Greenpeace, proteste in tutto il mondo per la liberazione degli attivisti in Russia

greenpeaceProteste, manifestazioni, attività in 47 diversi paesi del mondo per chiedere alla Russia la liberazione degli attivisti di Greenpeace incarcerati dopo il blitz della Arctic Sunrise contro una piattaforma di Gazprom. Anche Christian D’Alessandro è incarcerato in Russia. Sulla sua testa pende l’accusa di pirateria, che può valere fino a 15 anni di carcere in Russia.

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Russia senza vergogna, usa l’ambiente per ottenere petrolio

russia ambiente petrolioPensavamo (o almeno speravamo) di averle viste tutte, ma evidentemente la brama di ricchezza è in grado di continuare a raschiare il barile della coscienza umana. L’ultima vergogna arriva da un Paese che mai ha brillato per l’ambientalismo, ma stavolta fa di più: utilizza la bandiera dell’ecologia per far soldi. Stiamo parlando della Russia, la nazione più grande del mondo che ha fatto domanda formale all’Autorità Internazionale per i Fondali Marini in cui ha chiesto l’annessione di una vasta area del Mar Glaciale Artico che fino a questo momento era considerata acque internazionali.

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Leopardo di Amur, una specie da salvare con Wwf

wwfTroppo spesso si parla di animali e piante in via d’estinzione. E’ tempo di agire per salvare il salvabile e non mettere una nuova crocetta su una specie che non ci sarà più. Oggi vogliamo sensibilizzare i nostri lettori sul leopardo di Amur, un felino che abita nelle fredde foreste della Siberia e che rischia seriamente di sparire. Una volta il suo habitat si estendeva dalle foreste temperate della Russia all’area nord-orientale della Cina fino a tutta la penisola coreana. Negli ultimi 15 anni l’80% del territorio in cui il leopardo viveva è sparita a causa del taglio illegale degli alberi, degli incendi boschivi, dolosi, per convertire i terreni per l’agricoltura. La sua specie ridotta a pochissimi esemplari per il bracconaggio che ogni anno miete vittime per la pregiata pelliccia.

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Petrolio: disastro ecologico in Russia grande 6 volte quello della BP

Il mondo si è scandalizzato quando per tutta l’estate dello scorso anno nel Golfo del Messico il popolo più tecnologicamente avanzato del pianeta non riusciva a chiudere un buco da cui fuoriuscivano litri e litri di petrolio greggio. Ma oggi si scopre che in Russia ogni anno c’è una fuoriuscita di petrolio che inquina il territorio, creando disastri ecologici enormi, per una quantità di circa 6 volte superiore alla vicenda della BP. Nessuno si scandalizza soltanto perché…non è mai stato reso noto.

Specie in pericolo: la Russia blocca le trivellazioni per salvare le balene

Buone notizie arrivano dalla Russia. Nonostante si tratti di uno dei Paesi più spesso messi sotto accusa per le trivellazioni in cerca di petrolio, per una volta il Governo ha deciso di redimersi nel tentativo di salvare una specie in pericolo di estinzione, la balena grigia Occidentale. In alcune delle aree intorno all’isola di Sakhalin, le aziende petrolifere non riceveranno più i diritti di estrazione del petrolio.

Il nuovo regolamento si applica per ora solo ad una sezione delle acque circostanti Sakhalin, anche se numerose società hanno progetti attivi in ​​altre zone nei pressi dell’habitat delle balene dove hanno già stabilizzato quattro piattaforme petrolifere off-shore e diverse piattaforme per il gas. La decisione servirà a bloccare almeno lo sviluppo di altre piattaforme.

Nucleare, stress test in Russia e negli USA

E’ allerta nucleare, dopo che la crisi atomica giapponese ha scosso con il terremoto e lo tsunami le fondamenta di una sicurezza dei vecchi impianti poco messa alla prova e troppo sopravvalutata in caso di eventi di una simile portata che, seppur remoti, come abbiamo purtroppo visto, non sono più inimmaginabili.

Riporta oggi il New York Times che la Russia sottoporrà tutti i suoi reattori a degli stress test per mettere alla prova la capacità di resistenza ad eventi sismici più potenti di quelli per cui sono stati progettati.

