Inquinamento, interferenti endocrini minacciano salute dei bambini

Gli interferenti endocrini rappresentano un fattore di rischio affatto trascurabile, specie per la salute dei bambini e delle donne in gravidanza, soggetti maggiormente esposti alla contaminazione in quanto più vulnerabili e permeabili fisicamente. Prima di analizzare i dati, a dir poco preoccupanti, provenienti dall’ultimo rapporto in merito elaborato dall’ISS nell’ambito del progetto  Previeni, chiariamo cosa si intende con interferente endocrino, avvalendoci della definizione riportata dallo stesso Istituto Superiore di Sanità, elaborata nel 1996 nell’ambito dello European Workshop on the Impact of Endocrine Disrupters on Human Health:

Un interferente endocrino è una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione.

Ambiente, rapporto ISPRA: cresce allarme frane ed inquinamento in Italia, in calo gli incendi

Il rapporto dell’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l’Annuario dei Dati Ambientali 2010, presentato oggi a Roma, ci restituisce la fotografia di un ambiente italiano fortemente compromesso, con qualche sprazzo di luce qua e là, come la diminuzione degli incendi, fenomeno in calo ma pur sempre estremamente dannoso per gli effetti nefasti sul patrimonio boschivo nazionale.

La qualità dell’aria è minata dall’inquinamento atmosferico che incombe sempre più minaccioso sulle città italiane, ne avevamo già avuto ampia testimonianza nei mesi scorsi con lo sforamento di polveri sottili oltre la soglia limite di 35 giorni all’anno concessa dalla normativa di riferimento UE, sforamento avvenuto in tempi record in metropoli come Milano, a poche settimane di distanza dall’inizio del 2011.

Parco Nazionale Gran Paradiso e Telethon per sconfiggere le malattie genetiche

Il Parco Nazionale Gran Paradiso nel prossimo weekend darà la possibilità ai suoi visitatori di sostenere il progetto di ricerca per sconfiggere le malattie genetiche, Walk of Life, Il Cammino della ricerca. L’iniziativa, promossa da Telethon, vede la partecipazione di Federparchi Europarc Italia, in occasione dell’Anno Internazionale delle foreste.

A pochi giorni dalla celebrazione della Settimana europea dei Parchi, il Gran Paradiso offre la sua collaborazione alla raccolta fondi per sostenere la campagna Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. Nei cinque punti di raccolta del Parco verranno raccolte le donazioni libere dei visitatori, coinvolti nelle iniziative del Parco.

Caccia: la LIPU protesta contro l’uccisione indiscriminata degli uccelli

Come prassi da anni, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) fornisce i dati sullo stato di salute degli uccelli che transitano in Italia, in modo da regolare la legge sulla caccia. Quest’anno i dati forniti dall’organizzazione sono molto preoccupanti, tanto da aumentare il numero delle specie che non si possono cacciare in quanto considerate in pericolo di estinzione, e ridurre la stagione della caccia ad appena 3 mesi e mezzo.

E la risposta del Governo qual è stata? Anziché attenersi a queste indicazioni, come previsto dall’articolo 18 della legge 157/92, che prevede l’obbligatorietà del parere ISPRA, ha chiesto un nuovo tavolo all’Istituto, probabilmente per ritrattare le indicazioni. Per questo è insorta la LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli, in quanto si teme che il Governo possa “far da solo”, non tenendo conto delle linee guida del suo stesso istituto scientifico.

Biodiversità, nasce in Sicilia l’osservatorio della biodiversità marina e terrestre

Un Osservatorio per monitorare la salute degli ecosistemi e la biodiversità degli ambienti marini e terrestri è stato inaugurato oggi in Sicilia, dopo una fruttuosa collaborazione tra il Dipartimento dell’Ambiente della Regione Sicilia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e l’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale.

La firma dell’accordo assume ancora più importanza con la Giornata Mondiale della Biodiversità alle porte, e con l’acquisizione dei primi risultati delle ricerche compiute a livello internazionale sulla biodiversità e sugli animali a rischio estinzione.

