Ecco come si schierano i candidati alle europee sul ritorno al nucleare

di Redazione Commenta

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Mancano ormai pochi giorni alle elezioni europee, e questo è il momento in cui i politici sono più “sensibili” alle problematiche sociali. In questi casi diventa molto facile porgli domande ed ottenere risposte, ed una delle risposte che, in ambito ambientale, gli italiani aspettano con più ansia è quella sul nucleare.

Da tempo Greenpeace ha sposato la posizione antinuclearista, e qualche settimana fa ha inviato una lettera ai maggiori esponenti delle prossime elezioni, facendo due domande molto semplici: in che modo si schieravano nei confronti del ritorno al nucleare in Italia, e se erano d’accordo alla costruzione degli Epr, i reattori nucleari di nuova generazione, che il Governo italiano sta cercando di reintrodurre nel nostro Paese. I partiti interpellati sono stati PD, IDV, PDL, SL, UDC e Lega Nord, a cui si dovrebbe aggiungere anche Rifondazione-PDCI che però si era già schierata in precedenza contro il ritorno al nucleare.

Come era facilmente prevedibile, le formazioni più estreme di sinistra, e cioè Sinistra e Libertà e l’Italia dei Valori, si sono schierate contro queste due scelte in blocco. A loro si aggiungono alcuni esponenti del Partito Democratico, come David Sassoli e Leonardo Domenici, più addirittura un esponente della Lega Nord, abbastanza a sorpresa, come Marcello Ferraina. Evidentemente uno di quelli che non vuole una centrale nucleare nel suo territorio.

In blocco invece tra i favorevoli al ritorno al nucleare sono i candidati dell’Udc e del Pdl, e come poteva essere il contrario, visto che Berlusconi ha deciso di impiegare l’esercito per permettere la costruzione delle centrali, e mai nessuno potrà opporsi all’interno del suo partito. A favore anche praticamente tutta la Lega Nord, fatta eccezione per quel candidato che indicavamo prima, ed alcuni rappresentanti del Partito Democratico come Paolo De Castro, ex Ministro dell’Agricoltura. C’è da dire anche che molti candidati del Pd, che poi sono la stragrande maggioranza, non hanno voluto rispondere alle domande di Greenpeace, o semplicemente non si sono schierati da nessuna delle due parti. Un atteggiamento poco consono ad una campagna elettorale, visto che i cittadini hanno il diritto di conoscere il pensiero di chi vanno a votare anche in ambiti così delicati.

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