
Ufficialmente il summit di Copenaghen si è chiuso la sera del 18 dicembre. In realtà si è andati avanti ben oltre tale limite, fino alle 15:28 del giorno dopo. Il motivo di tale ritardo? Cercar di convincere i Paesi poveri a firmare questo accordo. Un accordo che non è un trattato e non è vincolante, tanto da far insorgere gran parte delle nazioni che lo ritenevano inutile (nella migliore delle ipotesi), fino a dannoso, o addirittura un “Olocausto che incenerisce l’Africa“, come l’ha definito il rappresentante del Sudan.
Ma alla fine la bozza di accordo che è stata stipulata da Cina e Stati Uniti, e fatta firmare anche da India e Sudafrica, ha posto fine a tutte le opposizioni. Gli unici a non voler firmare erano Tuvalu, la nazione che prima di tutte sta già pagando per il riscaldamento globale, Venezuela, Cuba, Bolivia, Nicaragua e Costarica. Ma in extremis, nella giornata di ieri, si sono viste costrette a firmare anche loro, in quanto trattandosi di una risoluzione Onu, dev’essere presa all’unanimità per poter essere approvata, e se non l’avessero fatto, avrebbero fatto saltare anche quel poco di buono che è stato deciso.
In Italia ci sono 56.285 impianti fotovoltaici entrati in esercizio ed incentivati dal Conto Energia; il dato, ufficiale, è quello fornito dal Gestore dei Servizi Energetici ed aggiornato allo scorso 25 novembre. Da regione a regione, ci sono forti differenze sia in termini di potenza installata, sia in termini di numero di impianti: per numero di impianti al primo posto troviamo la Lombardia, che al 25 novembre scorso vantava ben 8.630 impianti di produzione di energia da