High Line di Manhattan: comincia la trasformazione verde di New York

highline-manhattan

Esiste un’antica strada sopraelevata nei cieli di Manhattan, famosa in tutto il mondo come la High Line, un percorso lungo 2,3 chilometri che taglia in due l’isola più famosa del mondo, viste tutte le riprese che hanno esportato questa sopraelevata in decine di film. Da qualche anno però questa strada è caduta in disuso.

Più precisamente non la si utilizza più dal 1980, da quando cioè vi è passato l’ultimo treno che riforniva la città di generi alimentari. Da allora, in controtendenza con il modo di fare americano, è stata abbandonata a sè stessa, permettendo alla natura di riappropriarsene, e non facendo nulla nemmeno quando un pezzo di essa crollò, tranciandola in due. Tutto ciò fino a cinque anni fa, quando il sindaco Bloomberg ha deciso di riqualificarla, ed anziché smontarla e rifarla nuova come accade con i grattacieli, ha deciso di farla diventare una macchia verde nel centro di New York.

No-Impact Man, vivere con zero rifiuti si può

no-impact-man

Ormai è partita la moda dei film-documentari sull’ecologia. A breve verrà rilasciato il trailer di No-Impact Man, un nuovo film che si aggiunge al filone degli eco-movie.  La storia è basata sulla vicenda di Colin Beavan e della sua famiglia, che come in un reality show si è sottoposto ad un esperimento durato un anno in cui si è tentato di vivere con uno stile di vita con zero rifiuti nella città di New York.

Lo scopo del film è aumentare l’auto-consapevolezza che è possibile per ognuno vivere senza produrre rifiuti, o riducendoli all’osso. Tra alcuni momenti di sentimentalismo, la maggior parte del film presenta un interessante commento alle sfide della transizione ad uno stile di vita che è coerente con il valore ecologico.

Candle night d’estate, dalle 20 alle 22 accendete le candele!

candle-night1

Candle night 2009 versione estiva è arrivata: dopo l’appuntamento di dicembre, ancora una volta appuntamento con l’ambiente. Una manifestazione mondiale di sensibilizzazione al tema del risparmio energetico che invita tutti a spegnere le luci dalle 20 alle 22 del 21 giugno. L’invito è semplice: spegnere per due ore le luci e le insegne, e accendere una candela.

Candle Night è nata come ‘iniziativa di protesta, ed è poi diventata un vero e proprio movimento sociale. L’idea prende il via in Canada ormai otto anni fa, nel 2001. Nasce grazie al movimento Blackout Volontario, e viene poi riproposta nel 2002 in Giappone da una organizzazione non governativa. Qui nasce il nome che porta ancora oggi, Candle Night appunto, e da qui si diffonde a tutto il mondo.

Antica estinzione degli ecosistemi: colpa del riscaldamento globale

fossile-specie-estinta

Un gruppo di scienziati irlandesi ha trovato la prova di un’improvvisa estinzione nella biodiversità vegetale. Uno scrigno di 200 milioni di anni che conteneva foglie fossili raccolte nella parte Orientale della Groenlandia racconta la storia custodita per milioni di anni. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science.

I ricercatori si sono sorpresi nello scoprire che un probabile candidato responsabile per la perdita della vita vegetale è stato un piccolo aumento di gas a effetto serra di biossido di carbonio, che ha causato un’incremento della temperatura della Terra. Il riscaldamento globale è stata a lungo considerato come il colpevole dell’estinzione di diverse forme di vita, e questa potrebbe esserne una prova.

Secondo Jennifer McElwain della University College di Dublino, autrice dello studio, il biossido di zolfo, dovuto ad ampie emissioni vulcaniche, può essere stato una delle cause delle estinzioni. Esso può aver contribuito all’incremento dell’anidride carbonica.

