Rifiuti elettronici in vertiginoso aumento nei Paesi in via di sviluppo

rifiuti elettroniciAbbiamo parlato spesso del problema dei rifiuti elettronici, mostrando come il gesto all’apparenza di poco conto di gettare pile, computer rotti e televisori in disuso nel cassonetto non differenziato, o peggio dove capita, si trasformi in gravi danni per Paesi anche molto lontani dal nostro. E a questo proposito vorrei ricordare il caso limite del Ghana, letteralmente sommerso dall’e-waste, le cui foto di discariche con bambini che scavavano tra vecchi schermi e materiale radioattivo di pile e processori hanno fatto il giro del mondo. Molte le iniziative dei marchi di prodotti tecnologici più o meno famosi per spingere il cliente a riportare al negozio pc, tv e stampanti alla fine del ciclo di vita. Come il ritiro uno contro uno.

La notizia preoccupante che circola in questi giorni sui rifiuti tecnologici è che nel 2016 i Paesi in via di sviluppo arriveranno a produrre il doppio dei rifiuti elettronici dei Paesi sviluppati.

Cosa c’è nel mio cibo? Un’applicazione iPhone ci svela i segreti di ciò che mangiamo

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In generale, è meglio preferire il biologico quando si acquista del cibo. Sebbene non sia sempre semplice sapere se ciò che stiamo comprando è stato trattato con erbicidi, pesticidi e altri materiali “sporchi”, le probabilità di star mangiando sano almeno aumentano. Alcuni buongustai pensano che a volte non vale la pena spendere tanti soldi per comprare biologico, dal momento in cui ciò che accade nel prodotto non è sempre chiaro.

Ma quando non abbiamo a disposizione nemmeno quest’opzione, come possiamo sapere se nel cibo sono presenti tossine, sostanze cancerogene o perturbatori ormonali? Un applicazione gratuita del Pesticide Action Network ti dice ciò di cui dovresti diffidare.

Troppe auto: l’Italia perde 1.500 ettari di verde all’anno

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Aumentano le auto verdi ed il ricorso al trasporto pubblico. Tutte notizie positive che dovrebbero far pensare che la qualità dell’aria in Italia stia migliorando. Purtroppo non è così. L’ultima rilevazione dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nella sesta edizione del rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano presentata ieri a Roma, fotografa un’Italia con sempre meno verde e sempre più Pm10 (polveri sottili) nell’aria.

La causa di tutto questo, spiega l’Istituto, è

l’urbanizzazione e l’assenza di una corretta pianificazione territoriale. Il suolo cittadino del Bel Paese perde uno spicchio di natura grande 15.000.000 metri quadrati. Si crea così una grave pressione sul territorio e sull’ambiente con la conseguente presenza di fenomeni franosi in aree densamente urbanizzate e elevato rischio per la popolazione.

Le aree più a rischio sono Bari, Firenze, Foggia, Genova, Livorno e Padova, ma la situazione è tragica un po’ in tutta Italia.

Gli obiettivi ambientali per il 2010 verranno quasi sicuramente disattesi

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In questi giorni si parla molto degli accordi di Copenaghen e degli obiettivi ambientali per il 2020. Ma non dimentichiamoci che questo genere di trattative non nasce oggi, ma va avanti da così tanto tempo che già quest’anno si sarebbero dovuti vedere i primi risultati. Forse per una scarsa attenzione all’ambiente, o perché impegnati in altre problematiche, ma pare proprio che, un po’ in tutto il mondo, coloro i quali avrebbero dovuto vigilare affinché questi obiettivi fossero rispettati, hanno fallito nel loro intento. O almeno non completamente.

Nel 2002 infatti un incontro simile a quello che si è tenuto a Copenaghen aveva reso noto al mondo il pericolo di perdita di biodiversità e della deriva ambientale disastrosa che il mondo stava prendendo, e per questo furono decise delle contromisure  per quanto riguarda la tutela degli animali a rischio, delle foreste abbattute, la presenza di specie aliene che minacciano l’habitat originale, l’inquinamento, il riscaldamento climatico e altro ancora. Dopo il salto vedremo com’è andata a finire.

Lo scioglimento dei ghiacciai artici è peggiore del previsto

scioglimento ghiacciai artici

Lo scioglimento del ghiaccio marino ha avuto una forte accelerazione a causa del riscaldamento nell’Artico, dove le temperature sono aumentate più rapidamente negli ultimi decenni rispetto alla media globale, secondo uno studio pubblicato mercoledì scorso.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, suggerisce inoltre che le attuali previsioni sottovalutano il grado in cui la regione polare potrebbe riscaldarsi ulteriormente in futuro.

