Incredible Edible, come fare per rendere la propria città ecosostenibile

incredible edible

Mentre i cittadini del mondo puntano gli occhi verso Copenhagen, in attesa che la leadership mondiale decida cosa ne sarà del nostro futuro, una città ha preso la situazione e l’ha posta nelle mani del popolo. Un’idea che è iniziata attorno ad un tavolo da cucina è diventata una reale prova di saggezza. A partire da soli pochi giardini di erbe, il progetto “Commestibili Incredibili” (che in inglese rende meglio il gioco di parole Incredibile Edible) è cresciuto organicamente, con l’energia delle popolazioni locali che non hanno cercato fondi pubblici, perché volevano fare a modo loro.

A Todmorden, nel West Yorkshire, Gran Bretagna, uno sforzo che si basa su un principio molto semplice: è il cibo che unisce tutti i popoli a prescindere dal ceto sociale o dai mezzi, perché tutti siamo in grado di comunicare nella lingua del cibo. E così, guidati da fosche previsioni di disordine economico mondiale, sulla scia del picco del petrolio, cambiamenti climatici, il terrorismo e altre minacce terribili, in questa cittadina si è deciso di vivere in un modo più semplice, con un’autoproduzione di alimenti biologici, piuttosto che usare i prodotti come pesticidi o additivi come gli allevamenti industriali.

Anche la Chiesa Ortodossa si schiera in favore dell’ambiente

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Come anticipato già qualche giorno fa, anche la religione vuol fare la sua parte nella svolta ecologica, e così dopo la conversione verde dell’Islam, è il momento della Chiesa greco-ortodossa, che tramite un messaggio del Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha spiegato ai giovani cosa un religioso deve fare.

La gioventù greca-ortodossa, riunitasi da ogni parte degli Stati Uniti in riva al Missisipi, ha assistito ad un nuovo video sull’uomo che è stato soprannominato il “patriarca verde”. La visita ha riunito:

scienziati, ambientalisti, leader religiosi e politici per lavorare su ciò che egli vede come un disastro ecologico. Il film lo segue nei suoi viaggi verso le aree più a rischio ecologico del pianeta, dalle foreste pluviali del Brasile al Mar Baltico, dove la popolazione ittica è stata gravemente depauperata, dallo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia.

Green Job: un lavoro da uomini

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Se pensiamo al lavoro del futuro, chi è minimamente informato sulle novità degli ultimi tempi potrebbe pensare immediatamente ad un “lavoro ecologico“, meglio conosciuto negli Stati Uniti, dove è stato inventato, come “green job“. Dopo tutti questi anni e tanti progressi , anche in un settore dedicato alla realizzazione del nobile obiettivo di un’economia senza emissioni, sembra però che alcuni pregiudizi siano ancora presenti nella società, non solo italiana.

Ad esempio sembra che, come per il lavoro “classico”, ci sia anche qui una spiacevole verità: le donne, soprattutto quelle appartenenti alle minoranze, sono sempre in gran parte lasciate fuori dal mercato del lavoro verde.

Il Trentino Alto Adige è la Regione più sostenibile d’Italia

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Che cosa significa Regione sostenibile? Questa parola sempre più usata ed abusata contiene in sè una serie di significati molto complessi. A tentare di porre una sorta di regola ci hanno provato i ricercatori dell’Università di Pisa, i quali hanno tentato di capire anche qual è la Regione italiana che possa fregiarsi, più di altre, di questo titolo.

Per sostenibile intendiamo la risposta a diversi aspetti tra cui quello ambientale in primis, il quale va dalla produzione d’energia pulita alla gestione dei rifiuti e del territorio; ma anche quello sociale, che riguarda l’integrazione degli stranieri e di tutta la popolazione dal punto di vista lavorativo; economico, cioè la ricchezza procapite; ed altri indicatori come i trasporti pubblici, la qualità dell’aria, i programmi per combattere i cambiamenti climatici e quant’altro. Sommando tutti questi aspetti, i ricercatori pisani hanno stabilito che la Regione italiana più sostenibile, nel complesso, è il Trentino Alto Adige.

