Eco-profughi, il nuovo problema mondiale è alle porte dell’Europa

di Redazione Commenta

rifugiati

Fino a qualche anno fa i profughi e i rifugiati nei Paesi industrializzati scappavano tutti dalle guerre. In questi ultimi due anni ad essi si vanno aggiungendo i cosiddetti profughi ambientali, o eco-profughi, in pratica persone che scappano dalla loro terra perché, a causa dei cambiamenti climatici è diventata invivibile.

Secondo uno studio di Legambiente, presentato in questi giorni durante la manifestazione Terra Futura, sono 18 milioni le persone che ogni anno vengono colpite da eventi che all’apparenza sono naturali, ma che in realtà sono provocati dall’uomo. Siccità, la quale porta i terreni costieri o con poca vegetazione alla completa desertificazione; aumento degli uragani e delle piene dei fiumi, che straripano praticamente ogni anno, inondando intere città e villaggi e uccidendo centinaia di persone o rendendo impossibile la vita in quelle zone.

Una situazione insostenibile, che diventa anche peggiore se consideriamo che nella maggior parte dei casi, circa il 98%, avviene in Paesi in via di sviluppo, i quali non hanno abbastanza risorse per far fronte a tali crisi, e che trovano come unica soluzione quella di fuggire nelle nazioni vicine oppure, come sta avvenendo sempre più di frequente, in Europa.

Le Nazioni Unite stanno studiando la possibilità di rendere ufficiale lo status di rifugiato ambientale, il quale necessariamente porterà milioni di persone a cercare aiuto per sopravvivere in Occidente. Secondo Maurizio Gubbiotti, coordinato­re della segreteria nazionale di Legam­biente, il protocollo di Kyoto poneva una riduzione del 6,5% delle emissioni, l’Italia le ha invece aumentate del 13% mentre il mondo le ha elevate del 37%. Siamo molto vicini al punto di non ritorno, il punto in cui la Terra non potrà più ritornare al suo stato originale prima di questo picco di inquinamento, e fenomeni come la desertificazione e simili saranno all’ordine del giorno.

Anche nell’Occidente. Infatti l’Unhcr, l’agen­zia Onu per i rifugiati, stima che per il 2050 saranno tra le 200 e le 250 milioni le persone che in tutto il mondo verranno”sfrattate” dai problemi climatici che renderanno le proprie nazioni invivibili. Non si può ignorare questo problema, il quale non si potrà risolvere respingendo le persone ai confini. Gran parte delle isole o della terraferma sarà sommersa dall’acqua a causa dello scioglimento dei ghiacciai, e l’Italia già sta cominciando a conoscere il fenomeno della desertificazione, con il 27% del territorio di Basilicata, Sicilia, Puglia e Calabria che si sta inaridendo e con ben il 10% della Sardegna che attualmente è già desertificato. Un fenomeno di gran lunga peggiore della crisi economica, a cui i governanti di tutto il mondo devono dare delle risposte. E molto presto.

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