Le fattorie africane stanno diventando sempre più difficili da gestire

fattoria-africana

Gli agricoltori africani presto si ritroveranno ad affrontare temperature sempre più calde in qualsiasi stagione rispetto al passato. Per far fronte a questo rapido cambiamento climatico, anche gli allevatori e gli impianti che forniscono le loro colture avranno bisogno di grandi cambiamenti, e presto.

Gli esperti hanno previsto che per un po’ di tempo gli agricoltori rischieranno di affrontare problemi come la siccità. Infatti, alcuni casi in Sudafrica sono già stati segnalati. Per vedere quanto è veloce questo cambiamento, Marshall Burke, un economista della Stanford University, ha fatto la media dei risultati da 18 modelli climatici a livello mondiale per prevedere la temperatura e le condizioni della pioggia nel 2025, 2050 e 2075 nelle regioni dell’Africa, dove la maggior parte del mais, miglio e sorgo crescono oggi. Quindi, supponendo che anno per anno la variabilità rimarrà la stessa di oggi, ha calcolato quanto sarebbe la sovrapposizione con l’attuale clima.

New York, installato cartellone che indica l’incremento dei gas serra in tempo reale

cartellone-gas-serra

Sappiamo che le emissioni di anidride carbonica stanno accelerando rapidamente, ma quanto rapidamente? Per capire il tasso di inquinamento reale, un gigantesco cartellone è stato presentato a New York all’esterno del Madison Square Garden e  dellaPenn Station, il quale mostra le concentrazioni atmosferiche di gas serra presenti in quel determinato momento. Secondo le prime rilevazioni queste aumentano di 800 tonnellate al secondo.

Secondo BusinessGreen:

Il cartellone, primo al mondo scientificamente valido, aggiorna in tempo reale l’indicatore delle emissioni di carbonio, è stato inaugurato ufficialmente ieri dalla Deutsche Bank e dalla divisione Asset Management di un team di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT). All’inaugurazione, il cartellone ha dimostrato che esistono attualmente 3,64 miliardi di tonnellate di gas a effetto serra nell’atmosfera e che la cifra è in aumento di 800 tonnellate al secondo.

Quasi pronta l’auto ad idrogeno, ecco le caratteristiche della Riversimple Urban Car

riversimple-urban-car

Una concept car che tenta di eludere i tre principali ostacoli per il sogno delle autostrade alimentate ad idrogeno è stata presentato a Londra pochi giorni fa. Come le altre vetture ad idrogeno, la Riversimple Urban Car (RUC) è alimentata da una cella a combustibile che combina l’idrogeno con l’ossigeno dall’aria e libera energia e nulla di tossico, ma solo acqua.

La Honda FCX Clarity sarà la prima auto che sperimenterà commercialmente quest’idea, ma per la produzione su scala mondiale dovremo aspettare fino al 2018, mentre i primi prototipi della Riversimple si potranno ammirare già nel 2011 e nel 2013.

Utilizzare l’idrogeno nelle automobili significa tagliare l’inquinamento urbano e le emissioni di carbonio, ad un costo minore del petrolio, visto che l’idrogeno è una fonte rinnovabile. A parte la mancanza di distributori, i tre principali problemi per le auto ad idrogeno sono le costose celle a combustibile di platino, la difficoltà nella costruzione di un veicolo convenzionale, e la difficoltà nel conservare ed utilizzare grandi quantità di idrogeno.

L’Italia rallenta la corsa fotovoltaica

pannelli-fotovoltaici

Il Paese del Sole non sfrutta la sua migliore arma. Grazie alla sua esposizione e al suo know-how, l’Italia potrebbe sfruttare il sole presente tutto l’anno per primeggiare nelle classifiche mondiali di produzione di energia solare e fotovoltaica. Ed invece continuiamo ad arrancare a metà classifica, cercando di inseguire non solo Paesi come la Spagna, che di sole ne hanno quanto noi, ma anche altri come la Germania, che lo vedono solo per pochi mesi all’anno.

