilata dai ricercatori del Blacksmith Institute negli Stati Uniti, in collaborazione con la Switzerland Green Cross.

Entrambi i gruppi di studio internazionali, che si occupano di ambiente, hanno rilasciato una lista dei dieci problemi relativi all’inquinamento terrestre più deleteri per l’umanità e soprattutto più urgenti da risolvere prima che le cose precipitino ulteriormente. Gli agenti inquinanti presenti nell’aria si sono rivelati tra i principali responsabili di malattie e mortalità. Lo studio ha inoltre evidenziato gli effetti spropositati dell’inquinamento dell’aria sulla salute dei bambini, gravemente compromessi nello sviluppo proprio per l’aria irrespirabile e suscettibili di patologie respiratorie, come l’asma e le allergie.