Biodiversità: un quarto degli animali europei è a rischio estinzione

Si parla tanto di difendere la biodiversità, e spesso gli sforzi per salvare le specie in via d’estinzione vengono fatti in Asia e in Africa. Purtroppo però molto spesso non guardiamo nemmeno in casa nostra, e se lo facessimo ci renderemmo conto che la situazione in Europa è molto seria. Secondo l’ultima rilevazione fatta dalla commissione europea sull’ambiente, pare che circa un quarto degli animali nostrani rischia seriamente di sparire.

Uno di questi potrebbe essere la foca monaca, braccata sin dalla prima metà del 20° secolo e cacciata dal suo habitat a causa del dilagante sviluppo costiero e per la pesca eccessiva in Grecia e Turchia, scesa ad appena 600 esemplari; un altro potrebbe essere la lince iberica di cui si contano oggi appena 300 superstiti che sopravvivono nei boschi e nei pascoli del Sud della Spagna, sempre più ridotti.

Biodiversità, Legambiente: perdita crescente costerà 7% PIL globale entro il 2050

Nell’ambito della Giornata internazionale della biodiversità, alle iniziative volte ad ammirare il patrimonio di flora e fauna protetta e a rischio cui abbiamo ampiamente dato spazio, fa eco una riflessione profonda sulle conseguenze della perdita di diversità biologica ai vertiginosi tassi attuali.

Dell’impatto devastante provocato dalla scomparsa e dalla riduzione di varietà genetica, intesa come risorse, ricchezza, futuro, sopravvivenza, vita ha parlato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon nel suo messaggio per l’IDB rivolto a tutto il mondo. In Italia è Legambiente, nell’ambito di Terra Futura, anticipando i contenuti del dossier Biodiversità a rischio 2011, a presentare le stime dei danni.

Inquinamento, una cappa d’ossigeno per vestito: quando l’aria diventa un lusso

L’aria in città oggi è particolarmente inquinata: che mi metto? Una provocazione sui temi dell’inquinamento atmosferico e dello smog che si fa stile grazie ad una studentessa della New York University, Hana Marie Newman, ideatrice di un vestito/bolla che ha incorporato un sistema di purificazione dell’aria. Usciremo allo scoperto, affrontando senza timore il mostro dell’inquinamento, pur rimanendo rinchiusi nel nostro guscio salubre.

Le patologie connesse o aggravate dalla cappa irrespirabile che soffoca gli ambienti di vita urbani: ictus, asma, difficoltà respiratorie, allergie, non saranno più un problema, non nostro, almeno. Ce ne staremo rinchiusi nella nostra sacca marziana, con a disposizione tutto l’ossigeno che ci serve per andarcene in giro, trotterellando per le strade nel nostro spazio protetto, infischiandocene della mal’aria anche nei giorni più stantìi, ignorando chi al nostro fianco, fuori dalla bolla dell’egoismo, si sta intossicando.

Emissioni: Gran Bretagna impone taglio del 50% entro il 2025

Per mesi si è dibattuto in Europa se porre il limite al taglio delle emissioni di gas serra al 20 o al 30% entro il 2020, con l’obiettivo di portarlo dal 50 all’80% entro il 2050. L’Italia è sempre stata tra i Paesi che cercavano di tirare verso il basso la valutazione, considerando troppo già il 20%, ma visto ciò che ha intenzione di fare la Gran Bretagna, tutte le nazioni dovrebbero impallidire.

L’idea è del Primo Ministro David Cameron che ha deciso di dimezzare le emissioni del suo Paese entro il 2025. Si tratterebbe così del progetto più ambizioso del mondo e che fa sembrare i nostri governanti piccoli piccoli. Il periodo di riferimento del taglio è il 1990, considerato anno cruciale in tutte le misurazioni, e su cui si basa anche il calcolo dell’Ue sul taglio auto-imposto e che, almeno per come stanno attualmente le cose, obbliga ogni Paese a raggiungere un -20% di emissioni entro il 2020, lasciando la possibilità di migliorare ulteriormente tale obiettivo su base volontaria.

Allergica all’elettricità vive a lume di candela

Allergica all’elettricità: l’auto-diagnosi che è costata a Janice Tunnicliffe, cittadina britannica di 55 anni, la luce, gli elettrodomestici, il comfort tecnologico delle abitazioni moderne. A riportarne la storia è il quotidiano britannico Daily Mail.

