
E siamo a due. Dopo aver di fatto cancellato il referendum sul nucleare (anche se la parola definitiva ancora non è stata detta), ora il Governo ha deciso di smontare anche la mobilitazione in sostegno dell’acqua pubblica. E’ bastata una frase detta dal ministro Romani (che ricordiamo non era ancora ministro ai tempi della legge contestata dai promotori referendari), per scatenare il putiferio.
Su questo tema, di grande rilevanza, sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo
ha detto l’on. Romani a Radio Anch’io, ed immediatamente il mondo civile e politico si è mobilitato, gridando all’ennesimo raggiro del Governo che sta togliendo tutte le fondamenta del referendum del 12 e 13 giugno, nella speranza che il quesito che sta più a cuore a Berlusconi, quello sul legittimo impedimento, non raggiunga il quorum.
L’esplosione nucleare in Giappone ha catalizzato l’attenzione dell’UE spingendo ad un’immediata chiusura delle centrali obsolete la Germania, dopo la proroga che aveva fatto discutere qualche mese fa sul prolungamento della vita degli impianti atomici. Bloccati i finanziamenti alla ristrutturazione delle vecchie strutture. Anche la Svizzera guarda ad Oriente con una certa apprensione e chiude temporaneamente alla prospettiva di nuovi impianti: la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto, si affrettano a dichiarare le autorità elvetiche a seguito degli incidenti che stanno tenendo con il fiato sospeso il mondo intero sulle sorti della centrale nucleare di Fukushima.