Ecovillaggio con case biodegradabili in Russia

Anche in Russia approdano gli ecovillaggi e le case ecologiche: a Sud-Ovest della capitale Mosca è sorto l’ecovillaggio di Kovcheg, dove le case sono biodegradabili e gli abitanti felici. Il nome in russo Kovcheg vuol dire arca, forse perché come l’arca di Noè racchiude in sè il nucleo di una nuova vita nel mondo inquinato del futuro.

La costruzione del villaggio ecologico risale all’anno 2009. Kovcheg si estende per circa 120 ettari nella regione di Kaluga, a 170 Km da Mosca, tra le foreste della Russia.

Tigri, al via oggi in Russia l’International Forum on Tiger Conservation (fotogallery)

Il 2010 è l’anno della tigre. O almeno di quello che ne ne rimane. Della tigre, maestoso animale simbolo di possenza e fierezza allo stato brado, resta un’orma sempre più ristretta e limitata a poche aree della Terra. La sopravvivenza della popolazione è messa a repentaglio dalla perdita di habitat e dal fenomeno del bracconaggio che non conosce purtroppo decremento, persino nelle riserve, a dispetto delle numerose iniziative messe in atto da associazioni governative e non. Sarebbero circa 3.600, stando alle stime disponibili, gli esemplari di tigre che vivono ancora allo stato selvatico. Rispetto al secolo scorso il calo registrato è esorbitante: circa 100.000 tigri in meno.

Oggi in Russia si apre l’International Forum on Tiger Conservation, il Forum Internazionale sulla Conservazione delle Tigri, che vede riuniti fino al 24 novembre i leader delle 13 nazioni che ospitano la specie, per discutere dei provvedimenti atti a garantirne la sopravvivenza.
A partecipare non saranno rappresentanti che hanno poca influenza e nessun potere decisionale, come spesso accade in questi summit, bensì personalità influenti della politica dei Paesi aderenti. In primis Putin per la Russia.
Putin che nel 2008 ha ricevuto un cucciolo di tigre, una femmina, come regalo di compleanno, di nome Mashenka che ora si trova in uno zoo, dopo aver trascorso i primi tre giorni di vita in una cesta di vimini a casa del premier russo. Ma sono le tigri selvatiche che si vogliono tutelare, la loro libertà è il vero patrimonio.

Incendi in Russia, un danno da 238 miliardi di euro

Quello che è accaduto quest’estate in Russia è senza dubbio uno dei peggiori disastri ambientali a livello mondiale della storia. Ancora la stima dei danni precisa è impossibile da fare, e probabilmente non lo sarà mai a causa delle troppe variabili da conteggiare, ma stando ai calcoli degli ultimi giorni, quando pare che il peggio sia passato, il danno quantificabile in termini economici dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 miliardi di dollari, o 238 miliardi di euro.

A stabilirlo sono stati un gruppo di ecologisti russi, i quali si oppongono ai dati forniti dal Governo russo. Anche secondo organizzazioni internazionali come WWF e Greenpeace Russia, le stime del Governo vanno al ribasso di almeno 5-10 volte, e così hanno tentato di stimare i danni con i loro mezzi.

Incendi in Russia, le conseguenze sul resto del mondo

La siccità e la peggiore ondata di caldo che la Russia ha visto negli ultimi 130 anni hanno scatenato una devastante diffusione di incendi in tutta la nazione, e soprattutto nelle regioni occidentali e centrali del Paese. Secondo le relazioni del Ministero russo per le Situazioni di Emergenza, a partire dal 6 Agosto scorso, circa 558 incendi stanno devastando la nazione.

I roghi hanno ucciso almeno 52 persone, distrutto circa 2.000 case e carbonizzato più di 1.796 chilometri quadrati. La capitale della Russia, Mosca, è attualmente ricoperta da una fitta cappa di smog, che ha ridotto le attività e perturbato il traffico aereo. Secondo l’Associated Press, i livelli di inquinamento da monossido di carbonio a Mosca sono i più elevati di tutti i tempi, quattro volte superiori al normale.