Si pensava che la perdita di ghiaccio del mare potrebbe causare un ulteriore riscaldamento. Ora abbiamo la conferma che già avviene

ha detto James Screen, ricercatore presso l’Università di Melbourne e co-autore dello studio. Mentre è già di per sé una conseguenza del cambiamento climatico, la diminuzione della calotta glaciale artica ha contribuito ad un incremento di tale processo, dato che il riscaldamento globale e la perdita di ghiaccio si rafforzano a vicenda su vasta scala.

Fotovoltaico Piemonte e Valle d’Aosta: WWF per tutela campi coltivati

fotovoltaico-campi-coltivatiGrazie agli impianti fotovoltaici a terra, che di norma hanno grandi dimensioni, l’Italia può riuscire a conseguire gli obiettivi di abbattimento delle emissioni entro l’anno 2020, ma nello stesso tempo, oltre al rispetto di vincoli precisi, occorre anche evitare di occupare suolo nel quale possono essere portate avanti le attività agricole, e prediligere chiaramente quelle aree con ottima esposizione ma anche marginali per lo sviluppo dell’attività agricola e delle coltivazioni. In tal senso il WWF Piemonte e Valle d’Aosta, associandosi alla posizione delle associazioni professionali agricole, ha apertamente chiesto nei giorni scorsi maggiore tutela, in materia di sviluppo del fotovoltaico con impianti a terra, al fine di evitare che si proceda con l’occupazione di suolo agricolo. Questo perché, tra l’altro, esistono al posto del suolo agricolo altre aree utili e buone per l’espansione del fotovoltaico come i capannoni industriali, gli edifici di edilizia civile, gli esercizi commerciali ma anche ampie aree cementificate o asfaltate senza la necessità di andare a consumare suolo naturale.

Incendi controllati per combattere la “marea nera”, il disastro della Louisiana si allarga sempre più

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Incendi controllati o ripompaggio del petrolio in una nuova piattaforma o petroliera. Queste le due alternative prese in considerazione per quello che in molti ritengono sia il più grande disastro ambientale che ha colpito il Centro-Nord America nella sua storia.

La piattaforma Deepwater Horizon, ormai affondata, continua a far fuoriuscire l’equivalente di 1000 barili di petrolio al giorno, e secondo gli esperti il lavoro dei 4 robot che tentano di chiudere le due falle venutesi a creare dopo l’incendio potrebbe durare per mesi. Per questo, e visto anche che le correnti stanno facendo avvicinare sempre più la macchia nera alle coste, bisogna trovare il modo di fermare la sua avanzata.

Domenica 9 maggio è la prima giornata nazionale della bicicletta

giornata nazionale della bicicletta

Buone notizie per gli amanti della bicicletta e per chi vuol vivere una domenica per strada, potendo respirare aria (relativamente) pulita. Il Ministero dell’Ambiente, per iniziativa della ministra Stefania Prestigiacomo, ha indetto per domenica 9 maggio la prima giornata nazionale della bicicletta.

L’iniziativa famosa del Bicincittà che viene intrapresa saltuariamente e a “macchia di leopardo” da molti comuni italiani verrà “istituzionalizzata” in questo modo, così da avere una giornata unica in cui girare in bicicletta per tutto il Paese. Al momento sono già 1.200 i comuni che hanno aderito, e che autonomamente decideranno le proprie iniziative. Per consultare il calendario degli eventi, basta cliccare su questo link.

James Cameron: “le lobby del petrolio e del carbone pagano per la disinformazione”

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Il dibattito annoso tra “catastrofisti” e “negazionisti” si sa, spesso è incentrato sulle compagnie petrolifere e quelle del carbone, accusate di star finanziando una campagna di disinformazione per confondere il pubblico sulla scienza del clima. Fino a questo punto, niente di rivoluzionario, come non sorprende il fatto che purtroppo, in molti casi, sembra abbiano successo, come sta avvenendo in Italia ed in altre parti del mondo.

Ed è per questo che è incoraggiante vedere un’elegante figura che trasmette il messaggio della scienza al pubblico con una certa autorevolezza come James Cameron, che ha appena messo questa storia nel suo film campione d’incassi Avatar, il quale ora si schiera in favore degli ambientalisti e ha cominciato una sorta di “tour” televisivo per controbattere alle illazioni di pseudo-scienziati di parte.