E’ Newcastle la città più ecologica d’Inghilterra, un modello di “città verde”

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Avvolte dal fumo e dei cantieri navali, Newcastle una volta era un importante centro industriale. Ma la città è stata trasformata nella città più ecologica della Gran Bretagna negli ultimi anni, secondo una verifica della sostenibilità effettuata dal quotidiano The Guardian. Newcastle è stata un po’ una sorpresa, dato che ha superato le città che in genere vengono in mente quando i britannici pensano che una città sia “verde”, come Bristol e Brighton & Hove, le quali però si sono classificate seconda e terza, rispettivamente.

Ma forse gli inglesi non avrebbero dovuto essere poi così sorpresi. Newcastle si è rapidamente spostata in classifica negli anni scorsi: la città, situata nel nord dell’Inghilterra, è arrivata ottava nel 2007, e lo scorso anno è salita fino al quarto posto prima di saltare in cima nel 2009.

Le religioni concordano sulla svolta ambientalista e l’Islam dà il buon esempio

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La sede nel Regno Unito dell’Alleanza e la conservazione delle religioni (ARC), in collaborazione con le Nazioni Unite, ha recentemente ospitato 200 rappresentanti di nove grandi religioni del mondo che rappresentano circa 60 diverse organizzazioni religiose. Baha’i, buddisti, cristiani, indù, ebrei, musulmani, scintoisti, taoisti e sikh tutti riuniti a Londra, presso il Castello di Windsor con l’ordine del giorno “Uniti per l’ambiente”.

In un’epoca di crescente divario religioso, un po’ di tempo dedicato all’argomento ambiente è stato in grado di riunire gruppi di antica fede per discutere una soluzione moderna. E con l’Islam in primo piano, con i leader musulmani che hanno dimostrato la capacità di adattarsi e di rispondere alle nuove esigenze, contro ogni previsione.

Climate Day: la manifestazione per il clima che ha coinvolto tutto il mondo, tranne l’Italia (fotogallery)

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Gli attivisti contro il riscaldamento globale, hanno applicato la loro fantasia nei modi più incredibili nel corso degli anni, dal posare nudi su un ghiacciaio svizzero alle scalate sulle ciminiere a carbone delle centrali elettriche. Nella giornata di ieri hanno cercato qualcosa di nuovo: con l’obiettivo sollecitare a fare sul serio i Paesi di tutto il mondo nel raggiungimento di un accordo internazionale sul clima, una raffica sincronizzata di oltre 4.300 manifestazioni, dall’Himalaya alla Grande Barriera Corallina, si sono tutte concentrate sul numero 350.

Per alcuni eminenti scienziati del clima, come anche descritto in queste pagine, si tratta del limite massimo di concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera sopportabile, misurato in parti per milione. Se la concentrazione fosse superiore a lungo, avvertono, il mondo può aspettarsi decenni di clima perturbato, innalzamento del livello del mare, siccità e carestia. La concentrazione attuale è 387 parti per milione.

Gli organizzatori hanno detto che il loro obiettivo, nel preludio ai colloqui sul clima di Copenaghen nel mese di dicembre, era quello di illustrare l’urgente necessità di ridurre le emissioni, sottolineando che il mondo ha già superato quota 350 due decenni fa. Eppure, pur convenendo che le emissioni senza sosta costituiscono un grave rischio, alcuni scienziati ed economisti hanno incentrato la loro politica climatica non prendendo sul serio tale soglia, ed anzi parlando di innalzare il limite a 450 ppm: un disastro.

La scomparsa dei predatori primari causa il collasso degli ecosistemi

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Il catastrofico declino in tutto il mondo dei predatori al vertice della catena alimentare come lupi, puma, leoni o gli squali, ha portato ad un enorme aumento più piccoli “mesopredatori” che stanno causando gravi disagi economici ed ecologici. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Bioscience, ed osservano che in Nord America tutti i più grandi predatori terrestri sono in calo nel corso negli ultimi 200 anni, mentre sono aumentati del 60% i mesopredatori. Il problema è globale, ma alcune soluzioni sono in vista.