Lo scorso anno però c’era stata un’impennata nella produzione nel nostro Paese, con 500 Mw di potenza cumulativa che faceva ben sperare per il futuro. Secondo il contatore del GSE, che indica gli impianti fotovoltaici incentivati con il conto energia, in Italia nel 2008 gli impianti realizzati per la produzione di tale energia erano 39.753. Possono sembrare tanti, ma se pensiamo che la Germania ne ha circa il quadruplo, capiamo che non sono poi moltissimi.

Risparmiare oltre 1.000 euro con 6 semplici accorgimenti ecologici

salvadanaio-verde

I tempi sono duri per molta gente in questi giorni, ma per spendere un po’ meno denaro non è detto che si debba smettere di pensare ecologico. Mentre le lampadine fluorescenti compatte, una più efficiente lavastoviglie, o una casa con il controllo energetico sono tutti in grado di farvi risparmiare un bel po’ di euro, essi richiedono un investimento in anticipo prima di realizzare il risparmio. Ma seguendo i suggerimenti che ora seguiranno, anche senza grossi capitali sarà possibile risparmiare sin da subito.

Smettere di acquistare prodotti per la pulizia. La famiglia media spende circa 600 euro all’anno in un incredibile quantità di prodotti per la pulizia. Tuttavia, è possibile sostituire ogni prodotto per la pulizia con uno più sicuro, non tossico e biodegradabile, utilizzando ingredienti comuni come il bicarbonato di sodio, aceto e sale. Di consigli su come fare sulla rete ce ne sono tanti, ma noi per adesso vi indichiamo quanto risparmierete mediamente: 500 euro.

Il riscaldamento globale comincia già a colpire l’America

riscaldamento-globale

Estreme condizioni meteorologiche, siccità, forti piogge e alte temperature sono sempre più comuni in molte parti degli Stati Uniti. Secondo i ricercatori, questo è dovuto all’attività umana che porta ai cambiamenti climatici. Questi ed altri cambiamenti continueranno probabilmente ad aumentare di intensità in futuro. Per la regione sud-ovest degli Stati Uniti, che comprende la California, il rapporto prevede un clima più caldo e più secco con effetti significativi sull’ambiente, l’agricoltura e la salute.

I ricercatori in rappresentanza di 13 agenzie degli Stati Uniti, le grandi università e gli istituti di ricerca hanno prodotto un grande rapporto intitolato “Global Climate Change Impacts in the United States”. Esso parla di effetti come le variazioni dei modelli di precipitazioni, siccità, incendi, uragani atlantici, e gli effetti sulla produzione di cibo, gli stock ittici e sugli animali selvatici, l’energia, agricoltura, approvvigionamento idrico, e comunità costiere.

La relazione dipinge uno minacciosa immagine dei potenziali impatti, a cui però c’è ancora tempo per trovare rimedio. Questo può essere fatto attraverso un equilibrato mix di attività volte a ridurre le emissioni di gas-serra e di adattamento.

Lobby dei pesticidi contro il cibo biologico, lettera di protesta a Michelle Obama

michelle-obama-coltiva-orto-biologico

Qualche tempo fa vi raccontammo dell’iniziativa verde, una delle tante, della famiglia Obama, fatta direttamente in casa propria. Una casa piuttosto chiacchierata, visto che si trattava della Casa Bianca. Michelle Obama infatti, per dare una mano all’ambiente, aveva coltivato nel suo giardino un piccolo orto per auto-prodursi del cibo biologico.

Quest’iniziativa ha trovato immediatamente i consensi di mezzo mondo, visto che prima i cittadini americani hanno cominciato a coltivare il proprio orticello nel giardino, poi addirittura la regina Elisabetta d’Inghilterra ha deciso di dedicare un pezzetto del giardino di Buckingham Palace alla coltura biologica. Tutte iniziative ottime per l’ambiente e per la salute dei cittadini stessi, tranne che per le tasche delle multinazionali dei pesticidi.

