Inquinamento, trovate le prove che collegano il petrolchimico di Brindisi al cancro

di Redazione 1

Due città agli antipodi, due storie simili, due finali diversi. Stiamo parlando di Brindisi e Venezia, due capoluoghi che in apparenza non hanno nulla in comune, a parte la forte presenza dell’industria petrolchimica. Entrambe le aziende sono state denunciate a causa della contrazione del cancro che ha portato alla morte di diversi dipendenti negli anni, ma la magistratura ha trattato le due vicende in due modi diversi: condannando le imprese veneziane ed assolvendo quelle brindisine.

Il motivo per cui il petrolchimico pugliese non è stato condannato è la semplice “mancanza di prove”. Delle prove che ieri potrebbero essere state definitivamente trovate. I medici di Neonatologia dell’ospedale Perrino hanno infatti annunciato di aver trovato tracce di ftalati, prodotti del decadimento di Pvc che per intenderci servono per produrre la plastica, e soprattutto prodotti ormai proibiti perché è accertato che causano il cancro, nel sangue dei cordoni ombelicali dei neonati. Come a dire che questi bambini hanno già il destino segnato.

E come se ciò non fosse sufficiente, sono state trovate tracce anche nel latte delle madri. Come ci sono arrivati questi prodotti all’interno di questi corpi è facile dirlo: attraverso l’aria. I termodistruttori emettono nell’atmosfera una serie di gas di scarico pieni zeppi di materiali tossici, tra cui gli ftalati. Ma per la magistratura che ha indagato in seguito ad una serie di morti sospette nella città del Salento pare che non ci siano ancora prove scientifiche.

Il risultato di tutto questo sono, oltre alle già citate morti per cancro, qualcosa che forse è anche peggio: bambini nati già condannati, cioè con deformazioni e malattie congenite degne di uno scenario post-nucleare in stile Chernobyl. A questo si aggiunge l’inquinamento nei mari che rende pericoloso anche l’approvigionamento ittico, e tutto questo in una città riconosciuta a livello internazionale come una delle più inquinate d’Europa, ma in cui stranamente non si riesce a stabilire “con certezza scientifica” se l’inquinamento c’è davvero.

[Fonte: Brindisi Report]

Photo Credits | Thinkstock

Commenti (1)

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