Un esempio: in alcune parti dell’Africa Sub-sahariana, popolazioni di leoni e leopardi sono state decimate, consentendo un aumento di babbuini. In alcuni casi le popolazioni autoctone oggi sono costrette a rimanere barricate in casa quando avvengono incursioni di babbuini nelle loro piantagioni.

La questione è molto complessa, e un sacco di conseguenze non sono note, ma ci sono prove che l’esplosione delle popolazioni mesopredatorie sia molto grave e abbia delle ripercussioni sia a livello ambientale che economico

ha spiegato William Ripple, professore di ecosistemi forestali e della società della Oregon State University. Caso dopo caso, in tutto il mondo, i predatori primari sono stati drasticamente ridotti, se non eliminati, a causa della perturbazione degli habitat, della caccia o della pesca. Molte volte questo è stato visto positivamente dagli esseri umani, per paura di un attacco personale, per la perdita di bestiame o altre preoccupazioni. Ma la nuova immagine che è emerge è una serie di problemi, tra cui i danni all’ecosistema, che possono presentare dei nuovi predatori più complicati da combattere.

Premio Terna 02: sostenibilità ambientale e arte contemporanea

Premio TernaTerna, principale proprietario della rete di trasmissione nazionale di energia elettrica riconosce, nella sua politica imprenditoriale, una responsabilità (economica, ambientale e sociale) d’impresa verso la collettività.

Nel 2010 la società entrerà nel Dow Jones Sustainability Index, l’indice borsistico internazionale che include le aziende con le migliori performance di sostenibilità. Un premio per l’impegno nelle politiche ambientali, che da sempre animano il core business di Terna.

10 letture verdi consigliate

oryx-e-crakeIn un mondo sempre più ecologico, anche la forma d’arte che prima di altre anticipa le mode, la letteratura, diventa sempre più verde. Eppure queste tematiche non sono del tutto nuove. Anzi, sono rappresentate da scrittori moderni, ma anche da grandi penne che hanno trattato queste tematiche quando parole come riscaldamento globale e mutamenti climatici non erano ancora state inventate. Nonostante questi libri abbiano attraversato la storia sin dal 1700, potrete ritrovare tematiche attuali e soprattutto vedere come sono cambiate le visioni negli ultimi 3 secoli, secondo la lista stilata dal Guardian:

“Il Villaggio Abbandonato” di Oliver Goldsmith parla di una protesta di lavoratori nel settore agro-alimentare georgiano contro i capitalisti che vogliono rubargli il terreno.

“La Storia Naturale e le Antichità di Selborne” di uno dei pionieri del naturalismo, l’inglese Gilbert White, il quale racconta di piante e animali osservati in forma letteraria dallo zoologo Thomas Pennant e l’avvocato Daines Barrington.

Oltre 500 milioni di persone a rischio a causa dei danneggiamenti dei delta dei fiumi di tutto il mondo

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Un nuovo studio condotto dalla University of Colorado di Boulder indica che la maggior parte dei delta dei fiumi del mondo sta affondando a causa delle attività umane, rendendoli sempre più vulnerabili alle inondazioni dei fiumi e alle tempeste oceaniche, mettendo decine di milioni di persone a rischio.

Mentre per la relazione del 2007 del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, i delta dei fiumi sono a rischio a causa dell’innalzamento del livello del mare, il nuovo studio indica che altri fattori umani stanno causando questo affondamento in modo significativo. I ricercatori hanno concluso che la distruzione dei delta dall’Asia alle Americhe è dovuta ai lavori sui sedimenti da parte di serbatoi e dighe, canali artificiali e argini, che spingono i sedimenti negli oceani al di là delle pianure alluvionali costiere, dovuto all’estrazione dalle acque sotterranee di gas naturale.

Lo studio conclude che 24 delta sui 33 principali del mondo stanno affondando, e che l’85% ha già sperimentato gravi inondazioni negli ultimi anni, causando la sommersione temporanea di circa 160.000 chilometri quadrati di terra. Circa 500 milioni di persone nel mondo vivono vicino questi luoghi.