5 città ecologiche da visitare

zermatt

Qual è la città più ecologica del mondo? E’ possibile visitare una città senza auto? Oppure la città ideale trova un modo sostenibile per far convivere tutte queste realtà? A queste domande probabilmente ognuno di voi risponderà in maniera diversa, ma noi oggi tentiamo di indicarvi quali sono, secondo i nostri criteri, le 5 città più verdi del mondo che vi consigliamo di visitare.

Portland, Oregon. La prima città ad essere designata con il titolo di Bike-Friendly dalla Lega dei ciclisti americani, nonché considerata la città più verde secondo un sondaggio che si basava sulle fonti rinnovabili di energia, il trasporto, il verde cittadino ed il riciclaggio. Esistono tantissime infrastrutture verdi a Portland, tantissimi parchi cittadini, tra cui il World’s Smallest Park, come certificato dal Guinness Book of World Records.

Friburgo, Germania. Friburgo è stata la prima comunità verde sperimentale, progettata parecchi anni fa, da quando il centro della città fu ricostruito con principi ecologici dopo la distruzione nella seconda guerra mondiale. I visitatori possono vedere la sezione chiamata Rieselfeld, la comunità sociale che vi si introdusse, costituita negli anni’80, o il celebre quartiere di Vauban in cui è vietato l’accesso alle auto. Da non perdere il Villaggio solare e l’Heliotrop House, entrambi progettati da Rolf Disch.

WWF: la ricetta anti-crisi è la green economy con i suoi 3,4 milioni di posti di lavoro

green-jobs

Nonostante i proclami che arrivano da più parti, la crisi economica c’è e siamo ancora ben lontani dall’uscirne. Il vero problema che attanaglia i cittadini di tutto il mondo industrializzato è la disoccupazione. La crisi infatti è dovuta soprattutto al fatto che sempre più persone perdono il posto di lavoro, e non riescono a trovare il modo di “riciclarsi”. La nostra Terra gliene offre uno e non possiamo permetterci di lasciarcelo sfuggire.

Si chiama Green economy, ed è letteralmente l’economia ecologica di cui tanto parliamo da tempo su queste pagine. I posti di lavoro disponibili in questo settore sono milioni, perché si tratta di una categoria nuova, ancora non sufficientemente sfruttata, ed in continua crescita negli ultimi anni. Una crescita che di certo non verrà fermata prossimamente, ma anzi, continuerà senza dubbio, vista l’obbligatorietà di utilizzare energia pulita in futuro. Ad appoggiare questa tesi oggi arrivano anche i dati elaborati dal WWF, il quale afferma che per i prossimi anni il settore verde garantirà nella sola Unione Europea almeno 3,4 milioni di posti di lavoro.

Assoambiente: nel giro di due anni l’Italia sarà sommersa dall’immondizia

immondizia-per-le-strade

Ieri Napoli, oggi Palermo, domani l’Italia. I fenomeni dell’immondizia per le strade e delle discariche stracolme fino al punto di esplodere si sta espandendo a macchia d’olio in tutta la nazione. Secondo Assoambiente, non manca molto al punto di saturazione delle discariche di molte città, ed entro i prossimi 24 mesi o poco più, le situazioni viste in questi giorni potranno ripetersi dappertutto.

Secondo la relazione dell’associazione che riunisce oltre 130 imprese per i servizi ambientali, il sistema dello smaltimento dei rifiuti italiano è molto vecchio, ormai passato. Prevede una percentuale di raccolta differenziata molto bassa, e spesso anche non sfruttata, sperando di riuscire a risolvere il problema con l’accumulo dell’immondizia in discarica che, a forza di cose, prima o poi si riempirà. E siccome molte discariche sono già vicine al colmo, le conseguenze saranno due: o sforare i limiti di legge (ed in Italia non sarebbe una novità), o chiuderle e finire con l’immondizia per le strade.