Janice risiede in un cottage a Wellow, vicino a Nottingham, e si ritiene affetta da una sindrome rara, rarissima, denominata elettrosensibilità. I medici, così come il servizio sanitario britannico, non le riconoscono la patologia, considerata piuttosto un disturbo psicosomatico.

Inquinamento, sostanze chimiche e gas tossici nell’atmosfera

Per la prima volta un’equipe scientifica è riuscita a scoprire e misurare le sostanze chimiche contenute nell’atmosfera terrestre. I risultati sono tutt’altro che incoraggianti perché l’aria che respiriamo contiene sostanze chimiche dannose per la nostra salute: sostanze derivate dal fumo di sigaretta, dalla combustione di legna e dagli incendi boschivi, “veleni” per il nostro organismo.

Lo studio, condotto dai ricercatori del National Oceanic and Atmospheric Administration in USA, è stato condotto con uno spettrometro di massa, progettato dagli stessi studiosi, in grado di scomporre le particelle dell’atmosfera terrestre e individuare i livelli di acido isocianico come spiega uno degli autori della ricerca, Jim Roberts

Abbiamo scoperto acido isocianico in molti luoghi, dall’aria della downtown di Los Angeles a quella di un incendio di una foresta in Colorado, fino al fumo di sigarette. Abbiamo anche dimostrato che [l’acido isocianico] si dissolve rapidamente in acqua, cosa che indica come gli esseri umani possono essere esposti se entrano a contatto con il gas a livello di occhi e polmoni.

Cellulari e Wi-Fi banditi dalle scuole, la proposta dell’Ue

I cellulari e i dispositivi wireless potrebbero essere aboliti nelle scuole europee. A presentare la richiesta è una commissione del Consiglio d’Europa per evitare i danni causati da telefonini e apparecchi Wi-Fi, “potenziali pericoli” come si legge nel documento, per la salute umana e a maggior ragione dei nostri bambini e ragazzi.

Per sensibilizzare e ridurre il rischio delle esposizioni alle radiazioni emesse dai cellulari, si pensa di avvisare gli utenti con messaggi e frasi ad effetto, come quelle che si leggono sui pacchetti di sigarette; inoltre nelle scuole si dovrebbe vietare l’uso dei dispositivi e informare gli studenti sui potenziali rischi, con campagne si sensibilizzazione. La commissione rivolge ai governi un appello

Evitare gli errori del passato, quando sono stati riconosciuti con lentezza i pericoli dell’amianto, del fumo e del piombo nella benzina.

Scioglimento ghiacciai: 3 su 4 si sciolgono, ma non spariranno

Nella diatriba tra chi afferma che i ghiacciai del mondo sono destinati a sparire e chi afferma che si tratta solo di storie inventate, cerca di mettere ordine l’Indian Space Research Organization, l’agenzia spaziale indiana che, tra tutte queste voci, è la diretta interessata visto che tra i ghiacciai destinati a sciogliersi ci sono quelli dell’Himalaya.

L’Isro in parte conferma la tesi dell’IPCC, il panel sui cambiamenti climatici voluto dall’Onu, confermando che il 75% dei ghiacciai (3 su 4) si sta sciogliendo. Viene però smentita la teoria che entro il 2035 siano destinati a sparire. In realtà essi saranno ancora lì, solo che al massimo saranno un po’ più piccoli.

Animali in via d’estinzione: per salvare i salmoni gli Usa aprono la caccia ai leoni marini

Come se la causa dell’estinzione dei salmoni fossero i predatori marini, i responsabili del NOAA hanno deciso che, per salvare una specie in pericolo, bisogna abbatterne un’altra. Capita così che un gruppo di leoni marini della California che ha trovato un “ristorante” sempre aperto di salmoni in via di estinzione alla base della diga di Bonneville, tra Oregon e Washington, è stato condannato a morte.

A parziale discolpa dei funzionari del Fisheries Service del NOAA c’è da dire che questa non è stata la prima soluzione a cui hanno pensato. Per liberare il fiume Columbia dei leoni marini le hanno provate tutte, dai petardi ai proiettili di gomma, ma senza riuscire a dissuaderli. E così ecco trovata la soluzione più drastica.