Ecco come organizzare un eco-matrimonio gratis

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L’ecologico ormai va di moda in tutti i campi. E perché allora non esportarlo anche in quello dei matrimoni? Se volete un matrimonio eco-friendly, ma non sapete proprio da dove cominciare (siamo sicuri che nessuna nonna conosce una tradizione in questo senso), non c’è nessun problema. Basta infatti dare un’occhiata ai Green Wedding Planner, oppure essere uno dei 20 fortunati vincitori del Sun Crystals Sweet & Solar Wedding. Si tratta di un gioco internazionale, i cui vincitori hanno diritto ad un matrimonio ecologico organizzato nei minimi dettagli.

Ecco come giocare: le coppie possono registrarsi da ora fino al 16 ottobre 2009. 20 coppie saranno scelte in corso durante la registrazione e, una volta estratte, la registrazione si chiude. In circa 50 parole si deve spiegare perché si desidera un matrimonio ecologico e quanto la propria coppia è “super-naturale”, nel senso di spiegare quanto è vicino alla natura il vostro stile di vita.

I Duran Duran e altre 55 star presentano la nuova canzone anti-riscaldamento globale

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Una delle rock band più famose al mondo, quella britannica dei Duran Duran, è tornata. In collaborazione con gli Scorpions, una band heavy metal, sono tra le 55 celebrità di tutto il mondo che hanno aderito all’iniziativa per la registrazione di una canzone per richiamare l’attenzione sul problema del riscaldamento globale. L’iniziativa, che ricorda vagamente quella di We Are The World degli anni ’80, o delle canzoni con temi sociali degli U2, è stata annunciata direttamente dagli organizzatori lunedì scorso.

La canzone fa parte di una campagna mediatica di massa sulle minacce del cambiamento climatico organizzato dalla sede di Ginevra del Global Humanitarian Forum, guidato dal segretario delle Nazioni Unite l’ex generale Kofi Annan. La canzone, intitolata “Beds’r Burning” (I letti stanno bruciando) non è del tutto nuova. La priva versione fu originariamente registrata dal gruppo australiano Midnight Oil nel 1980, i quali forse sono stati i primi cantanti a denunciare il problema del riscaldamento globale. La versione moderna però avrà sicuramente molto più successo, non ci sono dubbi.

Eco-town: novità sui vecchi progetti e un’occhiata ai nuovi

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Non ci vuole una crisi finanziaria mondiale per affondare i grandi progetti sulle città sostenibili. Anche prima che la Lehman Brothers fallisse, qualche eco-progetto molto ambizioso delle nuove città è stato sepolto senza tanti complimenti, mentre altri semplicemente sono stati strappati via. Tuttavia, crisi o non crisi, il numero delle eco-iniziative nelle città spuntano recentemente in tutto il mondo e continuano a crescere.

Probabilmente il più alto profilo dell’eco-città, è quello già più volte descritto di Masdar City, già in in costruzione alla periferia di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Alla fine del mese scorso, secondo Architecture and Design, un piano è stato selezionato per il centro città di Masdar. Il piano, progettato dall’australiana Lava, contiene una soluzione interessante per moderare il clima del deserto di Abu Dhabi: gli “ombrelli solari.” Presumibilmente modellati sui girasoli, questi strani dispositivi rimangono aperti durante il giorno per raccogliere l’energia solare e fornire ombra, e si chiudono durante la notte. Masdar sarà un luogo seriamente futuristico. I responsabili di Lava immaginano il seguente elenco di funzionalità verdi:

facciate di edifici che si adattano per compensare o ottimizzare il riverbero solare, materiali per le pareti che rispondono ai cambiamenti della temperatura e contengono l’energia incorporata, stoccaggio sotterraneo, pali della luce interattivi, tecnologia sensibile al calore, giardini pensili per la produzione alimentare, produzione di energia rinnovabile, efficienza dell’acqua e riutilizzo dei rifiuti da alimenti biologici.