Collaudata la scarpa che alimenta le batterie durante una passeggiata

scarpa piezoelettrica

Un’invenzione di cui si parla da tempo è stata finalmente collaudata. Il dr. Ville Kaajakari, assistente professore di ingegneria elettrica alla Louisiana Tech University, ha sviluppato una tecnologia che raccoglie l’energia da un piccolo generatore incorporato nella suola di una scarpa. La tecnologia innovativa di Kaajakari, sviluppata presso l’Istituto Louisiana Tech per Micromanufacturing (IFM), è basata su nuovi circuiti di regolazione della tensione che convertono in modo efficiente una carica piezoelettrica in tensione utilizzabile per caricare batterie o per alimentare direttamente i gadget elettronici.

Di questa tecnologia potrebbero beneficiare, per esempio, gli escursionisti che hanno bisogno di dispositivi di localizzazione di emergenza. Per un uso più generale, si può utilizzare per alimentare dispositivi portatili senza spreco si batterie

ha affermato Kaajakari. La tecnologia è stata resa pubblica da una pubblicazione su MEMS Investor Journal. I MEMS sono minuscoli dispositivi “intelligenti” che combinano i chip per computer con micro-componenti quali i sensori, gli ingranaggi, canali di flusso, specchi e attuatori.

L’Italia paga già oggi per il nucleare che non ha

Centrale Garigliano

In molti si preoccupano di quanto ci costerà il nucleare, cifre che ancora non sono completamente chiare e che si sa già che lieviteranno con il tempo. Ma in realtà l’Italia sta già pagando per il nucleare che non ha. Ad affermarlo sono i Verdi che, in occasione del ventiquattresimo anniversario di Cernobyl hanno presentato una relazione in cui si indica lo stato del Paese in merito alle scorie tossiche lasciateci in eredità dalle vecchie centrali ormai dismesse.

Secondo i Verdi dunque, l’Italia pagherebbe ogni anno per tenere in sicurezza le scorie ben 500 milioni di euro, per un totale di 12 miliardi solo negli ultimi 20 anni. E non abbiamo ancora delle centrali attive, figuriamoci dunque cosa accadrà quando effettivamente entreranno in azione.

Il costo può apparire eccessivo, ma è obbligato in quanto le scorie sono molto pericolose, potrebbero contaminare il terreno e le acque portando a conseguenze inimmaginabili in caso di fuoriuscita, ed inoltre il problema è che le avremo praticamente per sempre. Stiamo infatti stoccando 90.000 metri cubi di rifiuti tossici e radioattivi, suddivisi in rifiuti di seconda categoria, che rimangono pericolosi per circa 300 anni, e di terza categoria, i quali mantengono la carica radioattiva per addirittura 250.000 anni.

L’Indonesia punta a quadruplicare l’energia geotermica, facendo impallidire l’Europa

geotermico indonesia

L’Indonesia è una delle aree del mondo con il più basso reddito procapite. Eppure, contrariamente a quanto dicono i sedicenti “esperti” anti-rinnovabili, ha avviato un programma per il recupero e la produzione di energia rinnovabile da far invidia anche ai Paesi più ricchi.

Il Paese asiatico infatti ha deciso di attingere molto del suo potenziale di potenza geotermica per fornire elettricità e riscaldamento alla sua popolazione. Il piano della nazione insulare è di aggiungere un ulteriore 4000 MW (in Italia siamo fermi ancora a circa 1000 MW) di energia geotermica ai suoi attuali 1200 MW, con l’obiettivo di aumentare la percentuale di cittadini con accesso all’elettricità dal 65 al 90% entro il 2014.

Fotovoltaico, nuovo conto energia e rinvio investimenti

fotovoltaico-nuovo-conto-energia-2011Per il nuovo Conto Energia i tempi dovrebbero essere maturi. Le attese d’inizio anno erano per l’approvazione del Conto Energia 2011 prima delle Elezioni Regionali 2010, ma poi tra un rinvio e l’altro gli operatori del settore sono ora in attesa di certezze per pianificare gli investimenti. E proprio sui progetti di sviluppo nel settore del fotovoltaico si è espresso nei giorni scorsi l’Amministratore Delegato di Conergy Italia, Giuseppe Sofia, il quale ha sottolineato come il clima attuale di incertezza alimenti tra gli operatori del comparto la cautela, e spinga le imprese a spostare in avanti gli investimenti previsti e pianificati per l’inizio del 2011. Positivamente è stata invece accolta la norma inserita nel cosiddetto “Decreto salva Alcoa” che definisce il riconoscimento della tariffa incentivante al termine dell’espletamento delle pratiche e dell’installazione dell’impianto, e non più nella fase successiva di allacciamento alla rete elettrica.